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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 107 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Giorgio riprese il suo potere: ma il Trentino non ebbe pace, perchè continuò la sua guerra contro i conti del Tiralo. Cosi, anche senza volerlo, i vescovi di Trento difendendo la loro podestà, furono di continuo ostacolo alle mire ambiziose dei conti del Tirolo nella vallata dell’Adige ed impe dirono validamente che una signoria veramente tedesca si stabilisse, sino alla fine del secolo scorso, in questa regione. E mentre dalla parte del nord i vescovi principi'di Trento tenevano testa alla invasione

tedesca, a mezzodì dovevano difendersi contro gli attacchi della Repub blica di Venezia, che dal Veronese e dal Vicentino, aveva cominciato ad insinuarsi nel loro * * ■ ' rr-\ i?| territorio, tanto che nel 1416 era già padrona della valle Lagarina, e minacciava Trento: mentre d’altra parte estendevasi a Riva, nella valle di Ledro, e avanti fino a Brescia ed a Bergamo. I conti • d’Arco, impauriti dallo estendersi della potenza veneta in territori sui quali vantavano diritti feudali, ricorsero insieme

al vescovo di Trento, del quale erano più che di fatto, virtualmente, vassalli, per aiuti al conte del Tirolo: Sigismondo d’Austria. Questi vedendo gli antichi nemici mutarsi in amici non lasciò sfuggire l’occasione: e da lui datò la prima ingerenza diretta degli Austriaci sulle cose del Trentino., La lotta dei Veneziani contro gli imperiali durò parecchi anni sanguinosa, dapprima con fortuna dei Veneti, indi col trionfo degli Austriaci, che inflissero loro, il io agosto 1487 a Calliano, una sanguinosa

sconfitta — nella quale peri il duce dei Veneziani, Roberto Sànseverino — il cui corpo rinvenuto dai vincitori sul campo di battaglia ebbe per deliberazione del Comune di Trento onorevole .sepoltura, nella cattedrale della città, ove anche oggidì presso la porta orientale se ne scorge il mausoleo, eseguito, secondo la fama, da Luca Moro. Al disastro di Calliano i Veneti poterono riparare, con piccole vittorie, negli anni seguenti: ma passata la signoria del Tirolo nelle mani di Massimiliano

I, imperatole d’Austria, questi con forze preponderanti scese nella valle dell’Adige, e li fece sgomberare dal territorio della valle Lagarina, che ancora conservavano. Ciò avveniva nel 1509, e nel frattempo, Giorgio III, di Neidech, per le influenze dell’imperatore fatto vescovo e principe , di Trento, concludeva con Massimiliano quel trattato che dall’anno, in cui fu sottoscritto fu detto libello dell’Undici, per il quale si inaugurava una specie di protettorato dell’Austria sul Trentino, col pretesto

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 109 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
ebbe ad albergarli nel suo castello, nel suo palazzo, con tale munificenza che ne rimase fama nella storia. Ciò portò molto in alto il prestigio e la potenza di casa Madruzzo: sicché, alla morte del cardinale Cristoforo, avvenuta in Tivoli presso Roma nel 1567, gli fu nominato a suc cessore nel principato vescovile di Trento, il suo congiunto Lodovico, che tenne il vescovado per la bellezza di trentadue anni. A lui succedettero, come per diritto di eredità acquisita, altri membri di casa

al 1772). Poi si ritornò ai tedeschi col conte Antonio Domenico di Wolkenstein, per oltre trent’anni. Il terzultimo ed il penultimo dei principi vescovi di Trento furono ancora italiani, cioè, un Francesco Felice dei conti di Enno, ed un Cristoforo Sizzo di Noris: e l’ultimo, Pietro Vigilio conte di Thunn, fu un tedesco — e sotto il governo di costui, il dominio temporale venne tolto ai vescovi di Trento senza che avessero a fare lo strepito che per uguale cagione fecero i papi. Le bandiere gloriose

della rivoluzione francese, sotto il cui passaggio si sfasciavano le putredini della vecchia Europa monarchica e semi-feudale, giunsero a Trento il 5 settembre 1796, ultima tappa di quella marcia epica, cominciata a Dcgo e Montenotte, che fondò la fortuna di Bonaparte e collocò in alto il suo nome gettando le basi del cesarismo moderno : marcia trionfale, che nella storia del nostro secolo non ha peranco avuto riscontro, e speriamo per bene dell’umanità non l’avrà più; e se mai dovesse averlo, sia

per lo stesso principio, contro la coalizione dei privilegi e delle reazionarie dinastie d’Europa. Le necessità della guerra in Lomba.rdia e nella Venezia, fecero ritirare dopo due anni d’occupazione le truppe francesi da Trento: e tosto gli Austriaci vi si insediarono, «istituendovi-uh I. R. Consiglio d'ammini strazione- Ma pochi mesi dopo, vinti gli Austriaci a Rivoli (1 6 gennaio 1797), Bonaparte mandò Joubert a rioccupare Trento: che rimase.cosi sotto il governo dei Cisalpini, con un Consiglio

