.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 40 - 41. 1995 - 1996)
la categoria dell’“etica della responsabilità”, della cui astrattezza sono consapevole, ma che dalla lettura de gli scritti e dei documenti emerge come la vera chiave interpretativa comune dell’azione dei giovani della Weis- se Rose. La stessa consapevolezza della necessità di fare subito, personalmente qualcosa si ritrova nelle decine di persone che hanno diffuso i volantini, ricopiandoli sulle macchine per scrivere, ciclostilandoli: ciascuno di loro, e non solo a Monaco ma anche a Ulna, a Stoccarda
, a Amburgo, a Ber lino e in altre città, ha scritto una pagina di quella giovane ma non per questo meno importante resistenza. Se gli appartenenti alla Weisse Rose sono riusciti a tradur re il pensiero in azione, il dissenso individuale in prassi di resistenza, se hanno trovato la forza, è perché hanno sen tito su di sé ima responsabilità individuale che non pote vano delegare ad altri, perché la coscienza morale, illumi nata intensamente -per molti di loro - dalla fede cristiana, li ha spinti a sentire
erano pulite. Oggi, mezzo secolo dopo, nell’Europa che sembrava libe rata dai fantasmi del nazismo e dalla cappa del comuni Smo, quel grido ci arriva da Sarajevo. Chissà che, rileg gendo la storia della Weisse Rose, riascoltando le loro parole e osservando i loro valori, non sentiremo anche noi - che abbiamo la fortuna di vivere in sistemi democratici - la colpa per quello che succede a due passi da qui, al di là dell’Adriatico .“Ognuno vuol liberarsi da questa com plicità, ciascuno cerca di farlo
ma poi ricade nel sonno con la più grande tranquillità di coscienza” diceva il se condo volantino della Weisse Rose, nell’estate del 1942. Ecco, queste parole dimostrano che si tratta di un messag gio impegnativo anche per l’oggi: il culto della resistenza ha un significato solo se diventa, oggi per ciascuno di noi, un impegno a fare Resistenza in nome della libertà. Impa rando da Hans e Sophie Scholl, da Willi Graf, da Alexan der Schmorell,da Christoph Probst, da Kurt Huber, da Hans Leipelt
e da tutti gli altri, un po’ della loro giovane inquietudine, un po’ della loro rabbia, un po’ della loro intensità esistenziale. Dipende da noi, insomma, se sarà mantenuta la promessa “Die Weisse Rose làsst euch keine Ruhe”, la Rosa Bianca non vi darà pace. Dipende da noi, perché essi, mezzo secolo fa, la loro parte l’hanno fatta. Fino in fondo. “Ognuno è responsabile per ciò che fa e corresponsabile di ciò che lascia fare. La vera politica è l’impegno perso nale. Nel momento più buio della storia