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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 194 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
sante paese che circonda la capitale della valle Lagarina. Poiché, a buon diritto, da vari secoli Rovereto vanta l’onore di questo titolo. Le origini di Rovereto sono piuttosto dubbie: forse anch’essa può vantare, come tante altre terre del Trentino, il fasto della origine romana: gli abbondanti sepolcreti trovati nelle . vicinanze ed illustrati dall’abate G. B. Strofella — buon archeologo roveretano — convalide rebbero questa asserzione. . Il medio evo tenne per molto tempo involto Rovereto

nella sua oscurità. La prima men zione scritta che di Rovereto si trovi è in certo documento del 1292 — scoperto dal Baroni, storiografo, della città — nel quale si trova come testimonio segnato un Li-tius de Roveredo, e si parla di quel Guglielmo di Castelbarco che restaurò il castello e le.fortificazioni roveretane. Ciò però, se è una prova dell’esistenza di Rovereto nel secolo XIII ed anteriori, non prova molto sulla sua importanza, che comincia ad accentuarsi appunto dopo quanto vi fecero

i Castelbarco, che ne tennero il dominio, e più ancora quando i Veneziani, per il testamento d’Azzone Castelbarco rimasto senza eredi diretti, ne presero possesso nel 1411 e vi stabi lirono il centro della loro occupazione in valle Lagarina, il focolare delle loro cupidigie sul rimanente del Trentino. Un secolo all’incirca, stettero i Veneziani in Rovereto dal 1411 al 1509: nel quale anno, dopo la disfatta di Agnadello, dovettero abbandonarlo — preda facile delle truppe imperiali, che sebbene non difeso

bombardarono e incendiarono il vetusto castello, dando cosi alla popolazione un primo saggio della bontà paterna del governo austriaco. 11 dominio veneto ha lasciato in Rovereto memorie indelebili, care, patriottiche, impresse nella mente, nelle consuetudini del popolo anche oggidì — che quasi quattro secoli, sono passati. È ai Veneziani che Rovereto deve il principio e lo sviluppo dell’attuale sua fortuna ed importanza. Facendone il punto centrale del loro dominio, delle loro operazioni militari nell’alta

valle dell’Adige, diedero una maggiore consistenza e vitalità alle istituzioni comunali che sotto il governo feudale dei Castelbarco per Rovereto s’erano appena annunciate in embrione. Il podestà del Comune di Rovereto, scelto sempre fra le famiglie patrizie di Venezia, governava l’intera valle Lagarina, col titolo di capitano: ed il Comune di Rovereto, stabilito su uno statuto proprio — che fu poi riformato da Francesco Betta dal Toldo — godeva di alti pri-' vilegi politici e civili, che nel

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 197 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
La forza motrice che viene dal Leno, 0 suoi derivati, non manca a Rovereto. 11 Muni cipio, proprietario di essa, con provvido pensiero accordò facilitazioni d’ogni specie agli indu striali che impiantarono opifici lungo il corso del Leno: ond’è che oggi Rovereto conta e fra le sue mura e nei suoi dintorni importanti stabilimenti applicati alle più svariate industrie: quali, la macinatura dei grani, la fabbricazione della birra — coi sistemi di Germania — la fabbricazione della carta

, le concerie di pelle, le pilature e brillanterie di risi: fabbriche di pizzi e merletti, di stoffe di seta, di velluto, tintorie, e lavorazioni di carni suine insaccate, eccel lenti, che passano in Germania, ove se ne fa grande consumo, sotto la denominazione di « salami veronesi ». Il punto centrico di Rovereto é la piazza del Podestà, ove trovasi il palazzo del Pre torio — edificio che Rovereto deve alla dominazione veneziana. — In esso, .oltre che gli uffici del Comune, hanno sede la Camera

di Commercio ed i pompieri civici. In una sala, dipinti a fresco, si veggono ancora tutti i podestà veneti — che tanta orma de!/ loro governo lasciarono in Rovereto. Il castello è fra gli edifìci pubblici di Rovereto il più cospicuo ed antico. Le sue origini sono anteriori al mille: probabilmente longobarde. Fu ricostrutto e restaurato, verso il 1300, da Guglielmo di Castelbarco, che s’era fatto signore, insieme agli altri paesi della valle Laga- rina, anche di Rovereto. I Veneziani, presentendo

