davano a produrre versi e prose ridondanti di sole frasi, ii più delle volte sterili d’ognt buon concetto, e solo fatte per rendere un chiasso momentaneo. La stampa ce ne trasmise, e chi volesse assaporarne alcuna, veda 1 Accademia degli Accesi aperia in Trento (Trento, Alberti, 1629), o gli Affetti riverenti al V. P. Carlo Madruzzo (Trento, 1630), o le Muse n» danza intorno alla cuna dell’Arciduca Leopoldo (Trento, Bruitati, 171). De’ nomi di questi Accademici non ce ne occupiamo, diremo
di alcuni che furono scrittori di qualche vaio distinsero dai loro colleghi. Ricordiamo primi, il p. Pie t Zandrqni di Trento, che lasciò fama di felice P® e ^ a ' p. Agapito di Fiemme, che fu Francescano e pubblicò i 1 bro intitolato Flores grammaticales arabici ìdiomaiis (Fata , 1687 ).; Bartolammeo Ci anelli, che fece un libro di grammi latini (1692) in lode del P. V. Giuseppe Vittorio g Alberti. — Antonio Ceschi di Santa Croce nativo di Borgo e istitutore del Consiglio dì quella Comunità, compose
pera sulle bellezze e la perfezione della lìngua latina. ^ Girolamo Battaglia da Ponte Alto trentino, dottore in ^ le leggi, e Tesoriere della città di Trento negli anni 7 5 ? compose l'epigramma che sta in principio del libro di Stefano Pozzo De jure asyli (Tridenti, IJUÌ, e volsi P ure che lui la descrizione di Trento, che si legge nell’ Italia Sacra e*- rUghelli, t V. p. 584. — Romporto Bernardino^ no i e trentino, Dottore Collegiato, e membro dell’ Accade«« degl. Accesi ; vien lodato dal