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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 136 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
Il Trentino allTtaiià. ( 1810 ). Veniamo perciò difilati alla applicazione dell’Articolo 111 del Trattato di Parigi, de’ 20 Febbraio 1810, col quale tutto il Tren tino venne ceduto al Regno d’Italia; ai 10 di Giugno sorse defi nitivamente il nuovo'Dipartimento dell’alto Adige con un prefetto a Trento, e 4 sotto prefetti, a Rovereto, e a Volgiamo, Riva, e Cles. 1! prefetto di Verona, barone Antonio Smancini fu tosto in caricato della organizzazione del novello dipartimento: e col I di Settembre

di pace, ed ogni can tone distinguevasi ih riparti. 11 distretto di Rovereto avea tre cantoni: Rovereto, Ala, Mori con tre giudicature di pace: nove riparti avea Rovereto, tre Ala, e quattro Mori e tutto il distretto di Rovereto sommava a 47.700 abitanti, di cui 29.800 spettavano al cantone di Rovereto, il resto agli altri due ; e tutto il dipartimento dell’alto Adige contava al lora 265.160 abitanti. Rovereto e, Bolgiano, ebbero per di più un tribunale di commercio, di cui, a Rovereto fu presidente

il citta dino Gaetano Tacchi. Gli affari di tutto il dipartimento erano trat tati in un consigliò di'trenta deputati, che riunivansi a Trento in epoche determinate, e l’ordine pubblico era mantenuto da tre de legati politici risiedenti a Trento, a Rovereto, a Bolgiano. Anche alla pubblica istruzione si provvide opportunamente: in ogni cantone, e possibilmente in ogni riparto si dovette aprire una scuola popolare, che nelle sedi principali avea più classi ; Rovereto riaprì regolarmente il suo ginnàsio

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 28 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
campagna dovesse cominciare per la via della Valle Lagarina. Con questa previsione armarono ognor più i loro castelli, e fortificarono d’armi e di munizioni, sempre come alleati, il Ca stello di Rovereto. Ad Aldrighetto Castelbarco che n’era padrone non gradiva punto una simile occupazione, e mosse lagnanze, ma trovandosi dalla parte del debole, venne a patti e nel 1416 il Castello e il borgo di Rovereto venne sotto il dominio veneto. Il duca Federico vide naturalmente di mal’occhio questo dilatarsi

e fortificarsi dei Veneziani, onde ruppe la tregua, e calò sopra. Rovereto. I Veneziani virilmente si, sostennero, o per nuovo'ac cordo stipulossi che per quattro anni dovesse rimanere ai Vene ziani il Castello e la terra di Rovereto: a queste trattative s’ag giunsero poi postille, mercè le quali il Castelbarco cedette in pro prietà Rovereto a Federico, e Federico verso convenuto indennizzo pecuniario lo vendette definitivamente alla Repubblica. Con ciò i Veneziani si trovarono piantati nella Valle Lagarina

con mezzi e for ze sufficienti per tener fronte-alla temuta invasione di Sigismondo. Questa vicenda è. del 1416. Appena venuti in possesso di Rovereto i Veneti ne fecero i! capoluogo dei loro dominii bagarini; mandaronvi un Nobile prima Provveditore, poi Potestà e Capitano di tutta la Valle. Grande quindi si fece.il concorso a-questo centro del Governo: crebbero le case, nuove chiese si fabbricarono, le fortificazioni si ampliarono: ma più che tutto-lor valsero a ben rassodarsi le molte

concessioni economiche ed amministrative, che i Veneziani accordarono alle singole (Comunità, secondo i lor parziali bisogni, e a tutti gli abitanti per' affari, ’e gli interessi comuni. li primo Provveditore fu il Nobile . Andrea Va!'ero, il quale veduta l’aggio- , merazione d’affari amministrativi che facessi in Rovereto, provvide

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 223 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
La piazza del mercato accennata dall'Autore é da intendersi non già nel luogo ove trovasi attualmente, che una volta era ortaglia, bensì nel largo dove venne eretta più tardo la chiesa di 8. Marco : quantunque alcune opinioni più o meno discutibili propendano a metterla nell'incrocio fra la Vaibusa e Rialto, di fronte a casa Canestrini. Prima che venisse costruito il castello, il giudice di Rovereto, quando si degnava di venire in citta un paio di volte per settimana, ad amministrare

la giustizia a nome del dinasta, aveva ia sua sede, a quanto si crede nella suddetta casa Canestrini a Rialto, dove si vedono ancora le armi dei Castelbarco. .V Rovereto a quanto sembra, era. divisa in tre parti distinte ognuna delle quali era presumibilmente circondata da mura, e queste tre parti erano la Terra , il borgo di Rovereto ed il borgo di 8. Catterina. per cui non sarebbe fuor di luogo ,1’asserzione dell'autore clic cioè molto antiche sorgessero le case del gruppo ove poi si eresse la chiesa

