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Kategorie:
Geschichte , Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sprachwissenschaft
Jahr:
1991
¬Il¬ contributo alla storia nel mondo di lingua italiana e in quello di lingua tedesca negli ultimi venticinque anni (1945-1970) : istituzioni sociali, politiche, giuridiche ; atti dell'XI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 11. - 15. 10. 1971
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Seite 52 von 148
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <11, 1971, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Umfang: XIII, 128 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsachtitel: Der Beitrag zur Geschichte im deutschen und italienischen Sprachraum in den letzten fünfundzwanzig Jahren (1945-1970) Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971> g.Italienisches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971>
Signatur: II Z 759/11(1971)
Intern-ID: 62126
riforma. Innanzitutto, la posizione del cancelliere è stata enormemente rafforzata. II cancelliere puó proporre i suoi ministri e questi non sono esposti ad un voto di sfiducia da parte clel parlamento federale, il Bundestag. II cancelliere stesso puó essere fatto caclere soltanto mediante il cosiddetto voto di sfiducia positivo, ossia un voto cui deve seguire im- mediatamente l’elezione di un successore. Questo ordinamento ha conferito ai go- verni tedeschi dopo il 1945 una grande stabilità, maggiore

Riassunto in lingua italiana ADALBERT ERLER IL RINNOVAMENTO DELLE ISTITU2IONI GIURIDICHE IN GERMANIA L’argomento della relazione riguarda veramente la Germania intera. Dato peró che la situazione è assai diversa nelle due parti, quella occidentale e quella orien- tale, mi limito a parlare sul rinnovamento del diritto neH ! occidente, cioé nella Re- pubblica Federale di Germania. Se mi trovassi qua davanti ad un foro di giovani giuristi progressisti, questi ne- gherebbero che dopo il 1945 abbia

avuto luogo un rinnovamento delle istituzioni giuridiche. Secondo loro, il periodo di tempo dopo il 1945 sarebbe stato, al con- trario, contrassegnato dall’immobilismo, soprattutto nel campo giuridico. In verità il clima politico e sociale nella Germania postbellica non è stato uni- forme, L’era adenaueriana (1945-1960), chiamata da molti osservatori all’estero l’epoca del «miracolo tedesco», è stata un periodo, di immense realizzazioni sui piani dell’economia, dello stato e del diritto

; il rimprovero dell’immobilismo non è giustificato. Esso è valido piuttosto per gli anni seguenti, ma la stasi subentrata ha ben presto provocato una nuova mentalità riformista e, forse, persino rivolu- zionaria. Fra i rinnovamenti sul piano giuridico occupa il primo posto la costituzione del 1949, la cosiddetta «legge fondamentale» (Grundgesetz). Essa presenta qualche co- sa di piú di una semplice tecnica del diritto e non è affatto solo una restaurazione della costituzione di Weimar, ma una autentica

di quella che esisteva nella Repubblica di Weimar e che esiste in tutti gli altri Stati democratici dell’Eu- ropa contemporanea. Una costituzione dovrebbe essere immutabile, eppure la «legge fondamentale» è stata modificata, dopo il 1949, da ben circa 20 «novelle», di cui alcune di carattere incisivo. Vorrei menzionare la «novella» del 1956, riguardante l’orclinamento mili- tare, e quella del 1968 sulla cosiddetta costituzione d’emergenza (Notstandsverfas- sung). Quest’ultima è stata la condizione

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 280 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
ALFRED SCHÖPF Riassunto in lingua italiana IL PROBLEMA DELLA COLLOCAZIONE DELLE SCIENZE UMANE La ra2Íonalità delle scienze esatte si è costituita all’inizio dell’età modema met- tendo fuori parentesi la questione relativa al senso per 1’ uomo. In A. Smith, la logica dell’economia moderna e del mercato fu cosi separata sistematica- mente dalla questione concernente il senso morale ed assegnata ad un pro- prio gruppo di scienze che dovevano includere Felemento umano (p. es, la filosofía morale

, la scienza della storia, la psicologia, ecc.). L’epoca presente è caratterizzata dal fatto che la razionalità delle scienze esatte si espande e si infiltra nei settori delle scienze umane di allora, vale a dire nella psicologia, nella sociologia e nella linguistica, La questione relativa al senso per Fuomo assume la difensiva nei confronti di una esatta compren- sibilità, pianificazione e tecnica producibilità del comportamento umano, II crescente predominio della teoria sistemica rispetto alla

riflessione sul senso della fenomenologia è indizio di una considerazione delFuomo dispiegantesi alFinsegna della vígilanza e dell’amministrazione del dato presente e della tecnica produzione del futuro. Le conseguenti reazioni nelFambito delle scienze umane sono tentativi di salvataggio del senso per Fuomo. Tre posizioni si rivelano a tal riguardo in- sufficienti o inadeguate, La prima tenta di rintracciare il senso mediante la ricerca e la restaurazione di intatte tradizioni residue (ermeneutica

tradizio- nale, formazione umanistica, «coraggio di educare (Mut zur Erziehung)». La seconda accetta le molteplici e frazionate concezioni del senso e tenta di collegarle e di renderle vincolanti in un’etica della ragione secondo la pro- spettiva di un senso formale (recenti tentativi di fondazione dell’etica). La terza eoncepisce il presente come perdita radicale e come rovesciamento del senso (estraneazione) per Fuomo e tenta di produrre mediante un’azione ri- voluzionaria un capovolgimento del

rovesciamento che sia in grado di con- ferire al futuro un nuovo senso (varie forme di MarxÍsmo). Questi tentativi sono accomunati dal fatto che essi deducono il senso per Fuomo da un principio di senso generale asserito dogmaticamente e tentano poi di imporlo alFuomo come astratta pretesa. D’altro canto, si tratta di in- dagare la questione riguardante la perdita del senso e Forigine del non-senso alla luce di ogni dettaglio biografico e storico-sociale. Ció esige, nelFambito di un’attività teoretico

