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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 6 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
•opera delle pretese papali l'autorità imperiale, non si trovava più da questa difeso ed aveva dovuto per forza acconciarsi ad una posizione Inferiore di fronte a quella dei conti di. Tirolo, che da vassalli diven tarono signori del principato col farsi concedere l’avvocazia perpetua -sulla chiesa; di Trento. L'.usurpatore più prepotente ed accanito in «questa lotta fu Mainardo II, l’assalitore dei principi vescovi Egnone *ed Enrico II. Mainardo spodestò anche i rivali laici più potenti del paese

■di mal fare egli stesso, è in relazione con dei sicari ; un altro dei capi della congiura, Svicherio di Maloseo, deve essere pure stato un suo degno compagno, perchè già sei anni prima, nel 1316, era stato solennemente scomunicato per delitti dal capitolo di Trento nella cattedrale, insieme con Morando e Roberto di Yasio (Alberti, Annali, p. 221). Tutti gli altri complici sono persone oscure, e pochi hanno il titolo di «dominus», nobile, come Ottolino. Questi atti di ^barbarie e di violenza

, tanto i congiurati che la popolazione di Caldaro ■erano italiani. Al principio del secolo XIV finiva per il principato di Trento la lunga guerra mossagli dai suoi stessi vassalli e difensori, i conti di Tirolo, Alberto III ed i due primi Mainardi, i quali profittando delle lotte fra l’impero ed il papato, poco teneri dell’uno e dell’altro, trassero par tito dalle circostanze per accrescere la propria potenza ai danni del lor o signore feudale, il principe vescovo di Trento. Questo, decaduta per

, i conti di Piano, di Ultimis sulla destra dell’Adige, ed i conti di Flavon in vai di Non, che erano le uniche famiglie feudali, le quali potevano gareggiare con lui. Quando egli morì nel 1295 incaricò nel .-suo testamento i figli Ottone, Lodovico ed Enrico di restituire alla 'Cblesa di Trento le signorie usurpate; ma aneli’essi continuarono la lotta, che finì soltanto nel 1302 sotto il vescovo Filippo Bonaccolsi. La pace relativa, svantaggiosa al principato di Trento (Alberti, Annali , p. 202) fissava

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1902
¬I¬ luogotenenti, assessori e massari delle Valli di Non e Sole
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Seite 12 von 72
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 72 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1901/1902
Schlagwort: g.Nonsberg ; z.Geschichte<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte
Signatur: II 102.588
Intern-ID: 234973
patria, il testamento «li Pietro «li Malosco, che egli copiò «lall/originale esistente nelParcliivio capitolare. È un documento interessante sia perchè illustra la persona e la famiglia di Pietro, sìa, perchè getta degli sprazzi «li luce sulle condizioni piuttosto oscure del suo tempo. — Profitto «Iella libertà concessami per notare «pii alcuna cosa nuova e di rettifica intorno a Pietro di Malosco. Lasci«'» la sua casa murata in Trento per una terza parte all 1 ospitale di S. Maria Vergine «lei

Teutonici, Fai tra terza parte all’ospitale di S. Giovanni Battista, e Faltra, terza parte ai militi di Cristo, cioè ai .Templari colla con dizione che essa dovesse esser sempre ape ita pei' i suoi bisogni al vescovo ed ai suoi successori, «piando avessero avuto discordia in città, e sedata questa, ritornar dovesse alle dette persone, a patto ancora che non si potesse vendere a nessun conte del vescovado di Trento, e se ad altri, preferirsi il vescovo e per duecento libre di meno. — La casa murata deve

èssere stata una vera fortezza in città, ed il fedele ministro dei vescovi, «die con poche parole ci trasporta in un tempo di stato d’assedio e «li pericoli interni ed esterni, pensa all’ incolumità dei suoi principi. La casa era in Borgonuovo (Kixk, 1. c. p. 347). Pietro fa altri legati di pubblica, beneficenza della sua ricca sostanza per l’ospitale di 8. Croce, per la fabbrica del duomo ecc., e nomina, erede sua figlia Àdeieita, cui lascia, tra il resto anche tuia, casa, che dalla vendita

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