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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 38 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
signori entrambi in veste talare. A questi mi lamentai della mia miseria glottologica, e non fu indarno: tutti e due mi fecero 1' onore d' una visita, ed il chierico Giuseppe Fabris ebbe la bontà d 1 insegnarmi il dialetto della sua patria S. Michele al Tagliamento (che non dista da Latisana che la lunghezza del ponte, . ina appartiene alla provincia di Venezia). Era già notte fìtta, quando accompagnai con in mano la candela i due gentilissimi ospiti fino all' aperto, e nella sala dei forestieri tutta

Don Girolamo Za nib aldi, il quale mi-mostrò la sua piccola stamperia e mi regalò finalmente un suo libretto, sul frontispizio del quale mi scrisse in fretta il suo motto: „Per, verba ad Verb um.' II. 9 ottobre Beppe mi visitò por 1' ultima volta, il Bertolini sciolse, parte egli stesso parte col mezzo dì vecchi o vecchie che e' in contrarono, gli ultimi miei dubbiij ed alle 2 partii in carrozza per Latisana. Poiché a Portograaro s' era detto che la gente agricola dei contorni usa il dialetto

friulano, io notai in carrozza quasi 30 voci nel mio quadernetto che nei dialetti veneto e friulano differi scono molto, poi ad Àlvisopoli feci fermare il cocchiere e domandai ad un artigiano di press' a poco 50 anni come quello parole si dicessero in famiglia sua ed in somma dalla gente del paese. Una sola ora veneta, tutte lo altre pretto friulane. Da ciò risulta che il territorio friulano s 1 estende forso fino all' imboccatura del Livonza (già termine politico del Friuli), ma che tutti i grandi

luoghi in quella regione sono veneti, e questo modo di vedere fu di nuovo confermato dall' esperienze fatte toste a Latisana. Lì 1' albergatore un poco , duro di mente mi presentò prima un vecchio poi un povero fanciullo da Latisana che parlava veneto in casa, finalmente un mas calzone di troppa sperienza e di troppo coraggio, a cui io non avrei creduto punto. Vagando e cercando nel paese io sentii tutti tutti parlare veneto, tranne una sola donna ; poi sulla diga del Tagliamento incontrai due

la gente ammutolì al l' apparire di questo corteggio solenne. La mattina dopo io partii alle 5 per Codroipo e Udine. In un sito solo mi si disse il friulano mischiarsi col veneto in maniera di formare una lingua propriamente mista, e fu appunto T esame di questo fenomeno quello che allora mi restava ancora da fare; L' ultima sera a Udine la passai nclF affabile compagnia del Wolf e d' altri signori, uno dei quali, il sìg. dottor Cliiap, mi diede ima letterina di raccomandazione pel sìg. Kiccardo Chi

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Bücher
Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 14 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
slave nessuna die abbia soddisfatto alle esigenze più modeste d' un europeo civilizzato, e donde, per non abusare dell 1 ospitalità del rev. sig, Francesco M a r o 11 i a Bordo, mi rifuggi ai subito nell' incantevole pìccola città italiana d' Albona con quell' uomo che mi dovea servite per qualche giorno da maestro di valacco. In relazione più intima colle faccende ladine sta il soggiorno eh' io feci in un 1 altra piccola città italiana della parte opposta dell' Istria, perchè la lingua veneta

di Ro vigno ci offre qualche reminiscenza ladina. Le Fiabe rovignesi del mìo caro amico dr. Ive m 1 aveano attirato lì. Io arrivai il 15 geimajo 1880, e le sere successive ebbi le mie lezioni nella far macia del sig. Spongia, via di Carrera. C era tutt' una compagnia di maestri, letterati ed illetterati, con in testa il rev. sig. Don Antonio Sponza che s' incaricò gentilmente della mia bisogna. Prima della partenza per Trieste (19 geimajo) invitai a far meco colazione un povero fanciullo che mi doveva

pronunziare parole e conjugate verbi. A Gorizia mi fermai quattro settimane. H sig. prof. Siili zig, egli stesso friulano, mi scelse tra gli scolari del ginnasio un ragazzino di 13 anni nativo da Cormons, uno dei migliori miei maestri di dialetto; quasi 50 ore conversai con questo modesto ed intelligente giovinetto Agostino Briis. Anche pello studio della varietà ladina di Gorizia e dello sloveno il sillodato professore mi recò modelli tra la scolaresca del ginnasio. Mi rincrebbe di dover lasciare