— e dev’essere —- si gode un panorama magnifico: ma per salirvi occorre un permesso dell’autorità militare, ch’io neppure pensai di sollecitare. Uno stupendo, maestoso edificio di Rovereto è il palazzo Alberti-Poja, ora della pubblica istruzione, e, comperato per questo civilissimo scopo con non lieve spesa dal Municipio rove- retano nel 1850. In esso hanno sede otto classi ginnasiali: cinque liceali superiori: cinque serali popolari od elementari: la biblioteca ed il museo, contenente importanti collezioni

, fra cui una di oggetti appartenenti all’epoca romana, abbastanza interessante per gli studiosi di archeologia. Negli edifici sacri di Rovereto poco havvi di rilevante. A titolo di curiosità si può visitare sul Corso Nuovo, vicino ad un convento dei padri Riformati — chiese e conventi abbondano n^l Trentino, come, favorite dal governo pietista ed interessato, fioriscono tutte le analoghe industrie religiose — la piccola chiesa di Sant’Osvaldo —eretta nel 1715, nel luogo stesso ove è fama venisse

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 198 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
i figli, anche i più lontani, abbiano a pagar sempre il fio delle marachelle dei loro padri od avi. E ciò s’intende, salvo quelle tali eccezioni fatte apposta per confermare la regola.' . Oltre che centro industriale pel Trentino importantissimo, Rovereto è anche un centro d’attività intellettuale dei più fecondi. Le tipografie, sintomo parlante di cotesta ! attività, in Rovereto sono parecchie: e tra queste la Tipografia Roveretana ha origini e tradizioni che risalgono sino al secolo XVI, cioè

all’aurora della stampa. Quivi si pubblicano gli Annuari degli Alpinisti Tridentini, che si ponno dire una completa, perfetta illustrazione del territorio Trentino, ed una completa affermazione ■ della sua inalienabile italianità, fatta sotto gli occhi della sospettosa censura austriaca: e Rovereto, di biennio in biennio, alterna colla vicina e maggiore sorella, Trento, l’onore di essere sede della Società degli Alpinisti Tridentini: Società benemerita della causa nazionale, patriottica per eccellenza

, il cui programma evidente, di fronte all’incalzante opera dell’assimilazione teutònica, è di tenere alto e sacro nelle popolazioni : trentine il culto delle antiche e patrie tradizioni, inalterato il retaggio della lingua nazionale, fervide le aspirazioni all’indipendenza dal servaggio straniero. * # • Pittoreschi ed interessanti quanto mai si può desiderare sono i dintorni di Rovereto. Infinite le escursioni di cui questo bel soggiorno può essere centro, o punto, di partenza. Anzi, per il touriste

non c’è che l’imbarazzo della scelta. Aggradevolissima — specie per chi ama le escursioni in carrozza — è la gita da Rovereto a Villa Lagarina: l’antico capoluogo della valle, sulla sponda destra dell’Adige. Per una strada circondata da verdeggianti campagne, e prospettante le aspre pendici del Rondone, si giunge a Sacco, frazione di Rovereto sull’Adige, animata da una grandiosa fabbrica di tabacchi — fonte inesauribile di guadagno per il contrabbando coll’Italia — e terra antichissima, forse

quanto Rovereto stesso. Infatti nei celebri annali di Fulda, del 888, sono menzionate le Curtes Navio et Sagum, le quali non sono altro che la borgata di Nave presso Mezzolombardo, e questo Sacco, frazione di Rovereto. Nella conca naturale che.l’Adige fa presso Sacco, una volta, si formavano le zattere di legname che discendevano il fiume fino'a Verona, ed occor rendo anche fino allo sbocco di questo fiume nell’Adriatico ed a Chioggia. Oggi la strada

