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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 146 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Nella Cronaca di Folgaria del Bottéa (a. 1860) si legge che i Mócheni sono « colonie tedesche venute in quelle terre soltanto dopo il secolo decimo, chiamatevi dai signori fendali allo'scopo di abbatter selve, di fabbricar car bone e di lavorare nelle miniere », — AlForiglne feudale aveva pensato anche il Perini nella suà Statistica del Trentino (II Trento 1852), dove alla parola Tergine si legge quanto segue: « Una parte però del distretto riposta fra monti ad oriente conserva ancora corrotta

e là » (p. 5) e nella Etnografìa trentina (p. 16) così si esprime: « Ma furono infiltrazioni sporadiche e scarse, come se ne possono riscontrare anche nelle provineie di Verona e Vicenza ». Purtroppo però tutti questi egregi non hanno corroborato con documenti le loro affermazioni (’); e questa mancanza di carte e diplomi, in cui si faccia parola di vaste colonizzazioni dal di là al di qua del confine italico ( 2 ), serve a provar sempre meglio, che gl’insediamenti più numerosi debbono essere avvenuti in epoca

(I XIII Comuni ver. e i VII vicentini) crede che gli abitanti tedeschi dei vii e dei sin Comuni esistessero già molto prima del 900. — Dei tedeschi e dell’italiano Modesto Bonato, che nella sua storia dei VII Comuni inserì una lunga disquisizioue sui sedimenti successivi delle genti germaniche nel Veneto, dovrò parlare a lungo nella 2 a Parte. — Il Benvenuti accetta a occhi chiusi le argomentazioni etnologiche del Bonato.

la favella tedesca, e dai nomi dèi luoghi e di alcune famiglie sembra certo, che queste colonie tedesche emi grate nei bassi tempi fendali fossero molto più esteso ». — Non la pensa diversamente il Malfatti, che nel suo scritto Degli idiomi del Trentino, dopo aver parlato dei minatori e dei contadini di'Folgaria, v’aggiunge sempli cemente « dei casi sporadici di famiglie di dinasti o di ministeriali e coloni tedeschi, che per effetto delle condizioni politiche venivano di mano in mano a stanziare qua

anteriore al X secolo, come hanno affermato, oltre tutti coloro che di già conosciamo, altri eruditi di maggiore o minor vaglia, quali Mons. F. de’ Teeini, Tommaso Gar, Gabriele Rosa, Modesto Bonato, L. Ben venuti e parecchi tedeschi ( J ). — Per parte mia, della sorte toccata in genere (’) Panni che il Malfatti abbia voluto di troppo diminuire l’importanza delle colonie tedesche del Trentino e del Yeneto. — Non così il Bottéa, come appare dal seguente periodo. « Osservasi a questo proposito che

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 54 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
guerra, che consi derata ne’suoi effetti avrà per noi grande importanza. Eiferisce il Maffei nella sua Verona illustrata (1. Ili) essere stata opi nione dello storico Mariani di Trento, che l’idioma germanico fosse portato sui monti del Veronese, del Vicentino e del Trentino, ai tempi di Giusti niano, dai Goti ('). Se non che al dotto veronese questa ipotesi non parve nemmeno degna di discussione. Io invece, studiandoci sopra, ho dovuto persuadermi ch’essa merita bene e meglio d’essere meditata

e discussa ; e di discuterla qui mi propongo per conchiuderne che i Goti, non da soli, ma insieme ad altre genti germaniche che verrò di mano in mano additando, dettero origine alle popolazioni teu toniche che dimorano oggidì o dimorarono per lo addietro alle falde delle (’) Mich. Ang. Mariani, Trento e il sacro Concilio. Trento 1673. — A pag. 585 si leg gono sui Tedeschi di Pinè le seguenti parole: «Hanno i Piu ai tri del ruvido all’habito e all’aspetto e parlano una lingua che ha del Gotico : non per

vicini a Trento di questa fama si nomina Cimbra, Pergine, Pinè, Fol- garia, Val Àrsa ed altri». — Anche il Co.Francesco di Caldogno, come appare dalla sua relazione altrove citata, riteneva che i Tedeschi del Vicentino derivassero parte dai Goti, parte dai Cimbri, e affermava ch’essi conservavano ancora l'antica forza d’animo e di corpo « serbando ancora la. fortezza ile corpi ed animi loro ».

adventum suum junxisset et exitum. Dd uu’altra lettera del segretario di Teodorico (L. 12, ep. 7) apprendiamo che nell’almo 506 anche il Veneto ebbe a soffrire per parte degli Svevi della Dalmazia. La lettera è diretta al Ca- nonicario del Veneto (Canonicario Venetiarum ) e concede ai possessori dan neggiati dagli Svevi l’indulgenza dei tributi della deeimaquinta indizione del regno dei Goti, la quale cadeva appunto nell’anno 507 a partire dal 493 : Suevorum incursione vastatis fiscum decimae

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 73 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Alboino creò in Italia fu quello di Forum Julii (Cividale del Friuli), il primo duca Gisulfo suo nipote, cui lasciò diverse fare o famiglie di Longobardi insieme a numerose matidre di cavalle. Sorsero poco appresso insieme a tanti altri anche i ducati di Tre viso, Verona, Vicenza e Trento, i quali, per essere così vicini tra loro ri spetto all’estensione del paese conquistato e per aver raggiunto ben presto un alto grado d’importanza nella storia della dominazione longobarda, m’in ducono a credere che

conquistavano il Friuli, la parte piu settentrionale del Veneto (con Treviso, Vicenza e Verona), il Trentino, quasi tutta la Liguria fino alle Alpi Pennine e Cozie, l’Emilia e la Toscana sino a Roma, rimanendo ai Greci vari ca stelli della Venezia colle venete lagune, Ravenna e parecchie città del ver sante adriatico (Esarcato e Pentapoli), la riviera ligure, il ducato di Napoli, il ducato di Roma, la Puglia, la Calabria e le isole di Sicilia, Sardegna e Corsica.—Il primo ducato longobardo che

quella regione fosse tra lepreferite dai nuovi padroni d’Italia, e che parecchie fare scegliessero per loro dimora non solo le città, ma eziandio parecchi dei numerosi castelli che si trovavano disseminati tra l’Adige e la Livenza, e pih specialmente fra il Brenta e l’Adige. Ma i Longobardi non erano soli, giacche si legge nella storia di Paolo Diacono (L. II, c. 6 e 26) che Alboino seco trasse in Italia 20000 Sassoni con mogli e figli, nonché altre genti a lui ed ai suoi predecessori soggette, come

Turchi. — Il Troya del resto non solo suppone che Alboino abbia condotto seco in Italia dei Goti, ma crede altresì che molti dei sacerdoti e degli uomini meno incolti della nazione longobarda fossero Goti di già longobardizzati sul Danubio, e che dei Goti si trovassero pure tra i compilatori del l’editto di Rotari (Voi. IV, Parte II, p. 81 c segg.). — Errori manifesti, derivati dall’avere l’illustre storico accettata una vieta opinione, che confondeva i Goti con un popolo danu biano assai più antico

e civile, quello dei Geti, e loro attribuiva una coltura superiore a quella ch’ebbero realmente. 10