il 15 febbrajo la vita commoda e regolare di Gorizia. Il mio piano era quello di esaminare il parlare della pianura friulana in tre o quattro luoghi. Cominciai da Aquileja. L' esame del dialetto mi trattenne tre ore che passai nell' albergo con un ragazzino accattone. La mattina dopo non potei salire sul campanile, come avrei desiderato, perchè la pioggia e la nebbia mi sottraevano alla vista tutta quella solitaria pianura. Avevo veduto in non so che giornale tedesco illustrato un disegno della città

o piuttosto del villaggio che avanza dell' antica città ; però la realtà mi sorprese ancor di più per lo squallore delle condizioni. Del museo non trassi gran profitto: tali cose vanno studiate, non osservate alla sfuggita. Frattanto il giorno era abbastanza inoltrato per poter far visite. H mio oste m' aveva detto che fra tutti i preti del luogo uno solo era friulano (gli altri slavi), e così senza trovarmi imbaraz zato sulla scelta, picchiai alla porta del rev. sig. Battauz da Yillesse per avere

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 21 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
ed a Promontogno, fui contentissimo di trovare un albergo discreto. Un figli olino dell' albergatore m 1 informò per quattro ore della mattina seguente del suo dialetto. lì dopopranzo, appunto mentre io deliberavo sul da farsi riguardo agli stivali, rei manifesti d' aver mancato alla, legge fisica dell' impenetrabilità, eccoti un raggio di sole, ed io a pellegrinare' via pel fango recitando il canto del cen- ciajuolo in non so più che commedia: „Glie bella vita, che bel mestiere: mangiare e bere e faro nulla

!' Maloggia, (o Maloja) sulla cima del passo non è villaggio, ma un grande albergo con accanto delle capanne abitato soltanto nella stagione del pascolo. Affine di persuadermi però se il parlare s' avvicinasse lì all' engadinese, io composi una ventina di frasi nel dialetto di Stampa e nella cucina le feci ripetere e correggere ad una giovane che mi avea detto esser del paese. E le altre donnine risero a frasi come „Yoaltri stet chilo e ìiu fagè nagott' o „Tütt lau mattàn en indàccia davent' o „cassa vöfc

emò e duna?' Quasi tutto fu approvato dalla raaloggese. Il 13 giugno enti ai, con una neve che fioccava di santa ragione, nel territorio del Danubio. A Silvaplana m' aspet tavano bagagli da Ticfenkasten e lettere, ed ebbi li da preparare il nuovo quaderno, edizione ancora riveduta e un poco aumentata del l' ultimo. Per 1' esame del dialetto mi fu molto diffìcile trovare una persona nativa da lì; chò a Silvaplana, ove tu total i camerieri ed i cocchieri, non ti resta più molto. Finalmente un figliò

diciasettenne del mio oste si prestò alla lezione ; ma lo studio speciale dovei rimet terlo a Satnada. Arrivato in questo luogo (17 giugno), io ricercai subito 1' albergo in cui avevo abitato nel 1877, ed anzitutto spiegai alla cameriera la mia brama scientifica e le domandai due ragazzini a scelta. Dopo alcuni minuti ella mi presentò un uomo che mi offrì uno dei suoi figli. Alla mia domanda se sua moglie fosse di lì, mi rispose eh' ella era propriamente della, Val di Monastero. „Allora', r interruppi, „voi

vi chiamate Bad raun?' Ed egli disse di si e sapendo eh' era stato io nel 1877 quel vecchio scolaro del suo Filippo,

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 36 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
e poi attraverso due braccia del fiume dovei andare cavalcioni in ispaìla «' un uomo. Frattanto s' avvicinava dalla parte meridionale un temporale, ed il cielo si fece sempre più bujo, cosicché a Eagogna fui contentissimo di pervenire prima del nembo ad una locanda del Borgo S. ' Giacomo. I tre chilometri da lì a S. Daniele li feci la mattina seguente battendo i denti dal freddo e rallegrandomi in cuor mio che fra breve avrei finalmente udito il vernacolo della „Siena del Friuli'. In questo paese

