Ricerche storiche riguardanti l'autorità e giurisdizione del magistrato consolare di Trento
— n — forma di governo. Cmterum ( dice egli parlando ancora dì quei tempi) omnium citerioris Italice, $ed maxime Lombardia} civitatumeadem ferme Reipublicm ratio fuit ; nam magistratus fere eosdem creaverunt. Ciò premesso, non potrebbe dubitarsi che Trento, prima del diploma di Corrado,, fosse città libera e si governasse col mezzo de’ suoi Consoli, se non che nel caso che non fosse stata compresa in citeriori Italia e nella Lombardia, Senza avere ricorso a quei geografi che, sotto i romani
imperatori, pongono Trento nella decima re gione d’Italia, non solo si ricava da Paolo Diacono, che Trento col suo territorio formava un ducato del regno dei Longobardi, nominandosi da lui, tra gli altri duchi dì Trento, Evino, Gaicloaldo ed Àlachi; ma di più, che questo ducato era uno dei più ragguardevoli di tutto il regno. Poiché, narrando clic, dopo la morte del re Clefo, comandarono in Lombardia solamente i duchi, egli non ne adduce che cinque, quasi che i soli degni di considerazione, e fra questi
Evino duca di Trento, il quale fu in grado di distruggere un esercito di Franchi, che voleva calare in Lombardia. E aggiunge poscia, che Alachi, duca di Trento, colle forze proprie, non solo superò un conte bavarese li mitrofo , ma pose in foga il suo re medesimo. Finita la dominazione dei Longobardi, Trento fu considerato come città di Lombardia anche sotto gli imperatori franchi e tedeschi ; ed allorché il suo vesco vo, essendo stato dichiarato principe dell’Imperio con volo e sessione, venne