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 110 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
da parte nemmeno le terribili scorrerie degli Ungheri o Magiari nella prima metà del X secolo. — Il Gegani nella Gazzetta di Venezia (v. parte II, cap. I in nota) racconta di un vecchio diKecoaro, che fra le genti ite ad abitare quella selvatica valle ricordava per antica tradizione gli Ungheri, tale origine venendo appunto assegnata alla famiglia Ongaro di que’ luoghi. D’un monte Unga rica nella regione del Brenta fanno menzione alcuni cronisti medievali. Nel 924 gli Ungheri percorsero

la valle dell’Adige, passarono nei Grigioni e di là si spinsero fino in Borgogna. — Mai Magiari non erauo di stirpe ger manica, e avendo compiute le lori stragi e rapine a danno di tutte le popo lazioni del Friuli e del Veneto, sia tedesche, sia italiane, non possono offrire appiglio a congetture. Tutt’al più si può credere che la selvaggia rabbia degli Ungheri abbia cacciato sui monti, insieme agl’indigeni, una parte di quei Tedeschi, che s’erano a poco a poco insediati nella pianura, attorno

alle colonie montane, come pure debbono avevvene spinti parecchi le frequenti e sempre spaventose inondazioni, e altri flagelli che funestarono il Veneto fin dal VI secolo ('). È probabile però che molti fuggiaschi sien poi ridiscesi al piano, cessato il pericolo, non comportando la povertà dei luoghi un eccessivo agglomeramento di popolazione. Cahtoio. XI. Quanto dissi finora è tutto ciò che mi fu dato attingere direttamente nella storia e nei documenti a conferma delle mie idee. Mi rimangono ancora

da esporre alcuni argomenti, che possono per via indiretta confermare le mie induzioni. A 26,000 ascendono oggidì gli abitanti dei VII Comuni; a 14,000 quelli dei XIII; a circa 3,000 gli alpigiani tedeschi del Friuli; a 7,000, secondo il Malfatti, quelli del Trentino ; a 7,400 gli abitanti dei comuni piemontesi, secondo il Brésslau (p. 176). Si ragginnge così all’ incirca la cifra di 60,000. — Tenendo conto di tutti coloro che nei borghi del Tren tino, del Veneto, del Friuli e del Piemonte i quali

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 20 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
tracce della lingua tedesca, e nel tipo e nei caratteri antropologici degli abitanti l’impronta teutonica (‘). Del resto anche da questa parte, come nel Veneto e nel Trentino, l’uso dell’idioma germanico è assai ristretto, perchè vive soltanto in Gressoney e in Tormazza.: Circa 7500 anime assegnano le ultime statistiche ai comuni tedeschi nella regione del monte Kosa e nella vai D’Ossola. . Anche nel Piemonte e nella Liguria non mancano infine nomi di luoghi, che-i filologi interpretarono colla

pure fuori del- paese. Di questo comune non rimase traccia, talché il Burckhardt suppose che Alagna si chiamasse Pressmilch ai tempi dello Tacimeli; ma questa supposizione è distrutta da un documento del 1270, nel quale si trova già il nome Alagna (Bresslau p. 187).— Val d’Ayas si chiama la parte superiore della Val Challant. Rimane a occidente della Val Lesa ed è bagnata dall’Evanson, che si getta nella Dora presso Verrez. In codesta valle trovasi un piccolo distretto che si chiama Cantone degli

lingua tedesca. Federico Bluhme, per un esempio, derivò dal nome dei Langobardi o Longobardi, come suol dirsi co munemente, quello del forte Bard sulla Dora Baltea ( a ). Per altri nomi vedi il capo Vili della II parte. Chiuderò questa mia descrizione additando al lettore due carte topo grafiche speciali, una per le regioni veneto-trentina e friulana ed una per la zona piemontese. La prima va unita alla monografia di C. Schneller nelle Patermann’s Mittheilungen, ed è un lavoro egregio

di Macugnaga erano in relazione commerciale coi tedeschi dell’alto Vailese ed anche coi« Yalesani di Yalsesia » col quale nome è poco verosimile che il relatore abbia voluto designare i suoi abitanti di Alagna. — Lo storico svizzero Tschudi nel secolo XYI (Gallia Comata p. 251. Beschreybung des Alpgebirgs p. 30) lasciò scritto cbe nella Yalsesia superiore v'era un villaggio tedesco con Chiesa, detto Pre- smello (Pressmilch), i cui abitanti erano conosciuti come buoni muratori e tagliapietre, e si recavano

e i Celti ». — Frequenti nomi locali d’origine teutonica s'incontrano anche in altri punti attorno all’alta Valsesia presso Alagna (Gallo, o. c. p. 177-180). — « Nella Val Sesia (scrive il Molon, Nuova Antologia 1° ott. 1880 p. 484) riscontrasi qua e .là qualche traccia d’idiomi e di popoli germanici .... siccome .pure in Val d'Aosta sulla Dora Baltea. Secondo il Lana e l’avv. Ottone, alle tribù Liguri dei Salassi in questa re gione si-sovrapposero ad una certa epoca .alcuni elementi di razza germanica

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 120 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, in vece del latino Medoacus, si trova in Venanzio Fortunato di Valdobbiadene, che fiorì nella seconda metà del secolo VI, e fu amico di Gregorio di Tours. Nella Vita s. Martini L. IV, Venanzio parlando di Padova ha queste parole: Hinc tibi Brinta fluens iter est, «di qui la tua via è il fiume Brenta». Brinta era indubitabilmente il nome volgare del Medoacus, e dovevasi alle genti tedesche, che nella seconda metà del secolo VI, quando il vescovo di Poitiers scriveva, s'erano di già insediate lungo

secolare tradizione. — E qui si noti eziandio, a sostegno del eap. Vili, che se i villaggi del Perginese avessero avuto origine da colonie bavaresi o tirolesi, non la legge salica o longobarda, ma la bajuwarica o l’alemanna quivi avreb- ber dovuto essere in vigore (Pertz, M. G. 11. Voi. XV, Legum. III). Da vari passi del codice Vanghiano risulta che in alcune valli del Tren tino tra PXI e il XIII secolo durava ancora almeno di nome, l’antica divisione territoriale longobarda in decanie

('). Or bene, in decanie era pur diviso un tempo il territorio della Val d’Anzasea, e Macugnaga era una delle degagne (Bresslau, p. 190): prova anche questa di una non dubbia antichità. Non voglio neppur lasciare inosservato che anche i nomi del Brenta e del Bacchiglione, due fiumi che appartengono per un certo tratto alla zona tedesca del Veneto e del Trentino, sono d’origine germanica. La memoria della sostituzione di questi due nomi agli antichi si perde nelle tenebre del medio evo, e risale

probabilmente all’epoca in cui attorno al corso superiore di quei fiumi prevalevano le colonie tedesche. Nell’antico tedesco, Brüntz (ted. mod. Brunnen) significava fonte, sorgente; Bach (diminutivo Bachele lat. Bachilio ) volea dire, come oggidì, ruscello, rivo. Il significato stesso dei due nomi indica dunque cbe il nuovo battesimo i due fiumi lo ricevettero presso alla loro sorgente (cfr. Parte II, eap. IV). — È notevole a questo pro posito il fatto che la'prima menzione del Brenta col suo nuovo nome

il corso superiore del Medoacus , e specialmente sovra il luogo dove il fiume ha principio. — Quattro secoli più tardi (1004), Arrigo li di Germania, avendo trovato occupate fortemente da Arduino d’Ivrea le chiuse d’Adige, coll’aiuto, si noti, dei montanari di quei paraggi, ch’io ritengo fosser Teutonici, e che Aldeboldo ( Vita s. Hen- rici 11) chiamò Carentani , perchè la Marca veronese era allora aggregata al margraviato di Carinzia, si recò ad occupare un’altra chiusa versò il Brenta, e per monti

