19 Ergebnisse
Sortieren nach:
Relevanz
Relevanz
Erscheinungsjahr aufsteigend
Erscheinungsjahr absteigend
Titel A - Z
Titel Z - A
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_122_object_5191165.png
Seite 122 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
Va di là a Ter meno, poi a Bolzano, e nel convento di san Michele, e altrove, sempre tutelato dai conti del Tiralo. Piega docile alle voglie di Mainardo, che sempre intento ad allargare i proprj dominj, si fa investire del castello di Mezzacorona, del dosso di santa Lucia in Anaunia, delle pievi di santa Giustina nel tenere di Bolzano, della pieve di Less nella diocesi di Coira e del maso alla Pietrarossa dì Termeno *)• Nel principio del 1273 Mastino della Scala inviava un grosso esercito

comandato da valorosi capitani sotto Riva con l’intendimento di assoggettare quella terra al dominio di Verona; ma non ci riuscì. Oderico Panceria d’Arco vi dirigeva le operazioni di difesa, e tale e tanta fu la resistenza incontrata, che i Veronesi dovettero ritornarsene senza frutto 1 ). Il Vescovo Egnone era tuttora a Bolzano; e cono sciuta la difesa operata dal prode Archesano, concede a lui (20 marzo) la custodia della torre e del castello di Riva, e promette di pagargli 150 lire veronesi annue

si comperino tanti beni ed affitti, quanti bastassero a mantenere un sacerdote obbligato agli ufficj divini dell’altare di Maria Vergine da lui eretto nel duomo 4). Pare sia morto non molto dopo 0 ), ed è certo, ch’egli moriva estre mamente disgustato degli uomini e del tempo, che correva avverso alle dominazioni temporali de’ vescovi. 1) Alberti: Annali cit. pog. 152 e seg. 2) Vergi : Storia della Marea Trevigiana ecc, I, pag. 206. a) Vergi : Opera citata , II, Docuro. pag. 149. 4 ) Alberti: Annali cit

1
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_138_object_5191181.png
Seite 138 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
Veronesi e i Mantovani. Con queste forze unite scende nella lizza contro i Conti del Tiralo, e vi si fece guerra spietata e micidiale, ' tale da ridurre t combattenti di ambi le parti a sentire il bisogno della pace. Se ne fa mediatore Sigifrido, vescovo di Coira, ed al cominciare del i3q2, comparsi da una parte i Conti con i loro aderenti, e dal- 1’ altra il vescovo Filippo, Bartolomeo della Scala capitano generale de’ Veronesi, e Guidone di Bonacolsi mantovano, facenti pei loro • Comuni

tenuto d’ implorare dalla Santa Sede pei Conti e per tutta la sua diocesi 1’ assoluzione delle scomuniche e dell’ interdetto ; di rilasciare in mano di Sigifrido il castello del Buon Consìglio, e la torre Vanga; di au torizzare i Conti a reggere la città nel temporale per mezzo d 1 un loro capitano, e di tenervi un suo vicario generale per il governo delle cose spirituali. I Conti doveano restituire 1’ usurpato, il quale sarebbe amministrato dal vescovo di Coira mediante capitani da luì delegati. Con

le rendite vescovili doveano essere stipendiati ì presidj del castello del Buon Consiglio, di casa Vanga, Castel Trento e delle porte della città. Dovea inoltre il Vescovo rendere annualmente ra gione a scelti arbitri dei frutti percepiti dalla sua Chiesa: 1 ), sancire le sentenze, che fossero pronunciate dai Conti, perdonare ogni eccesso ai preti loro famigliar!, e ritenere valide le condizioni espresse nel- Y atto di pace. Il Vescovo potea fruire liberamente del territorio a lui assegnato ; doveansi

abolire le pretese dei Conti sul castello del Buon Consiglio e su la casa Vanga; e-se il Vescovo morisse, prima di avere ottenuta la promessa assoluzione, il vescovo Sigifrido i) Nota l’Alberti (Annali eco. pag. 200), che in due registri vescovili dell’anno 1300 sono indicati i poderi liberi spettanti al vescovato lungo l’Adige, gli affliti e le annualità dovute alla Camera por questi poderi^ e dalle curie di Trento, Àia, Arco, Cedro, Magnano, Cles, Volsana, Malé, San Tomaso e Bolzano, non meno che

