m in sè compiutamente gli ordini deliberi comuni lombardi ; ed anzi sopravvissero in Trento alla caduta delle italiane libertà. Prima che un diploma di Federico Barbarossa dell'anno 1182 rialzasse in Trento il potere de'vescovi suoi fedeli, convien ritenere, che la città godesse di tutte quasi le prerogative e franchigie di libero comune italiano. E se non pare verosimile, che, posta, com' è, a 5 confini di Germania, e rattenuta allora da vescovi di fede ghibel lina, abbia potuto associarsi
alla Lega lombarda, come qualche suo storico opinò, è per lo manco indubitato, che il suo nome non si legge tra quelli delle città aderenti al Barbarossa, e che allora, e sempre poi, il comune trentino si mostrò alieno dalle parti imperiali. Non basta; fra le città italiane Trento fu prima ad insorgere contro la tirannide di Ezzelino da Romano, che, come Vicario dell'imperatore, s'era intruso nel possesso del principato ; prima a scuotere il giogo di quella abborrita signoria. Frequenti poi
le leghe offensive e difensive del comune di Trento con altri comuni dell'alta Italia; con Verona, Pa dova, Vicenza, Treviso, Mantova, Ferrara, ecc. (1); bat tuta la moneta trentina (anno 1150-1350) colle norme del sistema italiano, ed accettata nelle altre piazze d'Italia (2); per ultimo chiamati d'Italia i vicarj o podestà, che d'anno in anno sedevano giudici civili e criminali nella Pretura di Trento; dei quali un lungo catalogo pubblicò il conte Pom peo Litta dall'anno 1159 al 1803 (3). (1) Yedi
T. Gar, Episodio del medio evo trentino. Trento, 1856. (1) Brunaceio, De re nummaria patavina , cap. 7, f. S9. — Statuto di Brescia del 1257. (3) Ci è grato ricordare fra gli ultimi podestà di Trento Gian Domenico Romagnosi, che vi sedette l'anno 1791. Uscito dì carica, fece la no stra città suo soggiorno di elezione, e vi passò parecchi anni. In Trento scoperse c pubblicò colle stampe i fenomeni fondamentali dell' elettro magnetismo.