dell’Impero, perchè dall’Impero il Papato c Roma ne avrebbe rotratto — almeno si pensava — maggior potenza e splendore. Sacrificati i Longobardi alla politica del Papato ed alla rivolta nazionale contro la grettezza della loro monarchia militare, col rinnovamento deU’Impero d’Occidente nella persona di Carlo Magno, Trento di duchea, fu trasformato in marchesato feudale: subendo tutte le vicende che nel secolo della dominazione carolingia subì l’Italia. Più d’una volta, in questo secolo
tenebroso e nei successivi, Trento e le sue valli furono percorse dagli eserciti degli imperatori scendenti a riaffermare la fuggevole conquista, od a prendere in Roma la corona imperiale: o risalenti decimati e disfatti a rimpolparsi d’armi e d’armati nei paesi d’oltremonte. Né durante il secolo decimo, in cui si avvicendarono tra Pavia, Verona, Spoleto e Roma e Germania, re ed imperatori, quali Berengario del Friuli, Guido, Lamberto, Arnolfo di Carinzia, Lodovico, Rodolfo, Ugo, Lotario, Berengario
contro la politica delle monarchie, feudale, opprimente, non rispondente ad alcuna delle tradizioni allora rimaste vive nel pensiero e nel desiderio dei popoli. Da Trento anzi, fatta la Pasqua del 1004, si parti Arrigo di Bamberga, chiamato dalla rivoluzione italiana, contro la forma monarchica feudale del regno per dare nel nome dell’Impero da lui incarnato, il colpo di grazia a quella forma che per tanti secoli non doveva più risorgere, alla sua volta personificantesi nel marchese d’Ivrea
e re d’Italia, Ardoino. E quando, nel procedere, del secolo undecimo cominciarono cogli albori della vita comunale — esplosione di vita tutta italiana scendente in linea retta dalla tradizione antica, e non obliata di Roma — i primi bagliori del rinascimento, l’aurora d’una nuova epoca,.Corrado il Salico, a favorire la gestazione e lo sviluppo dei futuri Comuni, contro il feudalismo militare, molestia e pericolo permanente dell’ Impero, come fece per altre città, trasformò il marchesatp di Trento