2
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_350_object_5191393.png
Seite 350 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
maneggiando affari di grande importanza, e segnatamente quello, che dopo lunghe pratiche ebbe a menare il Duca di Savoja, suo cugino, ad avvicinarsi alla Corte imperiale, il generale Vendome, nell’intento d unire le sue forze a quelle dell’ elettore Massimiliano Emanuele di Baviera, penetra nel Trentino con un’ armata di ventimila fanti e diecimila cavalli. Vi sì faceva precedere dal Medevis, che comandava al suo antiguardo, ed occupava sul finire di giugno e il cominciare del luglio (1703

) il versante meridionale del Montebaldo. Alla Bocca di Ravenne e su qualche altro punto ebbe a respingere, combattendo, un drappello d’Austriaci uniti a parecchi terrieri; giunse a Rovereto a dì 20 dello stesso mese, e vi fa incetta di uomini. I Roveretani ne sono scompigliati, e più si sentono scossi dalla paura quando si videro di fronte a nemici che s’ avanzavano lentamente, disertando le terre dell’Alto Adige, e quando intesero che l’elettore Bavarese uvea già sorpassati i confini del Tirolo. Pensavano

di essere presto tra due fuochi, e trepidavano ; molti cercavano salvezza ai monti, ed il Vendome del resto, prendendo di mira Trento, lascia all’Adige una parte del suo esercito, e con la maggiore prende la via del Sarca ed arriva dinanzi ad Arco, dove è costretto ad arrestarsi. Gli Archesi gli chiudono in faccia le porte della città, e resistono all’ impeto dei cannoni, finché, sfondata la Porta Scaria (9 agosto), vi entrano i militi ; i quali, espugnato il castello, si scagliano sugli abitanti, e fat

. V’arrivarono (28 agosto) accompagnate da parecchi religiosi, ed ebbero alloggio gratuito da Nicolò Beltramini nella casa che teneva presso il convento dei Cap puccini 4 ). I rimasti ricorrevano alla difesa aiutati dal generale Solari, che ci venne con quattromila soldati. Si barricò con sassi e mine la strada del Buco di Vela; ma il Vendome si tenne al monte, e giunto a Cadine prende stanza in casa dei Balduini, e vi stabilisce il suo quartiere generale. Indi fa esplorare tutte le vie, e lasciata

3
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_154_object_5191197.png
Seite 154 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
il marchese di Brandenburg©, conte del Tiralo, occupava la parte superiore dell’Adige. Siccone continuava a mostrarsi ostile alle in tenzioni del Vescovo, e avea partiggiani che lo inducevano ad agire d* accordo con il Marchese e l’Imperatore. Il Vescovo era minac ciato da ambe le parti, quando Luchino Visconti, Signore di Milano, nel giugno 1346, inviava lui buon numero di fanti e di cavalli. Al-' nettanti, e più, ne riceveva Siccone da Mastino della Scala e dai Castelbarco ; ma una contesa

sorta tra Siccone ed Angelmario di Villanders che teneva allora il vicariato di Feltra e Belluno, fece piegare la cosa in favore del Vescovo. Angelmario accortosi, che il Simiore di Caldonazzo mirava a soppiantarlo dal posto dr vicario, s’accorda con il vescovo di Trento, e a forze unite, muove contro' di lui. Espugna i castelli che quel Signore teneva in Valsugana, © lo costringe a fuggire. Inseguitolo, Io .sorprese a Bolzano, e non gli rese la libertà, se non per la mediazione di Jacopo di Carrara