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 190 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Il Finonchio divide la Folgaria dalla valle di Terragnolo, ove ,scorre uno dei rami del torrente Leno, quello cioè che scende dal Colsanto e dal versante occidentale del Pasubio. La valle di Terragnolo che dal paese di Trambileno, presso Rovereto — ove i due rami del Leno, prima di gettarsi in. Adige si uniscono, si spinge in direzione d’oriente fino al confine col Regno d’Italia; col quale, per il passo di Laste o per quello della Borcola, e per il Doppio Pas, di fianco al Pasubio, ha facile

grandissimo di piccole fra zioni e di casali sparsi lungo lo stradone od il corso del torrente, o sui fianchi del Finonchio, del Pasubio, del Colsanto. Questa alpestre e solitaria valle, scarsamente abitata, non ha memorie storiche proprie di qualche importanza. Nelle vicende dei tempi essa segui ognora le sorti della valle Lagarina' e più ancora di Rovereto a cui si tenne sempre collegata. Il Finonchio è il monte che domina la valle del Leno di Terragnolo nella maggiore sua lunghezza. È per • la sua

forma tipico fra i monti che circondano il bacino di Rovereto. E circoscritto dalla valle di Terragnolo, dall’alti piano della Serrada e dalla valle di Folgaria. È tutt’al più alto 1600 metri, ma la sua ascensione è raccomandata al touriste che visita la valle Lagarina, perchè è motivo d’una escursione deli ziosissima: coronata dal risultato finale d’un panorama stupendo della intiera valle Lagarina e del gruppo del Brenta. Ben più importante della precedente è la Vallarsa, nella quale nasce il ramo

maggiore del Leno che prende il nome di Leno di Vallarsa. Questa superba vallata è percorsa dalla bella e nuova strada postale che dà Rovereto porta a Schio, su una lunghezza complessiva di quaranta- cinque chilometri : strada assai battuta, commerciale, e nota assai anche agli alpinisti, touristes, escursionisti, italiani che vollero cimentarsi colle dolomiti meravigliose del Trentino. La strada nuova si parte dal centro di Rovereto, dalla piazza del Podestà e giunta al ponte di San Colom bano, presso

il quale il Leno si biforca, si caccia in Vallarsa, tenendosi sulla destra del torrente. Al ponte di San Colombano, luogo già per sè stesso pittoresco, l’escursionista che voglia rendersi conto esatto del paese, fa sosta per visitare — seguendo il corso dello Spino, perii sentiero dell’acquedotto che fornisce l’acqua potabile a Rovereto — la valletta di Cheserle, interessante per gli enormi ammassi di ghiaia stratificata che vi si veggono e per la sorgente intermittente dell’Orco: fenomeno

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 195 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Che i roveretani anche per il passato non siano mai stati troppo teneri, nè animati per la dominazione austriaca — nè che Rovereto fosse il beniamino, la pupilla destra dei signori di Vienna, lo prova il fatto seguente. Avendo l’imperatore Ferdinando I diviso il suo dominio fra i suoi figli, l’arciduca Ferdinando cui era toccato il Tirolo, non contento della parte lattagli volle aggregarvi la città di Rovereto e sue dipendenze. Cosi non l’intesero i cittadini che nel 1564 fanno una solenne

e pubblica protesta, nella quale era detto: « Che Rovereto coi Comuni si erano semplicemente sottoposti a S. M. Cesarea « come imperatore dei Romani ed al Sacro Romano Impero: c questi essere il loro protettore « e difensore c non l’arciduca d’Austria conte del Tirolo, nè voler essi mai riconoscere di « essere sottoposti all’imperatore come a conte del Tirolo, dalla giurisdizione del quale essi « intendono ritirarsi. » In seguito a questa protesta ed al rifiuto di inviare la propria deputazione