, di fronte al l' albergo <T élite, un barbiere acconcia i volti maschi della gente, ed io mi diressi a lui per 1' indirizzo del sig. bibliotecario, al quale, se non fosse stato, assente, avrei rimesso un biglietto del Wolf. Dopo la visita fallita domandai all' albergatore un ragazzo nativo del paese. Alcuni minuti dopò un uomo mi consegnò suo figlio, artigiano ventenne. Nella Siena toscana, il IO marzo 1880, mi fece piacere di sentir da quel giovinetto che mi sei-viva da maestro pronunziare „Un la hindi

la boriseli a!', perchè una lingua letteraria non è'mai in vorun luogo dialetto volgare; ma a S, Daniele ini stizzii un pochino d' essere stato beffato dalla fiaba della „Siena del Friuli'. La corruzione veneta delle sibilanti non è condotta tanto conseguentemente quanto nelle altre parti della pianura friulana; ecco tutto. Con ciò io non ebbi voglia di fermarmi più, neanche le cinque ore fino alla partenza del corriere. Aspettando un pranzo alle 11, mi feci presentare un cocchiere, ma questi volle avere

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 37 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
Fra Tolmezzo.e S. Daniele scelsi G-emona per provare se s 5 in castrasse mia peculiarità eterogenea, e mi fu data una risposta negativa dalla gentilezza d' un giovinetto clic, il 27 settembre, mi diede lì la solita lezione. Quindi nulla perdei per non aver avuta nessuna notizia sulla geografia dialettale dal rov. arciprete, solo prete dalla cui bocca io alibi a sentito: „Io non mi curo del parlare popolare.' Una .giornata sola' basto del pari per Y escursione a Cividale. Un bravo ragazzino

m 1 insegnò il dialetto, ed il rev. sig. Don Perini i confini dello slavo da Cremona fino a Cormons. Il 29 settembre mi resi a Gorizia, capitalo del Friuli austriaco, dove in causa dei progressi eli 1 io aveva fatti durante quei venti mesi dovei raccogliere qualche aggiunta intorno ai dialetti di Cormons e d 1 Aquiloja. Il caro mio Drius incontrandomi por istrada m 1 affissò come se ni' avesse creduto morto. Io avevo già pregato il sig. diret tore del seminario che mi si permettesse di prendere una

lezione da un giovinetto di Villa Vicentina ed alcune lezioni dal Drius, il quale questa volta parlava già benissimo il tedesco. Il prossimo piccolo viaggio 1' intrapresi (4 ottobre) per. conoscere 1' estensione del friulano nella direzione della provincia di Venezia e per esaminare in questa provincia, a Portogruaro, il dialetto veneto. A S. Vito al 'ragliamento feci la prima sosta. Il ragazzino -dodicenne, col quale feci il solito interrogatorio per più di tre ore, mi mostrò già colla sua incertezza

che li il dialetto minacciava rovina. In una cartoleria m' ebbi ancora schiarimenti sul vernacolo dal padrone, dal sig. assistente della biblioteca comunale di Udine e da un prete ; ma sulla geografìa dialettale non seppi quasi nulla salvo che S. Vito stesso è quasi del tutto veneto. La mattina dopo passai col corriere a Portogruaro. Nel mio stanzino all' hotel Italia, il più grande albergo della città, e' erano tre porte, ma mancava un tavolino, preferisco però tacere di tutto ciò clic non trovai

in quella casa; basterà dire che mediante regolari passeggiato con ogni tempo e grazie all' astinenza, resa sì facile dallo stabilimento, io mi trovai assai bene. In quella città la compiacenza del Wolf mi procacciò una conoscenza oltre modo cara, quella cioè del peritissimo dottor Dario Bcrtolini, che mi onorò colla sua obbligantissima operosità e colla sua compagnia molto istruttiva. A maestro capitale elessi 1' accorto c bravo Giuseppe Fa ii tu zzi tredicenne, inoltre mi prestarono tal servizio anche

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 19 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
intermediale pel ritorno da Ticfenkàsteri e da tutto il distretto del l' A Unii a e per un tempo più propizio. Ma appunto il tempo non mi lasciò passare quel bel bacino del Reno posteriore che s' estende dalla rama Juvalta insù fino alla Via Mala ed al passo di Schyii, e la ruvida pioggia mi cacciò nel primo paesettn del Domleschg, a Rothen- brunnen. La porta dell' osterìa era chiusa, ma. una bella ragazza 1' -aprì e mi condusse imi ridente salotto. Mentre eh' io cavavo al pianino qualche

accordo, mi fu allestito un pranzo e procurato un piccolo maestro. Alle 3 fu finita la lezione, non senza l 1 assistenza della gentil giovane, ed io lasciai a malincuore quel luogo gradito. Al passo di Schyn dopo le sei ero affranto dalla stanchezza, dal cielo scuro e minacciante e dall' incertezza in cui versavo sulla lontananza di Tiefenkasten, perchè m' ero dimenticato di tirar fuor della bisaccia 1' altro foglio della carta del Du four. In questo momento il car retto che m ! ave,a preceduto

