8 Ergebnisse
Sortieren nach:
Relevanz
Relevanz
Erscheinungsjahr aufsteigend
Erscheinungsjahr absteigend
Titel A - Z
Titel Z - A
Bücher
Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/VAA/VAA_25_object_3969609.png
Seite 25 von 42
Ort: Torino
Verlag: Ute
Umfang: S. 163 - 202 : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Schlagwort: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Signatur: III 215.967
Intern-ID: 359312
186 Appendice protettorato dell'Austria sul Trentino, col pretesto della comune difesa dei territori posseduti dal conte del Tiralo, dai principi-vescovi di Trento e da quelli di Bressanone. Durante il reggimento del cardinale Bernardo Clesio, cominciato nel 1514, Trento fu teatro di una nuova sommossa popolare contro i feudatari e l'alto clero ; sommossa che, essendosi estesa nel contado, prese il nome di Guerra Rustica. Fu domata dàlie forze •ve scovili unite a quelle del conte del Tiralo

dell'arciduca Leopoldo, già vescovo di Gurk e d'Augusta; questi, avendo rinunziato, fu eletto Ernesto conte di Harrak. cardinale ed arcivescovo di Praga; indi Sigismondo Alfonso conte di Thun. Indi, per quasi un secolo, si elessero degli Italiani, cioè: Francesco degli Alberti, di Poja; Giuseppe Vittorio degli Alberti, di Enno ; Gian Michele conte di Sporo. Nel 1725 si ritornò ai Tedeschi col conte Antonio di Waldenstein, per oltre trent'anni. 11 terzultimo ed il penultimo dei principi-vescovi di Trento

ed i capi fi nirono o per mano del carnefice o nelle segrete del castello e della Tor Verde. Il punto culminante dello splendore, per il princi pato di Trento, fu durante il vescovado del cardinale Cristoforo Mad ruzzo, conosciuto più specialmente nella storia col nome di Cardinale del Concilio. Com'è noto il Concilio Ecumenico, che prese il nome di Trento dal luogo nel quale tenne il maggior nu mero delle sue sessioni, fu organizzato ed indetto per riformare e disciplinare

in Trento la sede del Concilio. Questo si apri il 15 dicembre 1545 e si chiuse il di 4 dicembre 1563, dopo molte interruzioni e sospensioni, dopo es sere stato traslocato una volta in Bologna (1547), per suggestione di Paolo HI Farnese e per il desiderio di molti Padri ai quali non conveniva il soggiorno di Trento; indi, per la volontà perentoria di Carlo Tela condiscendenza del nuovo papa, Giulio HI, riportato a Trento. Durante le sessioni del Concilio il cardinale Cristoforo Madruzzo provvide con

munificenza ad ospi tare nel castello del Buon Consiglio, nella villa degli Alberi, nei principali palazzi della città pontefici, car dinali, vescovi, prelati d'ogni titolo, legati d'impera tori, re, principi, repubbliche che venivano a sotto mettere al Concilio questioni, reclami, desiderati. Ciò portò molto in alto il prestigio e la potenza di Casa Madruzzo ; sicché, alla morte del cardinale Cri stoforo, avvenuta in Tivoli presso Borna nel 1561, gli fa nominato successore nel principato vescovile il suo

1
Bücher
Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/VAA/VAA_23_object_3969605.png
Seite 23 von 42
Ort: Torino
Verlag: Ute
Umfang: S. 163 - 202 : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Schlagwort: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Signatur: III 215.967
Intern-ID: 359312
elo quente l'attaccamento antico alle tradizioni romane di questa popolazione. Il Magistrato consolare di Trento godeva diritti stabiliti e riconosciuti in precedenza dai principi-vescovi: prendeva con person parte ai pubblici affari, a seconda della loro natura, con voto consultivo e deliberativo ; aveva un proprio e largo statuto, riconosciuto e confermato dagli imperatori che succedettero a Corrado il Salico, esclusi Barbarossa e Federico II, per le peculiari condizioni di lotta coi Co muni

184 Appendice Trento l'alta valle dell'Adige. Nè diverso succede quando, nel dominio d'Italia, i Franchi di Cario Magno si sostituiscono ai Longobardi: Trento da duchea lon gobardica è tramutata in marchesato feudale, subendo tutte le vicende che nel secolo della dominazione caro lingia subì l'Italia, coll'aggravante che Trento e le sue valli furono di continuo percorse dagli eserciti degli imperatori scendenti a riaffermare od a prendere in Roma la corona imperiale, o risalenti, decimati

e di sfatti, a rimpolparsi d'armi e d'armati nei paesi di oltremonte. Nè durante il secolo X, in cui si avvicendarono, tra Pavia, Verona, Spoleto, Roma e Germania, re ed im peratori indigeni ed esotici, la storia del marchesato tridentino, il quale si estendeva allora fino alle Giudi- carie e per tutta la Valsugana, differisce o si distacca da quella di tutta l'Italia superiore, ed anzi ha parte grande nel conflitto delle due correnti che dividevano allora l'animo degli Italiani. Da Trento, fatta

, a de primere il feudalismo, molestia e pericolo per l'Impero, trasformò il marchesato di Trento in un principato ec clesiastico, visto che l'autorità ecclesiastica dei vescovi era la sola che teneva testa al feudalismo, sostenendo contro di esso le ragioni del popolo. Quel periodo, ehe Giuseppe Ferrari qualifica della rivoluzione vescovile, è uno dei più importanti nella storia nostra, come quello che fu il preparatore imme diato dell'èra comunale. Ulderico II fu il primo vescovo-principe dì Trento, creato

da Corrado il Salico. Aveva giurisdizione per tutta la valle dell'Adige e dipendenze, dalla Chiesa di Verona a quella superiore di Bressanone. Sullo scorcio del secolo XI la vita comunale co mincia a manifestarsi in Trento, con istituzioni e leggi che tenevano in gran parte del carattere liberale e popolare del municipio latino. A Trento il governo cit tadino non fa, come nelle altre città d'Italia, detto Co mune, ma per molto tempo serbò il nome romano di Magistrato consolare: cosa che mostra in modo