, cui dovette pagare, cedendo al Carrarese la fortezza di Covolo, e ad Angelmario la chiusa del Marter, oltre a sei mila fiorini d’ oro, che fu tenuto sborsare uno sull’ altro 1 ). Lodovico di Baviera versava allora in gravi angustie; il pon tefice Clemente VI avea rinnovati contro di lui i fulmini della Chiesa; e brigava in Germania, perchè venisse eletto un nuovo imperatore. Designava agli elettori Carlo, figlio di Giovanni di Lussemburgo e margravio di Moravia, che gli avea fatte le più

vollero ricevere Carlo IV 2 ). La Germania non era adunque per lui; e, costretto ad andarsene, si riparò in Francia, e poi in Boemia, di dove in abito di pellegrino, nel febbraio 1347, pervenne ìn Trento, invitato da alcuni cittadini e foresi stipendiati da Luchino Visconti 3 ), che gli dann speranza di ottenere il dominio della città contro i due Lodovici, suoi rivali. E quivi s’ appallesa ai legati del Visconti, di Mastino della Scala, del patriarca d’Aquileja e dei Signori 1) Vergi : Storia della

Marca Trevigiana, XIII. pag. 32, — Frap porti: Opera cit pag. 463. — Alberti: Annali cit. pag. 240. 2) Duller -. Storia del popolo tedesco , vers. it. Torino, 1853, 1, p. 3]q; 3) Murature Rerum Italianum scriptores , XV (Cronicon Estense ), 433.

4
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_168_object_5191211.png
Seite 168 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
I papi erano tuttodì in Avignone ; ma il loro potere nelle cose temporali scadeva ogni giorno più. Giovanni XXII ve lo aveva svi gorito interamente, credendo di rassodarlo colle sue pretese, e papa Urbano V, eh’ era succeduto ad Innocenzo VI non avea ottenuto miglior fortuna. Egli vedea di mala voglia il decadimento del papato e si sforzava d’ impedirlo. Troppo palese sì faceva 1’ inettitudine del clero per ogni sorta di buon governo, troppo profonda la confusione delle cose spirituali con

solenne amba sciata con-le chiavi della città, ed il Papa entra in Roma tra le ac clamazioni del popolo e i festeggiamenti del clero. Ma il Cardinale moriva poco dopo, e il Papa scoraggiato per tale perdita, fe’ ritorno in Avignone (i370), dove morì nello stesso anno a dì 19 decembre Gli successe Pietro Roger, nipote di papa Clemente VI, il quale si disse Gregorio XI ; e fu lui, che mosso dalla forza delle circostanze ebbe a ristabilire la Santa Sede in Roma (22 settembre 1376). Ma un tale

ristabilimento non fu felice, perchè seguito da uh epoca ma laugurata, in cui più papi scesero a sfidare impunemente gli oltraggi della- cristianità per tenersi fermi al potere; epoca che s’intitola del grande scisma cP Occidente, il quale sortì dallo stesso collegio dei cardinali, e fu reso irrimediabile. Ora veniamo di nuovo al nostro Vescovo. Egli, essendo oppi gnorata al suo vescovato per 15 mila fiorini la giurisdizione di Porgine ve la faceva amministrare a nome suo, malgrado che rimanesse dei Conti

del Tirolo. Nell’ anno 1376 i Perginesi, trovandosi aggravati per certe novità, che il Vescovo introdusse nel valore delle monete' e nella giudicatura, fecero ricorso al duca Leopoldo, il quale mandò ordine al suo capitano Federico di Greiffenstein di conservare Pero-ine con ogni impegno nelle sue antiche consuetudini; cosa che fu & p 0 i rinnovata nell’anno seguente !)• Ec’è inoltre da osservare, che nello stesso anno ( 3 o ottobre) Bartolomeo e Antonio delia Scala spedirono ai Rivani, allora

5
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_159_object_5191202.png
Seite 159 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
a starsene lontano, benché figlio di Ulrico IV, e di Margherita di Carinzia prozia della contessa moglie al Marchese. La città veniva governata nel temporale da un vicario del Conte, e nello spirituale da un vicario generale del Capitolo, al quale era imposto di firmare gli atti spettanti alla sua carica con la formula nullo presidente pastore'*). E tutto era disposto in modo, che al Marchese, per dominare su l’intero principato, non rimaneva, che di guadagnare a sè i più potenti vassalli della Chiesa

trentina, e di togliere dalle mani del Carrarese il Pergìnese. A Riva non ci pensava, chè questa era stata data dal vescovo Giovanni in pegno a Mastino II della Scala, il quale non avea ricevuta dal ve scovo la regolare consegna, e tuttavia la faceva occupare dalle sue genti (1350), e costringeva i conti d’Arco a considerarsi quali suoi vicari e capitani generali Nello stesso anno combinava un matri monio fra Cangrande, suo primogenito, ed Elisabetta figliuola di Lo dovico il bavaro, sorella del