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 242 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
eh’ essi godevano presso gl’ indigeni nell’ uso della lingua del paese. Col tempo i barbari impararono a parlare come tutta la gente in mezzo a cui vivevano; ma, a quell’ ora di già era in voga il vocabolo destinato a mettere in canzonatura la loro primitiva imperizia- — Del resto l’opinione del Bidermann non potrebbe trovare ap poggi, fra le più recenti ricerche filologiche, che in uno scritto di Max Müller (nella Zeitschrift del Kuhn, V, 11). Ma l’illustre filologo evidentemente modificò le sue idee

erronee le supposizioni dei due filologi tedeschi, spiegando in modo logica mente e scientificamente inappuntabile la formazione del dialetto di Trento. Io rimando quindi il lettore ai due lavori dell'egregio professore ( Gli idiomi pari, nel Trentino e l'Etno grafia trentina), lieto di conchiudere insieme con eBso che i Tedeschi non contribuirono alla lingua e ai dialetti d Italia che per quei tre o quattrocento vocaboli che ci fornirono,

intimo dei parlari dell’alta Italia s’accosta forse al tedesco piuttosto che al latino? Il genio d’una lingua risulta da una lunga evoluzione, è opera del popolo, non di pochi individui, e tanto meno di pochi forestieri ». Dire insomma che i Tedeschi formarono dal latino i dialetti del Friuli e del Veneto è una sciocchezza (‘): dire che l’imparano dagl’indigeni è lo stesso che am mettere che questi indigeni c’erano, e numerosi tanto, da creare più dialetti e imporli agli Alemanni che vivevano

della lingua così nel Trentino, come nelle vicine regioni d’Italia : Die eigenstliche Trägerder sprachlichen Entwi ckelung werden aber in Trentino so gut, wie in dem benachbarten Gegenden Italiens, von Alters her Gothen und Langobarden gewesen sein. Su questo punto, egli prosegue, dovrebbe insistere l’occhio dei linguisti e degli storici della civiltà più che finora non si fece ». Ed eccoci così tornati all’opinione del Bembo, del Varchi, del Muratori, del Tirahoschi e del Perticari, il quale, per

tacere degli altri, spiegava l’origine della lingua italiana affer mando che i barbari, a mo’ d’esempio, invece di dire, da mihi illum panem, dicevano: da mi il pane! (Parte 2 a della Difesa di Dante, cap. Vili). — Io per parte mia più che alle affermazioni del Bidermann credo a una curiosa tradizione filologica dei Friu lani, che con un solo vocabolo risolvono la questione. Questo vocabolo è il verbo slam- bardà « storpiare le parole » il quale ricorda senza dubbio i Longobardi e la poca auto rità

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 210 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
di già dimostrato nella prima Parte del mio lavoro che codesti nomi di Cimbri e Cimbria nacquero iu Vicenza stessa,. quando fu messa in giro la diceria, che i Cimbri erano i progenitori dei Vicentini e che la lingua dei Cimbri si conservava nelle vicine montagne. — Lo Schnel ler per altro soggiunse che il Paglierino (Croniche di Vicerisa,) non si è pe ritato d’asserire nel secolo XV, che già da 300 anni i Vicentini si chiama vano Cimbri, e Cimbria s’appellava Vicenza. Ma il Paglierino scrisse nella

al secolo XIV f), quantunque cittadina, che vincono in antichità i primi saggi della rusticana. Poiché il rustico altro pur qui non è se non la favella un giorno comune anche alla città , che nel contado più a lungo resiste agl’influssi innovatori ». Arch. glott. Voi. I, § 4. Ladino è Veneto. B. 4. Padova e Verona, p. 420, 421. — Veggasi inoltre Antonio Tolomei, Delle vicende del vernàcolo pa dovano nella Collettanea € Dante e Padova » Pad. 1865. Vi son fra gli altri due saggi del vernacolo del secolo

ci si è provato, e pur di accumulare ragioni che avessero apparenza di prove, ha ricordato che i Vicentini si chiamarono per lunga età Cimbri o Cimbriaci viri , e ha citato due versi che un poeta sconosciuto pose in bocca a Cau Grande di Verona, due versi che anche Antonio della Scala, signore di'Ve rona e Vicenza e vicario generale dell' imperatore, in un suo scritto del 1837 dirigeva ai Vicentini. Cimbria pone metus, umbraque quiesce sub alae, Quam gerimus clypeo: semper laetabere Scalae! Ma io credo d’aver

seconda metà del secolo. XV, e calcolando i 300 anni si giunge alla seconda metà del duodecimo secolo , vale a dire all’epoca in cui Vicenza, come le altre città della Marca, cominciò a godere dell’indipendenza e della libertà ed a reggersi stabilmente a Comune. Non è improbabile ehe l’idea dell’ori gine cimbrica, che dava al Comune vicentino un carattere singolare e lo distingueva dagli altri, sia sorta fin d’allora, quantunque non. esistano testi monianze del nuovo nome di Cimbria anteriori

XiV, di cui s'è giovato anche l’Ascoli. 0 Sapporre che nelle campagne del Vicentino si parlasse un dialetto italiano, men tre dentro la città si parlava tedesco, è nn tale assurdo, che lo Schneller ha creduto bene di non immischiarsene, ed hä lasciato dormire in pace anche questo quarto argomento. (’) Tutte le testimonianze arrecate dal Da Schio (Parte II, c. I) non risalgono più indietro del 1313. L’ epitaffi) del beato Giovanni de Surdis, soprannominato Cazafronte o Caeciafrontè vescovo

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 119 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
— 119 compaiono nomi di teutonici o teotisci ('), consulti le pubblicazioni del Mu- ì raion, del Verci, del Dondi, del Gloria e deU’Attlmayr. . . \ Ma di quanti documenti si potrebbero citare a questo proposito il più degno d’essere riferito è senza dubbio il documento di Porgine. Esso è del- | l’anno'1166 (13 maggio) , e fu scritto nel cenobio di 'Valdo in Pergine ( )• j Gli abitanti di Eierozzo, Eoveda, Tignola, Erassilongo, villaggi del Perginese, | che politicamente dipendevano da Trento