centrale per gli affari interni e della regione, altri tre mesi-Rialzatasi, colla partenza di Bona parte dall’Italia, la fortuna degli Austriaci, Trento fu nell’aprile del 1797 di nuovo sgombrata dai Francesi e rioccupata dagli Austriaci, che vi stettero per più di tre anni, fino a che la eco e le (Conseguenze luminose della vittoria repubblicana di Marengo, non li ricacciarono G. Chiesi — Italia Irredenta. H

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 106 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
che in un editto del 1182 gl’imponeva di non eleggere più i suoi consoli, di cessare da ogni , atto di sovranità e di prendersi un vicario imperiale. Trento non obbedì alla volontà impe riale, e ventura fu per lui che altri eventi distogliessero il fulvo imperatore dai propositi di vendetta formati contro questo ed altri comuni, del pari gelosi di lor prerogative e disob- . bedienti alla suprema autorità imperiale. Molti anni dopo, Federico II, ad imporre ai trentini le volontà dell’avo

, soppressi i consoli, vi mandò de’vicari suoi, dei quali il più famoso fu .Ezzelino da Romano, Costui fu il primo che introdusse in Trento un presidio di tedeschi, costringendo il vescovo Aldrighetto dei signori di Campo ed altri cospicui cittadini ad esulare. Morto Aldrighetto ed eletto a principe vescovo Egnone conte di Piano, nel 1248, questi riuniti i fuorusciti trentini, ed accor datosi coi cittadini, mal sofferenti l’odiosa tirannia, riuscì a cacciare Ezzelino. La fortuna di Egnone non durò molto

, perchè alla sua' volta venne cacciato da Trento da un nuovo vicario imperiale, Mastino della Scala. Questo periodo, forse il più turbolento ed agitato della storia tridentina, è parallelo, a quel periodo di lotte intestine, di convulsioni politiche, che segna per tutto il secolo tredicesimo in Italia, il punto acuto della discordiafra Guelfi ,c Ghibellini; del dissidio, cioè, fra la podestà chiesastica, che retrocedeva e la podestà civile, che sentivasi tratta dal progresso nato colla libertà

comunale a più grande avvenire. Siamo sempre nella grande orbita della storia nazionale; ed il guelfismo dichiarato dei principi vescovi di Trento, contro i vicari imperiali e contro i tedeschi conti del Tiralo, che avrebbero voluto stabilire la loro supremazia nel Trentino, sfata le argomentazioni di coloro che a questo punto vor rebbero attaccare il Trentino alla. tradizione ed al diritto imperiale. Per circa un secolo (il XIII) Trento fu soggetta a tutte le. alternative delle fazioni che allora

di Baviera tenne in Trento nel 1327 un parlamento, ove convennero i capi del partito ghibellino, ed i loro delegati, compresi,, quelli, di Gastruccio Castracane, che allora teneva nel suo pugno le sorti di Toscana. Gli avvertimenti ed i con sigli dei Ghibellini italiani non giovarono nelPanimo basso e repulsivo di quel principe, che rimarrà sempre nella storia con una nota di vergogna, per non dire d’infamia,, e nel quale ben presto i Ghibellini stessi s’accorsero d’aver riposto-a'torli) le loro speranze

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 145 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
famiglia ed al suolo della patria che nel pensiero, per quante sieno state le delusioni degli ultimi anni e le pressioni del domi natore austriaco, non può disgiungere dalla gran patria italiana: e sospira ad essa come ad un bene che si sa proprio, che si vede lì a portata della mano e non si può, trattenuti dalla possanza di un inesorabile destino, toccare. Amministrativamente il circondario di Trento è diviso nei distretti seguenti: il distretto capitanale di Trento: ed i distretti giudiziali

dr Porgine, divezzano, Cembra, Lavis, Mezzo lombardo e Vezzano — del quale ultimo s’é già estesamente parlato. AH’infuori del capoluogo, i paesi del distretto di Trento non presentano per loro stessi grande interesse nè importanza.. Gardolo, Monte Vaerino, Villamontagna sono piccoli paesi, cui unico pregio è l’amena posizione nella quale sorgono : il primo, verso il piano di Lavis, e non molto lungi del punto di confluenza dell’Adige: il secondo, sovrastante al primo, nel declivio settentrionale del

