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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 18 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
16 QUINTILIO PERINI La signoria di Weissenberg, che Matteo aveva ceduto a Hans Prockh, i figli di lui Giovanni, Giorgio e Cristoforo nel 1611 la vendettero a Volfango de Wisent, la figlia del quale Elisabetta la portò in dote al marito Melctìiore de Lindegg, figlio di Seba stiano nell'anno 1636, Melchiore fabbricò nelle vicinanze di Marbach un ospitale che fu inaugurato al 1° di maggio del 1653; questo doveva servire per i poveri del paese, e nello stesso tempo alber gare i poveri viaggiatori

minorenne e quattro figlie, le quali vendettero nel 1678 la signoria di Weissenberg, ' ereditata dalla loro madre, al conte Corrado de Stahremberg; essa restò a questa famiglia fino al 1818, quando entrò a far parte del fondo patrimoniale im periale. Si stipulò un comune accordo fra i fratelli Giovanni Gasparo e Melchiore figli di Sebastiano, ai 24 aprile 1639, per il quale il primo entrò in possesso della signoria di Mollenburg. Giovanni Gasparo morì lasciando un figlio minorenne Giovanni Erenfredo

e una figlia Maria Cristina. Nel 1656 il tutore di Giovanni Eren fredo de Lindegg, Hans Adamo Eusebio ‘di Volderndorf dava in feudo la signoria di Mollenburg a suo cugino Cristoforo Adamo figlio di Melchiore minorenne rappresentato dal suo tutore e zio Giovanni Alberto de Lindegg, essendogli morto il padre nel 1653. Poco dopo mori Giovanni Erenfredo. La giunta permanente del l’Austria inferiore con lettera 29 dicembre 1659 concesse perciò a sua madre Margareta de Grunthai l’autorità sulle signorie

di Arndorf, Strassenreut e Mollenburg, che appartenevano al defunto marito di lei Giovanni Gasparo. Ne nacque una lite fra Margareta de Grun thai e Maria Giustina dei Baroni di Poymont e Payersburg vedova dì Melchiore de Lindegg. Si venne nel l 0 marzo 1661, ad un comune accordo, presenti i cognati fratelli Francesco Giuseppe, Bal- dassare e Giovanni Alberto de Lindegg, per il quale venne con-

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 30 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
1661 marzo 1. — Atto notarile e accordo fra le vedove Margareta de Grün thal del fu Giovanni Gasparo de Lindegg e Maria Giustina dei baroni di Poymont- Payersberg del fu Melchiore de Lindegg per la trasmissione della signoria di Mol lenburg a Cristoforo Adamo figlio del fu Melchiore de Lindegg. 1662 dicembre 27. — Hanns André von Weichselberg a nome del mino renne Cristoforo Adamo de Lindegg dà l’investitura del feudo di Mollenburg a suo zio Giovanni Alberto de Lindegg. 1669 febbraio

27. — Giovanni Alberto de Lindegg trasmette di nuovo al nipote Cristoforo Adamo de Lindegg la signoria di Mollenburg. 1676 dicembre 7. — Atto notarile nel quale Baldassare de Lindegg stante la grave età rinuncia a favore di suo fratello minore Giovanni Alberto alla si gnoria di Mollenburg verso il compenso annuo di fiorini cento. 1687 gennaio 9. — Baldassare e Melchiore del fu Giovanni Alberto de Lin degg, Giovanni del fu Gasparo Sigismondo de Lindegg, e Giorgio Massimiliano del fu Baldassare de Lindegg

chiedono l’investitura di Mollenburg. 1692 gennaio 24. — Ermanno Sigifredo di Salleburg a nome del minorenne Giovanni Gasparo de Lindegg concede la signoria di Mollenburg al conte Fran cesco Ottocaro di Stahremberg. 1703 gennaio 24. — Morto Giovanni Gasparo in Italia nel 1702, l'ammi- nistrazione della signoria di Arndorf venne affidata a sua madre Maria Regina de Kollowrath. 1705 febbraio 14, — Maria Regina Kollowrath vedova di Gasparo Sigis mondo de Lindegg vende la signoria di Arndorf a Melchiore

