moneta coniata in Verona o moneta coniata in Merano, ma all'uso di Verona? Propendo per la seconda ipotesi, appog giandomi ai seguenti dati, non ancora, che io sappia, posti nella dovuta luce (10). Della Zecca di Trento abbiamo notizie non molto fre quenti: rarissime poi si fanno nella seconda metà del XIII secolo e di ciò non si stupirà chi pensi alle complicate vicende della città in quel secolo (11). Fra tanti padroni, è ben naturale che Trento ricevesse la moneta dei forestieri dominatori
. Tuttavia il Vescovo Egnone, non appena recuperata la città, premuto forse anche da biso gni finanziari restaurò la zecca trentina in un anno impreci sato tra il 1256 e il 1262. Poi ancora nel 1262 rinnovò altra concessione di zecca sotto forma di pegno per un prestito rice vuto, abbinandola forse allo sfruttamento del Monte Àrgenta- (9) Propongo la traduzione: Enrico l'orefice. In Merano abbiamo anche menzione di un oggetto di oreficeria nel 1401: «unum eingulum ar- genteum ultra aura tum de XVIII
spangnea» (Spange = fibbia, fer maglio), (voi. 13, c. 15 v.). Incidentalmente ricordo anche la menzione di due pittori nel 1379: Fridelinus pictor e «Oli. pictor ex orto ferarum in plebe Mays» (vol. 5, cc. 35 t . e 58 v.). Noto ancora che molti altri nomi di battiloro potrebbero essermi sfuggiti. (10) La bibliografìa sulle zecche di Trento, e Merano non è copiosissima: mi limito a ricordare i lavori del Geröla (I quattrini meranesi ecc. Atti Accad. Agiati, Rovereto, 1929; Varianti di tipo e varietà
di conio nei primi soldi di Trento in Atti e (Mem. Istit. Ital. Numismatica, imi, Roma, 1934); del Perini (Nella Zecca di Merano, in Arch, per l'Alto Adige, 1914, fase. HI-IX; Della Zecca di Merano e delle imitaz. del Tirolino in Italia, ivi, I, ipagg, 40, e Monete di Merano descritte ed illustrate, ivi, I, 195); di A. Gazzoletti (Della Zecca di Trento, Memoria, Trento, 1858); di B. Giovarteli! (Intorno all'antica Zecca Trentina, Trento, 1812); di S. P. Bartholome! (De Trident. Veron. Meranensiumque