Marchese di brandenburgo. Le nozze si fecero in Verona (22 novembre) alla presenza del Marchése sur riferito, di Siccone di Caldonazzo, e di molti cavalieri e matrone con i più splendidi e ricchi ornamenti 6 ). Ma nell’ anno seguente muore Mastino (3 giugno), e a lui succede Cangrande II; il quale fu a Trento nell’anno 1353, ed assistette ad una Curia tenuta il primo giorno dell’ anno, nella quale furon fatte giostre e torneamenti splendidissimi. È detto, che lo Scaligero v’ avesse atterrato il conte

. pag. 106. °) Benacus, pag. 26. — Deduzione sopra i confini del lago dì Garda à termine della Ragion delle genti , pag. 20. 6 ) Muratore Rerum It. script. XV, Chron. Est. 462. 7 ) Muratore Rer. It. script. Chron Est. XV, 473.

6
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_141_object_5191184.png
Seite 141 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
E mentre tali cose si compivano nel Trentino, un’antica tra dizione ci dà, che Dante Alighieri, peregrinando da Verona, fosse stato ospitato nel castello di Lizzana da Guglielmo di Castelbarco. Ciò dovea succedere tra gli anni 1303 e 1304, quand’ egli non avea ancora pubblicata la prima cantica del suo Poema immortale *) ; quando dal suo primo rifugio e primo ostello , che fu la cortesia di Bartolomeo della Scala, salì a vedere il lago di Garda, e ne ammirò le fonti, e il luogo che è nel mezzo

, dove i tre pastori di Trento, Brescia e Verona segnar potrìa ; quando, ascendendo lungo il corso dell’Adige, prese dalla ruina, che è nel fianco dì qua da Trento, imagine del burraio che mette dal sesto al settimo cerchio del suo Inferno ; mina, che i più ci danno con il Tartarotti 3 ) per quella di Marco, mentre pochi altri opinano con il padre Cesari, che sia quella del Cengia rosso presso il castello della Pietra 3 ). E fu altresì circa questo tempo, che fra’ Dolcino avea bisogno di essere

avvertito a tenersi ben provvisto di viveri, perchè stretta dì nevi Non rechi la vittoria al Novarese. Di. fra’ Dolcino era vivissima la memoria nelle nostre valli. Fu di Romagnano nel contado di Novara ; avea abbracciate le opinioni religiose di Girardo Sagarella, monaco parmigiano 4 ) ; e, cacciato di patria, venne in Trento, e vi si fece Umiliato ; ma il chiostro non era fatto per lui. Conobbe presto certa Margherita di Trank, giovane di natali generosi ed educata tra le mura del Convento di santa

Ca terina s ), fuggì con lei, e si rese ai monti che dividono la diocesi di Novara dalla Vercellese (1303). Colà con molti proseliti di fede poterono i due fuggiaschi resìstere contro gli assalti de’ loro nemici, finche ridotti agli estremi, furono presi e mandati al supplizio per sentenza del giudice di Vercelli, Guglielmo Tondelli. Lungo ed atroce fu il loro martirio ; ma non gli aculei, nè le tanaglie colle quali ve nivano loro strappate a brani le carni, nè le lamine roventi, ebbero forza di cavare

7
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_157_object_5191200.png
Seite 157 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
157 marchese Lodovico entra intanto in Trento, vi dichiara abolito per sempre il dominio del vescovo, e chiede che gli sia prestato il do vuto omaggio !). • A’ dì 28 ottobre 1848 il Papa avea nominato vescovo di Trento un Giovanni III da Pìstoja ; ma il Marchese non io volle riconoscere, onde avvenne, che il neoeletto, venuto su pel Garda, si trattenne a Riva, contento della signoria di quella terra e delle vicine castella. Clemente VI 1' avea raccomandato al Visconti, ma da lui non ottenne che

scarsi soccorsi, tali da non poter agire contro 1’ ostinata oppo sizione del-conte del Tiralo, e di dovere rimanersi tuttavia impacciato nelle proprie finanze, già aggravate da debiti incontrati, e in ispecie presso certo Lippo degli Ammanati di Pistoja, capitano di Brescia. Se ne volle cavare, ed a questo fine scende a Verona, e il 29 no vembre 1349 cedette, con il diritto di ricuperamento, a Mastino II della Scala il dominio di Riva con Tenno, Ledro, Tignale, la valle di Cavedine ed Arco per 4000

