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Anmerkungen: Angelucci, Diego E.: Nuovi dati sulla preistoria delle Dolomiti : la campagna di scavo 1994 nei siti mesolitici del Plan de Frea (Selva, Val Gardena) / Diego E. Angelucci, 1997 Arbeitsbericht 10 zum ALD 1 / Roland Bauer ; Hans Goebl ; Edgar Haimerl, 1997 Berschin, Helmut: Questione ladina, Grundrechnungsarten und Dialektometrie / Helmut Berschin, 1997 Craffonara, Lois: Ladinische Beichtzettel aus dem vorigen Jahrhundert / Lois Craffonara, 1997 Craffonara, Lois: Rund um Osterbeichte und Osterkommunion im Gadertal / Lois Craffonara, 1997 Craffonara, Lois: ¬Der¬ Salzburger Hofmaler Jakob Zanusi (1679? - 1742), ein unbekannter Buchensteiner / Lois Craffonara, 1997 Faggin, Giorgio: ¬I¬ verbi "analitici" in friulano / Giorgio Faggin, 1997 Gallenmüller-Roschmann, Jutta: Ethnische Identität: Ladiner in Südtirol 1991 und 1994 / Jutta Gallenmüller-Roschmann ; Roland Wakenhut, 1997 May, Jürgen: Hans Perathoner und das Leineweberdenkmal in Bielefeld : ein Grödner Künstler im Ravensburger Land / Jürgen May, 1997 Muljacic, Zarko: ¬Una¬ menzione del romanzo grigione dell'847 / Zarko Muljacic, 1997 Trapp, Eugen: "¬Das¬ größte und schönste Studio von Florenz" : zu Leben und Werk des Bildhauers Giovanni Insom / Eugen Trapp, 1997 Trapp, Eugen: Neues zum Werk des Bildhauers Dominik Mahlknecht / Eugen Trapp, 1997 Videsott, Paul: Wortschatzerweiterung im Ladin Dolomitan / Paul Videsott, 1997

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

in una fase con condizioni climatiche relativamente fredde ed aride, con apporti derivanti dall’azione del gelo sulle pareti del masso e dalla deposizione eolica. E’ verosimile che questa unità si sia originata nelle fasi terminali del Pleistocene. Le unità soprastanti indicano una significativa modificazione dello scenario per effetto di due fenomeni, Larrivo dell’uomo e l’attivazione dei processi di dilavamento dei versanti circostanti, la cui attività vedrà poi un rallentamento col procedere

del tempo. Nella frequentazione antropica, grazie alle datazioni ed all’analisi delle industrie, si possono distinguere per ora quattro fasi maggiori. La prima comprende i depositi delle unità da 5 a 3BIII e si pone cronologicamente nel Preboreale, all’incirca intorno al 9000 BC; le industrie raccolte, se comparate alle sequenze di riferimento del bacino dell’Adige, sono inquadrabili nella fase antica del Sauveterriano. L’arrivo dei cacciatori-raccoglitori mesolitici è testimoniato dalle strutture

III e IV e si inserisce in un momento di instabilità dei versanti e di attività fluviale nel fondovalle; questa prima frequentazione sembra essere episodica, probabil mente proprio a causa della situazione ambientale. Le strutture poste alla base di 3BIV testimoniano invece di un rallentamento dei processi di erosione dei versanti, forse in seguito alla risalita della vegetazione nell’area prossima al sito. La stratificazione antropica testimonia di una serie di modificazioni dell’assetto del

riparo, operate dall’uomo al fine di organizzare lo spazio utile, che hanno dato origine alla superficie d’abitato 3BIV (fig. 7). Questa contiene alcuni focolari e la presenza della lastra di calcare esotico è forse legata, come presumibile dalla giacitura della pietra e dal fatto che il suo margine è parzialmente modificato dal fuoco, ad un suo utilizzo come frangivento verso l’esterno del focolare. Una funzione connessa al focolare potrebbe avere anche la buca di palo. Leggermente più recente

l’unità 3BUI, che rientra comunque nel Sauveterriano antico. La seconda fase di frequentazione antropica, cui si può correlare l’unità 3BII, si pone verosimilmente tra 7900 e 7550 anni BC, età confermata dall’analisi tipologica dell’industria che suggerisce un’attribuzione alla fase media del Sauveterriano, L’unità 3BII, pur modificata dai fenomeni postdeposizionali, può anch’essa essere interpretata come un suolo d’abitato. Muovendosi verso l’alto della successione si incontra un disturbo via via più