Sigismondo de Lin degg per 12.000 fiorini. 1708 gennaio 20. — Testamento di Melchiore de Lindegg figlio di Cri stoforo. 1717 ottobre 2. — Testamento di Lucia de Lindegg figlia di Francesco Giuseppe moglie al D. r Gottardo Ramponi. 1720 gennaio 22. — Testamento di Anna de Lindegg figlia di Francesco Giuseppe moglie a Francesco Giulio de Scbultbaus di Lavis, 1734 marzo 26. — Documento col quale venne investito della signoria di Mollenburg Baldassare Sigismondo de Lindegg figlio di Giovanni Alberto, e Gio

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 12 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
Tra i figli di Bonifacio merita speciale menzione Giovanni fi glio di Angiola de Cabri, nato in Arco nel 1499, il quale dedicatosi agli studi delle scienze medica e teologica e nominato protome dico di corte del principe vescovo e cardinale di Trento Cristo- foro Madruzzo, fu poco tempo dopo chiamato da Ferdinando I, re dei Romani, alla propria corte e destinato all'ufficio di proto medico dei suoi due figli arciduchi Massimiliano e Ferdinando, coi quali ebbe pòi a peregrinare per le città

d'Italia, della Spagna, della Francia e della Germania. Tanto era il sapere e la dottrina di Giovanni che nel 1540 fu eletto canonico della cattedrale di Trento e nel 1556 rettore dell'abbazia di Sari Gottardo in Ungheria, indi nel 1559 vescovo di Trieste col titolo di conte palatino. Dopo esser rimasto in tale dignità per sei anni volle assumere di nuovo la direzione della abbazia di San Gottardo, dove mancò ai vivi nell'anno stesso 1565. Per gli eminenti e fedeli suoi servigi Giovanni ebbe à Fer

dinando, re dei Romani, un diploma col quale egli veniva nomi nato fisico famigliare e domestico regio della reai Casa con an nuo stipendio, in data 27 luglio 1545, ed un mese prima,, cioè il giorno 11 giugno 1545, aveva già ottenuto da Carlo V un altro di ploma, col quale si riconfermava l’antica nobiltà dei Betta e si esten deva con singolarissimi privilegi; a favore tanto di Giovanni quanto di suo padre Bonifacio per sè e per tutti i suoi legittimi discendenti ed eredi maschi e femmine in perpetuo

, e si modificava l’antico stemma di famiglia inquartandolo. Dopo la morte del vescovo Giovanni de Betta sorsero delle questioni ereditarie fra i fratelli Gio. Battista e Pantaleone Betta di Revò figli di Bonifacio e di Dorotea Dal Bue, e il fratello ute rino di Giovanni, Bernardello fu Bernardo Bertoldi di Arco, figlio di Angela de Cabri. La causa fu decisa dall’arbitro conte Fran cesco signore di Arco, nel senso che i fratelli Betta furono ob bligati a pagare a Bernardo Bertoldi 800 ragnesi. Pantaleone figlio

di Bonifacio avendo impalmata la nobil donna Boria de Concini di Castel Malgolo, vedova di Gregorio Cendrata dì Verona, unica figlia di Giacomo, passò ad abitare in questo castello. Bona de Concini-Betta con testamento 17 luglio. 1559, scritto in Mezolombardo da Giovanni Busetti, notaio di Val di Non,

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 20 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
Lizzana e Marco e morendo ai 9 gennaio 1781 lasciò al figlio Ga sparo una cospicua sostanza. Alla morte di Giovanni Alberto presentarono per avere la signoria di Mollenburg, Baldassare figlio minorenne di Giovanni Alberto, rappresentato dal suo tutore Giovanni Ruperto Hegemuller, così pure il fratello di lui già maggiorenne, Melchiore Sigismondo, Giorgio Massimiliano, figlio minorenne di Baldassare, rappresen tato dal tutore Massimiliano Ignazio Braun de Rottenhausen, e Giovanni Gasparo figlio

del fu Gasparo Sigismondo, Tutti questi fratelli e cugini, chiamati alla successione feudale di Mollenburg, non avevano diritto ad alcuna preferenza; potevano lasciare unito il feudo o dividerlo o lasciarlo, verso compenso, in possesso di uno solo. A quanto pare, il feudo fu riunito in una persona sola, non saprei a quali condizioni, cioè in Giovanni Gasparo figlio del fu Gasparo Sigismondo, come appare da un atto di investitura dei 24 gennaio 1692. Giovanni Gasparo rappresentato da Ermano