si fermò sotto la prossima galleria; io v' accorsi ed ottenni dall' urbano vetturino un posto accanto d' un ragazzino tutto rosso dal freddo. Con quest' ultimo io appiccai subito discorso, o vedendo eh' egli, sebbene da Savognino (Schweiningen), ■capiva bene il mio cicaleccio parte in tedesco, parte in sopraselvano, io lo predestinai sin d 1 allora, a mio maestro futuro. Da Alvaschein ingiù piovve dirottamente, ed io pregai il giovinetto di servirsi del mio plaid fino a casa sua, mentre

io mi precipitai nell' hotel Albula a Tiefenkasten por risparmiare le mie forze. Leggendo il maligno Aron et e passeggiando in soprabito feci una sosta di due giorni. E primo di giugno io esaminai il dialetto di Tiefenkastcn, il 2 passai a Savognino all' albergo Rezia, il padrone* del quale era il fratello del mio Tonino Pianta,. Fra tutti i miei giovani maestri di dialetto dal S. Gottardo fino all' Adria, questo solo capì le mie minuzie fonetiche, cosicché dopo poco egli stesso mi fornì assonanze alle parole

nuove, affin eli' io potessi confrontar queste colle- altre già registrate ed applicare ad esse conseguentemente la grafia digià adot tata. Venti cinque ore bastarono per questo diffuso ed esatto esame del soprasàssino. Il 5 giugno dopo pranzo passai attraverso la neve N dal sig.' maggiore Peter elli, gli consegnai la lettera di raccoman dazione elf io dovevo ad un caro collega di Vienna, ed ebbi dalla sua gentilezza gli schiarimenti autentici sulla geografìa dialettale di quella regione

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Bücher
Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 17 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
saluto e nr appresto da mangiare conforme all' ordine, e tutti e due mi diedero lo richiesto spiegazioni. À Dissentis avevo ancora da far molte ricerche, in parte in causa dulia maggiore estensione. data al questionario. Invoce del C o n d r a n , allora studente del ginnasio d' un monastero tedesco, altri ragazzi mi si prestarono, e da ultimo il sig. prof. Condrali stesso. Il 22 maggio partii da Dissentis. Lassù nel monastero, dove un' ora prima, mi ero congedato dall' infermo rev. sig

'. Basilio Carigie. t, distinto grammatico ladino, ora echeggiavano le voci gaje degli studenti che godevano dell' intervallo fra due lezioni ; vi gettai uno sguardo e vidi ad un' altra finestra il sig. prof. Meier da rmi colla mano un ultimo addio. Quel giorno ebbi due lezioni, l 1 una a Somvix, 1' altra a Truns, patria del dottore Decurtins, possessore d' una bella collezione di manoscritti ladini. Con molto piacere feci la salita di Brigels (pron. Brighete). L' ostessa F. Capaul mi accolse colla

massima cordialità, non appena me le presentai come ammiratore del Böhmer e del Balletta; ella mi procurò qùal maestro di lingua un pastorello dodicenne dai capelli biondi e dagli Ocelli vivaci. Tutto procedeva benissimo lassù 1300 metri sul livello del mare; mi spiacque soltanto d' esser costretto a partire troppo per tempo ; che avevo da scendere 600 mein più basso ad Ilanz, e per via volevo ancora conoscere la lingua, di Waltensburg. Ivi il figlio del sig. pastore mi raccomandò qua! maestra una

giovane risoluta. Alle 9 di sera arrivai ad Ilanz, Il ragazzo che nel 1877 io vi avevo conosciuto mi fu detto essersi già, come il resto della sua famiglia, quasi del tutto germanizzato ; ma trovai un valente successore da un legatore di libri. La Val di Lumnetz, che mette capo nella vallata dei Reno anteriore precisamente presso ad Ilanz, a detta della gente, doveva costituire un campo speciale per un dialet tologo, Lì, mi dicevano, parlano in guisa, che noi altri stentiamo a capirli. Ed io subito

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 23 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
Finstermiìnz io mi mossi in frotta ingiù pollo stradone, poi trovai un sentiero da eapro ad Alt - Finstormünz ; . ma- laggiù sul ponto del romoreggiante Inn ì 1 imporo austriaco ò chiuso a chiave. Nessuno m' odo ; por fortuna, dalla parto (lolla repubblica, viene una. donna o suona la campanella, ed ora aneli' io posso passavo (ma non senza, pagare per tal« benefica istituzione). La salita, di Noggels era assai ripida, anzi inquietante por la meschinità della cosiddetta strada