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 526 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
precisare che cosa sia propriamente la riabilitazione della filosofia pratica, in particolare ü suo nucleo caratterizzante, ossia Ü neoaristotelismo, e per pre- cisare quale significato essa abbia nel piú generale contesto deU’attuale di- battito füosofico e culturale. Le mie osservazioni avranno questo svolgimen- to: (I) dapprima Ülustrerò brevemente quali trasformazioni subisca in epoca moderna la comprensione deü’agire e del sapere ad esso relativo; (II) colle- gherò quindi la nuova

comprensione moderna deU’agire con la crisi deU’i- deale di sapere proprio deUa modernità e con le odierne reazioni aUa moder- nità nel cosiddetto «postmoderno»; (III) infine cercheró di mettere in luce il significato deUa riabÜitazione deUa füosofia pratica e del neoaristotelismo, in risposta aUa crisi deUa modernità e al postmoderno. I. L’agire e il sapere ad esso relativo nella modernità Da una prospettiva molto generale, neUa quale viene tralasciata ogni con- siderazione piú precisa deUe complesse

trasformazioni che lo caratterizzano, si puó dire che nel configurarsi del sistema moderno del sapere secondo l’i- deale deUa scientia - e nel corrispondente affermarsi deU’idea del metodo come garanzia di universalità e rigorosità scientifica - cambino radicalmente sia l’autocomprensione, sia Ü valore posizionale, neU’assetto generale del sa- pere, deUe discipline riguardanti l’agire umano rispetto a quello che era sta- to il loro posto nel sistema antico deUe epistemai o in queUo medioevale del

- le doctrinae e deUe artes. Tra i molti fattori che determinano tale cambia- mento ha valore paradigmatico queUo rappresentato dal metodo. Si puó dire che l’assunzione del metodo matematico quale parametro ideale del sa- pere abbia un impatto dirompente suUa strutturazione e suU’autorappresen- tazione di queU’ambito del sapere tradizionale designato come philosophia pratica, e distinto daUa philosophia theoretica e dalle artes. Secondo una tra- dizione consolidatasi neUe enciclopedie medioevali, tale ambito

di sapere era tripartito; esso comprendeva l’etica come sapere che orienta l’agire indi- viduale, l’economia come sapere che orienta l’agire neU’ambito della casa nel suo complesso (oikos) e la politica come sapere che orienta l’agire neU’am- bito deUa comunità politica (communitas civilis) 2). Ora, sulla base del presupposto che ü sapere matematico rappresenti ü paradigma del sapere in generale, si danno due possibüi conseguenze: (1) la constatazione deU’inapplicabilità del metodo rigoroso deUa

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 102 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
del concetto di “scienze umane” anche dal punto di vista della com- prensione. Non è una pura questione terminologica o lessicale il fatto che ci si sia valsi di tante espressioni - dal Settecento ai giorni nostri - per indicare le proprietà di quel tipo di indagine che oggi va sotto l’etichetta di “scienze umane”. Si passa da “scienze dell’uomo”, les sciences de l’homme, di cui parlano tanti savants e philosophes settecenteschi (si veda l’ampia documentazione in S. Moravia, La scienza deWuomo

nel Settecento, Laterza, Bari 1970 e, sempre del Moravia, SuU’origine delle scienze umane nel Settecento, in “II Pensiero Politico”, XII, 1979, pp. 159-81), alle moral sciences di cui il System ofLogic di John Stuart Mill (1843) studia, nella sua sesta parte, la “logica”, annoverando tra esse la psicologia, l’etologia (che indaga la formazione del carattere) e la scienza sociale, che riguarda «l’uomo in società, le azioni delle masse coUettive di uomini ed i vari fenomeni che costituiscono la vita

sociale». Ed è pro- prio nella traduzione tedesca (1849) del System ofLogic di Mill, a cura di J. Schiel, che le moral sciences diventano le Geisteswissenschaften. La nuova espressione, nella prospettiva dello storicismo tedesco - si pensi alla Einleitung in die Geisteswissenschaften (1883) del Dilthey - ac- quisterà tuttavia un significato radicalmente diverso da quello milliano, perché, usata in contrapposizione all’espressione Naturwissenschaften, esprimerà ora la netta distinzione tra mondo della

natura e mondo del- l’uomo e della sua storia. E nell’àmbito del vivace dibattito nel pensiero tedesco tra fine Ottocento e inizio del Novecento su questo tema, la di- vergenza di prospettive, rispetto a Dilthey, dei neocriticisti della Scuola del Baden e di Max Weber traspaiono già dalla diversa denominazione delle cosiddette Geisteswissenschaften, chiamate ora o Kulturwissen- schaften (cfr., ad es., Kulturwissenschaft und Naturwissenschaft (1899) di Heinrich Kickert) oppure, secondo i titoli

di vari saggi del Weber rac- colti in Gesammelte Aufsâtze zur Wissenschaftslehre, con le espressioni: sozialwissenschaftliche und sozialpolitische Erkenntnis o soziologische und ökonomische Wissenschaften. Le varie denominazioni sono si etichette, ma esprimono anche la problematicità della determinazione di un oggetto che solo ad uno sguardo superficiale pare essere facilmente identificabile come sempre identico. È interessante notare come lo sfondo degli orientamenti gene- rali incida addirittura

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 246 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
con Wíndelband, con Rickert che lo colloca - si è sostenuto - tra le fi- gure significatíve della cultura filosofica europea del primo Novecen- to. Piú che di dialogo - a onor del vero - sarebbe fondato parlare di monologo; del monologo di un Croce che medita sulle linee fonda- mentali del dibattito sulla scientificità della storia e che, in sintonia con una impostazione di pensiero radicata nella cultura europea della seconda metà del secolo scorso, ha tra i suoi problemi principali quel

- lo dell’ormai irrevocabile avanzare della divisione del lavoro anche sul piano intellettuale. Conservatrice, nobilmente nostalgica, stoica dopo il giovanile «epicureismo» tanto severamente rimproveratogli da Antonio Labriola, la concezione crociana è cosi una concezione in cui il senso delle trasformazioni, delle crisi e delle «transizioni» è co- stantemente accompagnato dalla preoccupazione nei confronti del- raffermazione d’una visione del sapere modellata su quella che viene giudicata la forte

di Yorck von Wartenburg, di Meinecke, di Troeltsch - uno dei fattori piú potenti della Hegel-Re- naissance, di quella linea del pensiero europeo dell’inizio del secolo che - appunto - vede la partecipazione certo non secondaria di Croce. Da questa sua genealogia - nella quale va colta la radice essenziale di quello che, al di là di certe apparenze, è il suo carattere del tutto asistematico -, la filosofia crociana ha tratto buona parte degli argo- menti con cui decretare la non rilevanza filosofica

d’ogni tipo di scienza. Non rilevanza - a ben guardare - sottolineata con particolare energia nei confronti del concorrente piu pericoloso, appunto il com- 194