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 25 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
1697 settembre 28. — Giovanni Michele conte di Spaur, principe vescovo di Trento, mentre conferma a Antonio Betta il diploma del suo antecessore principe vescovo, Carlo Emanuele Madruzzo, e quelli di re Ferdinando e Carlo V imperatore, gli conferisce dei privilegi estendendoli, compresa la nobiltà del principato, a Gio. Battista e Bartolomeo de Betta di Revò e loro di scendenti legittimi. 1698 gennaio 22. — Giovanni Michele conte de Spaur, principe vescovo di Trento, conferma a Antonio de Betta

figlio di Bonifacio, la regolaneria mag giore della pieve di San Sisinio per sè, suoi figli e loro discendenti legittimi. 1738 marzo 29. — Domenico Antonio conte de Thun, principe vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta figlio del fu Antonio come an ziano della famiglia il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1758 dicembre 6. — Francesco Felice dei conti Alberti di Enno, principe e vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta qual

fratello Giovanni Bonifacio. 1772 settembre 29. -- Cristoforo Sizzo, principe vescovo di Trento, con ferisce a Francesco de Betta seniore e procuratore di Giuseppe de Betta la regola neria maggiore della pieve di San Sisinio. 1776 settembre 11. — Genealogia fedele della nobile famiglia de Betta di Castel Malgolo proveniente da Milano, Arco e Revò, coll’elenco dei documenti relativi esistenti nell’ archivio del Castello, vidimata dai notai Domenico Widmann di Coredo e Michele Alvise Mendini di Sanzeno

e riveduta dall'Assessore delle Valli di Non e di Sole Lodovico Giovanni de Lutti. 1777 ottobre 25. — Pietro Vigilio dei Conti Thun e Hohenstein, conferma a Francesco de Betta e fratelli la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1787 giugno 5. — In causa pretensa Civitatis a nob. D£2 Iosepho de Betta coram II1.™> magistratu consiliari Tridenti. Archivio Civico 3778. — Copia di Pietro de Negri Notaio del Magistrato Consolare. 1788 giugno 4. — Ingressus nobilis ed Excelentissimi Dm Iosephi filii

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Kategorie:
Religion, Theologie
Jahr:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Seite 43 von 61
Autor: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Ort: Riva del Garda
Verlag: Miori
Umfang: 57 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Signatur: II 106.220
Intern-ID: 203841
conferma la consegna di diverse terre e feudi, riuscì nell 1 ele zione. Ma la sede apostolica, conosciuti gli intrighi ed i maneggi del conte del Tirolo, e le sue mire d’interesse a danno della chiesa trentina, ne rifiutò la conferma. Tuttavia Federico li 11 agosto 1420 gli conferì il possesso del castello di Buon Consiglio, ed ai 10 dello stesso mese costrinse i cittadini di Trento a pre stargli il giuramento di fedeltà. Cosi Giovanni per un anno e dieci mesi circa ebbe la temporale

giurisdizione del vescovado di Trento, finché nel 1422, venuto a più miti consigli, si decise a rinnoziarla spontaneamente, per aspirare alla dignità di decano, che nel frattempo s’era resa vacante ! er la morte del decano Rambaldo. E la ottenne infatti, benché il pontefice Martino V avesse ordinato al capitolo di Trento di immettere nel possesso del decanato Limone di Teramo. Dopo il 1426 Giovanni de Isnina sparisce dalla nostra storia per sempre * *). 18. Giovanni Tanner. 1434-1443 {?). Esso col consenso

del prete Pietro di Francia, e di Giovanni Strauss di Ratisbona, suoi cappellani, fece li 12 marzo 1434 in Riva una pennuta di beni per la chiesa 2 ). 19. Angelo Negri di Venezia. 1443-1446. Sembra che la città di Riva abbia veduto di mal occhio T insediarsi in città di sacerdoti di nazionalità straniera, come assai probabilmente era l’arciprete Tanner, e certo erano i suoi confratelli Pietro di Francia, e Giovanni Strauss di Ratisbona, e visto che ciò poteva pregiudicare agli interessi religiosi