di Loreto : anzi a mio credere, molto tempo prima che venisse eretto il Castello e co struita la contrada della, Terra, c'erano a Rovereto delle case, e precisa mente a s. datterina nella via verso Sacco, che costeggiando il corso antico del Leno, formava quasi una via di comunicazione fra l’Adige e l’abitato nostro. Lavoro assai faticoso ma molto utile sarebbe quello di cono scere tutta la storia del castello di Rovereto dalle sue origini Ano ai tempi nostri ed é. da deplorare assai come nessun

volonteroso abbia voluto ac cingersi ancora alla impresa. V, L’autore prendendo per base l’elenco pubblicato dai Tartarotti pone quale secondo podestà o provveditore dopo Andrea Valier, Francesco Basadonna. Quando si rifletta che il Valier venne a Rovereto nel 1416 e che il Basadonna fu mandato qui a governarci nel 1424, è facile rilevare come in questo intervallo eli quasi otto anni ci deva essere una qualche ora- missione di nomi, ommissione in cui il Tartarotti ebbe ad incorrere forse involontariamente

, giacché anche il Tartarotti tolse l’elenco dei podestà da una nota contenuta in un libro dei consigli del 1600. Difatti da documenti esistenti nella biblioteca civica di Rovereto risulterebbe che fra il Valier ed il Basadonna furono mandati al governo

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 24 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
divìse le varie signorie Lagarine. Rovereto e Lizzana toccarono ad Aldrighetto figlio di Federico e nipote di Guglielmo ; Àvio, Brentonico, Serravalle, Chizzola, Castelnuovo, Castellano, Castel- corno, andarono ad altri dei quattro fratelli e loro porzioni di territori e Castellante ebbero pure Briano ed Alberto figli di Bo nifacio, altro fratello di Guglielmo. Ad onta di queste divisioni, i Cartelbarco di Rovereto e Lizzana, restarono e divennero assai più ricchi e potenti delle altre famiglie

colla somma (allora fortissima) di 12.000 fiorini e. in ricambio ne riceveva l’investitura della Bresciana riviera Benacense colle terre di Manerba, S. Felice, Portese, Ga- vaido, Salò, Gardone, Maderno, Toscolano, Gargnano, Tignale, Tremosine, Limone. Ma una pace tra Guelfi e Ghibellini conchiusa nel 1333 fece tutto restituire ai primi possessori, e cosi soli due anni la riviera Benacense ricevette leggi, e governatori o magi strati da Rovereto. L’anno stesso ventre a morte il potente Aldri ghetto

, e i suoi quattro figliuoli, se ne divisero i castelli e le terre, che per diverse ma non ben note vicende erano tornate sotto il dominio di lui. Nel borgo di Rovereto stipulossi l’atto di spartizione, e vi sono mentovati Gresta, Nomesino, Gardumo, S, Andrea, (Loppio), Mori, Ragazzone, Lagaro, Àldeno, quasi tutto in somma l’oltr’Adige, che toccò a Federico. Beseno, la Pietra, Vigolo, e tutto il territorio da Mattarello a Volano, che vennero a Marcabruno ; Rovereto, Lizzana, Serravalle,- Brentonico

, Penede sopra Nago con altri territori e castelli, che restarono indivisi fra Guglielmo ed Azzone. Si ebbe in questa divisione parzial riguardo a Rovereto decretando per convenzione che solo in questo borgo si tenessero le fiere, i mercati e ìa vendita del Saie. Ragione di questa preferenza era anche la popolazione, poiché verso quel tempo fatta l’anagrafe generale, e contati, come alìor s’usava, i fuochi. Rovereto ne avea 216, Mori 95, Sacco 65, Castellano 63,

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 60 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
riesi che severi dei diritti del loro vescovo, vollero disconoscerle, e protestare contro il conte, furono a viva forza richiamati alla ubbidienza da un corpo d’armati colà a nome del vescovo stesso inviati. Per accennare anche alle condizioni religiose di Rovereto, notiamo che di questi dì appunto (1559) fu a! curato di S. Marco accordata la benedizione del fonte battesimale nel Sabato Santo e così può dirsi che Rovereto era parecchia, benché ancora senza titolo. Statuto Roveretano. (1580

). ÀI fatto però non dovea tardare a seguir anche il diritto e il titolo; e dopo varie differenze e discussioni fra il clero di Riz zarla e Rovereto ii Cardinal vescovo Lodovico Madruzzi divìse- in due la vasta Parrocchia Licianese, e il torrente Leno si disegnò confine fra Rovereto e Lizzana; a Donn’Andrea Monticelo decimo curator d’anime col nome di semplice curato fu sostituito Don Giacomo Campanella paroco di Lizzana col titolo di arciprete, col la giurisdizione sopra Rovereto, Sacco, Noriglio

