Zr déndum unum instrumentum vel plura Instruments moutls Mar-» celine & ad faciendum concordium cum hominibus Communita tis Grignì de monte Marcefine. Et in continenti prefafti Dom. Andreas & Dom. Fraticifcus Mundi , ut fiipra , legerunt unum Infirumentam venditionis Montis Mnrcefme fcriptum manu Pe* Irl Cafarulle not. ln Anno II Mül. ducentefimo fexagefimo primo Tndift. quarta die quinto Vicenda In pallatio Communis t & fic ibi lectum & produftum dictum inftrumentum Venditio nis Montis

Marcefine & coram fpeörablübus & egregiis viris Dno Antonio legum Do fiore de Facis , fer Antonio & Lucii a ^0 Lipis in jure perito Tridenti nunclis * fpeciaHter mistis pro Ulmo & Excelfo Principe poma. Dom. Slgifmiindo Dei gratia Duce Austrie &c. ad videndum inftrumentum Montis Marcefine & differentiam vertentem inter Communitatem Civitatis Vincen- ile & Communitatem Ville Grignì de Monte Marcefine, & In- flramentum fic prodactum per fuprafcriptos nnncics Civitatis Vi ceritis , & leftum fuit per

prefactos nuncios prelibati Dni Du cis , & Tcftibus & de licenda prefafiorum Manciorum acceptum fuit partem dicti lufirumenti per me notarium infrafcriptum ; ut jn inferius continetur , & cujus tenor talis est , Confiat vendi tio de bonis qu. Dui Azolini de Romano fafra per Poteftatem. ■Vlncentie regentem fe ad populum difiribuentem creditoribus q„otam prefafti Dui Azolini in folatum ei datum de Monte jdarcefinffi datum ei is mille libr. & quatuorcentum & quinqua ginta pr° indivifo extimationis tocius

montis otto millia libr. , & est de fuper Enego & Grigno & folent ibi effe feptem Cafa- rie & habent Emptores & Confortales pro qualibet Catària duo, decun Cafeos de fexaginta libr. pro quolibet Cafeo, & fines di- fti montis funt apud Enegum & Grignnm & Frkommi apud Dominos de Caftronovo k quilibet homo qui laborat lignamlna In difto monte folet refpondere & dare quadraginta Toldos pro quolibet in Anno . Ego Petrus Cafarulle Impli auch Not. extimationi intern & fcripfi . Scriptum & exemplatum

'ad essere il .campo di. -passaggi-è .dì fazioni. -1 francesi avanzarono in-tre colonne verso il Trentino ed ■ una dì-queste prese Ja vìa di Val Sabbia e .Tremosine © sbiiccainpò pellt' praterie di 'Pol zòne e dir Rondo per forzare - il monte Vota 1 occupato dulìe milizie tedesche .e dagli abitanti della Valle messi in arme alla'difesa. I francesi iato un 'improvviso' assalto- ’a ' quella posizióne., sbaragliarono le milizie tedesche, e gli abitanti di Ladro sbigottiti' si fuggirono -ai monti

. 1 I francesi' maggior mente'-irritati misero a fuoco- ivillaggi .della. Valle, depredarono quanto venne loro'.alle mani e per- .la-..via ...dei monte -Giuntela si recarono 1 a Riva. ' ■ Cessata -questa rapida scorreria. Ja r Valle di Lodro- ritornò'-gotto il governo--dei Véscovi.. .. Essa sin dal 1435 .aveva -uno' Statuto in'lingua latina che nel 1590 fui voltato in italiano e in .qualche-parte -migliorato,., e sotto questa forma'approvato- dal Principe Vescovo'--.di-Trento ■ Lodovico 1 Madruzzo

le l 1407 tentò di pregiudicare ai privilegi di quella.-gente » ma efl'a e' allora e in altri tempi , quando ce ne fu il hi- fogno , fi Ceppe ben difendere con ri cor fi e col pr Q , durre le fine, ragioni . R* in quello monte , dove at tualmente colti vali una miniera d' argento per conto della Corte Sovrana. Merita di eiìer nominata la pianura d|l rr 0« Copra Pergine ; perchè ivi 1' anno 1004. poCe il Tuo accam pamento S-mt’ Enrico , quando venne a conquiftare Ü regno d’ Italia . E il primo loro

accampamento da quella parte por vi fecero i sollevati Contadini nella guerra Radica I’ anno 1525. , dove congiurarono con tro il Vescovo Principe e contro la città di Trento , fui confini verso la quale effa retta . Al di Copra del Ciri verto il monte ci fon pure vettigia di un antichiffi, mo.caftello, e vi fi fon trovate delle monete romane» Fra » torrenti del Pergi ne Ce il principal e è la Ferfim wa » che ; ha la fta sorgente nella montagna di Palò » e vicino a Pergine fi divide , parte va sboccare nel

di san Vigilio; fece rin novare il palazzo episcopale ivi annesso, e mandò ad effetto altri bellissimi lavori di ristauro e di costruzione, de quali ricordiamo l’alta torre all’Adige che tuttodì si chiama dal suo nome. Rilevò la pub blica amministrazione, stabilì certi regolamenti o statuti intorno allo scavo delle' miniere 2 ), che sono i più antichi che si conoscono in Italia e fuòri, e ve n’ aggiunse di poi, e per ciò che sì riferiva alle miniere del Monte Varino, e per quello che sì richiedeva

dell’ imperatore Giuseppe 11 con il titolo di San Pietro in monte auro; dignità che ricevette in Vienna (19 aprile 1782) dallo stesso pontefice Pio VI. E fu durante il suo governo in Trento, che la signoria di Castel Corno, ossia d’Isera, in valle Lagarina, ripassò alla Chiesa trentina per 1’ estinzione avvenuta della Casa de’ conti di Liechtenstein, che ve la tenevano in feudo 3 ). Del coadiutore Alberti si rammenta lo zelo, con il quale egli s’impegnò per condurre a termine la causa che

di Paolo III incominciò a rivivere. Fu nominato pontefice il cardinale Giammaria Del Monte (8 febbraio 1550), che fu legato al concilio, e si disse Giulio III, Questi con bolla dei 14 dello stesso mese aprì il giubileo e rimise il concilio alla primiera sua sede, ordinando che fosse pro seguito sotto la sua presidenza personale rappresentata dal cardinale Marcello Crescenzio, a cui accordava dalla Camera apostolica 500 scudi d’oro al mese. Indi v’ aggiunse Sebastiano Peghino arcivescovo di Siponto

montanari fieri ed indipendenti. Lo prova il seguente episodio registrato negli Annali del l’Alberto avvenuto sotto il Vescovado di Eberardo (1154-1156). Essendo vivissima controversia fra quelli di Bleggio e quelli di Giustino pel possesso del monte Boblino, detto oggi Movlina all’ est di Pinzolo, nò riu scendo Enrico giudice costituito dal Principe ad accor dare le parti, vuoisi che questi per ovviare a maggiori mali proponesse loro di far decidere la causa in sin golare combattimento. Piacque

fui monte delle Latte in faccia al ctttello s occupando le cafe disposte fu quel pendìo, At-