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 38 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
europea” e ‘Torganizzazione dell’insegnamento”, la scuola, l’Univer- sítà, viste quali sono, e quali dovrebbero essere a quel £ine, Arriviamo, ora, al terzo dei convegni che sto passando in rassegna: una rapída, sommaria rassegna, un tentativo di mettere in evidenza il filo conduttore che collega le diverse tappe del nostro cammino, le vie che si propone di seguire, la meta che si propone di raggiungere. Questo terzo convegno é, vuol essere, l’integrazione del precedente, dire una sua parola

nel comune dibattito sul comune problema, l’Eu- ropa. L’altro convegno aveva parlato dell’educazione, della scuola, del compito al quale educazione e scuola debbono assolvere, e al come lo debbono assolvere. Questo terzo convegno si rivolge ad un altro aspetto del problema: “L’unità d’Europa nella società e nella cultura di un’età industriale”: si tratta di assodare in qual modo e fino a che punto una società industriale e tecnologica come la nostra viene a condizionare l’unificazione europea

. Si arriva cosi al quarto convegno, chiamato a toccare uno dei punti piú sensibili del processo di unificazione europea in atto: “il proble- ma delle nazionalità“. La nazione è una componente organica del- l’Europa; è l’Europa, il comun denominatore delle nazioni, un punto di riferimento, che ha preso corpo e figura solo quando la nazione, maturata nella storia, ha preso coscienza che superare la pluralità, raggiungere almeno in via di principio l’unità, era una legge di so- prawivenza, Superare

la pluralità, senza compromettere la soprawi- venza. Questo, Íl problema che si pone la costruzione ormai in corso. E il problema dei problemi, nella costruzione del nuovo edificio eu- ropeo. II convegno ha da dire una sua parola, nel campo che gli è pro- prio, la cultura: accertare a qual punto si è arrivati, a questo propo- sito; indagare le vie piú adatte per proseguire il cammino. Fare, quin- di, il punto della situazione, nel tentativo di rispondere a una doman- da base: quale puó essere la reazione

delle nazioni ai vincoli, alle ri- nunce che l’unificazione comporta. II che comporta una ricerca, a fondo, di quel che é, di quel che significa, una nazione, del suo divenire nella storia. E dall’altra parte, assodare il grado raggiunto dall’organizzazione unitaria, e il grado che si propone di raggiun- gere. Fornire gli elementi, insomma, per un giudizio solidamente fondato sulla procedura da seguire. Ed ora, parliamo del quinto convegno, del nostro convegno, Si ritorna all’argomento “cultura

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1991
Tiziano Vecellio : nel V. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 14 )
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Seite 22 von 116
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Ort: Merano
Verlag: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XI, 93 S. : Ill.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Schlagwort: p.Vecellio, Tiziano ; f.Kongress ; g.Meran <1990>
Signatur: II 128.062
Intern-ID: 62106
veneziana Scuola di S. Rocco (1540), alT«Ecce Homo» del Kunsthisto- risches Museum di Viertna (1543: d’altronde ripresa, invertita, della inte- laiatura già proposta per la appena esaminata «Presentazione» dell’Acca- demia). Perfino la «Pentecoste» della Basilica della Salute (1555), che si pensa, stando alle ultime ipotesi, voler addirittura trapiantare a Venezia, sotto la spinta di influssi romani, lo schema bramantesco del «modemo» San Pietro, piega, a ben guardare, le esigenze

dell’architettura a architet- tonico «commento», si direbbe, della prepotente incombenza del miraco- lo. Frattanto, le citazioni architettoniche diventano via via piú rade e, in giunta, disorganiche, si awiano a depauperarsi di sostanza materica e son destinate a trasmutarsi in «apparizioni» davvero coagulate nelle tenebre da subitanee luminescenze. Eccone le evidenti riprove fomite dal «Mar- tirio di San Lorenzo», nelle due versioni dei Gesuiti a Venezia (1548- 1549) e dell’Escuriale (1554-1567), o dalla

fondo della «Pietà» con la clamorosa quanto netta premessa anticipatane fin dalla ”!ncoronazione di spine” del Louvre (1542-1544), presenti a Tiziano si chiariscono ormai non piu «modelli» da tranquille e canoniche tipologie del Cinquecento classicheggiante ma, con signifícativa tendenza di tra- sgressione, comschi motivi da Giulio Romano o, in accezioni meno spinte, dal Palladio piú spregiudicato e dirompente della senilità. Ció spiega la fantasmagorica apparizione di una stravolta reminiscenza

ar- cheologica (il «Portico di Ottavia» nel San Lorenzo di Gesuiti come la predilezione per l’uso del «bugnato»: e risoluto, vigoroso, del tutto consonante, come impregnato di luce, al colore sfaldato, alle supreme iri- descenze del Tiziano maturo e tardo. Siamo, per invocare non inutile rafffonto, risolutamente all’opposto del ricorrere, da parte di un Paolo Veronese, al «vocabolario» e alla sintassi del Palladio piú composto e solare: tanto da erigersene, appunto il Veronese, quasi antitesi specularc 6

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Kategorie:
Geschichte , Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sprachwissenschaft
Jahr:
1991
¬Il¬ contributo alla storia nel mondo di lingua italiana e in quello di lingua tedesca negli ultimi venticinque anni (1945-1970) : istituzioni sociali, politiche, giuridiche ; atti dell'XI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 11. - 15. 10. 1971
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Seite 105 von 148
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <11, 1971, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Umfang: XIII, 128 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsachtitel: Der Beitrag zur Geschichte im deutschen und italienischen Sprachraum in den letzten fünfundzwanzig Jahren (1945-1970) Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971> g.Italienisches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971>
Signatur: II Z 759/11(1971)
Intern-ID: 62126
Non è male, anzi è opportuno, ricordare che proprio la regione, da cui gli ideologi repubblicani si attendevano mirabilia, è fallita miserevolmente proprio là, ove essa si è voluta sostituire allo Stato. Quando i poteri e le prerogative dello Stato sono in larga parte diventati di competenza della Regione tutti in Sardegna si attendevano tempi nuovi se non addirittura autentici miracoli come per esempio la fine del bandi- tismo. La Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dal senatore