6
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 34 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
Lucrezia Sbar dell.iti de Adehburg Balda ssnre Giovanni Carlo GlOVANM Ai.PFRTO a Felicita Giovanni Gasparo Sebastiano Mclchiorc Francesco Giuseppe Apollonia Elisabetta Lucrezia Lucia Anna Gasparo Miìi.oiioriì moelle Ginevra de Alessandrini Melcbiore Giuseppe Gasparo Cristoforo NiCOI.ÒBA).PASSARE deii'Acradem^mveodanri jUUftani«) Maria Maddalena a! Conte Kr*nre&co Podsiatslty ìiu'eppe biella Tercsi Dort e Unitaci, de Saltarci! Arslellen - Peldffirdbrk Xniioivralb GIOVANNI GASPARO Mnrij Francesca Maria

Giuseppa Maria Giuseppa Elisa bella Giovanni Alrf.rto Antonio Signore dl Mollen bere, ArndorT. Strassen- rail e lioftijag Elisabetta Ginevra Veronica Melcbiore Raucesco Giuseppe Rosa Beatrice Marla^Màlalena GASPARO Baldassare (iiuseppe Francesca ' W " 1,31 maritata a CriUoloro Hinitz de Ctilu- moglie CriSi tJarem.'tal'Jlti r>- l?->-. m. 1713 m. 1733 Baklessarc Giuseppe jMaria Melchiore Signore di Mollcnhurg Veronica Baldassare Valentino Carolina Paola ÜALDASSARK ANTONIO Baldassare Pietro Gasparo

7
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 17 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
La signoria di Arndorf a quanto pare ritornò alla famiglia Lindegg, ma Isaia Felter de Woltsperg sembra che avesse dei diritti su questa signoria, perchè tentò una lite a Sebastiano de Lindegg, la quale durò diversi anni. Per questa Felter spese fiorini 1555, somma ben rilevante a quei tempi. La moglie di Felter, Cristina Malendein, vi pose termine comperando nel 1644 la signoria in questione. Per accordo stipulato poi fra Felter e Giovanni Alberto figlio di Sebastiano questa ritornò di nuovo

. Francesco Werner de Stròhling, signore di Mollenburg, lasciò quasi tutta la sua sostanza alla famiglia Lindegg. A Giovanni Ga sparo de Lindegg figlio di Sebastiano, suo prediletto cugino per particolare contrassegno di cordiale affezione — così si esprime Werner nel testamento — lascia il possedimento reale della signoria e giurisdizione di Mollenburg con tutti i diritti e privilegi annessi, -coH’obbligQ però di non alienarla nè di lasciarsela appropriare per qualsiasi causa. Nel caso che Giovanni

Giuseppe, Baldassare e Giovanni Alberto, accor dando loro ricchi legati. Werner de Stròhling fu sepolto insieme colla moglie nella chiesa della Madonna di Crombs. Fatalità volle però che tanto i discendenti di Giovanni Ga sparo, che quelli di Melchiore, si estinguessero nel loro primoge nito, cosicché fra i superstiti vi furono continue contese per il pos sesso di Mollenburg, contese che durano tuttora ad ogni successione.

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Kategorie:
Religion, Theologie
Jahr:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Seite 41 von 61
Autor: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Ort: Riva del Garda
Verlag: Miori
Umfang: 57 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Signatur: II 106.220
Intern-ID: 203841
14. Bernardo Giovanni. 1331 -1350 (?). Ài 4 dicembre 1334 nella chiesa di 8. Maria di -Riva* in presenza di Magistro Petro Phisico e di altri di Riva, Filippo de Floren tia* cappellano della stessa chiesa, pubblica una lettera eli Nicolò de Mixina, canonico e vicario generale del vescovo En rico di Trento, diretta a tutti gli abitanti delle pievi di Riva, Arco, Tenno, ed in genere agli abitanti della città e diocesi di Trento, colla quale vengono invitati tutti quelli che avessero a detenere

