— Guarda che magnifica sera. ! — esclamò Giovanni; rompendo per primo il silenzio. — Osserva laggiù la striscia argentea dell'Adige... Hai appetito? — Poco — rispose con un fil di voce Paolo. — Ed io molto ; facciamo in front la strada fino alla 'Pension., e vedrai che anche tu a cena mangerai volentieri, e riacquisterai la voce che mi sembra tu abbia perduto. — Mi duole un po' la testa — mormorò Paolo. — Nessuna meraviglia: il 'Magdalena,, è delizioso, ma tu non ci sei ancora abituato. È però
una medicina straordi naria contro l'ipocondria... proverai.... — Non sono mica ipocondriaco io — disse sorridendo Paolo. — Un poco sì — replicò Giovanni. — Ne faccio la cura anch'io: poiché tutti gli uomini devono subire, chi più, chi meno, intermittente o continuativa, acuta o cronica, quella malattia. In silenzio discesero con passo affrettato verso Merano. Presso il ponte della 'Gilf.,, sotto il quale il Passino, rinserrato tra rocce porf Èriche, ingrossa la sua voce, minac cioso, i due amici
teneri figlioli... Ah, la, modesta ma felice esistenza dei con tadini!.... — Senza farti torto, — interruppe Giovanni — io credo che quel contadino onesto e felice, avrà tanti denari come te e me sommati assieme: il che vuol dire tanti come te, e forse più di te. Non metto in dubbio la sua onestà, ma io sono persuaso che per venti lire sarebbe capace di aprire una fi nestra nella testa di qualcuno ; men che meno metto in dubbio