(„K. le. Zollstrasse nach Spissormühl' si logge sulla guida) od in causa della pioggia densissima oho da Pfunds pareva, perseguitarmi. Quanto all'' incertezza, del viottolo mi rassicurò un crocifisso, la pioggia jivo .se un' altra direziono, ed a me 1' animo crebbe, cosicché mi risolsi a passar Nog-gels. A Spiss un doganiere austriaco mi consigliò di pernottare a, Kompatsch, quindi passai (dopo non so quante altre volte quel giorno) la frontiera o montai rinfrescato dalla, pioggia in questo villaggio svizzero

. Quella sera stessa, celiando e badando al colloquio degli avventori, appuntai lo reminiscenze al ornarmi eh e del dialetto tedesco (del resto tirolese), c la mattina dopo in' insegnò il dialetto ladino il sig. landamano Giovanni Jon al, ottuagenario venerabile, che ora non trova più, nella vallo, una. dozzina, di persone che parlino ladino, ma che, si ricorda ancora. <V aver sentito da ragazzino suo padri; parlar ladino con vecchi contadini dalla parto tirolese. Con tentissimo delle mie conquiste

ritornai in quattro oro e mezzo a, IS anders sul sentiero noto: solamente per evitare quel benedetto sonaglio mi volsi verso Stuben al ponte dello stradoni 1 . La mattina dopo finalmente (29 giugno) il cielo si rasserenò. Io andai a piedi a »Sehlems, e prima di sentire una. parola del vernacolo ni' ebbi con gran piacere due prove del come io avessi scelto a ragion« questo villaggio; in primo luogo io sperimentai V elevazione con siderevole di quel bel sito al disopra dello stradone, .in secondo non

si trovava li neppur ]' insegna d' una locanda (ma più tardi vidi che era in via di costruzione un grande hotel). Nella, locanda più clic modesta che mi fu additata poi, io non feci clic dormire e, ordinaria mente, prendere i miei tre pasti al giorno ; del resto io usufruii del l' ospitalità ilei sopra detto rev. sig. A nd e or, lucendo in casa sua, gli studii con un bravo giovinetto ed una. amabile, giovinetta., col primo quattro sole ore, perch' egli era appena in grado di disfarsi della pronunzia

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Bücher
Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 16 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
delle 8 con un piccolo passeggio pelle strade per sentire un concertino militare ciato sotto le finestre d' un ufficiale a celebrarne il natalizio (e la guarnigione di Strasburgo era cosi numerosa, che ogni giorno cen' era un altro) e finiva alle IO di sera al suono della campana del coprifuoco („Lumpenglocke') col congedarmi dalla, compagnia di casa Böhmer, la cui affabilissima signora non indovinava eli' era lei ad imbandirmi 1' unico pasto eh' io mi facessi in quella cara città. Frattanto

nelle Alpi la neve avea ceduto il posto all' erbe germoglianti, ed io dovetti mettermi in cammino per viaggiare dalle sorgenti del Reno fino ai monti della Carnia. Lasciai Strasburgo alle 5 e mezzo di mattina (6 maggio) ed arrivai prima delle 7 di sera a Coirà. A Basilea feci colazione alla svizzera, ma poi non e 5 era più tempo per tali bagatelle, e fui costretto a passare quasi digiuno in quel paese rigurgitante d' alberghi, fino a Coirà. Studii bibliografici e simili mi trattennero quattro giorni

in quell' amena città. Oltre al sig. Balletta trovai lì e conobbi i sìg. professori Bàzzigher e Muoth, i quali mi furono larghi d' ajuto nelle mie ricerche. Sfortunatamente non mi fu dato di trovare il benemerito autore ladino Bühl er. Ancora ebbi alcunché da scrivere a Dissentis, ed il 14 maggio eccomi pronto al pellegrinaggio glottologico. Alla fonte del Beno anteriore, a Chiamutt, esposi il mio piccolo questionario ad una ragazzina che non conosceva il tedesco (a non dire dell' itali ano

), ma ci comprendemmo egualmente, e ritornai la medesima sera fino a Sedrun. Qui la figlia del mio trattore m' insegnò la mattina .dopo la diversità dialettale del Tavetsch inferiore, e mi rese di nuovo avvertito dell' influenza che esercita la scuola e con cui ella stessa aveva da lottare per non ispacciar per locali forme e suoni di quel linguaggio mezzo dissentisiano mezzo letterario che s' impone come parlata nobile dal Tavetsch fino al passo di Sehyn (pron. Sein), alla foce dell' Albula. Il 17. maggio visitai