, o al pari dei li discendenti de' Longobardi l’avevano generalmente conservata, quantunque anche la legge salica avesse acquistato proseliti per effetto della signoria carolingia e delle posteriori 1 immigrazioni. . i ( ! ) Edito dal Bonelli. Notizie storico-critiche intorno al b. m. Adalperlo , XI , n. 54. : Trento 1761. Vedi pure Montebello, Schneller, BidermanD, Benvenuti opp. cit. ( 3 ) Su 11’antichità di questi comuni del Perginese così s’esprime l'illustre Tommaso Gar ( Episodio del medio evo

, duecento e quattrocento anni cioè fin dal se- j colo Vili ( 3 ). — Uè vale il d-ire che queste parole possono essere un’espres- | sione notarile. Gli abitanti dei villaggi del Perginese non avrebbero insi- : stito con tanto ardore sul loro diritto, se non fosse stato consacrato da una ; ’ .1 i (') Qui occorre avvertire che non tutti i Tedeschi stabiliti in Italia, dei quali e fatta ì menzione nei documenti, erano teutisci e teutonici delle vere e proprie colonie germani che. Molti erano nomini

di ventura, pubblici ufficiali, signori feudali, ecclesiastici, soldati, gente insomma d'ogni fatta, venuta in Italia ell’epoca del feudalismo e del predominio gei- manico, dai Carolingi in poi. Di questi Tedeschi avventizi ce n’erano in tutto le città del l’alta Italia, e professavano - legge salica, alemanna, ripudila, come lor meglio piacesse. , Essi però non si debbono confondere con quelli delle colonie teutoniche, che avevano ! adottata la legge longobarbà fin dai tempi della longobarda dominazione

trentino, 1856)': « Lungo le due sponde (.del Fersinap parte pel piano e parte sull’erta montana, giacciono dei villaggi quasi tutti fondati nell’epoca delleprune immigrazioni barbariche, e specialmente durante il dominio dei Longobardi ». Quanto al j nome Mòcheni degli abitanti tedeschi del Perginese, rilevasi dallo Schmeller e dal Berg mann, dall’Ascoli e-dal Bonato, eh’essi per il vezzo che hanno d’intercalare nei loro di scorsi e d’introdurre in parecchie dizioni il verbo machen = machen (fare

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 10 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
nella Valle del Brembo — Origine del nome Asiago — Nove articoli nel Frankfurter Beobachter (Hermann e Mupperg) — Schiarimenti — Cita zioni — Notizie.

gli argomenti del Da Schio — Si ribattono gli argomenti dello Schneller — Origine del nome Cimbria —L'antagonismo tra Y icenza e Padova non era affatto antagonismo di razza — Il Socinianismo a Yicenza — I nomi Baechiglione, Berga e Yisega non son tutti di ori gine tedesca e non provano nulla — L’agro cimbrico. Note — Del dialetto pavan comune ai territori di Padova e di Vicenza — Lo sta tuto di Carré — Il prof. Cipolla ne argomenta a torto che i tedeschi non sieno comparsi nel Vicentino prima

del secolo XIII — Fra Giovanni da Yicenza — La riforma e l’eresia in Italia — Schiarimenti — Citazioni — Notizie. Capitolo quinto — Trevis o — Doc. del 1341 — Ultramontani, Teutonici e Italici nel presidio di quella città — Erronee argomentazioni del sig. Schneller— Indole degli studi e della civiltà in Treviso nei secoli XII e XIII — Treviso e la poesia occitanica — C oneg liano — Ceneda — Godego e i feudi della Chiesa di Frisinga nel Veneto — Verona-— Verona fu sempre città italiana — 1 Vescovi

di Verona tedeschi dì nome o di patria — Àncora dei nomi germanici — Ragioni storiche della frequente presenza di prelati oltra montani nelle sedie vescovili d’Italia, e specialmente in quella di Verona. Noie — Un Sirventese del trovatore Peire de la Cavarana — Documenti dell'an tico dialetto veronese — Schiarimenti — Citazioni — Notizie. Capitolo sesto — Padova — Essa fu sempre città italiana — Si ragiona dei vescovi oltramontani di Padova — Donazione del vescovo Rorio (À. 814) — Perchè fra i sotto

- scritti abbondano in questo documento i nomi tedeschi, e taluni fra i testimoni si dichia rano Franchi o Alemanni — Costituzione di Ludovico il pio — Che si desume dall’abbon danza e dalla qualità dei nomi tedeschi nel documento in questione — Uso della legge longobarda, franca o alemanna e del motto ex natione mea o nostra nei documenti medie vali in Italia — Costituzione di Lotario — Qnal legge seguivano ordinariamente nell’età di mezzo gli ecclesiastici, le donne, i signori, i magistrati, il popolo

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 64 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
— G4 — e la resistenza del goto Widin sull’Adige appaiono quindi quali conseguenze 4’un tentativo d’insurrezione e di riscossa, al quale avrebbe prestato man forte il franco Amingo, che non era disceso dalla Svevia per la Rezia, come avvisarono il Muratori ( Annali ) e il Troya ( Storia d'Italia nel medio evo), naa si trovava di già in . Italia tra i Franchi che avean cercato di custodire e difendere le conquiste del re Teodeberto nelle Alpi Cozie, nella Liguria e nel Veneto. Paolo Diacono

infatti chiama apertamente ribelle il goto Wi din e dice che Àmingo era in Italia fin dai tempi.di Teodeberto (’), e Me nandro Protettore -racconta che avendo Narsete mandato ad Amingo Panfro- nio Patrizio e Buono, Conte del patrimonio privato, per esortarlo a lasciar libero il passaggio dell’Adige e a non rompere di nuovo (amig) la guerra tra ì Franchi e i Romani ( 5 ), quegli rispose che non avrebbe mai ceduto, finche la sua mano fosse capace di vibrare un dardo (*.). Si venne allora a battaglia

e il Franco rimase ucciso e il Goto fu fatto prigione e mandato in ceppi a Costantinopoli (*). — Soffocata questa ribellione, Narsete si affrettò ad occupare più solidamente tutta l’alta Italia sino alle falde della catena alpina. Dagisteo, maestro dei soldati, fu incaricato di questa occupazione per la quale Goti e Franchi, ai quali s’erano aggiunti fra Ceneda e l’Adige i superstiti degli Alemanni di Leutari, si videro costretti ad abbandonare tutte le città e i castelli che avevano conservato nella

Liguria e nel Veneto, e che nella storia dei tempi posteriori si trovano in mano dei soli Greci. — È a questo punto ch’io credo che coleste genti germaniche, vedendosi troppo malsicure nella pianura e temendo l’ira e la vendetta dei Greci e degli Ita liani, sien corsi in buon numero con le loro famiglie, con gli armenti e le masserizie, di cui avran fatto bottino, sui monti, spargendosi per tutta la distesa delle Alpi. Ma se tutta la catena alpina offerse ricetto e dimora ai fuggiaschi, è ad assalirle

e trasportò il suo pianò di guerra nel centro e nel mezzogiorno della penisola italica. Procopio, De bello Golhico, L. IV, c. 26. (’) Paolo Diacono L. II, c. 2 « Contra Narsetem rebellanti» quivi è detto di Widin. ( : ) Mtjóauùs noksisov cwvis y.ivffiui xam Pcopaiuv x. t . k. (’) Una sola persona con Amingo è forse quelFOmnirugus, di cui si legge nel Conti nuatore del Conte Marcellino che si unì alle reliquie dei Goti e fu ucciso da Narsete (Du Chesne, Hist. Frane. Scriptores , Tomo I). (*).« Widin captus