indebitamente beni della chiesa di 8. Maria di Riva, da essa perduti dopo la morte del chierico e beneficiato (tas siano, che ne era amministratore, a volerli restituire all’arciprete di Riva Bernardo ed ai suoi sacerdoti. ') Bernardo Giovanni, arciprete di Riva, intervenne personalmente al sinodo tenuto in Trento nel 1336. Il 1 febbraio 1339 in Riva, l’arciprete Bernardo Giovanni permuta una pezza di terra sita in Riva, località in Plano, per un altra pure in Riva, località Cultura, con Ser Tengo del

fu Ser Giovanni di Firenze, abitante di Riva. * 2 ) Ài 15 novembre 1341 in Riva, Belutele di Trento, vicario e giudice della terra di Riva, sopra istanza dell’arciprete di Riva, ordina al notaio di Riva Benvenuto di estendere il documento d’affittanza di dodici appezzamenti di terra arativa, siti in Arco e Riva, i quali già nel 1247 in Riva, sul pergula vitis Presbi- terorum, erano stati affittati dall’arciprete Calapino e dai suoi confratelli, a Ri pian do, detto Vetulo, di Arco, e ad Albertino

9
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 10 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
Betta nei primi anni del secolo xv passò dal ducato di Milano nella contea di Arco prendendo dimora preci samente nel paese di Romarzollo insieme col figlio Antonio o An- toniollo, che aveva condotto seco. Antonio, uomo dottissimo, fu eletto dai conti d’Arco a proprio cancelliere, indi fu sindaco di Riva e notaio. Ebbe per moglie Elena dei nobili Ruffalcazia, mi lanese. Morì in Arco nel 1486 e fu sepolto colla moglie in quella città. Lasciò un unico figlio Giovanni il quale si laureò in legge

diventando uno dei più rinomati notai di quel tempo; fu illustre letterato e scrittore di belle lettere. Passò poi al servizio dell'ar ciduca Sigismondo e prese parte a molti fatti d’armi. Odorico e Andrea, conti e signori d’Arco lo crearono loro confidente e con sigliere. Si ritirò in Trento dove morì nel 1497. Dell’attività letteraria dei Betta d’Arco esiste un codice, pos seduto dalla Laurenziana di Firenze, contenente carmi e prose di autori trentini, fra i quali figurano Antonio e Giovanni

de la Betta, e un Lodovico, forse figlio di quest’ultimo.R) Da Sammaritana nobile de Grandi da Riva Giovanni ebbe un figlio Bonifacio, nato in Arco nel 1475. Bonifacio si laureò in legge, fu al servizio dei duchi di Mantova, di Ferrara e dei conti d’Arco. Coll’imperatore Massimiliano ! prese parte all’assedio di Padova, e nominato commissario generale condusse le milizie trentine in aiuto di Verona, assediata dai Veneti. P) Papaleoni G: Giovanni Lagarino. „Archivio Trentino“ anno V, fase. I. Trento 1886

12
Bücher
Kategorie:
Sport, Spiel
Jahr:
1903
Dolomit-Alpen, Karnische Alpen, Südöstliche Kalkalpen.- (¬Der¬ Hochtourist in den Ostalpen ; 3)
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Seite 204 von 315
Autor: Purtscheller, Ludwig ; Heß, Heinrich / von L. Purtscheller und H. Hess
Ort: Leipzig [u.a.]
Verlag: Bibliogr. Inst.
Umfang: VIII, 296 S. : Ill., Kt.. - 3. Aufl.
Sprache: Deutsch
Anmerkungen: Meyers Reisebücher. - Aufnahme nach der dreibändigen Ausg.
Schlagwort: g.Ostalpen ; s.Bergwandern ; f.Führer
Signatur: I 103.471/3
Intern-ID: 162700
ein sanft ansteigendes Felsband hinausleitet. diesen Grat, teils r., teils I. von ihm, und durch einen zen, bequemen Kamin auf die (I V-2 St.) Spitze. Rinne zwischen Cadin della Neve und Campanile Antonio-Giovanni. In der Rinne über Geröll und Schnee oder Eis empor und nach 1. zum (2—2V St. von Misnrina) Felseinstieg. Zunächst über eine galerieartige Traversier- s teile nach 1. hin auf zur schwierigsten Stelle der Tour: einer überhängenden Felspartie über einem nach aiifien gekehrten Felskopf

