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Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Seite 201 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
2ÓI Ve nzi Qn - 111 Vl £ ore s ^ no alla secolarizzazione del principato. Le con- stato, / P rece denti statuite tra i vescovi e i conti del Tiralo erano aKni:^ da _■' polite dal Concilio di Costanza, e dovevano essere sostituite a «re. Ci '»■ trovai re - Cosi era almeno nella mente del Conte e del Vescovo, questi aii a ° Vare un appoggio alla propria debilezza, e quegli per rendere Vole ; aa potenza estensione maggiore. Il Conte si dichiara perciò di -we proteggere il Vescovo, di mantenerlo

e di difenderlo nelle sue Negative, ragioni e diritti, e il Vescovo accorda a lui il diritto di e nf r; a ' are a piacimento nelle fortezze e nei castelli del vescovato ; pro di assisterlo con tutte le sue forze e di non far guerra ad l'ÌA alc ^no s dihette r ^ assent ™ento del Conte. Entrambi poi si obbligano di 0 a d ne ^ Caso d * discrepanze, ad arbitri eletti da ambe le parti, a Cc 0r( p so P rai dwtro, se gli arbitri non s’ accordassero- 1 ). E questi fur 0llQ J _^. lleste compattazioni, o compattate

allora il pontefice Callisto, e questi t 1 tv» - canonico di Passavia destinàto oratore alla Santa Sede dal- j . J ***<-w. v CLIlA/i CU li |JVJ1 i J tJlv/j v ^ a prima prebenda vacante sia conferita a Giovanni Hin- 1*. 9 Ct operat ^ a n 2e , ^ e derico III. Ei mirava a dar termine alle lunghe ri.- ° a astero et’ 6 ene d e tto, e quindi riconferma la soppressione del ì ^rWi, U . ed a * canonici, affinchè senza dilazione mettessero 1 Hin dj * nca ri ' 8l en a , V, incorporazione di esso alla

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Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Seite 334 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
19 poconsole si tiene fermo al parere, e i consoli si dividono, prendendo gli uni la parte del loro capo, gli altri abbracciando il contrario par tito ; e questi, anche dopo 1’ ottenuta conferma, si mantengono ostili, facendo istanza all’ Imperatore, affinchè si provveda con un vice pretore. La lite era poco decorosa, e tuttavia gli opponenti nominano in loro difensori gli avvocati Guarinoni, Bomporto e Geremia; il Ma gistrato è diffidato a presentare tre soggetti per vicepre.tori, e la contesa

incomincia a farsi Fastidiosa al paese, tanto che il Capitolo pensa a finirla, valendosi del preposito Liduino Piccolomini, eh’ era persona bene accetta da ambidue i partiti. E costui, dopo due giorni di fa ticóso maneggio riuscì ad acconciare le cose in ordine alla pace *)■ E intorno a questo tempo si fece altresì una contesa tra il Magistrato e i padri Gesuiti ; ma in essa il Magistrato rimase soccombente. Trat- tavasi di rimettere alla scuola due figli dei cittadini Polli e Chiusole espulsi pel solo

motivo di avere assistito ad un ballo 3 ). - Scorso un mese circa dalla morte dell’arciduca Sigismondo Fran cesco, i canonici si raccolgono net sacrario della cattedrale per la elezione del nuovo vescovo* ed è eletto a voti unanimi Ernesto Adal berto dei conti di Harrach, arcivescovo di Praga e cardinale, il quale era pure canonico di Trento. L’ atto, di questa elezione, o postula zione, come dir si voglia, segui il 31 luglio 1665 3 ); il pontefice lo confermò a dì li novembre, ed il vescovo eletto

, ottenuta l’investi tura delle regalje (18 decembre), prese possesso della nuova dignità per mezzo del suo procuratore Liduino Piccolomini (8 luglio i666j. Assisteva a questa cerimonia il commissario imperiale quale reggente la contea del Tirolo, e questi pretendeva di avere parte nel confe rimento del temporale ; ma i canonici gli si opposero, dichiarando eh» il vescovo non riconosceva altra autorità fuori di quella dell’ Im peratore dal quale teneva il principato come feudo dell’Impero 4 )- Il vescovo

non ci veniie prima del giorno 7 settembre, nel quale fece il suo solenne ingresso da Porta s. Martino. Vi fu ricevuto sotto un arco trionfale ornato di moltissimi emblemi, di statue, d’iscrizioni, di festoni e di fregi d’ogni sorta 3 ). Ve lo attendevano il clero ed il popolo, e di là fu accompagnato processionalmente in duomo, ed al castello tra le acclamazioni dei cittadini, e le moschetterie delle milizie che si tenevano schierate lungo la via 6 ). E quasi contempo- d ) Manci : Annali citati

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Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Seite 307 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
erede della Contea di Challant e del castello Madruzzo. Carlo Gau denzio, compiti i suoi studj ad Ingolstad e in Pavia, fu dallo zio mandato alla Corte di Roma, dalla quale ottenne i primi onori e le prime prebende. Fu nominato abbate di san Carlo di Besanzone, poi canonico di Trento, coadiutore ed amministratore del vescovato tren tino, e in fine vescovo di Smirne, e come tale fu consacrato dai ve scovi di Kiempsee, di Feltre e di Verona. Alla morte dello zio prese il possesso del vescovato

e drapperie d’ ogni genere, e di un arco eretto al Cantone che superava tutti gli altri in grandezza ed eleganza, bello oltre ogni dire, ricco di figure, di simboli e di motti, tale da attirare 1 ’ attenzione di tutti. Al Castello fu dato uno splendido ban chetto, e vi furono i ricevimenti di confetture che la città usava in viare al Vescovo nel giorno del suo esaltamento, e quelli della gio ventù studiosa, che agli omaggi rassegnati al Principe Vescovo univa lo spettacolo d’ una rappresentazione

l’ar ciduca Massimiliano, affinchè adoperasse la forza contro chiunque osassé infrangerla. Nell’ anno 1604 ricevette dalle mani del conte Marco d’Altemps il berretto cardinalizio, e le feste si rinnovarono ; indi fa visitare la diocesi dal suo suffraganeo vescovo di Gempoli, e dà accesso ai Carmelitani, ed ai Gesuiti, che vennero in Trento, e presero stanza, i primi alle Laste al luogo, dove da qualche anno §’era destata la devozione per un’ imagine della Madonna contenuta in apposito tabernacolo

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