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 216 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
in quanto che nell’età di mezzo anehe Brescia ebbe cittadini, magistrati e vescovi di nome germanico, e teutonici dentro le mura ('), e buon numero di persone che professarono legge straniera, finché non furono redatti é pro clamati gli statuti del Comune ( 2 ). I nomi germanici abbondano nella serie dei Consoli bresciani ( a h e seguitano ad essere in voga anche allorquando di già prevalgono i cognomi prettamente italiani (*). Nè la sola Yicenza occupavano i cosidetti Cimbri. Per dimostrare

a torto attribuitole. Capitolo V. Se Vicenza era per metà italiana e per l’altra metà tedesca prima del se colo XIV secondo il Da Schio, e anche al principio di detto secolo secondo lo Schneller, v’ha una città dei Veneto, dove nel 1341 il numero dei Te deschi é quello degl’italiani era tuttora equivalente! — Questa città è Tre viso e il documento sul quale appoggia lo Schneller questa sua convinzione, si legge nella Storia della Marca trivigiana del Verci (voi. XII, doc. 1346), e appartiene all’anno

1341, quando Treviso già da tre anni s’era assogget tata al dominio della Repubblica di Venezia. È un decreto diretto da.1 Doge di Venezia Bartolomeo Gradenigo al Podestà di Treviso Giovanni Gradenigo, affinchè, trattandosi di coprire i posti vacanti nella cavalleria del presi dio, venga abolito l’uso invalso ài servirsi soltanto di reclutè italiane, e si (') Un Ribaldo Teutonico è nominato in un doc. del 1020. Odorici, t, Y, doc. XXIX. (’) Odor. Coi. diß. bresc. passim. ' (’) Odorici, Storie bresc

che un tempo essi giungevano verso l’ovest per lo meno fino a Porciglia presso Cotogna (sud-ovest di Vicenza), lo Schneller trova un appoggio ih Giovanni da Schio. Se non che Giov. da Schio afferma soltanto che lo ha dimostrato il Canonico Dionisi in un suo libro stampato in Verona l’anno 1758 ( Veleris Veronensis agri topographia). Ed ecco che lo Schneller cerca il libro del Dionisi per farsi un concetto esatto delle prove da lui addotte, e' non aven dolo trovato, si vede costretto a dichiarare

, o per lo meno a mostrare, che si fida cecamente del Da Schio. Ma la verità intanto si è che il Dionisi volle solo provare che un tempo si estendeva fino a Porciglia il territorio vicentino, detto altresì agro cimbrico ; e l’aver provato che il territorio di Vicenza giungeva un tempo fin là, non dimostra che vi si parlasse tedesco. L’unico argomento è questo: che si chiamava agro cimbrico. Ma il valore di una tale denominazione cade di necessità dopo quanto si è detto di Vi cenza e del nome Cimbria

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 211 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
. Vicentini, lì. Johannes de Surdis). (') Ecco del resto come si esprime il Paglierino : « Ancora da trecento anni in qua ritrovo essere stati chiamali li nostri maggiori Cymbri et non Vicentini; Gymbria et non Vicenza; in che modo adunque sia venuto in luce non lo so, ma lascio questo carico a più savii di me ». Una tal confessione non aggiunge certo autorità alle sue parole. Dato con tutto ciò ch'egli abbia detto il vero, nella sua testimonianza altro io non saprei ve dere se non che una prova di più

interamente l'italiano. Credo anch’io che le opinioni in proposito del Da Schio e dei Tedeschi sieno esagerate. Ma credo pure per ragioni di già note al lettore che nel secolo XIII l’elemento tedesco non solo fosse penetrato da un pezzo nella regione mon tuosa del Veneto, ma si trovasse di già sopraffatto alla sua volta su diversi, punti e limi tato in più ristretta cerchia. Lo statuto di Carré, opera italiana, non prova che i Tede schi vennero più tardi: prova invece che il Comune di Carré non

non sia neppure improbabile che il Paglierino abbia commesso un errore cronologico ('). — L’autore benemerito d’una leggenda cui subito si fece buon viso, prima dalle persone sapienti e più tardi anche dallo meno colte, può anche essere stato in conclusione un uomo loico del duodecimo o del tre dicesimo secolo, che conosceva la storia di Mario e dei Cimbri. I Vicentini cominciarono a persuadersene nel secolo XV, e la fede in quella fanfaluca crebbe rapidamente e giunse a tal segno, che molte

famiglie di Vicenza, credendosi d’origine cimbrica, non sdegnarono di favoreggiare proprio per questo la sottomissione all’imperatore Massimiliano durante la lega di Cam- brai. Vicenza si ribellò di fatti alla Repubblica veneta ; i Trissino, i prelato al luogo dove oggi sì trovano da altro e più umile sepolcro. — Hic (?) est trans latus Johannes Gaza heatus. — Un epitafìo in prosa, che si legge sotto il precedente e che accenna del pari alla traslazione, è del 1441 (V. Ughelli Italia sacra. Epìsc

dell’allargamento di quella tedesca popolazione, che siam soliti chiamare cimbra. 11 nostro documento prova che i Tedeschi penetrarono in Carré, se può dirsi che vi sieno penetrati, più tardi del secolo XIII, e che negli altri din torni montuosi di Vicenza l’elemento italiano per la prima volta in tempi recenti, e non mai interamente, dai Tedeschi fu sopraffatto ed escluso ». Conchiusione a dir vero troppo ardita. — Credo anch'io col Cipolla che l'elemento tedesco non abbia mai dai luoghi meno alpestri escluso

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 82 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
le tre zone tedesche della regione alpina. —- Della zona centrale fra Trento, Verona, Bassano, Vicenza e i monti Bevici, parali che se ne sia ragionato abbastanza nel cap, precèdente. Certo 'e che la perdita di quegli agi che lor procurava il dominio, deve avere spinto di preferenza le fa miglie longobarde povere o decadute della Rezia e del Veneto là dove altre genti germaniche avean meschina, ma tranquilla dimora. — Quanto alla zona del Friuli, non è difficile indovinare anche per essa il come

rimanere nel Friuli, e quei pochi nella condizione di fuggiaschi. Per assicurare il Friuli (dice il Mühlhacher dopo aver raccontata la morte di Hrodgaud) la cui sollevazione poteva essere tanto più pericolosa, in quanto che, corne paese d: confine, toccava i possessi del potente duca di Baviera Tassilone e il regno avavico, furono posti nelle città assoggettate Conti e presidi franchi (Ann. Lanriss — Einhard, a. 776. — Ann. Mett.). Bimasero soltanto pochi nomi dei partigiani di Hrodgaud, sebbene

eccezione di Arichi duca di Benevento e dell'intrepido Adelchi ('), e rimasero sparsi per le terre d’Italia, e divisero colla popolazione latina l’onta del nuovo servaggio, mescolandosi con essa e compiendo finalmente quella fusione che all’epoca della conquista franca era a mala pena incominciala dopo due se coli di convivenza! — Soltanto nei punti, dove la popolazione germanica si trovava più agglomerata, l’elemento teutonico non soggiacque all’indigeno, e questi punti furono precisamente

e il perchè di un agglomeratuento di fare longobarde nei luoghi meglio trincerati, dove forse già erano accorsi da tempo anche dei Goti, dei Franchi e degli Alemanni. Basti* ch’io risordi a questo proposito accanto alle continue molestie ch’ebbe a sof frire il Friuli dagli Avari e dagli Slavi, la nota ribellione del duca Hrodgaud, l’unico longobardo dell’alta e media Italia che abbia tentato di sostenere co’ suoi guerrieri il pretendente Adelchi, l’unico ch’abbia sperato di rialzare la potenza longobarda