1' amena valle del Beno medio. Era la seconda festa di Pentecoste, e per aspettare che la gente ritornasse di chiesa, feci una passeggiata fino a S. Gallo (verso il Jjùkmànier) e poi un po' nella Val Cristallina. Finalmente stanco dell' aspettare entrai a Perdatsch in una capanna murata, dove avevo visto un ragazzo attingere acqua ed un altro accendere il fuoco sul focolare. IT appoggiai alla postierla da servir contro i lupi o non so che altra bestia, guardai per 1' altra porta, che era aperta e che

15
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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 9 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
di nuovo bellissimo tempo, cosicché decisi di passare a Livinallongo. Sul giogo, sebbene il rev. sig. Michele Agostino m' avesse precisamente additato la via e sebbene la carta geografica militare m' ajufcasse di soprapiù, però per sentire qualche parola del dialetto domandai ad un giovane guardiano di pe core, se io andassi bene. Egli rispose: „Ai', ed io capii bene questo discorso dissillabico ricordandomi che in Gardena „he' o „hei' è una specie -cT affermazione. Il ragazzo che a Livinallongo

la mattina dopo mi doveva servire da maestro, ne era impedito perchè un signore da Innsbruck 1' aveva preso qua! guida per Corvara; F oste me lo disse un po' tardi, ma io tenni dietro alla compagnia e la raggiunsi dopo una mode' ora. Cosi la malavventura si cambiò in fortuna, perchè ebbi il piacere di conoscere quel buon commissario di finanza e menai quasi prigioniere un maestro di lingua. Le lezioni che il giorno dopo egli m' impartì, non erano del tutto soddisfacenti, ma in 8 ore qualehe- cosa potei

raccapezzare da lui. Il monaco e maestro di Corvara mi menò innanzi un suo nipote che m' insegnò il badioto di quel luogo. La domenica (12 ottobre) m 1 incamminai per Badia, la mattina del lunedi per Campillo. Non trovando in questo villaggio nessuna osteria ne uscii e salii fino ad una capanna da fieno, 4ove avevo visto un gruppo di fanciulli di varia età,' Parlai loro parte in italiano parte in badioto (che non conoscevo ancora bene) ed aspettai il padre, che, come dicevano, doveva subito scendere con

16
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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 24 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
. n Dopo una breve sosta m' avviai di nuovo per la. Val di Non, nella quale questa volta entrai dal sud, vale a dire dalla stazione di S. Michele. Faceva caldissimo, e temporali s 1 aggiravano pei monti; dopo ciò uno sguardo sulla carta dello stato maggiore mi determinò ad incominciare il viaggio circolare a destra (alla riva sinistra del Noce), giacché per là era più facile giungere ad un villàggio sito un po' lungi dallo stradone. E la scelta di Vigo mi riuscì iratissima, chè ivi trovai un gentile

E u i n a t s c h a da Münster, che avevo conosciuto a Merano, lo cercai (7 luglio) pei campi, ed il dopopranzo .ci mi diede ancora, una lezione di più dì due ore. Arrostito quasi dal sole ritornai a Täufers. Una. lettera importante me 1' aspettavo già da giorni, ed ora mi venne in niente elle e' è ancora un secondo Täufers nei Tirolo. Per telegrafar colà -era d 1 uopo di passare a Mais. Ma prima feci una visita al rev. sig. parroco di Täufers, Giovanni K-ufin at scila, e n' ebbi notizie simili a quelle del suo coetaneo

J en al. Ed infatti è interessantissimo di sapere come anch' egli abbia reminiscenze d' un' epoca di minore germanizzazione, in quanto eh' egli stesso non sa quasi nulla del ladino, ma ebbe alla scuola popolare un' condiscepolo che in casa parlava ladino. A Mais dalla mia finestra mi godetti dell 1 aspetto dell' örtler, solo diletto *d' alpinista di cui la stanchezza, quella sera, mi lasciasse ancora fruire. Il giorno dopo lo passai in due carrozze, delle quali 1' una mi trasportò a Merano, 1' altra a Bolzano