Monte Calisio: il terzo invece nel declivio meridionale dello stesso monte, verso Trento — in posizione amenissima fra tutti, e ricco di. graziose villette, fresco e gradito soggiorno dei ricchi trentini durante i calori estivi; Povo, che prende il nome dalla famiglia dei signori di Povo, che teneva l’antico castello eretto sul Dosso di Sant’Agata a cinque- centocinquantotto metri sul' livello del mare, e del quale oggidi non rimangono che i ruderi: Povo comprende nella sua giurisdizione i paesi

di Panté, Gabiolo, Oltrecastello, Sprè e Salè, tutti sui colli che si innalzano ad oriente di Trento, sulle estreme falde della cupa Maranza. La strada di Val Sugana corre fra questi colli, fiancheggiando il Fersina, e prima di arrivare ad Oltrecastello, la vallata passa sul famoso Pontalto (346 metri) da cui si gode completo 10 spettacolo della bolgia nella quale, con spaventoso ribollimento e spumeggiante, si. precipita 11 Fersina,. per uscirne azzurro e limpido a valle, nella piana detta il Deserto

è un’antica magnifica villa dei Madruzzo, già. minata, ora rimessa a nuovo dal proprietario appartenente ad una delle piu cospicue famiglie della Trento moderna. Cagnola, Villazzano, Ravina e Romagnano: sono paeselli sorgenti qua e colà nei dintorni di Trento) costellati tutti di villette e meta di continue escursioni. Mattarello, sulla strada di Rovereto di fronte alla Sconuppia, è interessante per la gita

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 130 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
dell’età passata e di un effettivo valore storico, è la famosa lapide o tavola clesiana — rinvenuta nei Campi Neri di Cles, in valle di Non — della quale abbiamo fatto cenno, e che oltre aver fornito materia di studi'agli scienziati ed archeologi di Trento, meritò di essere illustrata da Teodoro Mommsen. Dopo vengono alcuni vasi e- stoviglie etrusche ben conservati: piatti di Faenza: vetri di Murano, ecc., ecc. La sala giapponese del Grazioli non manca d’interesse per molte particolarità: ma dopo

l’odierna invasione di cose giapponesi, sui nostri mercati, non fa impressione. In fatto di pittura il Museo di Trento non è guari ricco: nei pochi quadri che possiede, nulla che si elevi dal mediocre ed anche meno. Fra le opere di scòltura, nelle moderne é notevole un busto di f)ante dello scultore trentino vivente, Andrea Malfatti: e nelle antiche un Mercurio acefalo, dell’epoca romana decadente, rinvenuto a Cortaccia. Tutto sommato, per essere, si può dire, in formazione, questo Museo onora Trento

pel buon volere dei cittadini che concorsero ad istituirlo, ed il Municipio che costantemente si adopera per ordinarlo, arricchirlo di nuovi oggetti ed accrescerne il lustro. E giacché sono in argomento, non posso tenermi dallo spendere qualche parola intorno alla istituzione municipale di Trento, istituzione del tutto-italiana, la quale forma il presidio maggiore, che moralmente e materialmente lo spirito nazionale della cittadinanza possa opporre all’invadenza soverchiarne dello straniero. Per

in cuore l’orgoglio della razza offesa, e sulle labbra la lingua della Patria: quei migliori insomma che senza nominarli, queste popolazioni conoscono e sanno, e dai quali, nella comune sventura, se non il meglio, sanno di potere sperare il meno peggio. 1 Comuni italiani del Trentino, ed in ispecie quelli maggiori di Trento e di Rovereto — i più cospicui della regione — divennero quasi istintivamente centro e focolare di quella resistenza or latente or attiva, che ne’ suoi atti di assimilazione trovò

sempre la politica del governo di Vienna. I Comuni, e quello di Trento in ispecial modo, a controbilanciare l’influenza dello straniero che per tante ragioni, non escluse quelle di fortissimi interessi, si impone, si adoperarono con costanza — ammirabile di fronte ai pericoli ed agli ostacoli ogni di sorgenti — in tutti i modi onde tenere vivo ed alto

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 110 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
nuovamente oltre le Alpi.. Il trattato di Luneville seguito poco dopo, e nel quale Bonaparte dettò i patti della pace, ritornò Trento all’Austria, mentre ne sopprimeva per sempre il prin cipato ecclesiastico. Cosi Trento veniva, per mezzo d’un trattato riconosciuto dalle potenze, . abbandonata all’Austria ed aggregata alla contea del Tiralo, con tutto il territorio della regione •prealpina designata col nome comprensivo di Tiralo italiano. Per le tumultuose vicende di quel periodo di guerre

colle quali il cesarismo sorto dalla rivoluzione si sosteneva contro il cesa rismo sorto dal diritto divino, dal 1805 al 1809, Trento passò sotto la dominazione franco bavarese : finché dopo la grande battaglia dei tre imperatori, o d’Austerlitz, che segnò il culmine della epopea napoleonica, Trento ed il suo territorio furono chiamati a far parte del Regno d’Italia. Alla prima caduta di Napoleone, nel 1814, gli Austriaci la rioccuparono, ed il Con gresso di Vienna nel 1815 ribadiva sul Tiralo

italiano, su Trento, come sulla Lombardia e la Venezia, l’oppressione austriaca. Sotto l’Austria, mentre la Lombardia ed il Veneto avevano un’amministrazione autonoma, il Trentino venne incorporato all’amministrazione prettamente tedesca del Tirolo, la quale, da settantacinque anni a questa parte, lavora a tutt’uomo per soffocare tutto quello che nel Trentino può conservare di carattere nazionale, di italiano: lingua, pensiero, costumi, tradi zioni, leggi, istituti. L’oppressione del governo