Giu- seppe Medici - come ha ricordato il Messaggero nel numero del 2 novem- bre 1971 pag. 3 - ha dovuto peró ammettere che, lungi dal venire estirpato, il banditismo in Sardegna, dopo l’istituzione ciella regione, non solo vigo- reggia piú di prima, ma si è esteso epidemicamente in tutt’Italia: in modo anzi, dico io, da legittimare taluno ad affermare che la industria del seque- stro di persona e quella della rapina sono le uniche due industrie veramen- te in attivo in Italia La Corte

costituzionale, istituita per giudicare sulla legittimità costituzio- nale delle leggi, sui conflitti di attribuzione e sulle cause promosse contro il Presidente della Repubblica ed i ministri a norma della costituzione stes- sa, appare veramente come la piú accorta ed utile innovazione del nostro ordinamento giuridico, perché mira in pratica a raffrenare la onnipotenza e la prepotenza del legislatore moderno, sulla quale già richiamó la atten- zione Gerhard Leibholz, giudice

al Bundesverfassungsgericht di Karlsruhe in un articolo: Die Bedrohung der Freiheit durch die Macht des Gesetzge- bers, apparso nel numero di maggio 1959 della Rivista “Universitas”. Una volta il problema, e precisamente sino alla Rivoluzione francese, cioé alla epoca delle monarchie cosi dette assolute, non si poneva per via del fatto che il legislatore trovava i suoi limiti naturali nelle varie Freiheiten e libertà dei sudditi, nella concorrenza delle giurisdizioni, nel timore reverenziale di fronte al diritto divino ed a quello

naturale, Ma da quando colla epoca moderna, il popolo, come è stato detto, è entrato nella storia, è sorto per l’individuo il pericolo di essere sopraffatto dalla volontà del legislatore, che nello Stato partitocratico nel quale vivia- mo non tende piú tanto alla tutela di esigenze obbiettive generali, quanto alla difesa degli interessi ideologici e pratici dei partiti al governo, vale a dire deWestablishement. A questo proposito è doveroso dire che la mole di lavoro svolto dalla Corte costituzionale

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 487 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
be garantire, come si vedrà tra breve, lo stesso lavoro scientifico nell’ambito dell’antropologia strutturale come posizione limite nel ricercatore, viene rimproverata da Lévi-Strauss a Sartre come un inutile inceppo, A nulla var- rebbe che Sartre trasformi la singolarità in collettività, la «prigione» sarebbe sempre la stessa: quella del «cogito». «La conoscenza degli uomini sembra a volte piu facile a chi si lasci intrappolare dall’identità personale. In tal modo però - continua LévÍ-Strauss

- si chiude la porta alla conoscenza del- l’uomo: ogni ricerca etnografica muove da ‘confessioni’ scritte ed inconfes- sate. In realtà Sartre diviene prigioniero del suo cogito: quello di Cartesio permetteva di accedere all’universale, ma a condizione di restare psicologi- co, individuale; socializzando il cogito, Sartre si limita a cambiare prigio- ne» (14). Ci interessa sottolineare il valore di quella espressione identità per- sonale. Essa viene respinta come punto di partenza della ricerca, mentre

è indicata come la condizione della ricerca stessa. La contraddizione puó esser rimossa se si considera che nel secondo caso non si tratta di punto di par- tenza. II punto di partenza è l’esperienza dell’altro. L’identità personale emerge al limite di questa esperienza. Sia pure in questo momento del pro- cesso conoscitivo, tuttavia, essa è essenziale e rimane da spiegare perché non vi si possa prescindere, sia pure per quel tanto che è necessario per giungere a conclusioni antiumanistiche. L’identità

personale è quindi la sede di quella ragione dialettica che è nella analitica e che è «la condizione richiesta» per «osare»la riduzione dell’umano nel non umano. Occorre un ardimento in- tellettuale («osare») che è la dialettica, l’ardimento della ragione, per opera- re con uno strumento umanistico la riduzione livellatrice. Sartre potrebbe osservare a Lévi-Strauss che, per quanto lo desideri, neppure lui puó uscire dalla «prigione» del cogito, ossia che nemmeno al- l’antropologo è permesso

di prescindere dal fatto originale della coscienza. D’altra parte il cogito di cui parla Sartre, appunto perché «socializzato», os- sia allargato alle sue dimensioni sociali, si alimenta di pragmaticità intersog- gettiva e, richiamandosi alla comprensione piuttosto che alla conoscenza in- tellettuale, non trascura la componenti alogiche, L’inconscio e le sue strut- ture hanno un’eco anche entro i confini del cogito di una «ragione dialetti- ca». Lo strutturalismo potrebbe essere anche considerato come una

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Kategorie:
Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 71 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
nítà su base trascendentale (Agostino). Soltanto partendo dal Dio trascenden- tale l’uomo trovó il suo essere-se-stesso neU’assoluta sicurezza della sua esisten- za ultraterrena come singolo e come comunità. Da questa posizione l’uomo con la sua forza creatrice poté assolvere i suoi compiti suUa terra. II medioevo rappresenta il tentativo di realizzare il regno di DÍo suUa terra in uno stretto collegamento del potere ecclesiastico con quello laico. Ne con- segui una tensione e il problema non

fu risolto. La vera creazione del medioevo fu l’immagine del mondo e dell’uomo tesa al soprannaturale secondo la pro- spettiva della trascendenza teologica. Nell’età moderna si verificó il distacco dell’uomo come índividuo e come comunità dalla trascendenza ed il suo concentrarsi nella assolutezza del pensare e dell’essere autonomo («lo penso, dunque io sono»). La coscienza scoperta nell’io è il fondamento del mondo, Una dialettica soggetto-oggetto domina la storia europea dell’idea nell’età moderna

. L’umanesimo dovette necessariamen- te tramutarsi nell’inumanesimo della «Volontà di potenza» (Nietzsche). Imme- diatamente si sviluppano sistemi sociali nei quali chi economicamente è piú for- te annienta il piü debole. In seguito si forma il sistema collettivistico: l’uomo è soltanto fattore di produzione, sacrifica la sua personalità al eollettivo. Non ci si deve peró dimenticare che l’accentuazione dell’individualismo ha liberato la forza creatrice del singolo; ricerche nelle scienze naturali (metodo

empirico). L’uomo è diventato il vero padrone del mondo. Contemporaneamente peró l’uomo si è annuUato nel mondo e nella sua gestione ed ha finito di essere uomo. Contro questa minaccia dell’esistenza umana specialmente dopo le due guerre mondiali si solleva «l’esistenzialismo»: coscienza e realizzazione di se stesso, libertà dell’uomo. La tendenza verso il conereto, il reale, verso l’essere nel rapporto con l’essere-di-per-se-stesso è una caratteristica della nuova situa- zione spirituale. Con

il superamento della frattura soggetto-oggetto e la conse- guente dialettica degli «ismi» (materialismo, idealismo, individualismo, colletti- vismo ecc.) sorge dalla sintesi creativa un nuovo principio di unità . Oggi peró ha preso il via un processo unificatore di altro genere. La diffe- renza del diverso non viene eliminata attraverso l’uniformazione totalitaria (identità ) ma essa viene considerata intatta nella sua diversità. II singolo nel suo genere non viene soffocato dal tutto, formato in questa