, e della quale ci dà una splendida descrizione il Boccaccio nella Introduzione alle sue famose Novelle. E ci venne con tutte le esagerazioni del volgo credente in ogni sorta di racconti, che servivano ad aggravare il male ed à renderlo più spaventoso. Veniva detto, ed erano anni di mas sima ignoranza, che la malattia fosse venuta con un globo a più colori apparso nel cielo; il quale, cadendo s’aperse, e portò il fetore che ammorbò 1’ aria e produsse il male desolatore. E si bucinava altresì, che una

lettera arrivata dal cielo in Gerusalemme assicurava, che Cristo non avrebbe più misericordia con gli uomini, se questi non Ve lo costringessero a forza di penitenza é di elemosine. In Trento la moria non fu minore delle altre città invase dal morbo letale, e ce ne fa fede la cronaca di Giovanni da Parma, canonico della chiesa di san Vigilio, e testimonio oculare del terribile flagello ; cronaca che ci venne conservata da Innocenzo a Prato ä ), e fu poi stampata nel d) Vergi: Storia citata, XIII, pag

8
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_181_object_5191224.png
Seite 181 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
govèrno del principato verso un’ annua pensione di mille ducati. Poco dòpo.-va a Nicolsburgo, castello di sua famiglia, e là incomincia a reagire contro il Duca, facendo da prima sapere a tutti di essere egli solo legittimo signore del principato trentino, e ordinando che a lui dovessero far ricorso tutti i suoi sudditi. Indi ritratta le promesse è convenzioni fate con il duca Federico siccome estorte per vini et metum in constantem virimi, e così quella che fece con i cittadini di Trento

\ dichiara nulli gli atti che non partissero dalla sua autorità, é inculca a’ suoi vassalli di non prestai' ubbidienza al Duca, e di resistergli con tutta 1 ’ energia del loro potere. Interdice le chiese del suo vescovato, e dichiara scomunicato il- Duca ; ricorre alla Santa Sede ed all’ Imperatore, e riceve in ritardo dalla prima il cardinalato, è dal secóndo la promessa di protezione, e onorificenze. Il clero trentino, in base alla scomunica, sommuove le popolazioni contro Federico, e gli crea molti

di Lussemburgo, marchese di Moravia ; ma costui visse poco, e nell’anno 1411 Sigismondo si trovò solo al possesso della corona imperiale. E non andò guari che scoppiò la guerra tra lui e la Repubblica di Venezia. Egli chiedeva alla Repubblica la restituzione di Zara, e non ascoltato, mandava nel Friuli le sue truppe composte di undicimila Ungheresi sotto la condotta del generale Pippo Spano fiorentino (28 novembre 1411). Udine ed altre città riconobbero il re de’ Romani, tennero forte Sa ette e Brugnera

9
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_351_object_5191394.png
Seite 351 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
di arrendersi. E tosto si forma un cordone militare che si estende da- Gardolo a Mattarello, si dà mano all’erezione di sei bat terie ponendone una alle pile rimaste del ponte, una accortile del palazzo Galasso, e le altre agli orti Saracini, al Vo, al fossato, alle Garbane e all’ isola Wolkenstein. I Trentini con una parte de militi vanno allora ad accampare al prato della Badia sulla riva dell’Adige.- Da Porta san Martino si ordina, che ogni notte entrassero delle truppe a tamburo battente; ed erano

