Storia della Valtellina e delle già contee di Bormio e Chiavenna ; 2
OO'J di bello e di buono con die il fatto adoniavasì. E non essend* ad »spellarsi, come a proposito osserva uno storico di que’ tempi ( Capriata ), che tanti principi della sicurezza e indipendenza dei quali , in questo fatto tratta vasi dovessero mai soffrire che il duca di Feria, con attentati di questa natura, loro insidiasse, doveva accertarsi die durissimi incontri nel praticarli proverebbe e nel condurli ad un terniine. Stato sarebbe per gli interessi del re, miglioro consiglio, e più
alla condizione de’ tempi con facente, il non stuzzicare di più con tale e tanta novità gli animi de’ principi e de’ popoli italiani già molto irritati, e del- l’impero spagmioio molto scontenti. Pei successi delle guerre precedenti, fatti più baldanzosi, disposti erano a porre da canto ogni rispetto alla regia autorità, per sottrarsi all’imminente pe ricolo. Nemmeno i francesi, che le fomentavano, avrebbero giam mai sofferto che riuscite fossero in lutto conformi al genio degli spagnuoli. Perchè
non essendo i francesi mossi da altro che dallo scopo di costringere, col travagliarli, i grigioni ad attaccarsi alla Francia è chiarissimo che, onde non crescesse la grandezza spa glinola, nè lesa rimanesse la libertà dei principi italiani, nè > transiti di Francia in Italia fossero tulli intercetti, tutto avreb bero ad..-prato perchè il possesso di questi paesi non cadesse agli spaglinoli. E oltre a ciò, sebbene la corte di Spagna tolto avesse a proteggere i v»bellini, le istruzioni al Feria
, precisamente ri pugnavano a tale novità, E gli esempi dell’imperatore Farlo V di Filippo II trattenere dovevano il duca da siffatti movimenti I quali principi, tutto che scorto avessero agevole, e insieme dì grande utilità l’acquisto della Valtellina; sebbene assai desiderata ne avessero la signoria, pure, stimandolo affare di molte susse guenti difficoltà e origine di poco onorevoli contrasti, se u© erano astenuti. Ma più fresco e più vivo l’esempio era delle commozioni ec citatesi per la fabbrica del
forte di Fucntes, quand’ anche av venuta su quel di Milano, poiché, pel solo pericolo della Vai- tellina , lurbaronsi francesi, grigioni, svizzeri e veneziani, e certamente alcun che di grande avvenuto sarebbe, se gl' intemi dissidi della Bezia concesso al conte governatore non avessero dì terminar® quel forte, e recati gli altri principi attorno a parteg giar© fra loro. Che non doveva adunque temere il Feria nella presente occasione, nella quale tratta vasi d’usurpare 1' intiera provìncia, dTiw