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 536 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
altrimenti da com’è (me endechomena allos), né accadono secondo il caso (.apo tyches); il loro accadere ha la regolarità relativa di ció che accade per lo piú (epi to poly); c) Íl diverso grado di precisione (akribeia): proprio in ragione della mu- tevolezza del proprio oggetto,, il sapere pratico non puó e non ha da conse- guire la stessa precisione ottenibile, ad esempio, nelle matematiche; in quan- to peró dipende dalla natura stessa della cosa, e non da manchevolezze del conoscere stesso

, la minor precisione in esso conseguibile non inficia la scientificità del sapere pratico: esso è un sapere soltanto verisimile, non nel senso di essere approssimazione al vero (verisimilitudo), bensi nel senso che esso è verità del probabile (probabilitas); d) la diversità delle procedure argomentative: in virtú dei caratteri speci- fici propri, sopra nominati, il sapere pratico non si struttura in modo apo- dittico, bensi in modo topico-dialettico; cosi, il sillogismo pratico, pur aven- do la stessa

stringenza logica di quello apodittico, non parte come quest’ul- timo da premesse vere e necessarie, ma da premesse soltanto probabili, da opinioni notevoli (endoxa), e per ció ha un carattere topico-dialettico. 2) Praxis e poiesis. L’autonomia e la peculiarità della praxis e del sapere ad essa relativo (la phronesis) vengono demarcate dai neoaristotelici non sol- tanto nei confronti della theoria, ma anche e soprattutto nei confronti della poiesis e del sapere che la guida, vale a dire la techne

sono concepite come sapere pratico in quest’ultimo senso: ciò significa che l’etica, in quanto non è tec- nica, non va intesa eome un sapere nel quale si tratta di applicare un model- lo (eidos) di uomo, un’immagine Ídeale di vita, alle situazioni concrete del- l’agire e del vivere; e cosi la politica non puó essere ridotta a mera tecnica per la conservazione della vita o del potere, ma ha da guardare alla forma migliore di vita, al vivere bene (eu zen) dei cittadini. 484

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 489 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
La posizione che ci sembra possibile assumere per iniziare questa ricerca è il riesame, in sede fenomenologica, dei risultati delle scienze al posto di una loro estrapolazione in ambiti extra-scientifici, come awiene nel caso delle prospettive scientiste. U passaggio dalla scienza alla concezione del mondo è un passaggio acritico se lo operiamo senza la mediazione fenome- nologica. Investire i risultati delle scienze con una riduzione fenomenologica significa ottenere un referto che garantisce

dalle illazioni frettolose e infon- date. Questo referto è il mondo della vita ove le scienze ritrovano la loro ma- trice prescientifica e ritornano alla loro iniziale fonte di significato. La me- diazione del mondo della vita umanizza le scienze umane, ma si tratta di un liveHo ove non si può consistere a lungo. II liveHo fenomenologico, iniziale interpretazione del fenomeno, va radicalizzato neU’ambito di un completo discorso ermeneutico. È a questo punto che si puó passare aHa concezione generale

deH uomo e del suo mondo, anzi che vi si deve passare per non la- sciare nel vago il discorso del senso per l’uomo. II mondo della vita come re- ferto fenomenologico è sufficiente ad umanizzare le scienze umane, ma non ad esprimere in forma tematica tutto l’arco del discorso significante. La in- terpretazione completa deve essere almeno possibile e tale da non ripiegare su una istituzionalizzazione del liveHo fenomenologico arrestando o devian- do in tal modo la dinamica Ínterpretativa

, ricorda in qualche modo le trame eidetiche dei nessi logico-matematici nelle prime ri- cerche fenomenologiche di Husserl. È come una radiologia eidetica del mondo deUa vita. La fenomenologia nel suo complesso, fenomenologia deUa struttura e fenomenologia dell’esistenza, offre aUe scienze umane un filo eonduttore diverso da queUo che organizza la summa positivistica scientisti- ca, che le blocca nel loro fiscalismo elevandolo aUa seconda potenza. Questo filo conduttore è U referto deU’attivÍtà umana

come ricerca di significato, di cui l’articolazione strutturale è un aspetto ed il rimando all’esistenza è un al- tro. La fenomenologia descrivendo la insopprimibUe tensione tra questi due poli della significanza umana risveglia le scienze dal sonno fisicalistico ed av- vía un processo interpretativo che sí compie oltre i limiti della fenomenolo- gia, neUa radicalizzazione del processo ermeneutico. Oltre questi limiti, al- 1 interno di questo processo radicalizzato (ossia nell’esistenza come

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 417 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
I periodi messi Ín rivista in questa Giovinezza del De SanctÍs rievocano la famiglia che si sottomette all’autorità della nonna, i genitori, i parenti che prendono corpo nei ritratti, negli aneddoti, ormai su un tono di di- vertito distacco rasente l’autoironia di chi si ricorda. È per questi versi che De Sanctis si rende conto dello sviluppo che lo porta alla maturazio- ne, in parte conseguita sul piano della cultura e dell’insegnamento. Di tutte le immagini rievocate e impressesi nella

sempre di fatti guerresehi» (p, 23). II gusto di queste letture su un itinerarium di tempra classica ed esigente si trasmu- terà piú tardi ai contenuti della letteratura nel senso interpretativo. Nella revisione delle scuole frequentate risaltano i ricordi del De Sanctis sulla «scena che non gli è piú uscita di memoria» presso i Gesuiti che l’ex-al- lievo rende responsabili di un metodo meccanico con l’effetto di una to- tale insufficienza dell’insegnamento. Nel ricorso commemorativo si rivela

la scuola dell’abate Lorenzo Fazzini cimentatosi in «quell’età dell’oro del libero insegnamento» quando «i seminari erano scuole di latino e di filo- sofia... le scuole del governo affidate a frati... la forma dell’insegnamento ancora scolastica col predominio di retorica e di filosofia a scapito della scienza e della lingua nazionale». (S.25). II De Sanctis che nella retrospet- tiva si accorge del «maggior progresso» negli studi delle scuole di Napoli dove «il latino passava di moda

» (p.25) si impressiona delle lezioni bril- lanti e persuasive dell’abate Fazzini, imbevendosi di «argomenti, teoremi, problemi, scolii e corollari, sillogismi, entimemi, dilemmi» (p.26), ed esercitandosi nell’arte del disputatore. Ma diventa anche scettico perché la scuola era «di forme e non di cose, e si attendeva piu a imparare le pa- role e le argomentazioni che le cose a cui si riferiscono». (p.31) II Nostro ripeterà piú tardi che «negli scríttori /cercava/ il sentimento, Pimmaginazione, l’acutezza e la novità

del pensiero» mentre lo «studio delle frasi gli era venuto a noia». Già Íl suo senso critico prospettava uno spirito di riforma resosi consapevole della distanza degli anni di densa at- tività educativa, culturale, politica. Riordinando le sue reminiscenze il De Sanctis vede la sua formazione attraverso certe fasi depressive, superate da nuove esperienze fra cui quella piú preziosa della scuola del marchese Puoti, di una formazione restia ad ogni definizione di tradizionale tipo scolastico. Alla