in Innsbruk ad ossequiarvi il conte del Tirolo, la città venne dagli Austriaci occupata militarmente e il podestà, Del Bene, fu mandato in esilio a Lavis. Contemporaneamente furono tolte e sospese tutte le franchigie accordate nel passato dai vari imperatori: ed in queste condizioni, cioè sotto un governo esclusivamente militare, la città durò due secoli. Nel 1765 furono restituiti a Rovereto i diplomi consacranti i suoi privilegi, il governo militare venne sostituito da quello comunale, ripristinato

del governo dei Veneti, che segnò per Rovereto, un’èra di progresso, di prosperità e di libertà, per fermo di gran lunga più ampie di tutte quelle che potevano esser consentite dai governi imperiali, regi, papali, e principeschi allora in fiore in Europa. Qualcuno, poiché gli spiriti della negazione — specie quando attingono a certi fondi al fine unico di negare il vero — negherà forse 1’esistenza dei ricordi, della simpatia, rimasta tradizionale nei roveretani per i Veneziani: basta interrogare

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 191 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Castelbarco: e questa come l’attigua valle di Terragnolo seguì sempre le sorti di Rovereto, di cui per ogni sua ragione fu ognora dipendente. Procedendo oltre la vailetta del Pozzacchio, a quasi dodici chilometri da Rovereto, si giunge all’imbocco della Valmorbia —a circa 450 metri — valletta con tre poveri villaggi c per la quale, passando per strade mulattiere e sentieri alpestri, sulla Trappola, Alte, monte di Pazzul, si può giungere alla vetta del Colsanto. La Chiesa di Vallarsa è il capoluogo della

chilometri da Rovereto. Il piano della Fugazza, per chi non ha da proseguire — visto che c’è una casa con una discreta osteria — può essere centro, o punto di partenza a parecchie escursioni: fra le quali l’ascensione al Pasubio: 0 quella del Baffelan (1760), da cui discendendo per la strada mulat tiera che attraversa le malghe di Marbi, Prà di là ed il villaggio di Campogrosso, si può giungere ■all’elegante ed aristocratico ritrovo estivo di Recoaro. Sul Piano della Fugazza e dintorni il botanico può

fare raccolta di piante rarissime e proprie del luogo. L ’Androsace Bryoides (D. C.), la Silene alpestris e la Primulas spectabilis vennero trovate sulla vetta e sui fianchi poderosi del Pasubio. Questo monte e il vicino Colsanto — i più ragguardevoli della regione — formano nel loro complesso oro-idrografico, una massa delimitata dal Leno di Terragnolo, dal Posina fino ad ^.rsiero, dall’Astico fino a Piovene, dalla strada postale Rovereto-Schio ; dal Leogra e dal Leno di Vallarsa. Fra i due Leni

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 196 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
La popolazione di Rovereto fu sempre colta e dedita ai buoni studi: e Rovereto nel suo piccolo ha dato alla patria comune un discreto contingente di uomini illustri : cito fra i migliori Giulio Alessandrini, celebre medico del secolo decimosesto; Girolamo Tartarotti, letterato e filosofo illuminato fiorito nel secolo scorso : e che combattè ne’ suoi scritti taluno fra i più deplorevoli pregiudizi del popolo, come appunto è quello delle streghe; l’archi tetto Ambrogio Rosmini, che delle molte

si abbeverò largamente. A questo suo figlio, comunque si possa pensarla, illustre e benemerito del progresso umano, Rovereto ha dedicato un monumento in marmo: ha intitolato una piazza ed un corso quello sul quale si trova il palazzo ove nacque il filosofo — e nel palazzo stesso conserva in una specie di museo, i suoi manoscritti, le preziose e. svariate collezioni che lo studioso abate aveva raccolte, i suoi cimelii più intimi — e la ricca biblioteca, nella quale figurano moltissime opere ch’ebbero

grande celebrità nella prima metà del nostro secolo e donate al Rosmini dai loro autori a titolo d’omaggio e d’ammirazione. . Rovereto è una piccola città moderna, pulita ed elegante. Le sue vie sono animate, popolose — contribuendo molto a questo movimento la classe numerosa degli operai, lavo ranti nei vari opifici industriali dei quali la città è ricca e va arricchendosi.

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