. Sotto questo rapporto Trento ed il Trentino formano la regione più sacrificata, più umiliata più esposta ai capricci, alle violenze della razza dominatrice, che vi sia nell’Impero Austro- Ungarico: forse più ancora di Trieste e dell’Istria. I trentini sono troppo pochi, troppo poveri Li

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 105 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
per la prima volta in Trento. Insistiamo su queste, consuetudini comunali, che in Trento durarono ancora più che non nelle altre città italiane, perocché esse rivestono un carattere di si aperta italianità, che gli stessi stranieri, oggi padroni di Trento, non ponno contestare o negare. Secondo il sistema adottato dal maggior numero dei Comuni italiani, la persona scelta al supremo grado di podestà, doveva essere nata non solo fuori del Comune, ma ben anco della diocesi principesca, né doveva

avere attinenze di parentela, di affari, d’amicizia con alcuno dei cittadini. Una volta nominato, il podestà entrava in Trento al suono dell’antica campana del Comune, detta retigli: preceduto da trombetti, araldi e littori coi fasci consolari d’argento — continua la tradizione romana — dai consoli, e seguito dai banderali colle imprese e gli stemmi del Comune, delle terre a questo soggette, del casato del podestà, degli anziani, del clero e del popolo. Percorrendo la via maggiore della città

della propria amministrazione ad un sindacato di tre cittadini anziani e censiti, due dei quali venivano nominati dal Magistrato-consolare e l’altro dal principe vescovo. Insieme al podestà, fungeva da vicepodestà un dottore in diritto del Collegio dei giureconsulti tridentini. La giurisdizione podestataria di Trento comprendeva un vasto territorio, e si distingueva in interna, per la città colle frazioni o terre di Piedicastello, Ravina, Romagnano, Mattarello, Columello, Vaisorda, Sardagna

che gli davano sì grande autorità e considerazione nei cittadini, e facendone un consiglio comunale ordinario, con poteri puramente amministrativi ed edilizi. L’antico Municipio di Trento, vanta nei suoi fasti, quello d’aver secondato il movimento dei comuni italiani in rivolta contro l’Impero e d’avere resistito alle intimazioni di Barbarossa,

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Jahr:
1889
Medicaeum tridentinum : id est syllabus medicorum civitatis ac dioecesis Tridentinae interjectis etiam chirurgis omnis aevi ac meriti collectum
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Seite 30 von 216
Autor: Tovazzi, Giangrisostomo / cura et labore P. Ioannis Chrysostomi Tovazzi
Ort: Tridenti
Verlag: Marietti
Umfang: 212 S. : 1 Portr.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; s.Medizin ; z.Geschichte
Signatur: II 109.569
Intern-ID: 202873
anche a Trento un Cristoforo Andrea Mattioli, pure della stessa Accademia, detto T « Incognito ». — Nel 1695 trovo il Molto 111. e R.do Sig. Don Dietro Andrea Mattioli , e nel 1693 la Molto 111. Signora Veronica Mattioli, ed il Sig. Giuseppe Vigilio di lei figliuolo. — La Madre Suor Teresa Andreanna Mattioli fu tre volte Badessa delle Monache Clarisse di s. Trinità in Trento, dove morì pure Badessa nel 1709. — Aggiungo che presentemente (1788) di tal famiglia sopravvive la sola Madre Suor Maria

Bernardina Mattioli Monaca Clarissa in s. Michele di Trento, nata nel 1741 da un Pietro Andrea Mattioli. La casa poi Mattioli nel 1664 era in Contrada Larga: e la casa, ora (1788) Travaglia di Trento in Cognola, fu del Medico Mattioli. (*) 94. — 1527, — Hieronymus Ricci Archiater Annae Reginae uxoris Ferdìnandi I. Regis Hungariae ac Bohemiae, nec non ah an. 1527 Praepositus Tridenti. Fuit natione Tirolensis, ac frater Francisci Riccii Baronis in Sprinzenstein Archiducatus Austriae, Consiliarii praedicti