, diese jedoch in ihrer ganzen Höhe 47) -Cresta Longa. Langer Fels* grat mit mehreren Gipfelzacken , im G der Cima Cadin della Neve von V. nach 8. streichend. Die wichtig en Gipfelerhebungen sind: A. Cani» P&nile Antonio-Giovanni (ca. 2690 in), nördlichster Gipfel des Zuges, frei äufragender Felsturm. ■— B. Ci um Antonio-Giovanni (ca. 2720 in), höch- s-ter Gipfel des Zuges, an vorerwähn ten direkt sttdl. anschließend und von ihm durch eine Scharte getrennt. — V Siidi ipfel: Cima di Pogoffa , als Süden

de der ziemlich horizon tal ver- a ufenden siidl. Hälfte des Zuges di- zu den Geröllhalden von Pogoffa j l bbrechend. — Erste Ersteigung von Campanile und Cima Antonio - Gio- Va nni am 1, Sept, 1900 durch Rotem da hnd Mona E&tvös mit Änl. Dimai und TiO'V. Siorpaes. Ä, Campanile Antonio-Giovanni: .J direkt aus dein Schneekar, sehr interessante, aber sehr schwierige ■•Götterei. Im Schneekar (s. Tour 36 C.) über die Milte hinauf, dann zur! durchsteigend, zur (3 St. von Misurina

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 22 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
24 marzo 1734 della signoria di Mollenburg e Dori, Baldassare Sigismondo Lindegg insieme con suo nipote Giovanni Alberto Antonio, figlio di Melchiore, della quale erano già stati investiti con altra lettera 9 dicembre 1730. Maria Regina de Kollowrath, vedova di Gasparo Sigismondo de Lindegg, dopo la morte del suo unico figlio Giovanni Gasparo avvenuta in Italia nel 1702, entrò in possesso di Arndorf e Dorf, con lettera 24 gennaio 1703. Essa vendette queste signorie come appare da un documento

14 febbraio 1705, a Melchiore Sigismondo de Lindegg suo cognato, per 12.000 fiorini, e questi cedette la signoria a sua sorella Elena Teresa, maritata a Cristiano de Haiden, Dori e Lindach. Elena, che morì nel 1726 senza eredi, ancor vi vente nel 1715, aveva donato la signoria di Arndorf e Hofhaag a suo nipote Giovanni Alberto Antonio de Lindegg. Questi dunque nel 1734 possedeva le signorie di Mollenburg, Arndorf, e Hofhaag, ed è quel medesimo che fu insignito dal 1744 al 1747 della carica di consigliere

contabile e nel 1748 fu nominato preside del ceto cavalleresco. Per questa sua carica ebbe parte attiva nella commissione per la rettificazione dei confini austriaci, e fu poi nominato mem bro permanente della Giunta. Morì nel 1768 lasciando i feudi al figlio maggiore Giovanni Gasparo. Questi vendette la signoria di Arndorf, sebbene non ne avesse il diritto, al conte di Dobroscki. Morì nel 1798. Maria Melchiore, l’unico superstite fratello entrò senza concorrenti in possesso della signoria di Mollenburg

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 24 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
3. — Domenico Bonmartino di Trento rappresenta Mas seria Crivelli vedova di Pantaleone come tutrice di Giovanni Bonifacio per re golare alcune differenze coi sindaci di Malgolo e Salter. 1599 ottobre 13. — Istrumento col quale Pantaleone Betta, coH’isborso di 52 ragnesi, compera il diritto della corte franca delle frazioni di Salter e Malgolo. 1609 gennaio 24. — Rogito del Notaio di Riva Girolamo Saco, relativa alla conferma ed al complemento e rispettivo pagamento di 1000 ducati per titolo di dote

Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, conferma a Bonifacio de Betta di Pantaleone di Castel Malgolo, i diplomi dell'ar ciduca Ferdinando del 21 luglio 1525 e dall’imperatore Carlo V dell’11 giugno 1545 e nomina Bonifacio e tutti i suoi legittimi discendenti nobili del principato vescovile di Trento. 1644 marzo 5. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Bonifacio de Betta Massaro delle valli di Non e di Sole. 1645 ottobre 7. — Papa Innocenzo X consacra sacerdote Giovanni

Betta di Castel Malgolo. 1650 aprile 25. — Giovanni Pantaleone Betta fu laureato in Padova nel palazzo episcopale a voti unanimi in jure Pontificio et Cesareo. ; 1650 maggio 22. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Giovanni Pantaleone Betta arciprete di San Lorenzo di Lomaso. 1650 ottobre 6. — Bonifacio Betta sborsa 80 ragnesi per liberarsi da un aggravio verso la chiesa del santo Rosario di Sanzeno addossandolo ad Alberto Pellegrini. 1653 maggio 5. — Francesco Simone Betta

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 17 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
dal principe vescovo di Trento Giovanni Michele conte Spaur confermati tutti' i privilegi dei suoi anteces sori ed estesi anche al ramo di Revò. L’anno seguente ebbe dal medesimo principe vescovo la Regolaneria maggiore di San Sisinio, e fu Massaro delle valli di Non e di Sole. Nell’anno 1703 comandò la milizia incaricata a difendere il forte della Rocchetta, che mi nacciava di essere assalito dai Francesi. Si sposò nel 1682 con Barbara Filos di Mezolombardo. Ebbe cinque figli, il primogenito dei

quali Giovanni Bonifacio nato nel 1684 sposò Anna de Gen tili di Sanzeno, dalla quale ebbe quattordici figliuoli. Fu per molto tempo al capitanato di Castellando alle dipendenze del conte Thun, Regolano maggiore di Rumo. Indi ritiratosi a vita privata dopo la morte del padre si separò dai fratelli e andò ad abitare a Banco di Sanzeno, dove mantenne saldi i diritti e tutti i privilegi, di cui godevano i Betta del Castel Malgolo. Da Domenico Antonio dei conti Thun, principe vescovo di Trento, con

figlio Giuseppe Francesco che fu dato alla luce dalla moglie Vittoria Tenaglia dopo la sua morte. Dei quattordici figli di Giovanni Bonifacio, Francesco nato a Castelfondo nel 1736 si laureò in legge e fu vicario e giudice dei conti Lodron, feudatari di Nogaredo e di Villa. Ebbe dal prin cipe vescovo di Trento Pietro Vigilio dei conti Thun con diploma 25 ottobre 1777 la regolata maggiore di San Sisinio. Sposò 3

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Lindegg e le signorie di Lizzana, Mollenburg, Weissenberg, Marbach e Arndorf.- (Famiglie nobili trentine ; [1])
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Seite 19 von 35
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 28, IV Taf. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/1
Intern-ID: 109502
de Weichselberg, dà l’investitura del feudo di Mollenburg allo zio Giovanni Alberto signore di Trossburg e Arndorf, il quale lo restituì al nipote nel 1669. Da un atto notarile dei 7 dicembre 1676 appare, che anche Cristoforo Adamo non si trovava più fra vivi. La signoria di Mol lenburg doveva passare al figlio maggiore di Sebastiano, Baldas- sare, il quale però, attesa la grave età e l’impossibilità di sborsare l’importo di 12.000 fiorini, che gravitava sulla signoria di Mol lenburg, cedette la signoria

al fratello più giovine Giovanni Al berto, verso il compenso di 100 fiorini annui. Sembra però, che in quest’epoca il feudo non rendesse molto, perchè nel 1687, anno della morte di Giovanni Alberto, era ancor debitore al fratello di 360 fiorini. Nel feudo di Lizzana a Sebastiano successe il figlio Cristoforo, che ebbe per moglie Elisabetta de Savìoli; a questo il figlio Mel chiore ammogliato a Ginevra de Alessandrini di Trento, che gli diede fra altri un figlio Gasparo, il quale nel 1709 prese l’abito

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