2
Bücher
Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/VAA/VAA_15_object_3969588.png
Seite 15 von 42
Ort: Torino
Verlag: Ute
Umfang: S. 163 - 202 : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Schlagwort: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Signatur: III 215.967
Intern-ID: 359312
176 Appendice di Trento fu cominciato nella prima metà delI'XI se colo per volontà fiel vescovo Ulderico II ; proseguito, dopo lunga interruzione, dal 1 d29 al 1149, dal ve scovo Allamanno, da cui fu consacrato, coll'intervento del vescovo di Concordia e del patriarca d'Aquileja ; fu rifatto e compito tra il 1207 ed il 1218, per le cure del vescovo Federico di Vanga, cancelliere dell'impe ratore Ottone. Chi sia stato l'architetto della prima costruzione non è noto ; ma ciò che di essa rimane

frontispizio del duomo di Parma e in altre cattedrali italiane; negli archetti, nei fregi, nelle cornici della parte esterna della tribuna, nelle navate, nella cupola ottangolare, nell'abside di forma elittica. La parte architettonica, anche nei suoi particolari minimi, nei dettagli decorativi, è quanto di più rimar chevole offre il duomo di Trento al visitatore, sia allo esterno che allo interno-, ove le tre navate archiacute, sorrette da piedritti mistilinei, completano e confer mano l'impressione

il duomo di Trento ha dipinti pregevoli del Romanino, delBru- sasorci, del Dorigati, del Loth (bavarese), dell'CV- betto (Alessandro Turchi da Verona), un affresco di scuola giottesca del 300, ecc. Fra gli oggetti che hanno ricordo storico è il Cro cefisso in legno scolpito, antichissimo, davanti ai quale in pompa solenne furono lette e pubblicate le decisioni del Concilio; e nella sagrestia si conservano arazzi preziosi, argenterie, messali ed antifonari di grande valore, ecc. Nelle tombe, di cui

il duomo di Trento abbonda, vanno distinte : quella, più o meno autenticata, di Sant'Adalperto, vescovo e primo predicatore del Cri stianesimo nella regione, difesa da una densa infer riata, con placca dorata portante a cesello la scena del martirio subito dal santo ; la tomba di Roberto Sanse- verino, capitano generale di Venezia, ferito e morto alla battaglia di Galliano contro Sigismondo d'Austria. Questo monumento è dovuto ad un Luca Moro, ed oltre del busto del •valoroso guerriero porla due

epitaffi, uno in tedesco e l'altro in latino: quest'ultimo, abbastanza contorto, cos'i concepito : Italiae victor, Severins Stirpe Itoberlus Sìgmunium Auslralem Carsia in Ama Ducem, Ter proceres Veneti bello petiere Tridcntum Ter vieti, Me vinetus esse lìobertus adest. Altri monumenti sepolcrali che si collegano alla storia tridentina sono quelli dei principi-vescovi : Giorgio di Lichlenstein, Cristoforo Sizzo di Noris; poi le arche di Pier Andrea Mattioli, sanese, medico del cardi nale Bernardo Clesio

3
Bücher
Kategorie:
Sozialwissenschaften
Jahr:
1868
¬L'¬impero austriaco ed il principio di nazionalità
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/152693/152693_13_object_5217654.png
Seite 13 von 61
Autor: Palma, Luigi / [Luigi Palma]
Ort: Torino
Umfang: 60 S.
Sprache: Deutsch
Anmerkungen: Aus: Rivista Contemporanea Nazionale Italiana ; 1868, N. 173;
Schlagwort: g.Österreich ; s.Nationalität ; z.Geschichte
Signatur: II A-23.764
Intern-ID: 152693
vi era il popolo nel senso moderno, colle sue idee di concorso al potere legislativo, e di sindacato sul potere, esecutivo, di elezioni popolari, di assemblee deliberative, di eguaglianza di razze e d’individui innanzi alla legge; di eguale libertà di coscienza e di culto, di stampa, dì persona; il sentimento di tutto ciò che di poi si è chiamato diritti deir uomo e del cittadino e principi del- rottantanove non esisteva, ovvero era sopito e confuso nella co scienza. La letteratura che di presente

à reso tutte queste idee irresistibili, era scarsa e non informata a questi principi. Quindi poterono stare insieme aggruppate a quel modo intorno agli Àbsburgo e ai Lorena. Non si era comandati da Vienna nè dalla burocrazia posteriore, e nemmeno assolutamente dallTmperatore, la cui sovranità era temperata dalle antiche istituzioni, leggi ed autonomie locali. D’altronde si ricordi che allora anche le na zioni unitarie., compresa la stessa Francia, avevano un solo prin cipe ed istituzioni più o meno

comuni, ma la sovranità vi era anch’essa sbranata in privilegi di parlamenti, e stati provinciali, giurisdizioni feudali, dogane interne; e si era lontanissimi dalla uniformità e dall’accentramento che finirono di prevalere in se guito alla Rivoluzione di Francia e a Napoleone I. Venuto al trono Giuseppe II si era bene avanti in quel mo vimento di centralità e di assolutismo che in tutta Europa, salvo l’Inghilterra, spingeva i principi tutti ad abbattere i vecchi resti

4