Regis, et in Praepositura Tridentina, ex fratris Hieronymi resignatiorie, successoris. Anno 1527 Tridenti fuit adhuc Pestis, quae triennio saevit, ita ut ex centenis hominibus vix decem superstites fuere (Vid, Malogr. cit.). (*) Una bella Memoria di Pietro Andrea Mattioli e del suo soggiorno nel Trentino è stata pubblicata dall’ egregio Signore Frane. Ambrosi Bibliotecario Civico di Trento (Trento 1882), ove dice che il Mattioli prima di passare in matrimonio colla Girolama di Varmo, ebbe per moglie

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 87 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Trento ed il Trentino cotesto Aliprando, inspiratore di versi tanto pietosi e gentili da meritare d’essere tramandati fra i secoli, di generazione in generazione. Alla morte del principe vescovo Carlo Emanuele — quello stesso coinvolto nella pietosa leggenda di Claudia Particella e di Castel Toblino — ultimo di casa Madruzzo, la proprietà del castello rimasto feudo della Mensa vescovile di Trento passo per trattative alla lorenese Carlotta di Lenoncourt: indi da questa alla famiglia del

Carretto da Finale — che ne vendette, dodici anni or sono, gli avanzi ad un signore di Trento, il dott. Francesco Larcher. Quale fosse questo antico castello, per tante ragioni rammentato nella storia del Trentino, ancora due o tre secoli or sono, vai la pena di trascriverlo da ciò che ne riferisce il crona chista Mariani, in un brano curioso del suo: Trento con-il sacro Conalio. « Castel Madrutio — scrive il Mariani — è posto sul sentiero del monte che domina « vai di Cavedine. È di fabbrica in isola

s’è devoluto questo castello, per linea « femminile ne’marchesi di Lenoncourt che lo ritenevano dallà Mensa Episcopale di Trento, « Patrona del dominio diretto. Cosi un castello stato per. tanti anni da fama e il fasto de’Ma- « drutiani Principi, e dove soggiornarono i figli dell’imperatore Ferdinando primo, in tempo che '« il baron Giovanni Gaudentio Madrutio fu loro aio, al presente non tiene altro di Madrutio « che il nome. Tanto , è vero, che Omnia oria occidunt, et aucta senescunt, dice

9
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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 115 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
differenza d’indole e di carattere, tanto da trovarsi stupito alzando gli occhi sovrappensiero, scorgendo nel viavai della folla i Kauer-Jäger invece dei piumati nostri bersa glieri, ed il grottesco berrettone dei polipai austriaci in luogo del bicorno dei reali carabinieri. Perchè tutto qui in Trento, sente e parla di quel carattere d’italianità che è natura inalienabile col suolo, degli uomini e delle cose che vi sono sopra. Trento, ritraendo ad un tempo del carattere delle città venete e lombarde

, è come il .vertice d’un angolo dal quale si dipartono due lati aventi la loro estremità a Verona ed a Brescia. Oltre Trento, verso il Brennero, verso il Nord, l’ho constatato fin dove ho potuto spingermi, e l’ho sentito ripetere da chi poteva dirlo con competenza e cognizione di causa, questa caratteristica diminuisce e si dilegua in progres sione geometrica coll’aumentare delle distanze; finché, a Bolzano e Bressanone se ne vedono le ultime vestigia, e più oltre scompare affatto nella completa

tedescheria. Ma a Trento si sa e si sente di essere in Italia, le cento volte più che non lo si senta in certi paesi dell’estremo lembo della penisola, di Sicilia e di Sardegna, ove la fisonomia dei luoghi, delle case, degli uomini, prende un aspetto del tutto africano : qui si sente di essere in Italia, e della miglior parte, e nulla havvi che ne attutisca per un momento solo l’illusione — nemmeno il passo pesante, cadenzato dei sol dati, della sbirraglia austriaca, cosi diverso da quello dei nostri

soldati e, diciamolo pure, dal pas-des-loups de’ nostri questurini. Passeggiando in lungo ed in largo, come io ho fatto per quasi tre giorni, le vie di Trento, fermandomi fra la folla dei cittadini e dei montanari, degli acquaiuoli e delle erbivendole, davanti alle vetrine dei negozi o nei caffè, nelle viuzze più remote ed oscure delle quali neppure.ricordo i nomi, nei passeggi più frequentati, l’impressione provata nel primo giro, per la città, non ha mutato: ma anzi si è ognora più consolidata

