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Kategorie:
Wirtschaft
Jahr:
[1940]
Veronesi e Fiorentini a Merano nel secolo XIV
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Seite 8 von 16
Autor: Trasselli, Carmelo / Carmelo Trasselli
Ort: Bolzano
Verlag: S.I.T.E.
Umfang: 15 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Meran;s.Handel;g.Verona;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle ; <br>g.Meran;s.Handel;g.Florenz;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle
Signatur: II 3.281 ; II 6.635
Intern-ID: 112380
saturata ormai la grande via dalla Germania all' Italia, dal centro d'irradiazione di Bolzano essi partissero verso Merano e la Val Venosta forse alla conquista di mercati transalpini in concorrenza coi Lombardi. Su questo movimento potrebbero aver influito anche le vicende politiche ed i partiti dei Comuni italiani. Comunque, benché più numerosa la colonia fiorentina, non pare che essa abbia avuto localmente, in Merano, l'importanza di quella veronese. Deduco ciò da un fatto molto semplice

. Nei nostri atti notarili si tratta quasi sempre di moneta veronese: Vol. 1 (1328): c. 27 libre di denari piccoli veronesi c. 2 v. « pro precio marcarum XIII denariorum parvorum vero- nensium usualibus in Merano » ; c. 3 r. « pro precio XV libra- rum denariorum veronensium usualium in Merano » ; c. 36 r. marcas centum denariorum parvulorum veronensium bone et usualis monete meranensis » ; 43 r. denari veronesi « bone et usualis monete meranensis ». Voi. 3 (1357); c. 7 v. libre di denari piccoli

veronesi; c. 36 r. marche « denariorum usualium in Merano ». Voi. 5 (1379): c. 35 v. «marcas veronensium»; c. 53 r. XV fiorenos vel pro quolibet floreno tres libras veronen sium mediani pecuniam ». Voi. 6 (1380) : denari piccoli di Verona. _ Voi. 8 (1393): libre di denari meranesi c. 49 Johannes des Velden de Saltzpurgo e Joh. dictus Paindel de Saltzpurgo si confessano debitori di Tommaso de Caputziis di 42~ducati d'oro « pro panno ab ipso empto et recepto, aut pro quolibet ducato XXXVIII gr.° bone

monete meranensium ». Voi. 11 (1396-97): «bona moneta meranensis» e ducati. Voi. 13 (1401): marche o libre «denariorum» non specificati. Mi pare questo un sufficiente quadro della storia monetaria di Merano nel XIV secolo. A tutto il 1380 vi circola esclusiva- , mente la moneta veronese o almeno moneta tale che può rag guagliarsi perfettamente al denaro piccolo veronese e solo eccezionalmente troviamo ricordati i fiorini; la moneta vero nese è detta « usuale moneta di Merano ». Col 1393 compaiono

i denari meranesi e la buona moneta meranese. ' Sulla Zecca di Merano già molto si è scritto ed egregia mente da molti. Aggiungo tuttavia poche considerazioni deri vate dai nostri documenti, fino ad oggi non conosciuti. Di una Zecca meranese abbiamo una sola esplicita noti zia: il ricordo, al 27 agosto 1379, di un « Albertus examinator monete merani » (voi. 5, c. 53 r.) ma molti riferimenti indi retti, chè altrimenti non si spiegherebbe l'eccezionale numero

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Wirtschaft
Jahr:
[1940]
Veronesi e Fiorentini a Merano nel secolo XIV
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Seite 9 von 16
Autor: Trasselli, Carmelo / Carmelo Trasselli
Ort: Bolzano
Verlag: S.I.T.E.
Umfang: 15 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Meran;s.Handel;g.Verona;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle ; <br>g.Meran;s.Handel;g.Florenz;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle
Signatur: II 3.281 ; II 6.635
Intern-ID: 112380
moneta coniata in Verona o moneta coniata in Merano, ma all'uso di Verona? Propendo per la seconda ipotesi, appog giandomi ai seguenti dati, non ancora, che io sappia, posti nella dovuta luce (10). Della Zecca di Trento abbiamo notizie non molto fre quenti: rarissime poi si fanno nella seconda metà del XIII secolo e di ciò non si stupirà chi pensi alle complicate vicende della città in quel secolo (11). Fra tanti padroni, è ben naturale che Trento ricevesse la moneta dei forestieri dominatori

