a tutti gli artisti, Giulio II e Leone X, non si trovano in questa ac colta di morti. Il primo, l’ardito lottatore per l’unità d’Italia, il “ liberatore d’Italia dai tiranni domestici e stranieri la cui indole vigorosa rispondeva al genio titanico di Michelangelo, e a cui noi dobbiamo la vera fondazione del tempio, le pitture della Sistina, la loggia del Bramante, le stanze di Rafaello e molte altre preziose cose, giace in San Pietro in vinctilis; e Leone X nel coro della chiesa di Santa Maria sopra
, a preferenza di molti altri insignificanti pontefici, codesti due mecenati delle arti avessero uno splendido monumento in San Pietro. Ma qui non dormono soltanto i pontefici. I Protestanti si arrestano non senza qualche amara riflessione davanti al sepolcro di Cristina, degenere figlia di Gustavo Adolfo caduto per la fede di Lutero , leggiera regina , ma segnalata donna del secolo XVII ; i Tedeschi contemplano con muto rancore il bassorilievo clic adorna il sarcofago della contessa Matilde, fatto erigere
il Incido piede consumato dai secoli dell’ anti chissima statua in bronzo di san Pietro ; e obi ama la pompa chiesastica scelga i giorni. in cui anche ora il papato dispiega il suo splendore tutto medioovale , cioè le feste di Pasqua. Chi è d’animo romanzesco, e tali sono i più, quelli a cui il profumo dell’incenso dà alla testa ed eccita i sensi, quegli pensa a Tannlniuser, quando, ai tempi d’Urbano Vili, forse nello stesso tempo che Galileo Galilei, andò a Roma ed entrò nel tempio. Come l’eroe della