caricano o scaricano i bagagli e le merci, la posta: poi, quando tutto è all’ordine, uno squillo di cornetta, alcuni tocchi affrettati della campanella, un breve e rauco fischio della locomotiva e il treno parte rapido, lasciandosi dietro una nube di fumo bianco. La strada ferrata corre parallela. all’Adige ed all’antica via postale, sul fondo della valle, '0 bacino di Trento, a cui man mano che si procede, il Bondone e lo Sconuppia, vanno restrin gendo ognora più l’orizzonte e i confini
. E mentre il treno fugge veloce nell’istesso senso dell’acqua dell’Adige, che scende eter namente dal monte, nella fresca, ma bella mattinata novembrina, appena apertasi; col sole che appena giunge alle vette circostanti, Trento si dilegua veloce dal mio sguardo, avvolgendosi nel cielo trasparente d’una nebbia fine, perlacea, che s’alza dal fondo delle sue valli, e sulla quale i’ tre Dossi proiettano ombre gigantesche e fantastiche. Con un profondo rimpianto, una inesprimibile tristezza, sporgendomi
ogni italiano di cuore, in un momento simile non può trattenersi dal pensare, e in quel medesimo istante mi alitava soave all’orecchio la voce del poeta, il cui italiano saluto: ■ Passa come un sospir su’l Garda argenteo.... mentre Odono i monti di Bezzecca, e attendono: ' « Quando? » grida Bronzetti, fantasma irto fra i nuvoli. « Quando?» i vecchi fra sè mesti ripetono- . Che un di con nere chiome l’addio, Trento, ti dissero. Il treno corre, corre, giù per la valle, vincendo nella gara la corsa