, Terragnolo, e con tutti gii onori e diritti annessi a questa dignità. Per eccezione singolare il Campanella resse, vita durante, le due parrocchie colla stabile residenza in Rovereto (1582). Col nuovo arciprete dobbiam credere fossero in piena armonia gli uomini del Municipio, poiché nel 1586 il podestà, che era Orazio Mainoldi da Cremona, emanò una circolare, in cui propugnavasi specialmente la pubblica mora lità religiosa, prendendo di mira i bestemmiatori, e gli eretici, e 1 renitenti ?,ì dovere

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 18 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
stabile passaggio or che Rovereto era un punto cen trale d’estesa giurisdizione,.ed aveva acquistata grande importanza anche per la sua popolazione, contando 216 fuochi, equivalenti, a un dipresso a 1000 abitanti. Rovereto, e tutta la Valle sì tro varono a quest’epoca stessa in alta combustione fra le ire Guelfa e Ghibellina, fra Trentini, e Veronesi, e a compire questo perìodo di calamità s’aggiunse l’immane Ezzelino, che invase co’ suoi fe roci Ghibellini il Trentino, e lo dilaniò col suo alter ego

Sodegi- rìo, che piantatosi despota a Trento rendeva fieramente ragione a nome dell’imperatore, ma ad arbìtrio dì Ezzelino. Com’era naturalmente da aspettarsi questo cagnotto di Ez zelino, Spodestò senza riguardo alcuno il Signore dì Rovereto e Lizzana Jacopino Guelfo, investendone invece il Ghibellino Riprando d’Arco, staccatone però Terragnolo ch’eì diede ad un Odorìco di Reseno. I Castelbarco vedendo la mala parata dei Guelfi, si get tarono'dalla parte di Ezzelino, ma troppo onesti per essere

im passibili spettatori delle ribalderie di questo immane tiranno ripresero la prima lor posizione, ed aiutarono energicamente Trento a liberarsi, e pugnarono la lunga guerra del Vescovo Egnone, riconciliato intieramente con loro; e Jacopino di Lizzana -tornò Signore- di Rovereto, restando ai due Castelbarco sopramentovati Azzone ed Aldrighetto i loro castelli coll’aggiunta d’altre terre, che a loro il Vescovo benedisse. Aldrighetto non ebbe figliuoli, ma d’Àzzone restarono Bonifacio, Leonardo, Federico

, Alberto, e Gu glielmo, che alla morte del padre (1265) presero, non senza qualche dissensione, possesso di tutti i territori paterni. Leonardo sposò Sofia unica figlia superstite di Jacopino, e cosi Rovereto, e Liz zana col castello divennero possessioni Castrobarcensi. Investito però legìttimamente di Lizzana e Rovereto fu Guglielmo, che

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
Storia di Rovereto
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Seite 224 von 226
Autor: Bertanza, Giovanni ; Chiesa, Gustavo [Bearb.] / Giovanni Bertanza
Ort: Rovereto
Verlag: Grigoletti
Umfang: 227 S.. - 2. ed., aumemtata e migliorata / per cura di Gustavo Chiesa
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Rovereto ; z.Geschichte
Signatur: II A-582
Intern-ID: 102507
I Z' vj..-V ’ Wj — 226 — di Rovereto ben cinque podestà o provveditori dei quali non si trova il nome nell’elenco del Tartarotti. Questi provveditori sarebbero : Giorgio Maripiei o provveditore di Rovereto e Beseno dal 23 Agosto 14 1 8 ai 12 gennaio 1419. Lorenzo Minio provveditore di Rovereto nel 1419. Paolo Vallier provveditore di Rovereto dal 1421 al 1423. Renedetto Barozzo nel 1423. Lazzaro Mauro nel 1424. Non condivido poi l’idea dell’Autore, clic cioè il Vaiiero abbia edi ficato nel

!4!8 11 palazzo civico ove oggi ha sede il nostro Municipio. Difatti fino al 1450 la casa adibita ad uso dei servizi dei Comune, risulta proprietà di privati come lo dicono gli estimi, e soltanto nel 1476 sotto Pietro Venier il Rubricato diviene palazzo civico. Devo poi osservare, che anche prima del dominio veneto oravi a Rovereto la casa del comune, dove si radunava il vicario del dinasta as sieme ai saggi della terra, ma dove poi si trovasse con precisione una tal casa do non saprei dirlo. In riguardo

al capitano Peloso di Calliano, che la città nostra dovrebbe ricordare come ricordò altri nomi, dirò che nell’estimo di Ro vereto dell’anno 1449 nella parte riservata ai beni che possedevano in Rovereto vari forestieri sì legge: Bona Pelosa ; Primo: prò una perda torme aratìvae et vineatae ad S. Georgium uno capite Lucas a Ponte, alio haeredes Antoni olla«, a latore etiam dietus Lucas. Itera prò una petia torme arativa« al Corso una parte Trentinus Ferrarius alia Cursus. Il Tartarotti scrive: Di questo

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