. Ma nel 775 Carlo Magno piombò su di esso e lo disfece. Hrodgaud cadde combattendo, nel ducato del Friuli a luì successo Marcano Francese, e i più compromessi fra i ribelli, scampati all’ira e alla vendetta del vincitore, dovettero fuggire inferra straniera o rifugiarsi in luoghi dove nessuno si curasse di molestarli ( 2 ), lungo la giogaia più settentrionale C) Adelchi riuscì a fuggire da Verona, e ricoveratosi a CostantinSjpÙ impresso l'impera tore Leone IV spese la vita in inutili tentativi

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 246 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
l’età di mezzo dalle città e dalle campagne del Veneto l’elemento italiano? (’) Secondo lo Schneller per la questione donde sieno venuti gli abitanti dei VII Comuni, è decisiva la circostanza che le 5 chiese madri dei detti Comuni, cioè Arsiè (al nord-est fra il Brenta e il Cismone), Campesè, Maro stica, Breganze e Caltano, giacciono nella pianura. Le chiese dei VII Comuni sono filiali di queste, il che offre la prova più lampante che il. territorio due tedeschi d’Innsbruck ( magnanimi viri

= grossherzige Männer). Poiché ciò dovreWes sere avvenuto circa 1'800 d. C.. mentre Innsbruck veramente appare alquanto più tardi nella Storia, lo stesso Schneller afferma che la tradizione non va presa alla lettera e solo forse deve significare che i primi abitatovi di Serina furon tedeschi. I nomi di luogo non sono in genere germanici, aggiunge lo Schneller, ma tali potrebbero essere tuttavia Gri- maldo (oggi Grimoldo), la più antica frazione del Comune, Alben [Berg) (?) e Falgher (Weiler) (?), il quale

nelle opere del Bergmann e del Bonato il ripiego che faceva per lui, credette di poter con piena sicurezza asserire, che i VII e i XIII Comuni non furono i primi territori occupati, ma si popolarono a poco a poco di gente teutonica, salita dai dintorni su quegli altipiani du rante il medio evo. — Codesti Comuni sarebbero insomma « i rami d'un albero, le cui radici giacciono al sud nel piano », E questo in sostanza e pure il mio concetto, avendo io sostenuto che dal VI secolo al XIII della gente

ultimo nome (Weiler ?) nel Tirolo tedesco (Leoh-Thal) è frequente come nome di famiglia. « Ma io, conclude il filologo tirolese, debbo dichiarare al lettore il motivo, per cui ho qui fatto menzione di questa singolarità: Serina fu la patria e il luogo di nascita sia di parecchi illustri personaggi della stirpe dei Carrara, sia dello storico della letteratura italiana Girolamo Tiraboschi e del pittore Palma il vecchio (!) ». Questa scappata, o lettore, è senza dubbio un punto peggio della pretesa

nazionalità ger manica di papa Ildebrando (vedi cap. V. p. 224, nota 1). (’) Nella mia ipotesi invece la violenza si sarebbe esplicata in due momenti e in due modi diversi. Dal VI al IX secolo fa la violenza armata che cacciò i Teutoni sui monti. A partire dal secolo XII fu l'invadente predominio italico che indusse a salire lassù, ac canto ai propri compagni di stirpe, molti di quei Teutonici che durante la signoria longo barda, carolingia e germanica s'erano stabiliti piu. al basso.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 213 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
parecchi cittadini dei più nobili, perchè favoriva i Guelfi, alzava roghi contro gli eretici, e pare volesse definitivamente assodare la propria autorità, fu dai Padovani e da tutti i suoi nemici assalito e imprigionato. Pviacquistata dopo breve tempo la libertà per intercessione del papa Gregorio IX, si ritirò in Bologna, e 25 anni dopo lo troviamo alla testa dei Bolognesi nella lega santa contro Eg lino il feroce- ( ! ) P. 883. Colonna 2 in fine. (’) V. Calvi, Biblioteca e storia degli scrittori

vicentini. — Verci, Storia della Marca trevigiana L. I, p. 108, 109. — Catalogo dei libri stampati in Vicema e suo territorio nel secolo XV del padre Gaetano Maria Faccioli: nella Raccolta Calogeriana di nuovi opuscoli T. X, 41. Op. X. — Grande illustrazione del Lombardo-veneto. Voi. IV. Vicenza e il suo territorio per Iacopo Cabianca e Fedele Lampertico, p. '158-61.

: Vicenza fu anche la culla del Sooinianismo ( ä ): qual più manifesta prova si potrebbe desiderare dall’indole e dalle tendenze germaniche degli abi tanti? — A tutto questo io rispondo che il Veneto offerse un campo appa rentemente propizio alla Riforma , perche sotto la veneta Repubblica si era più al coperto che altrove dai fulmini del pontefice e dalle ire della Curia romana, ch’ebbe a vedere più tardi la Repubblica di S. Marco sostenere im passibile l’interdetto lanciato contro di essa dal

pontefice Paolo V (1606-1607), ed eleggere suo teologo consultore fra Paolo Sarpi. Aggiungi le più strette relazioni letterarie colla Germania e colla Svizzera a causa della vicinanza, della larga coltura e del fiorente commercio; tutte ragioni per le quali an che l’invenzione della stampa, nuovo mezzo di propagazione delle idee rifor- miste, fu accolta quivi e favorita fin da’ suoi principi, e molti stampatori tedeschi poterono stabilirsi nei. secoli XV e XVI in Venezia, in Padova e in Vicenza

- Instrumentum pacis a fratre Johanne Vicentino ord. praed. inila in agro Veronensi inter guelfos et guibelinos co ram populis complurium civitatum. A. MCCXXXIII. — Appunto a fra Giovanni domeni cano fu affidata la correzione degli statuti di alcune città della Marca (Padova, Verona, Vicenza) e anche degli statuti bolognesi. Verona e Vicenza gli accordarono persino po teri illimitati nel governo del loro Comune. Ma osteggiando egli i Padovani, che volevan signoreggiare in Vicenza, ed essendosi inimicati

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 173 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
« Histria, deinde regio Venetorum ad Ravennam urbem porrecta. Atque hi sunt maris accolae, supra quos Sissii et Suabi ». — Riferendo ai Venerila* frase « atque hi sunt maris accolae » è chiaro, egli dice, che i Suahi ed i Sissii, posti sopra i Veneti, abitavano appunto nel Friuli e nella regione montuosa del Veneto. Se non che il filologo tirolese ebbe il torto di non riferire tutto il passo dello storico bizantino. Se lo avesse fatto, avrebbe scorto di leggieri che lo storico nella espressione