un morto ed un ferito, e pochissimi furono i danni che riportarono le case più esposte attesa 1 attenzione e la prontezza usata dai cittadini nel ripararle l ). Una di queste bombe si conserva'in duomo sotto il deposito del vescovo Adelpreto ; e mentre ciò avveniva 1’ elettore di Baviera veniva ricacciato sulle sue terre dal valore dei Tirolesi guidati da Martino Sterzinger degno- pre cursore di Andrea Hofer. Il Vendome n’ avea avuta notizia, e non dimeno ritenta d’indurre la città alla resa;, fa porre

una batteria alla Scala presso la cappella di san Giorgio, e minacciando la citta del- l’ultimo eccìdio, invia un tamburino a Porta san Martino con uri dispaccio che fu rimesso al generale Solari. Costui risponde, che nel l’assenza del Vescovo non può deliberare; ma il Magistrato è di di verso parere. Vede l’impossibilità di prolungare la resistenza, e no mina • per ciò una deputazione composta dei consoli Bevilacqua, BenassuUi e Manci, e la invia a quel Generale con la preghiera dì dare luogo

10
Bücher
Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1882
¬La¬ valle di Rendena : illustrazione
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/155221/155221_94_object_5267601.png
Seite 94 von 138
Autor: Gambillo, Carlo / Carlo Gambillo
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 125 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: II A-4.038 ; II 38.772
Intern-ID: 155221
Tauern, e le lo più eccelse cimo dolomitiche formano il magnifico'cerchio più lontano che chiude l’orizzonte. Dinanzi invece verso Sud Ovest abbiamo tutto il gruppo dell 1 Adam olio terminato a sinistra dalla cima triangolare e tozza del Care alto, ed alla diritta dalla punta aguzza delFÀdamello. Fra questi due colossi vediamo il Croz- zon dì Lares, quello del Diavolo, il Dosson di Genova, il Corno di Millero, il Corno bianco ed una piccolissima punta fra questo e FAdamello eh’ è il Salarno

. Partendo dalla Valle di Nardis sarebbe nuova la salita del Honte Gahbiolo (3410), raggiunto dal Payer polla vedretta Prcsanella venendo dal passo di Cercen, e che si può ascendero per la Vallo di Cercen che si apre al Nord della sera di Bcdole, Dalla Malga di Cercen al limite del ghiacciaio di Cercen si impiegano due oro ed altrettante per raggiungere la cima. Per la stessa via sì ascende alla Olmi CdlCiH (3276) solamente si sale per la cosi detta Scala di Cercen , ovvero si segue il ruscello

© si guadagnano le frane a sinistra well vedretta Cercen, e per scogli non difficili si giunge alla cima in 5 ore partendo dalla Malga. Nuove affatto 'sarebbero.lo ascensioni del Mólti Bofr- ttfl (circa 3300) cosi denominato dal Payer in onore, di Girolamo Bottcri di Strombo, che lo accompagnò nelle sue escursioni nel 1864, e cosi pure quella dell’ Ago di Nardii (3287), denominato' sulla Carta militare Cima Larda .

11
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_169_object_5191212.png
Seite 169 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
. La vendetta fu affidata a Stefano de’ Picardi, podestà di Vicenza, e questi con una buona mano di armati scende per Lavarone (26 giugno 1381) sulle giurisdizioni del Signore di Caldonazzo, e in ispecie su Castelnuovo, Telvana e Villa, e depredando e ardendo senza ri- gudfdo, se ne va fastoso a Marostica (19 giugno) con il ricco bottino riportato sopra genti infelici destinate a portare la pena dei delitti commessi dai loro padroni 3 ). E prima che si facesse questa impe tuósa scorrerìa il duca Leopoldo

, fatte le divisioni con il fratello Alberto (1379), diveniva solo padrone del Tirolo, di Feltre e Belluno, e conseguentemente di tutta la Valsugana feltrina. ' ■ Nell’ anno 1384 Leopoldo cedeva al Carrarese Feltre e Belluno con la relativa-Valsugana, dietro l’esborso d’una certa somma di denaro, e nell’ anno seguente si riaccendeva la guerra tra Siccone di Caldonazzo e Antonio della Scala. Il primo, che avea ottenuto un sussidio in truppe da Francesco da Carrara, era tornato alle rapine del bestiame