. Tuttavia il Vescovo Egnone, non appena recuperata la città, premuto forse anche da biso gni finanziari restaurò la zecca trentina in un anno impreci sato tra il 1256 e il 1262. Poi ancora nel 1262 rinnovò altra concessione di zecca sotto forma di pegno per un prestito rice vuto, abbinandola forse allo sfruttamento del Monte Àrgenta- (9) Propongo la traduzione: Enrico l'orefice. In Merano abbiamo anche menzione di un oggetto di oreficeria nel 1401: «unum eingulum ar- genteum ultra aura tum de XVIII

spangnea» (Spange = fibbia, fer maglio), (voi. 13, c. 15 v.). Incidentalmente ricordo anche la menzione di due pittori nel 1379: Fridelinus pictor e «Oli. pictor ex orto ferarum in plebe Mays» (vol. 5, cc. 35 t . e 58 v.). Noto ancora che molti altri nomi di battiloro potrebbero essermi sfuggiti. (10) La bibliografìa sulle zecche di Trento, e Merano non è copiosissima: mi limito a ricordare i lavori del Geröla (I quattrini meranesi ecc. Atti Accad. Agiati, Rovereto, 1929; Varianti di tipo e varietà

di conio nei primi soldi di Trento in Atti e (Mem. Istit. Ital. Numismatica, imi, Roma, 1934); del Perini (Nella Zecca di Merano, in Arch, per l'Alto Adige, 1914, fase. HI-IX; Della Zecca di Merano e delle imitaz. del Tirolino in Italia, ivi, I, ipagg, 40, e Monete di Merano descritte ed illustrate, ivi, I, 195); di A. Gazzoletti (Della Zecca di Trento, Memoria, Trento, 1858); di B. Giovarteli! (Intorno all'antica Zecca Trentina, Trento, 1812); di S. P. Bartholome! (De Trident. Veron. Meranensiumque

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Jahr:
[1940]
Veronesi e Fiorentini a Merano nel secolo XIV
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Seite 10 von 16
Autor: Trasselli, Carmelo / Carmelo Trasselli
Ort: Bolzano
Verlag: S.I.T.E.
Umfang: 15 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Meran;s.Handel;g.Verona;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle ; <br>g.Meran;s.Handel;g.Florenz;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle
Signatur: II 3.281 ; II 6.635
Intern-ID: 112380
monete di lega e valore identico a quelle di Vero na (14); lo stesso Belioto, se piacerà al conte Mainardo, potrà comare in Merano la stessa moneta. Verona Trento e Merano avevano dunque (compresa forse Bolzano in cui spessissimo Egnone risiedeva) un unico siste ma monetario: quello veronese anche se attraverso artigiani fiorentini. Si potrà così meglio intendere la notizia data dal- l'Hormayr di un Bengone fiorentino monetiere in Merano nel 1293 (15). Non mi pare quindi dubbia l'interpretazizone

da dare all'espressione « denari piccoli veronesi » nei documenti che esaminiano. ★ * + A questo punto non ci rimane che da accennare ad altre piccole curiosità che troviamo ricordate dai nostri notai. Nel 1328 un « Magister Wigandus de Ercfurdga scolasti- cus in Merano » e un Chunradus « scolasticus in Partschins » (vol. 1, c. 6 e c. 9 v.);' nel 1379 l'Ospedale « iuxta pontem Me- rani » di cui conosciamo il cappellano Giovanni detto Span e il « elavigerus Ebertus » (voi. 5 c. 46 r. e 60 r.). Nel 1396

abbia mo ricordo di « Philippi organisti » che lavora in una Chiesa (voi. 11 c. 28 r.) e del lebbrosario di Merano (16). Non esito ad affermare che sotto i più svariati punti di vista questi volumi di minute notarili sono di grande interesse e meritano dì essere attentamente studiati dai competenti. Bolzano, maggio XV111. /_ 4 fUo 1 (12) V. doe. N. 5. (13) V. doe. N. 6 (A. S. T. Arch. (Pr. Vesc. cajpsa 2, doc. 54). Questo docu mento è citato dal Voltolini (Pfandleihbanken cit. pag. 20) e da M. Mayr