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 490 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
L’insieme delle spiegazioni scientifiche dei fatti umani puó giungere alla descrizione completa dei processi e coprire anche tutto il terreno del fenomeno umano. Isolare la ricerca a quel livello è scientismo. Toglierla da questo isolamento rivelando il contesto della richiesta di senso è com- pito della fenomenologia. II discorso sul senso, o meglio sul signifícato, è un discorso che non si arresta alla neutralità descrittiva e rivela il consi- stere dell’uomo nella richiesta ulteriore

e finale della significanza. Tale ri- chiesta è ciò che muove la domanda esistenziale nella sua estrema radica- ütà. II mettere in questione se stessi è quasi una scommessa di tipo pasca- liano sulla assolutezza del significato. Ne discendono la concezione del- l’esistenza come interpretazione e la concezione itinerante dell’uomo con la loro apertura costante dell’orizzonte e la costitutiva impossibilità di una sistemazione, con la loro continua richiesta di significato ultimo e non solo di significato

tecnico, per usare le espressioni dello Strasser (17). Le scienze umane, dinnanzi a questa richiesta, reperiscono il senso del resi- duo che sfugge alla loro copertura del fenomeno, o - per essere piú precisi - è l’esistente uomo che reperisce i limiti della sua fenomenicità pur scien- tificamente chiarita. II reperimento di questi limiti ed i drammi, le fru- strazioni e le nevrosi che il reperimento spesso comporta se il limite non viene inteso nel senso dell’interpretazione proposta, sono ancora

fenome- no oggetto di scienze umane ed in particolare della psicanalisi individuale e sociale. Ma anche qui si ripete la dialettica ermeneutica del significato: non spiegazione tecnica, ma esistenziale, anzi umana. A questo livello la interdisciplinarietà si fonda sul reperimento della interdipendenza delle frontiere delle scienze umane, anzi potremmo dire che a questo livello le varie scienze umane reperiscono la loro ef- fettiva unificazione. Nella varieta delle indagini la natura del limite

è sempre la stessa. Vi è quindi una interdipendenza positiva, raggiunta per mezzo della complementarietà delle indagini sullo stesso oggetto; una interdisciplinarietà problematica, cui si perviene con la scoperta di una direzione di senso che mette in crisi la univocità del senso ogget- tivo delle scienze; ed infine una interdisciplinarietà negativa, che fon- da la comunicazione nella metaproblematicità di una richiesta radicale di significato. Tutto l’arco del discorso condotto in queste pagine

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften
Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 226 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
rinflusso della religione ebraica è stato abbastanza irrilevante, l’influsso del Cristianesimo è stato determinante per la costituzione di uno dei tratti piu caratteristici dell’unitarietà linguistica in Europa. II peso del Cristianesimo infatti non consta solo in termini di isolati lessemi piu o meno significativi, quanto nel radieale stravolgimento cui è stato sotto- posto tutto il lessico quotidiano di ogni Üngua europea. II Cristianesimo non ha comportato soltanto la crescita di un certo

vocabolario con nuo- ve unità lessicali, quanto - e soprattutto - ha procurato una fissione se- mantica in gran parte del vocabolario comune, spaccandolo in una di- mensione umana e terrestre e in una nuova dimensione divina e celeste. Questa fissione semantica è la rivoluzione linguistica che ha operato il Cristianesimo prima sul greco, poi sul latino e infine, in ogni lingua d’Europa, via via che la nuova religione conquistava nuovi spazi e nuovi popoli. Processi traslati e metaforici sono peculiari

. Ma la diffusione del Cristianesimo ha creato un ulteriore evento lin- guistico di grande rilevanza in Europa: l’opera di traduzione dei Vangeli ha comportato, prima nel latino, e via via nelle singole altre lingue, oltre che la penetrazione di prestiti, anche una notevole quantità di calchi se- mantici e soprattutto morfologici (si tratta del tipo lat. misericors, ted. barmherzig). A1 tempo dell’influsso colto del greco il latino aveva ripreso una notevole capacità di composizione nominale, ma con il declino

della classicità questa capacità si era inaridita; ora invece con la diffusione del Cristianesimo e con l’organizzazione della Chiesa era tornata a fiorire. Le traduzioni dei Vangeli tanto che venissero esemplate sul modello del- la Bibbia latina (come nel caso dei Germani occidentali) quanto della Bibbia greca (come nel caso dei Germani orientali) hanno favorito e de- terminato una maggiore capacità della composizione nominale (ma an- che verbale): i Germani avevano ancora conservato questa

peculiarità linguistica, ma l’estendono in altri settori del loro vocabolario; gli Slavi invece, come i Latini, avevano perduto in gran parte questa peculiarità; 174

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Jahr:
1991
¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 537 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
3)Critica dell’Íntelletualismo etico. Determinazione fondamentale del sa- pere pratico è per i neoaristotelici il fatto che esso, a differenza del sapere teoretico e constatativo, muove e orienta concretamente l’agire; già in Ari- stotele il sapere pratico della phronesis, pur essendo inferíore al sapere teo- retico della sophia per il minor grado di perfezione dell’oggetto considerato (le azioní degli uomini e non le realtà celesti e divine), ha su di esso il van- taggio di muovere e guidare

concretamente l’agire umano, mentre la sophia non ha questa capacità, Sottolineando questa distinzione, i neoaristotelici si oppongono alle comprensioni intellettualistiche e teoreticistiche dell’etica, cercando nella determinazione del carattere movente del sapere pratico un punto d’appoggio per ríconnettere momento conoscitivo e momento attua- tivo dell’agire, il sapere che cos’é il bene e il farlo, Per questo, nella loro teo- ria dell’azione i neoaristotelici riabilitano l’elemento della decisione, della

scelta deliberata, della prohairesis, il quale, specialmente nell’orizzonte del moderno fraintendimento teoreticistico del sapere pratico, è stato spesso considerato come elemento irrazionale; non per nulla ancor oggi gli uni lo demonizzano e lo espungono dalle loro teorie, gli altri lo esaltano come co- stitutivo dell’agire, in particolare dell’agire politico. Contro i due estremi del teoreticismo e dell’intellettualismo, da un lato, e del volontarismo e del de- cisionismo, daU’altro