10
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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 97 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
le origini del decadimento e della rovina del castello di Verruca. Sono forse da ricercare nei sommovimenti di popolo e nelle invasioni che fecero dei secoli ottavo, nono e decimo, i secoli più tristi attraversati dall’umanità, nell’era cristiana. Abban donato, si vede, dalla gente d’arme, i frati di San Benedetto eressero sul monte Verruca, colle rovine stesse del castello e del tempio romano, un monastero. Dell’antico castello romano, oggidì Trento — Monte Verruca o Boss'Trento. non rimangono se non

poche traccie sepolte nel terriccio e coperte di eriche: e qualche pietra fatta togliere dal cardinale Cristoforo Madruzzo dal convento stesso e conservare nella sontuosa sua villa delle Albere, ritroso giulivo degli uomini dotti del suo tempo e dei padri del Concilio. ■■ ■ . ■ - . A tèrgo del Doss Trento, oltre la strada del Buco di Vela, da' me percorsa, comincia la strada che porta a Vela, amenissimo paesello a piè del monte che per il Buco omonimo unisce la valle dell’Adige con quella del 'Sarca

. Rallegrano il paesaggio che sta intorno al Doss Trento le amene collinette di. San Giorgio, sparse di graziosi villini: ed il piccolo paese di Ischia Wolkenstein — frazione, come Vela, del Comune di Trento — in riva all Adige, e difesa al ridosso dal monte Ghirlo che fa da contrafforte al laghetto di Terlago. Sul monte Verruca o Doss Trento, il governo austriaco ha collocato un riparto di arti glieria 'da montagna è costrutto un piccolo forte. I pezzi ed i proiettili più pesanti sono

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 103 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
dell’Impero, perchè dall’Impero il Papato c Roma ne avrebbe rotratto — almeno si pensava — maggior potenza e splendore. Sacrificati i Longobardi alla politica del Papato ed alla rivolta nazionale contro la grettezza della loro monarchia militare, col rinnovamento deU’Impero d’Occidente nella persona di Carlo Magno, Trento di duchea, fu trasformato in marchesato feudale: subendo tutte le vicende che nel secolo della dominazione carolingia subì l’Italia. Più d’una volta, in questo secolo

tenebroso e nei successivi, Trento e le sue valli furono percorse dagli eserciti degli imperatori scendenti a riaffermare la fuggevole conquista, od a prendere in Roma la corona imperiale: o risalenti decimati e disfatti a rimpolparsi d’armi e d’armati nei paesi d’oltremonte. Né durante il secolo decimo, in cui si avvicendarono tra Pavia, Verona, Spoleto e Roma e Germania, re ed imperatori, quali Berengario del Friuli, Guido, Lamberto, Arnolfo di Carinzia, Lodovico, Rodolfo, Ugo, Lotario, Berengario

contro la politica delle monarchie, feudale, opprimente, non rispondente ad alcuna delle tradizioni allora rimaste vive nel pensiero e nel desiderio dei popoli. Da Trento anzi, fatta la Pasqua del 1004, si parti Arrigo di Bamberga, chiamato dalla rivoluzione italiana, contro la forma monarchica feudale del regno per dare nel nome dell’Impero da lui incarnato, il colpo di grazia a quella forma che per tanti secoli non doveva più risorgere, alla sua volta personificantesi nel marchese d’Ivrea

e re d’Italia, Ardoino. E quando, nel procedere, del secolo undecimo cominciarono cogli albori della vita comunale — esplosione di vita tutta italiana scendente in linea retta dalla tradizione antica, e non obliata di Roma — i primi bagliori del rinascimento, l’aurora d’una nuova epoca,.Corrado il Salico, a favorire la gestazione e lo sviluppo dei futuri Comuni, contro il feudalismo militare, molestia e pericolo permanente dell’ Impero, come fece per altre città, trasformò il marchesatp di Trento

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 86 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Vezzano è uno dei punti di convegno degli alpinisti e degli escursionisti di Riva e di Trento,- perchè la sua posizione centrica si presta a buon numero di ascensioni e di escur sioni piu o meno importanti, ma tutte interessanti e dilettevoli. Per questo motivo e per quello dell’ària pura e della frescura che si trovano.nelle sue vallate, nei suoi boschi, a Vezzano nella state affluiscono i forestieri, ed i 'suoi due alberghi sono sempre pieni di famiglie e della miglior clientela

studiosi d’una visita, è' certamente quello di Madruzzo o Castel Madruzzo, culla della più illustre famiglia vantata dalle storie Tridentine e della quale egli porta il nome. « La casa Madruzzo — scrive lo storico trentino Barbacovi — che con ragione può «riguardarsi come una delle più insigni famiglie d’Italia, regnò in Trento, cominciando dal «cardinale Cristoforo, pel corso non interrotto di centodiciannove anni, ed il governo di « quattro vescovi principi, che si succedettero, fu sempre giusto

da Adalpreto II, vescovo e principe di Trento. Era una piccola rocca che dominava la terricciuola-ed il passo della montagna. I due fratelli cominciarono a fabbricarlo ed ampliarlo, sicché divenne in breve uno dei più sontuosi ed agguerriti castelli del Trentino. D’allora in poi Castel Madruzzo fu la culla, l’alveare della nobile famiglia — e vi nacque fra gli altri il famoso cardinale Cristoforo, grande manipolatore nel Concilio di Trento, amico del Fracastoro — il famoso medico del Concilio — di altri

