, sommessione e su quelle finestre ne vedi tante e lutile, ehe seco lei gareggiano. Ma cominciano gli urti, e bel bello t'esercitano alla corsa. Anche il correre non basta; trovi una bar ricata, che ti ferma se vuoi, o 11011 vuoi; finalmente nò andar adagio, nò correre, Jiè fermarsi più giovano, perchè tutta Venezia, ansiosa ili vedere uno spettacolo carnevalesco e l'apparizione al gran balcone dell' ot timo Cesare e della leggiadra, caritatevole Imperatrice, accorre frenetica alla Piazza, e la riempie così
che già pria dell' imbrunire vi si poteauo calcolare più 'di iO,000 persone. Or vien il più interessante, o Let tore. Musica in tutti i cantoni e nel uiczzo della Piazza; maschere in tutti i costumi ne'sontuosi Caffè, ed a poco a poco la piazza parca ridotta in un ma gnifico ballo mascherato. lì qùal Città ne' tuoi trastulli carnevaleschi arriva a superarli. 0 Venezia, ben unica anche in questi! Durante quest' all'oliarsi di popolo e di maschere s'era fatta notte oscura, ma gran prodigio
! ci si vedea più che al mezzodì. Già sai, se vedesti Venezia, che la sua gran Piazza viene illuminata sempre di maniera, che offre ogni sera una scena sorprendente; ma in solennità straordinarie il chiarore si cangia in un sole il più infiammalo, elicagli occhi degli stranieri mostra anche di notte le (aule epigra li e i molti capo-lavori che compongono quelle antiche e rare pareti. In questa sera l'illuminazione superò in vivacità ed in arte tutte quante ne furono chilo a record d'uomo- Quando ve nendo
la genie alla piazza dalle contrade, che portano su quell' anfiteatro, trovavasi a faccia di tante fiamme, tosto volgevasi, per non restarne offuscai», in altra parte; ma ahi! che lo splendore o v'era eguale o mag giore; e t'avresti potuto mettere in qualsivoglia punto, trovavi-dappertutto alte piramidi, grandi stelle, e spa ziose corone formate dalle vivissime fiammelle del gas. Pareva in vero come se dal suolo uscissero qua e là colonne del più bel fuoco. Or aggiungivi l'imponente Palazzo Ducale
. 0 Venezia leggiadra, a chi non piacerai? —- A vederti di giorno incanti, e di notte ancor più. — Ma ritorniamo, o Lettore, sulla Piazza di San Marco. Gli squilli della musica, gli striduli suoni de' zufoli rintuonano ne' miei orecchi, e ti direi ben bravo a passare sotto qualche forma dall' una all' altra parte della Piazza: la è piena così, ohe non c'è idea d'en trarvi. Avido di sapere cosa là entro succeda, mi ri volgo ad un mio vicino lungo da dirlo unico, coin' è Venezia, al mondo. Egli fornito