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Jahr:
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¬L'¬ unità d'Europa e il mutamento del quadro culturale: "Le scienze umane" . atti del XIX vonvegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 22 - 27 aprile 1985
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Seite 157 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Ort: Meran
Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
dove Toggetto della riflessione scientifica sia una vita culturalmente ar- ticolata, aperta alla problematica del significato e del valore. Quel crite- rio, indubbiamente prescrittivo, non scaturisce infatti dalla scienza stes- sa, ma da una riflessione sulla scienza, da una metascienza, in cui non si applica una metodologia scientifica, ma si esplicita la consapevolezza che, se noi possiamo individuare e descrivere scientificamente i processi valutativi, non possiamo peró presumere

di teorizzare attraverso i pro- cedimenti scientifici la costituzione della umanacorrelazione alle idee di valore. La base osservativa del processo scientifico lo costringe ad una teorizzazione peculiarmente genealogica, caratterizzata dalla derivazione di ciò che è da ciò che è stato e di ciò che deve essere da ciò che é. Lo studioso che vuole fare scienza della realtà umana in maniera critica e non dogmatica, riconosce che in questa realtà non tutto è riducibile in quei termini e testimonia questa sua

consapevolezza con il richiamo ad altre forme di riflessione a cui delegare la teorizzazione di un rapporto della coscienza con la rappresentazione ideale di ció che ancora non é, la problematizzazione del suo porsi come costitutivo di un orizzonte di imperatività, di fínalità, di dover essere morale e non naturale, nonché, infine, il tentativo di coUegare organicamente questi diversi tipi di rifles- sione. Attribuire al processo genealogico-evoluzionistico la capacità di fon- dare la prescrittività

significherebbe, anche nelle scienze umane, impri- gionare il dover essere morale nelle possibilità reali, cioé ridurlo in ter- mini deterministici. La lunga e tutt’altro che esaurita polemica nell’am- bito del marxismo fra il versante del materialismo dialettico e quello del materialismo storico, ci ha offerto uno dei piü efficaci esempi delle in- superabÜi difficoltà che una teorizzazione scientifica delia realtà umana incontra nello sforzo di conciliare nel suo ambito descrittività e prescrit- tività

. Weber aveva capito che questo condurrebbe inevitabiÍmente ad un riduzionismo deterministico dal quale solo con una abile mistificazio- ne si potrebbe iiiuderci di far scaturire l’impegno morale. Una delle piu feconde affermazioni di Weber, nelÍ’ambito della sua distinzione fra eti- ca del successo e etica delVintenzione, è queüa che solo mirando all’im- possibiie si possono usare le reali possibilità in funzione di un effettivo rinnovamento 7). La constatazione che l’intenzionalità del dover essere

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Seite 137 von 554
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <19, 1985, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Umfang: XLIX, 498 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und der Wandel des Kulturbildes: "Die Humanwissenschaften" Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: s.Geisteswissenschaften ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1985>
Signatur: II Z 759/19(1985)
Intern-ID: 62155
, sembra non vi sia altro che l’assenza di fonti. Tuttavia ora non è propriamente cosi, dopo il discorso che abbiamo fatto. Anche la fonte, in senso forte, se vogKamo farle compiere la funzione di localizzare con un parametro storico pre- ciso il testo nel quale appare, non è tale che possa venire esibita daUe semplici parole e dal loro significato. Anch’essa, come l’originalità, fa ri- ferimento a qualcosa che non è immediatamente visibile, ma dev essere inferito al di là del piano testuale. Bisogna

supporre che sia esistito un Aristotele, come là dove Ü testo di Pomponazzi rimane solo, senza fonti, dobbiamo far riferimento aHa presenza esistenziale, storica, del pensiero di Pomponazzi. Kantianamente dobbiamo distinguere, però, H piano deHa successio- ne dei testi, da queHo deUe loro sorgenti spontanee e creatrici: H piano deU’esperienza da queUo deUa soggettività, che è come la condizione che la rende possibüe. In varia misura problemi tecnici del lavoro storiografico, come queHi che emergono

talora nel corso deH’edizione critica d un testo, o queUi deUa sua chiarificazione mediante H richiamo aUe fonti, hanno rmplicato la nozione di soggetto; e questa, a sua volta, ha lasciato intravedere suUo sfondo H tema ben piú vasto deU’interpretazione, neU’ambito del quale mi sono mosso. Anche questo tema piu generale, che certamente non mi propongo di trattare qui per disteso, sembra oggi animato da una tensione del tutto sfavorevole aU’impiego del concetto di soggettività 7). Ció awiene non

soltanto nei sostenitori piú aperti del nichHismo, ma anche in pensatori che elaborano una teoria deU’interpretazione a partire daUa storiografia filosofica e che, rafforzati da un’acuta sensibHità storiografica, sembra non abbiano eccessive simpatie per H nichHismo. Del resto già Gadamer polemizzava contro H preteso pericolo, denunciato da Nietzsche, che la coscienza storica ci insegni a coHocarci nei piu diversi orizzonti del pas- sato, perdendo di vista H proprio tempo. «Chi opera questa totale

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Bücher
Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1991
Tiziano Vecellio : nel V. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 14 )
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Seite 26 von 116
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Ort: Merano
Verlag: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XI, 93 S. : Ill.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Schlagwort: p.Vecellio, Tiziano ; f.Kongress ; g.Meran <1990>
Signatur: II 128.062
Intern-ID: 62106
le vesti, allunga sbalordito l’indice: perentorio invito al suo protetto onde appuntare lo sguardo sulla visione. Che sembra, dal canto suo, tenere ormai ben poco del miracoloso e, meno ancora, configurarsi quasi un «mistero» da declinarsi, come nella concezione raffaellesca, in termini razionali; il fatto accade in «presa diretta» sotto i nostri occhi, su di un lembo di teira appena emergente in un punto non qualsiasi ma dawero «topico» del cosmo lagunare: quel bacino di San Marco dal quale