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 137 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Di palazzi 0 case che, oltre quelli menzionati, abbiano un pregio storico ed artistico, Trento conta ancora l’antica casa Geremia, in via Larga, ove alloggiò, nel 1508, Massimiliano I, imperatore: e dove, nella terza riunione del Concilio, stette il cardinale Gonzaga: avanzi di affreschi sulla facciata, lasciano distinguere ancora il ritratto dell’imperatore, e le figure di Curzio e di Muzio Scevola — che coll’imperatore suddetto ci hanno a che fare come i cavoli a merenda: la casa Monti

monumenti antichi, degli affreschi anneriti dal tempo o dilavati dalle piogge, o grattati dalla mano dell’uomo, ci mostrano l’indole, le tendenze, le speranze di una popolazione. Trento — l’ho già accennato — è una città che ha compreso lo spirito pratico e positivo dei tempi nostri, e che procede .sollecitamente rimodernandosi, spogliandosi di tante brutte vesti ereditate dal passato, dalla angusta e soffocante cinta delle mura di Teodorico comin ciando. Ha capito che le cianfrusaglie e le rovine vanno

il bisogno si farà sentire. • Per questo suo rinnovamento in armonia colle esigenze della vita moderna, Trento va diventando ogni dì più soggiorno gradito ai forastieri, attratti dall’aria saluberrima e dalla frescura delle sue valli: centro comodo e preferito duna quantità di escursioni e passeggiate amene e dilettevoli. Naturalmente la stagione più favorevole al passaggio ed alla sosta dei forastieri in Trento, è la state: poiché, tanto chi va alle Alpi, nelle Giudicane o nel Tiralo tedesco

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 131 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
a nulla giovano, perocché dalle urne consultate, escono per regola fissa sempre più trionfanti i norai di coloro, contro i quali maggiormente tenaci infieriscono le persecu zioni e gli odi governativi. Nulla che possa dare risalto al carattere nazionale del Trentino è trascurato dal Muni cipio di Trento — coadiuvato in questo, è bene il riconoscerlo, anche dai municipi minori. La resistenza contro la lingua tedesca, che dal governo d’Innsbruk — dal quale, come si sa, il Trentino politicamente

e regionalmente dipende — si vorrebbe imporre come lingua d in- segnamento nelle scuole civiche del cosidetto Tiralo italiano, trova nel Municipio distrettuale di Trento il focolare della massima sua attività. E questa, per non dir d’altre, del Municipio di Trento, è opera altamente, santamente patriottica: poiché cerca di tener sempre viva, distinta, insormontabile fra le due nazioni la barriera della diversa lingua e quindi del diverso genio; comprendendo ognuno che all’imbastardirsi della lingua segue

all’ammirazione di quegli italiani —e sono • la immensa mag gioranza — che non hanno ancora il cuore incartapecorito dallo scetticismo § dalle cabale politiche, nè il cervello cristallizzato nell’ammirazione dei fasti della politica allobroga, 1 opera nobilissima — nella modestia di cui si circonda e nelle amarazze dì cui s accompagna del Municipio di Trento. * - * * Dalla spianata ch’è davanti al Castello, del Buon Consiglio, scendendo verso la nuova strada che fu aperta sull’area già occupata dalle demolite

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Jahr:
1889
Medicaeum tridentinum : id est syllabus medicorum civitatis ac dioecesis Tridentinae interjectis etiam chirurgis omnis aevi ac meriti collectum
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Seite 46 von 216
Autor: Tovazzi, Giangrisostomo / cura et labore P. Ioannis Chrysostomi Tovazzi
Ort: Tridenti
Verlag: Marietti
Umfang: 212 S. : 1 Portr.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; s.Medizin ; z.Geschichte
Signatur: II 109.569
Intern-ID: 202873
scrisse, nel 1591, e che per mutar aria se ne andò a Segonzano, presso il sig. Francesco di Prato, dinasta di quel luogo ; e finalmente, che fu creato Cavaliere del Santo Sepolcro dal Padre Guardiano (nostro francescano) del monte Sion in Gerusalemme, e che nel 1606 ha fatto mettere la seguente pietra sepolcrale nella Chiesa de’SS. Apostoli Pietro e Paolo di Trento vicino al Presbiterio : ( stemma .) Nob. ac Magnifico D.no Josepho Roboreto a Fraiperg Eq. Aur. opt. ac benemer. Paren. ac M, D. Jacobo

