¬Il¬ Trentino a Dante Alighieri : ricordo dell'inaugurazione del monumento nazionale a Trento ; 11 ottobre 1896
Fiore, Firenze 1857, PP* 9*37*89); dèi resto, la maggior chiesa fiorentina continua ancor per qualche tempo ad essere il santuario della vita civile (si pensi al Certame Coronario del 144il, finché, nella seconda metà del sec. XV, co mincia a prenderne il posto il palazzo della Signoria, (12) Del Lungo, Esilio di Dante , doc. XIV. (13} Tempie - Leader e Marcotti, Giovanni Acuto, Firenze 1889, pp. 219 sg., 232 sg. E da notarsi, che anche il monumento marmoreo all’ Acuto, decretato nel 1393 con una
che, oltre agli espositori ufficiali, altri leggessero contemporaneamente in pubblico il Dante: così son tolte di mézzo le coincidenze di date, e si spiega come, nel 1431 p. e., compaiano nelle memorie del tempo i nomi di tre pubblici lettori; come, men tre frate Antonio è nominato lettore di D. nello Studio per il 1432, un Antonio da Castello S. Niccolò com menti in quello stesso anno il Poema al popolo nella .chiesa del /Beato Fiorenzo (cfr. Wesselofski, Il Paradiso degli Alberti
le cagioni del bando inflitto e non mantenuto «al Tolentinate (cfr. Klette, Beiträge cit., Ili, 1890, p. 44 sg). Del resto, noi dubitiamo assai che questa Oratio de laudibus Dantis, vibrante di sincero amor patrio, appartenga al Filelfo, benché in qualche codice ip. e. il Palatino della Nazionale di Firenze, n°5i, c. 100 a) apparisca perfino, nella didascalia, come pronunciata da lui. Queste didascalie sono frcquentamentc errate: cosi quella del discorso pubblicalo nel Sepulchrum D. fp. 43 sgg.) che
è intitolato Or al ione d' uno discepolo del Filelfo in laude e chonmendatione dello illusi riss, poeta Dante, mentre nel discorso non v' è accenno al Poeta, ma si parla delle virtù dell’ uomo prudente. Di simili orazio ni morali, tenute in S. M. del Fiore da scolari dello Studio, si ha un altro esempio nel cod. Palai, di Firenze n.o 598 c. 40 a. Conviene notare che il famoso tempio, in quel tempo non del tutto finito, fu consacrato solo nel 1436 da papa Eugenio IV (cfr. Guasti, La cupola di S. M. del
Provvisione che ricorda il tenore di quella per ì poeti fiorentini del 1396, non ebbe, come questa, esecuzione; c che per il celebre condottiero, come per Dante, la Signoria si contentò di fame dipingere molti anni più tardi 1' effigie ilei Duomo. (14) Del Lungo, o. c„ doc. XI. Provvisione dei 23 dicembre 1396, approvata con 151 fave nere contro 51 bianche. (15) Cfr. Voigt, Die Wiederbelebung des classischen AUerihums, 3.a ediz., Berlin 1893, voi. I, p. 282 sgg. (16) Cosi confessa lo stesso Niccoli nel