4 ). — Nell’anno 1387 il nostro Vescovo otteneva dal Conte del Tirolo, che fosse abolito in perpetuo il costume, che aveano ì prefetti e i giudici delle giu risdizióni di appropriarsi i beni abbandonati dai parroci, vicarj e cap pellani alla loro morte. E fu per ciò ordinato dal duca Alberto, che ri Alberti : Annali cit. pag. 258. — Gar : Statuti della città di Riva, pag- 215. 2 ) Vergi : Storia della Marca citala, XV, Documenti, pag. 22. 3 ) Vergi: Storia detta Marca citata, XV. pag. 252. — Montebello

13
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_128_object_5191171.png
Seite 128 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
in altro tempo 1 ); e collegatisi con i Castelbarco e con Mainardo, incominciarono ad infestare il principato trentino. E fu allora, che la città stabilì ad unanimi voti di licenziare il podestà padovano colle sue genti; ed a questo fine fa leva di militi, e tratta con Alberto della Scala, perchè si staccasse dal conte del Tirolo, e si rendesse fa vorevole alla causa del Comune. Ma nel corso delle trattazioni ritorna il Vescovo da Roma, ed i Padovani se la intendono con lui, e vanno via ancor entro

cessava di versare sul Trentino gli effetti della sua ambizione, e coi Veronesi che insìste vano nelle loro esagerate pretensioni. Impiega Adelgerio vescovo di Feltre e Belluno per avere pace con i Castelbarco e con Mainardo, e nell’ agosto del 1279 i signori di Castelbarco, sostenuta una pub blica penitenza, prestano al Vescovo il giuramento di fedeltà e sono prosciolti da ogni censura. E quasi contemporaneamente ebbe luogo la pace che si fece con Mainardo. In Eppiano, presso la chiesa di san Paolo

, fu esteso il solenne compromesso di tutte le vicendevoli ingiurie, danni e pretese tra il Vescovo e il Conte nella persona del vescovo Adelgerio; e fattane la relativa pubblicazione, il vescovo assolve Mainardo e i suoi aderenti dalla scomunica, e tutti e due si riconciliano con la mutua rimessa delle offese e il bacio di pace 2). Indi Arrigo manda a Verona tre suoi legati scelti nelle persone dì Erardo, Massimiano e Riprando con l’incarico di trattare anche colà di pace, e riesce ad ottenerla

14
Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/350295/350295_129_object_5191172.png
Seite 129 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
, da un notaro trentino gli obblighi dovuti alla Camera episcopale dagli uomini di Ledro, Bono, Tignale, Lo- maso, Banale, Tenno e Riva 4 * e più, avea ordinato che fossero descritti i beni del priorato di san Tomaso, situato tra Riva ed Arco. Avea inoltre, ricevuto da Carlo di Vezzano (4 ottobre 1278), pro curatore dì Adelpreto Madrazzo, un certo Clarello figlio di Oliviero di Disado, con tutta la sua discendenza di ambi i sessi e le rendite in prodotti naturali, come uomo di sua famiglia e della Casa

di Dio, promettendo di non alienarli, a condizione che desso Clarello gii giurasse fedeltà per sè ed eredi, siccome servo della Casa di Dio, e si obbligasse, per sè ed eredi, a non maritarsi se non con persone libere, od almeno del suo vescovato ■'»). Ma ora torniamo alle paci. 11 Vescovo non era tuttavia .tran quillo. Mainardo, malgrado, la pace, perdurava nelle fatte usurpazioni, e premeva su di lui, perchè annullasse con pubblico atto i decreti imperiali di Ulma e di Augusta. Era altresì

angustiato del contegno di Odorico Panceria; il quale, chiamato a custodire la rocca ed il palazzo di Riva, tenea occupato quel borgo, non meno che le pievi di Tenno, Nago, Bono, Condino e Tignale con i castelli di Tenno e di Romano. E nondimeno. riusciva a governare con una certa indipen denza. Si sa, che in questo frattempo dispose liberamente d 1 un proprio vicario, che era io un podestà e giudice 6 ), e diede corso a 1 ) Bonelli Monumenta eco. pag. 73. 2 ) Dalla Corte: Storia di Verona oce. II, pag

16