ejusdem Patri posterisque, Octavianus Roboretus etc. Doc. et Eq. Hièr. ac Com. Pah et Med. Caes. debitae pietatis ergo Monumentum hoc poni curavit Anno D.ni MDCVI. — Beati qui in Domino obdormiscunt. Finalmente aggiungo, che ha dato alla pubblica luce un vo lume con questo titolo : De Peticulari Febre, Tridenti Anno 1591 publice vagante, deque Veseicatoriorum in ea potissimum usu etc. (Tri denti an. 1592). La dedica, data in Trento 15 giugno 1592, è fatta all’ Ill.mo e R.mo Lodovico Madrazzo. In lode

di Ottaviano Rovereti seguono dopo la prefazione molti versi di vari autori Trentini. Una copia di quest’ opera fu riscattata da me nel 1778, e l’ho posta in questa nostra Libreria di s. Bernardino a Trento, essendo quella in pericolo di venire stracciata. Sembrami esser stato quel volume nelle mani dell’ Autore, giacché in esso trovo frequenti cancellature, mutazioni ed anche giunterelle di mano antica. Il Rovereti meriterebbe luogo nell’istoria scritta dal Papa- dopoli intorno all’ Università di Pàdova

, dove manca. Morì nel 1626 c fu sepolto in s, Pietro di Trento. 140. — 1571, — Giovanni Maeia Vecchi « Nob. et Excellens Physicus D.ns Jo. Maria Veggìus Civis Roboreti Vallis Lagarinae », In aliis chartis ejusdem anni,' et ejusdem Notarii, habetur tali modo; «Excellens D.ns Joannes M. VecMus»,

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 180 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
caricano o scaricano i bagagli e le merci, la posta: poi, quando tutto è all’ordine, uno squillo di cornetta, alcuni tocchi affrettati della campanella, un breve e rauco fischio della locomotiva e il treno parte rapido, lasciandosi dietro una nube di fumo bianco. La strada ferrata corre parallela. all’Adige ed all’antica via postale, sul fondo della valle, '0 bacino di Trento, a cui man mano che si procede, il Bondone e lo Sconuppia, vanno restrin gendo ognora più l’orizzonte e i confini

. E mentre il treno fugge veloce nell’istesso senso dell’acqua dell’Adige, che scende eter namente dal monte, nella fresca, ma bella mattinata novembrina, appena apertasi; col sole che appena giunge alle vette circostanti, Trento si dilegua veloce dal mio sguardo, avvolgendosi nel cielo trasparente d’una nebbia fine, perlacea, che s’alza dal fondo delle sue valli, e sulla quale i’ tre Dossi proiettano ombre gigantesche e fantastiche. Con un profondo rimpianto, una inesprimibile tristezza, sporgendomi

ogni italiano di cuore, in un momento simile non può trattenersi dal pensare, e in quel medesimo istante mi alitava soave all’orecchio la voce del poeta, il cui italiano saluto: ■ Passa come un sospir su’l Garda argenteo.... mentre Odono i monti di Bezzecca, e attendono: ' « Quando? » grida Bronzetti, fantasma irto fra i nuvoli. « Quando?» i vecchi fra sè mesti ripetono- . Che un di con nere chiome l’addio, Trento, ti dissero. Il treno corre, corre, giù per la valle, vincendo nella gara la corsa

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 95 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
. Senonchè, a qualche centinaio di metri, oltre le ultime murate del forte, comincia a dileguarsi l’illusione della discesa entro terra:, uno spiraglio d’orizzonte che s’intravvede.davanti, fra il cupo delle rocce, dice subito che altro ci vuole per discendere nelle viscere della ferra, e che anzi si è alti, ben alti; e che per arrivare alla meta, a Trento, in fondo della grande vallata, sarà d’uopo discendere e discendere molto. A questo punto il cambiamento del paesaggio-si fa rapidamente e quasi per

— per dar moto a molini, a ferriere, a piccole *. i'* officine, che si veggono giù nella stretta infossatura del declivio, come iti gradinata gli uni sulle altre — è tosto dimenticato per la vaghezza dello spettacolo, ognora crescente, dato dalla valle dell’Adige,.'e dallo spuntare de’primi pinacoli,-delle prime torri di 'JYento, fra il velo opalino e sottile della nebbia che s’alza nel fondo della vallata dal letto, del fiume. - Perchè non lo dovrei dire? L’apparizione di Trento nel fondo della

vallata: di Trento cogliente i purpurei riflessi del sole presso all’occaso, ha destato nel mio interno ùm’emozione ■ che'difficilmente in altre circostanze- ho provato. Perchè? Non lo so spiegare: forse era per il complesso delle circostanze nelle quali andava compiendo il mio viaggio^; forse per il cumulo dei .pensieri .che la vista improvvisa della graziosa città mi andava suscitando nella mente; . forse per-impressione passeggera del momento? Non lo sd| certo che ammutolii, non badai * . * 4

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