« atque hi sunt maris ac colae » comprende pure i Dalmati, e tutti gli altri popoli del lido adria- tico. «Sequitur cui Dalmatia nomen est et. . . proxima Liburnia, huic Histria , deinde regio Venetorum etc.», « Maris accolae » erano gli abitanti del Veneto, dell’Istria, della Liburnia e della Dalmazia; e sopra quest’ultima regione, e precisamente tra la Dalmazia e il Norico vanno collocati gli Svevi, com’ebbi a dimostrare altrove citando Cassiodoro e ragionando degli Svevi che seguirono Alboino

in Liburniam ducit ». La Liburnia era a due passi. — Quanto ai Sissii basti dire che Siscia (oggi Sissek), donde Procopio deve aver tratto li nome del popolo dei Sissii, che nessun altro scrittore ha mai ricordato, era una città della Pannonia superiore, sulla Sava (Savus). Verso lo stesso tempo, prosegue il sig. Schneller, i Franchi possedevano la più gran parte del Veneto, cosicché ai Goti rimanevano poche città, ai Romani solo il territorio luugo la costa: e in appoggio di' questa asserzione cita altri

passi di Procopio. Ma da questi passi, che noi già conosciamo, ap pare solamente che i Franchi avevano occupato con guarnigioni ( praesidiis tenebant) ( 2 ) alcuni punti delle Alpi Cozie, della Liguria e del Veneto, dai quali non dovevano aver discacciato gl’indigeni, perchè altrimenti Pro copio non avrebbe detto, che il re dei Franchi aveva reso tributari i luoghi occupati ( quum tributaria fecisset nonnulla Liguriae loca etc.) ( s ). Quella dei Franchi non era quindi una colonia, ma una semplice

occupazione mi litare, la quale cessò, come vedemmo nel cap. V della l a Parte, per opera di Narsete, che Goti e Franchi cacciò dalle città e dai borghi principali del Veneto, costringendoli a rifugiarsi sulle Alpi. — Ma di tutto quello che avvenne, dopo che Narsete era stato obbligato a costeggiare l’Adriatico, perchè i Franchi o Parte I, capi IV, p. 53, 51 e cap. VI, p. 13, nota 1. Vedi Parte I, V, p. 59, nota 1. ( 3 ) Da bello Golhico L. IV, c. XXIV.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 121 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
opportuno rimanervi per affrontare e risolvere a mio favore anche la que stione linguistica. Io intendo infatti provare che le idee propugnate in questo mio scritto trovano conferma, anziché inciampo, nello studio dei dialetti te deschi del Piemonte, del Frinii'e.'delle Alpi venete e tridentine, dialetti che presentano senza dubbio un’impronta di singolare vetustà di fronte agli altri idiomi germanici. La ricerca del genere di parentela, che a questi idiomi collega quei dialetti, die’ origine

alle più disparate opinioni. Il tedesco Münster e lo svedese Björnstahl riconobbero nella lingua dei YII e dei XIII Comuni una certa affinità colle antiche lingue delle tribù teutoniche meridionali, vale a dire, giusta l’espressione dei filologi moderni, coll’antico alto tedesco (Althochdeutsch, lingua scritta dai Tedeschi fino al secolo XII); il Muratori, Scipione Maflfei, William Edwards, Anton Maria Lorgna, il re Giovanni di Sassonia e recentemente Giacomo Bologna, col sassone e eoli’olandese

più tarda di quella delle schiatte tedesche dei secoli XII e XIII, e riproduce le condizioni generali dell’ alto tedesco in quei due secoli (epoca di transi zione àslValthochdeutsch al miltelhochdcuisch — medio alto tedesco, lingua scritta tedesca dal secolo XII al XIV) ( 2 ). — Alle ricerche dello Schmeller (') Anche ad Issime, nella zona piemontese, lo Skoltky ( Das Thal von Rimetta) pre tese d’aver trovato nomi anglosassoni. Sulla tradizione di un’origine sassone in Yal Lesa e Val d’Aosta vedi

cap. X, p. 108 nota 1. (’) Ueber die sogmannten Cimbcrn p. 706-8. Andrea Schmeller ha trovato nell’idioma dei Sette Comuni « l’alto tedesco del XII e XIII secolo conservato in misura tale, che per certo si deve dir rilevante, rispetto alle alterazioni che gli altri dialetti tedeschi, e spe cialmente quelli che ne sono men lontani, nel corso di sei secoli hanno subito ». Nel mo nastero di s. Gallo alcuni vecchi codici si spacciavano per. cimbri, ed erano scritti invece in antico tedesco (Da Schio

, o. c. P. JI, c. 2). — Per chi noi sapesse giovi altresì ricordare che A. Schmeller visitò i comuni tedeschi del Veneto nel 1833 e nel 1846, che il Bergmann li visitò nel 1847, e che l’opinione del filologo bavarese sulla natura del linguaggio Cim brico fu, nel suo largo significato, concordemente accettata dal Biondelli ( Studi linguistici p. 49 e 54), dall’Ascoli ( Studi critici p. 40), dalPAttlmayr ( Zeitschrif. d. Ferdimndum in Innsbruck a. 1867 p.-63 e segg.), dal Pallmann ( Geschichte d. Volkerwand. II, 145

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 129 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
dello Schmeller e del Bergmann. — Chi procurò di svol gere e precisare i giudizi dei due filologi tedeschi fu Federico von Attlmayr, che nella Zeitschrift d. Ferdinandeum (Innsbruck 1867 p, 63 e segg.) non solo affermò che non si poteva fare a meno d’accettar quei giudizi, perchè d’una invasione tedesca nei secoli XII e XIII non v’è menzione nè in cro nache nè in archivi , ma volle altresì provare per via di nuovi studilessi- cali la parentela del cimbro col bavaro-tirolese, e più specialmente coi

parlari tedeschi del bacino dell’Adige e della Yal Pusterla. Allo stesso scopo mirano i sigg. F. e C. Cipolla nei loro ultimi lavori, quantunque sulla origine dei VII e dei XIII Comuni professino idee ben diverse da quelle dello Schmeller, del Bergmann e- deH’Attlmayr (v. Cap. XIII). — Ma se le somiglianze fossero anche in maggior numero di quelle che i filologi hanno saputo additare, io non potrei dichiararmi convinto. Una tale affinità pare a me sufficientemente spiegata da quanto ebbi a dire fin

qui sull’origine dei dialetti dell’alto tedesco, sulla comunanza di stirpe dei popoli teutonici che occuparono fondendosi e me scolandosi in varia guisa il versante settentrionale e meridionale delle Alpi, sitila sovrapposizione agli elementi più antichi d’altri più recenti (venturieri, minatori, coloni, mercanti ece.), forniti probabilmente per la maggior parte dalla Baviera, dal Tirólo è dal Pusterthal, sulle relazioni che corsero, fra i Tedeschi del Trentino e del Veneto e quelli della Germania

asserire, come fa il Bergmann ( Einleit . p: 91), che i preti per le isole di lingua germanica del Trentino, del Veneto e del Friuli, si facevano venire in generale da tutti paesi di linguaggio ' aitotedesco, che dialetti alto-tedeschi sono appunto gl’ idiomi delle isole suddette. Per luoghi d’origine di quei sacerdoti io trovo, oltre la Baviera e il Tirolo, indicate Costanza, Salzburg, Strasshurg (Argen toratum), Colonia, l’Alemannia in genere o Alemannia alta (v. opere del Pezzo, del Bergmann, dell