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Jahr:
[1940]
Veronesi e Fiorentini a Merano nel secolo XIV
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Seite 6 von 16
Autor: Trasselli, Carmelo / Carmelo Trasselli
Ort: Bolzano
Verlag: S.I.T.E.
Umfang: 15 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Meran;s.Handel;g.Verona;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle ; <br>g.Meran;s.Handel;g.Florenz;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle
Signatur: II 3.281 ; II 6.635
Intern-ID: 112380
II diritto italiano aveva dunque radici abbastanza profonde e potè resistere a lungo al continuo affluire in Merano di genti transalpine o di valli più esposte all'influenza tedesca che ci è documentata dai nostri minutari. Ciò si deve in gran - parte al flusso ascendente, a quegli italiani cioè che per ragioni di com mercio dai grandi Comuni venivano a stabilirsi in talune città dell'Alto Adige, portandovi un caldo soffio di civiltà e abitudini italiane, A Bolzano nella prima metà del XIII

secolo esisteva già una fiorentissima colonia di veronesi dei quali alcuni anche proprietari di terre e case; un Belletus e un Bovetus veronesi sembrano aver avuto nel 1236 e 1237 addirittura il monopolio del cambio e del commercio della moneta; moneta d'uso gene rale era il denarius veronese (6). A Merano troviamo invece due colonie: una veronese ed una fiorentina nel XIV secolo. La prima esercitava sopra tutto il commercio dei panni vero nesi: fra le minute del notaio Ulrico (vol

. II, cc. 33 v., 74r. ( 83 r.) troviamo, nel 1396 e 1397 un Giovanni da Verona, detto Gensel (l'ochetta), un Nicolaus Convantius, un Donatus, un Martinus mercanti di panni, in relazione con cittadini mera- nesi: sappiamo che quattordici pezze di panno valevano niente meno che 486 ducati d'oro. Del resto i veronesi avevano dato l'esempio e qualche concorrente era sorto in Merano stessa (Steffanus Holtz, vol. II, c. 28 v., 1396) e in Appiano (Nicolaus dictus Chelner de Augusta, ivi, c. 82 v., 1397). D'altra parte

a Merano anzi si era forse costituita una piccola industria (Gio- Quse sunt observanda notario A quibus notarius debet se abstinere Quid sifc interdictio Tìbulus indictionis Quid sit contractus Quid Bit obligacio Quid sit consuetudo Quid sit stipulacio et unde dicatur Quid sit testamentum Divisio testamentorum De hiis qui test ari non possunt Ad heredes constituere Forma codicilli post testamentum Quis potest facere eodìcillos et in quibus differunt a testamento Quot testes sunt necessarii

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Kategorie:
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Jahr:
[1940]
Veronesi e Fiorentini a Merano nel secolo XIV
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Seite 7 von 16
Autor: Trasselli, Carmelo / Carmelo Trasselli
Ort: Bolzano
Verlag: S.I.T.E.
Umfang: 15 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Meran;s.Handel;g.Verona;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle ; <br>g.Meran;s.Handel;g.Florenz;s.Notariatsurkunde;z.Geschichte 1300-1400;f.Quelle
Signatur: II 3.281 ; II 6.635
Intern-ID: 112380
vanni panni rasor, volume 3, c. 32 r,. 1357) ; il soprannome attribuito a Giovanni dimostra che costui aveva soggiornato a lungo in Merano e vi era ben conosciuto; tuttavia doveva essere in continue relazioni con la sua patria e, pel suo c ommercio, far centro a Trento, nell'albergo dell'Aquila (7). A Merano e nel rneranese e in Venosta vivevano anche al tri, forse mercanti e artigiani, di varie città italiane: un Ludo- vicus de Parma Thelomator (gabelliere?) (voi. 6, c. 38 v., 1380

e di Gorizia, e da Enrico re di Boemia e Polonia per l'esercizio di prestito su pegno (8). Il duca Ottone di Carinzia, il 20 giugno 1306 concedeva in appalto (locavimus) ai discretis viris Marco c. Orso de Batti- manis, Lappacio di Mazzo di Girolamo, Guciocho (Gucciotto) Pegolotti, Malduro Simone c. Giacomo da Firenze gazanas et mutuum in Merano per cinque anni prossimi futuri dietro un compenso di 70 marche di moneta veronese ogni anno. Per ogni libra di veronesi data in prestito potevano pretendere

mercimoniorum ricordati dal notaio David nel 1328 (vol. I, c. 24 r., v. doc. n. 4), i quali ultimi avevano la loro sede principale in Verona. Non ci è noto come e perchè quei fiorentini si fossero sta biliti a Merano, su cui sbocca una sola grande valle, la Venosta. Certo è però che mercanti italiani commerciavano in tutto l'Alto Adige: se ne incontrano fin nell'alta valle dellTsarco e a Vipiteno. Possiamo supporre con qualche fondamento che, (7) Oggi esiste a Trento un Albergo dell'Aquila a pochi passi dal

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