è dato cogliere inconfondibile all’orízzonte, a dissipare ogni equivoco sulla attualità dell’episodio, il profilo della Venezia piú nota e famigliare, dal Palazzo Ducale alle Cupole di San Marco, dall’imbocco della Piazzetta ai demoliti Magazzini del sale: rassicurante conferma del «quotidiano». Identica e, guarda caso, pressoché contemporanea, la convinzione espres- sa, d’altronde, nel tizianesco «Pohttico Averoldi» per la chiesa bresciana dei Santi Nazzaro e Celso (1520-1522). Anche qui, noi

occasionali «fruitori» fmiarno inesorabilmente compartecipi, con il donatore e i Santi protettori e le guardie esterefatte, del clamoroso, improwiso apparire del Cristo risorto. La ripartizione della grande tavola, per esigenze «arcaiche» della committenza, in cinque scomparti, vien qui aggravata dalla compre- senza di tre avvenimenti succedutisi peró in tempi diversi: l’Annunciazio- ne, in alto ai lati; la Resurrezione centrale; il Martirio di San Sebastiano, sotto a destra. In realtà un tenace filo

logico rilega gli episodi cui non sarà stata estranea la sottigliezza teologica dell’Averoldi, nunzio pontificio a Venezia: tra l’Annunciazione, con la conseguente incamazione del Ver- bo, e la Resurrezione sta racchiuso tutto il cammino deha Redenzione mentre il San Sebastiano esalta, nella ostentazione livida del martirio quasi «controfigura» del Cristo, la contrapposta gloria della vittoria sulla morte. Ma anche qui, come ad Ancona, sarà proprio l’unità dello spazio a saldare senza smagliature

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Bücher
Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1991
Tiziano Vecellio : nel V. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 14 )
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Seite 30 von 116
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Ort: Merano
Verlag: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XI, 93 S. : Ill.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Schlagwort: p.Vecellio, Tiziano ; f.Kongress ; g.Meran <1990>
Signatur: II 128.062
Intern-ID: 62106
onorato, nel marzo 1546, della cittadinanza romana in Campidoglio ma, sul piano pratico, ottenne pochissimo: quando, durante il viaggio di ritomo, sempre nel 1546 offrirà i suoi servizi a Cosimo I di Toscana, ne otterrà un appena temperato rifiuto e identica sorte avrà Tinsistenza con cui, nel successivo 1547, chiederà alla Curia Vaticana l’ufficio di sigilla- tore dei brevi pontifici che era stato di Sebastiano del Piombo. fri verità, la riluttanza, spinta frno alla ripulsa, degli ambienti

contemporanei, aristocratici e distaccati nella loro freddezza di diamante, di un Bronzino. E poco dopo, circa 1557-58, Tiziano inizierà, del resto, la sua ultima fase quando il colore affocato e scorporato dalla luce si dissolve veramente nel tocco. Si è parlato, in proposito, di esiti quasi pre-impressionisti, equivocando su alcune innegabili assonanze «esteme» e formali: rimpressionismo coglie la luce quale vita della materia, fenomeno naturale da apprezzarsi e godersi nella libera ampiezza del «plein

afr», senza gravarlo, almeno di proposito, di complessi problemi interiori; la luce del Tiziano settantenne investe il dipinto con una travolgente carica drammatica, denuncia una situazione tragicamente angosciosa. Le sue motivazioni non sono, ad evidenza, appieno rintracciabili nella sola pura evoluzione dei mezzi formali o, peggio, spiegabili con le aggravate capacità visive del pittore, quasi costretto ad un fare largo e sprezzante, ricorrendo perfino alle dita per stendere il colore al posto

dei pennelli; in piú largo e convincente gfro d’orizzonte, possiamo cercar di raccogliere, da una complessa situazione umana, alcuni elementi utili a fomirci, senza del tutto dimenticare i pre- supposti ricordati, una piú adeguata chiave di lettura. II crepuscolo dei miti rinascimentali della fortunata età dell’oro, iniziato già nel lontano secondo decennio del secolo, aggravatosi dopo la scom- parsa del Bramante (1514) e la morte di Raffaello (1520), affrettato dal «Sacco di Roma» del 1527

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Bücher
Kategorie:
Geschichte , Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sprachwissenschaft
Jahr:
1991
¬Il¬ contributo alla storia nel mondo di lingua italiana e in quello di lingua tedesca negli ultimi venticinque anni (1945-1970) : istituzioni sociali, politiche, giuridiche ; atti dell'XI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 11. - 15. 10. 1971
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Seite 141 von 148
Autor: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <11, 1971, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Umfang: XIII, 128 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsachtitel: Der Beitrag zur Geschichte im deutschen und italienischen Sprachraum in den letzten fünfundzwanzig Jahren (1945-1970) Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971> g.Italienisches Sprachgebiet ; z.Geschichte 1945-1970 ; f.Kongress ; g.Meran <1971>
Signatur: II Z 759/11(1971)
Intern-ID: 62126
tutta una concezione clel mondo e della vita che ha un suo scopo pedagogico, che ha, diciamo, una sua propria particolare posizione proprio in quegli icieali di tra- dizioni che costituiscono la sfera della spiritualità, ma certamente non ha quella preminenza, quella autonomia che è tipica del fatto religioso e del fatto religioso cristiano, in particolare. Ora ci troviamo di fronte, direi, nella sensibilità culturale di oggi di un rivivere, di un apparire, non dico per la prima volta

, ma tuttavia con una certa insistenza di una sfera di riflessione religiosa che è disordinatamente autonoma, ma tuttavia autonoma. Siamo alle prime, direi, sotto certi aspetti, esperienze culturali italiane di un’au- tonomia del fatto religioso e della sua riflessione su di esso. Già quest’autonomia era stata guadagnata all’interno dell’attualismo stesso da molti pensatori, che qui non è il caso di nominare, alcuni sono qui presenti, di altri abbiamo una memoria cosi viva, ma direi, già quella era stata

, quasi subculturali, ma che in ogni modo è una clelle manifestazioni una delle presenze nuove nella non ancora cultura, ma direi, ma nella cultura nel senso piú ampio del nostro tempo. Un’altra considerazione potremmo farla sulla contestazione giovanile e anche qui non mi appellerei, è chiaro alle forme piü eversive, ma cercando di arrivare a quella che è l’animazione interiore, che cosa potrebbe essere, quale chiave inter- pretativa potremmo darle; e qui è proprio una sfiducia nella Storia, una

sfiducia nel processo storicistico, nell’interpretazione storicistica degli awenimenti, perché il contestatore è uno che rifiuta la mediazione, che vuole un ancoraggio immediato a quel mondo quasi nuovamente romantico, primitivo della vita. È proprio la crisi delle mediazioni nei confronti del mondo della vita, media- zioni che possono essere quelle dei partiti politici, quelle delle strutture sociah, della stessa cultura nella sua tradizionale articolazione, nei suoi consueti criteri di giudizio

ma- nifestazione. Dobbiamo contenerci nei limiti anche perché una comunicazione di questo tipo deve offrire delle suggestioni, appunto perché noi non siamo qui in una sede ti- picamente filosofica, ma direi in quel compito che puó avere un filosofo in questa sede che non è tanto quello dell’interprete, del filosofo hegeliano, ma del filosofo che fa la cupola del discorso, ma è piuttosto, diciamo, quello che in questa situa- 123

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