’ Attlmayr, del Czörnig), e se i più si chiamavano dal Tirolo e dalla Baviera (Brisen, Freysing, Passau, Eegcnsburg, Augsburg), ciò ad altro non si doveva che alla relativa vici nanza di quello contrade, e alle più strette relazioni che avevano con esse l’Italia in genere e i Tedeschi dèlie Alpi in ispecie. — Il Bergmann attribuisce all’influenza dei preti alemanni le traceie di linguaggio alemannico che nel cimbro s’incontrano {Einleitung, p. 159). 17

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 235 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
non possono e non debbono da noi cercarsi nella sola Padova. Li rinlracceremo per buona parie nei monu menti veronesi, l’idioma dei quali gioverà che alla sua volta sia confrontato con l'odierna favella del contado di Verona. Di tal maniera s’incomince- ranno forse a disegnare, con qualche sicurezza, sì i caratteri comuni e gli specifici di queste due sezioni cospicue della terraferma veneta, e sì le con nessioni e l’importanza eh’essi trovano ed hanno nel sistema e nell’indagine generale a cui

del citato scritto dell’Ascoli si legge « E persino il singolare cendano per ' cinnamomum 1 usato da fra Giacomino, Yale a dire la notevole alterazione ascendentale di nn in nd , ci riporta al Ticino, all’Adda ed all’Oglio * (Cfr. Par. 4, Esordio, p. 397-399, not. 1 in fondo). (’) Taluni sono borghi popolosi anche oggidì. Es. Solimbergo. — Anche nella Marca

e la formazione dei dialetti veneti di terraferma si dee muovere da pre supposti ben diversi da quelli che la sopraddetta scuola caldeggia ('). — Nè basta. Noi abbiamo già potuto vedere come il Da Schio nulla abbia da opporre alla vetusta formazione del dialetto pavan. Orbene, si ponderino le seguenti parole dell’Ascoli e ci si dica per qual ragione si avrebbe a credere meno antico del pavan il veronese, che ha con esso sì evidenti rapporti. « Ma gli antichi paralleli cittadineschi del panano

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Books
Category:
Pedagogy, Education , Social sciences
Year:
(1934/1937)
Jahresbericht Vinzentinum; 1933/34 - 1936/37
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Page 129 of 169
Author: Vinzentinum <Brixen>
Place: Brixen
Publisher: Vinzentinum
Physical description: Getr. Zählung
Language: Deutsch
Notations: Nebeneintr. Sachtitel: Jahres-Bericht des f.b. Knabenseminars Vinzentinum in Bressanone am Schlusse des Schuljahres // Jahresbericht des fürstbischöflichen Privat-Gymnasiums am Seminarium Vincentinum in Brixen a.E. // Jahresbericht des fürstbischöflichen Privat-Gymnasiums am Seminarium Vinzentinum in Brixen a.E. // Jahresbericht des f.b. Privat-Gymnasiums am Seminarium Vinzentinum in Brixen a.E. // Programm des f.b. Privat-Gymnasiums am Seminarium Vincentinum in Brixen // Programm des F.B. Knaben-Seminars der Dioecese Brixen, Privat-Lehranstalt // Programm des Knaben-Seminars der Diözese Brixen // Jahresbericht des f.b. Knabenseminars Vinzentinum in Bressanone // Programm des Privat-Gymnasiums am Seminarium Vincentinum
Subject heading: c.Brixen / Vinzentinum Brixen ; f.Bericht
Location mark: II Z 104/1933-37
Intern ID: 506184
Monte Baldo („Tridentum' II, 1899). II. Contributo alla toponomastica del Baldo trentino („Tridentum' III, 1900). Contributo alla toponomastica trentina, Comune di Cembra („Tridentum' IV, 1901). Q. Pedrotti - V. Bertoldi, Nomi dialettali delle piante indigene del Trentino e della Ladinia dolomitica, Trento 1930. Fr. Pellegrini, Nomi locali di città, terre, castelli, borghi, villaggi e casati della provincia di Belluno e dei vicini paesi di Primiero, Livinallongo e Ampezzo, ordinati secondo

Oliv. ven. Pedrotti, Baldo 'S Pedrotti, Cem. Pedr. Bert. Pellegr. Pieri VA : Pieri VSL Pirona Prati ven. Prati trent. Prati quist. Prati ricer. 1, II RDR RÉW RLR Saivioni lomb. Salvioni app. Schlatter I, II Schneller RV Schneller Beitr. Schneller TN Studer Suster Tagliav. Liv. Tagliav. Com. Tarneller Udine Unterforcher TN Urbar Zingerle ZRPh Saggio di una illustrazione generale della toponomastica veneta, Città di Castello 1915. Qiov. Pedrotti, I. Primo contributo alla toponomastica locale del

le desinenze, Venezia 1885. Silvio Pieri, Toponomastica della Valle dell'Arno, Roma 1919. Toponomastica illustrata delle Valli del Serchio e della Lima (Suppl, per AGI, Torino 1898, disp. V). Jacopo Pirona, Vocabulario friulano, Venezia 1871. Angelico Prati, Escursioni toponomastiche nel Veneto (BDR, torn. V-VI, 1913-14). Nomi locali del Trentino („Rivista Tridentina' 1909). Quistioncelle di toponomastica trentina („Pro Cultura', a. V, vol. II/l, 1914). : Ricerche di toponomastica trentina I (Supp. 2 della

Schneller, Die romanischen Volksmundarten in Süd- •tirol, Gera 1870. : Beiträge zur Ortsnamenkunde Tirols, Innsbruck 1893-96. : Tirolische Namenforschungen, Innsbruck 1890. : Julius Studer, Schweizer Ortsnamen, Zürich 1896. : Guido Suster, Le origini del volgare di Valsugana bassa in documenti latini dei secoli XIII e XIV („Tridentum' III. 1900). : Carlo Tagliavini, Il dialetto del Livinallongo, Bolzano 1934. : 11 dialetto del Comelico (Archiv. Roman. X). : Josef Tarneller, Die Hofnamen im untern

Eisacktal II (Archiv f. österr. Gesch., 109. Bd., 1. Hälfte). : G. B. Deila Porta, Toponomastica storica della città e del comune di Udine, Udine 1928. : Aug. Unterforcher, Beitrag zur tirolischen Namensforschung (Forsch, u. Mitt. zur Gesch. Tirols u. Vorarlbergs IX, 1912). : Berta Richter-Santifaller, Ein Buchensteiner Urbar aus dem Jahre 1566 („Schiern' 9. 1928). : Dr. Ignaz V. Zingerle, Das Urbarbuch des Klosters zu Sonnen burg, Wien 1868. : Zeitschrift für Romanische Philologie.

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