in potestà degli imperatori d’Austria. ; ■ Delle dominazioni passate sopra Riva quella che lasciovvi vestigio maggiore, fu la Veneta — della quale si ammira ancora nella piazza Benacense il bel palazzo, forte, massiccio del ir ' 1 ' * Comune, a cui è collegato quello un po’ più recente del Capitanato. ' ^ È una costruzione defla seconda metà'del secolo XV, ed oggidì, insieme -al vecchio torrazzo, costrutto con pietre di taglio antichissimo, forse romano, è ancora il monumento più ragguardevole della
. Là vi si teneva una forte guardia pel lago e per l’ampia vallata che alle spalle di Riva si 'apre verso Arco da un lato, e fra il monte Brione qd il Baldo dall’altra. Infrancesi del maresciallo 'Ven'dóme nel 1704 lo smantellarono. .Negli edifici, salvo due chiese, nulla ho trovato che valesse la pena di bnenzionare. La piazza Benacense è fi punto tipico, il centro, il pezzo più importante di Riva — quello che le imprime un carattere proprio, che non si può diinenticare. • Soffermiamoci un po’ in questa piazza
vicine valli,,a. Desenzano e Peschiera. Questa piazza, coll’orizzonte ristretto, chiuso anzi, dal monte Rocchetta a- destra, e dal Baldo, pro- lungantesi verso il lago, a sinistra e davanti, ricorda in qualche modo la piazza ed ,il porto di taluno di quei gentili paesetti liguri,-sui quali incombe l’immane promoàtorio di Portofino. Quasi nel mezzo della piazza Benacense, -e rivolta verso il lago, e una stàtua barocca in.pietra, di San Giovanni Nepomuceno, col crocefisso in una mano e la palma del
martirio nell’altra. È un lavoro d’oltre un secolo fa : ed è bene per la . pace dell’anima àua, che del l’autore non se ne s’appia fitulla. \ ’ Il monumento, secondo me, più insigne nella piazza Benacense, dopo il palazzo munì-