17
Bücher
Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 12 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
curarmi un colfoscano prima, in tre scuole a Bfuneck,,. poi dal sig. maestro a Lorcnzcn. Quest' ultimo volle presentarmi ad una badiota, e questa donna finalmente mi nominò un giovane nativo da Colfoseo, allora servo presso un contadino a Reischach, Io m' afrettai d' andarvi attraverso i prati paludosi; dal contadino, che ili quel momento coi figli c domestici suoi sene stava a mensa, ottenni un permesso di tre ore per quel servo, e con questo poi mene stetti insieme fino alla partenza del

treno • che mi condusse da Brunock a Bolzano. ■ Cinque giorni dopo mi misi di nuovo in cammino. Alle sei di . mattina (28 ottotre) uscii dal mio cafè Fra ss, sul ponto del Talfer raggiunsi un omnibus che andava nella mia direzione, montai e così potei risparmiare le mie forze fino a S. Paolo (Uberetscli). Allora io presi T antico sentiero per la Mendola nella Yal di -Non. Avanti Dàmbel sbagliai la strada, ma perchè sulla carta trovai il segno di ponte laggiù alla Novella, non mene .curai e scesi

fino al rivo. Sfortunatamente sulle carte dello stato maggiore austriaco il segno per ponte e quello per molino si rassomigliano molto, ed io fui costretto o di risalire o di prendermi un bagno. Io preferii quest' ultimo ed arrivai sano e salvo al chiaror della lima a Cagno nelF albergo alla Rosa, La mattina dopo interrogai a Bramo un giovinetto procuratomi dalla gentilezza del rev. sig;-curato; e dopo pranzo a Cagno, il valente Gius. Vi sin tain er m' insegnò la pronunzia del nònese in questa

parte del distretto. Il padrone e la padrona di casa m' invitarono a passare un' oretta dopo cena nella loro compagnia sul focolare, e fu in questa cerchia che per la prima volta mi sentii preso da quel sentimento che ci con fonde ed inalza, insieme, noi altri tedeschi, quando conversiamo con affabili rappresentanti d ! una nazione, che vanta una civiltà più vec chia, e quindi più profondamente incarnata nel popolo intero. Per avere una conoscenza superficiale dell' ampezzano mi fermai

il IO e 1' 11 novembre a Bressanone. Il rev. sig. Mitterrutzner mi mandò Uno scolaro del ginnasio, ma il piccolo Fulgenzio aveva appena un 1 .ora di tempo al giorno e mi raccomandò il suo compa- . triotta Agostino ■ che frequentava la scuola popolare ; questi m 1 insegnò con piacere il suo dialetto ladino, o forse meglio italiano. Cercando invano un lassano nel seminario vi conobbi il dottissimo professore Mischi (proli, alisei) da Camp ilio, al quale la glottologia ladina un giorno sarà debitrice di molto

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Jahr:
1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 25 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
Ir08, che mi fornì con piacere ed autorità i primi insegnamenti sulla geografia dialettale, della vallata. La sera del giorno seguente arrivai a, Tres. La padrona, madre di quattro bambine, pareva un poco sfiduciata, forse perche io ero il primo avventore il quale non le avesse manifestato già nei primi cinque minuti che mercanzia egli vendesse; ■ ma dopo la cena ella mi promise per la mattina veniente una- delle bambine come maestra. Lì ed a Vigo io vidi clic m' avrebbero giovato conoscenze

più intime della lingua veneta, .perchè appunto le parole più frequenti (p. e. io, egli, fo, vuoi, vanno) sono poco conosciute dagli illetterati nella forma toscana. Però la lezione riuscì abbastanza bene, sicché a mezzodì (13 luglio) potei già intendere a Corredo un giovinetto di 14 anni, e la sera, nv impartì a Cles un ragazzo molto adatto una lezione in quel parlare del capoluogo che tiene un pochino più del veneto. Il 14 luglio esaminai il dialetto della parto destra del Noce ancora iti due

è (si scusi 1' antilogia) la lingua di corto del popolo, io non sono sicuro se il mio bravo ragazzo, sedotto dall' intelligenza dello scolaro interrogante, non abbia qualche volta risposto con una parola notagli sì dalla bocca del prete, maestro, giudice, medico ecc., ma non popolare. In un dialetto più caratteristico tali sbagli si tradiscono palesemente da per sè. Il 18 luglio lasciai Cagno. Nel primo villaggio della Val di Sol dovei ripararmi dal temporale. In quest' oretta di Sosta io sentii all

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1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 8 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
valli ladine del Tirolo meridionale, ed è intéressante di sapere che s'' incontrano nelle scuole di Bolzano molti gardcnesi,. badioti e, mareb- bani, alcuni nònesi e livinallonghesi,- dirado fiammazzi; per completar questo bozzetto storico aggiungerò che a Bressanone si. trovano nelle scuole molti livinallonghesi, ampezzani, badioti, marebbani e gardenesi, a Merano nònesi e cattolici dell 1 Engadìna bassa e della Val di Mo nastero, a Trento (nelle scuole italiane) fassani, fìammazzi, nònesi

, solandri e veneti' e lombardi delle • altre parti del Tirolo meridionale. Dopo ciò si capirà perchè Bolzano nv abbia servito di quartiere generale nella mia spedizione ladina. Poiché il libro del mio amico. Dr.. Giov. Alton sugli idiomi ladini parlati nella valle della Gàdera o nelle vicine era apparso, mi credei obbligato anzitutto d' avere in mira la valle sullodata.- Il • sig. Hancke, direttore della scuola magistrale di Bolzano, mi rac comandò uno dei più bravi scolari suoi, Carlo Tàmmfers

da S.'Vigilio (Pieve di Marubio), giovane di 19 anni allora, che prima d' entrare nella carriera pedagogica avea custodito le pecore nel. Kauthal e fatto il mestiere di lattajo. Basteranno queste indicazioni per dare un' idea- dei profitto eh'-io trassi dalle 30 lezioni dialettologiche del T àmmefs fino al 4 ottobre. . * Il primo ottobre feci la mia prima visita, al Mitte rr.utzne r a Bressanone. Egli faceva colazione, quando picchiai alla, porta della sua modesta celietta, e accorgendomi di giunger fuor

di tempo volevo ritirarmi, quando egli, prendendomi per un mendico, con aria caritate- ,voìe mi disse: „L ! aggiusteremo subito' e mi fece entrare. In viaggio, ne convengo, non sono vestito da capitalista; però la colpa di quello scambio la cercai piuttosto nel mio viso che avrà riflessa la nullità che sentiva in me all' aspetto del reverendo e grande uomo. Dopo un' oretta partii riconfortato e contentissimo d' avere osato far questa visita. • Tre giorni dopo cominciai un viaggio a piedi per la valle

della Gàdera. Da Bolzano a Waidbruck andai colla strada ferrata, e già nel vagone sentii parlare gardenese. Quando uno di questi gardenesi si mise a» sostenere rimpetto ad uno straniere il gardenese non essere che un italiano corrotto, non potei trattenermi dal proteggere il povero dialetto oltraggiato, e allora fui subito riconosciuto. Da Waidbruck salii a Lajen, dove nel 1877, attratto da reminiscenze letterarie, avevo fatto uno studinolo del dialetto tedesco che forse era anche quello

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1882
Viaggi ladini : con un saggio statistico
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Seite 31 von 48
Autor: Gartner, Theodor / fatti e narrati da Teodoro Gartner
Ort: Linz
Verlag: Wimmer
Umfang: 45 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: 1.051
Intern-ID: 184162
, e la .locandiere m' offrì subito tre ragazzini a scelta. Quel dodicenne a cui io diedi la preferenza mi servì a maraviglia per tre ore. Alle 6 di mattina incominciai 1' erta ma bella salita di Pàdola nel Comelico superiore. L' ostessa, in questo villaggio, ini portò suo figliuolo dodicenne vispo ed accorto. 11 dopopranzo mi recai in fretta ■a S, Stefano nel Comelico inferiore per conoscere le tracce che il ladino poteva aver lasciate nel sito romanzo più alto sul Piave, lì non riuscii entrare in grazia del

, ma in quella vece ini fer mai un' ora nella birreria Kratter a Grranvilla nella bella e netta Sappada, regione tedesca-, dove nasce il Piave, e poi mi recai nel territorio del Tagliamelo. Delle nuvole un pochino fosche mi spinsero, e dalla premura io mi dimenticai di domandare alla posta di Sappada se vi fosse una lettera del Wolf del quale n' aspettavo una lì. Per riparare a questa dimenticanza io credevo ci fosse un- rimedio molto' semplice, di scrivere cioè due linee su d' una cartolina postale

e d' inviarla da Pomi Avoltri a Sappada, da dove fra 24 ore mi sarei sperato la risposta. Ma invece no. Pel primo le cartoline postali sono cose rare nei villaggi del Regno (e ciò si spiega bene dal loro prèzzo pel commercio interno), in secondo luogo Avoltri e Cima Sap pada, sebbene a cinque soli chilometri distanti, appartengono a due province differenti, le lettere adunque devono andar in giro per due giorni per riverire prima le capitali Udine e Belluno. Tali imbarazzi uno stranièro ingenuo non li può

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