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 25 von 276

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Le indagini sono state svolte secondo le usuali metodiche della ricerca preistorica sul campo. E’ stato condotto uno scavo archeologico con posi zionamento dei reperti e delle unità di scavo secondo un reticolo di riferimento a maglia quadrangolare, accompagnato da rilievo grafico e fotografico delle strutture messe in luce, lavaggio e setacciatura del materiale di risulta dallo scavo al fine di separare i reperti dal terreno, suddivisione e prima classificazione dei reperti. Si è inoltre

proceduto alla raccolta di campioni per datazioni radiometriche e analisi di laboratorio. Lo studio sistematico dei materiali del Pian de Frea è in corso da parte di una équipe interdisciplinare che raggruppa specialisti di varia estrazione 10) . Posizione del sito e contesto ambientale Il toponimo Pian de Frea indica la conca prativa posta alla testata della Val Gardena tra 1900 e 2100 metri circa, a breve distanza dal Passo di Gardena. L’area si presenta come un ampio fondovalle orientato circa

E-W e delimitato lateralmente dai conoidi detritici alla base delle pareti del Sella e dalla porzione basale del versante S del Monte Bustaccio (fig. 1). La sua superficie è costellata da massi rocciosi crollati dalle incombenti pareti del Sella, forse al momento dell’ultima deglaciazione. I siti mesolitici si trovano lungo i lati del grande masso collocato a 1930 m nelle vicinanze del Troi Paian, il sentiero che attraversando il Pian de Frea reca al Passo Gardena; nei suoi pressi si trova una limitata area

umida dove si individuano alcune sorgenti di scarsa portata, che danno origine ad un piccolo rio. Il masso presenta un contorno pentagonale irregolare e ha altezza compresa tra 4 e 10 m; litologicamente si compone di dolomie massive (fig. 2). I siti Frea I e III si ubicano rispettivamente lungo i lati NW ed E del masso; Frea II è collocato lungo il lato N, dove la parete del masso è verticale. Il Frea Aldo Antoniazzi, Stefano Bertola e Luca Pomidori dell’Università di Ferrara; Dott. Giulio

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 23 von 276

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per i cacciatori-raccoglitori musteriani, aurignaziani ed epigravettiani 7) . Le ricerche al Pian de Frea La scoperta dei siti del Pian de Frea si deve alle prospezioni sistematiche effettuate negli anni ’70 da parte del Gruppo Ricerche del Museum de Gherdèina di Ortisei; tali indagini, svolte nell’ambito di un programma indirizzato alla valorizzazione del patrimonio archeologico gardenese, portarono alla scoperta di numerosi giacimenti preistorici. Nel 1977 M. Delago, J.M. Moroder e F. Prinoth

segnalavano la presenza di manufatti mesolitici intorno al grande masso di frana del Pian de Frea (fig.l). Alla scoperta seguirono tre campagne di scavo tra il 1978 ed il 1981, che permisero di appurare l’esistenza di quattro siti mesolitici attorno al masso; Frea I e III vennero scavati per buona parte, mentre in Frea II e IV si aprirono esclusivamente trincee esplorative. 1 dati di queste prime campagne di scavo evidenziarono come i siti Frea I e III fossero stati frequentati per un breve intervallo

di tempo e in due momenti successivi del Mesolitico; le industrie del Frea I sono attribuibili alla fase media del Sauveterriano, mentre dal Frea III proviene un insieme litico della fase sauveterriana recente. Di rilievo il rinve nimento di una struttura interpretata come un fondo di capanna al Frea I. Entrambi i siti furono inoltre oggetto di una successiva frequentazione in età protostorica 8) . La campagna del 1994 è stata principalmente finalizzata a completare l’esplorazione del Frea

IV, il giacimento caratterizzato dalla più abbondante testimonianza archeologica. Lo scavo è stato svolto sotto la direzione del Prof. Alberto Broglio grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalFIstitut Cultural Ladin “Micurà de Rii” e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia Autonoma di Bolzano; l’organizzazione logistica è stata supportata dalla Società Ricerche Archeologiche di Bressanone 9) . 6) Si vedano a questo proposito i numerosi contributi presentati in occasione del colloquio

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 39 von 276

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Ringraziamenti Desidero ringraziare il Dott. L. Moroder e il Dott. L. Dal Ri, i cui enti hanno promosso e sotenuto finanziariamente le ricerche al Pian de Frea; il Prof. A. Broglio, direttore delle ricerche al Pian de Frea, per la lettura critica del testo; tutte le persone che hanno partecipato alla campagna di ricerca sui siti. Bibliografia Alessio M. / Allegri L. / Bella F. / Improta S. / Belluomini G. / Broglio A. / Calderoni G. / Cortesi C. / Manfra L. / Petrone V. (1984): “14C datings

G. / Broglio A. / Cassoli P.F. / Improta S. / Maspero A. / Tagliacozzo A. (1995; in corso di stampa): “Pian de Frea site 4 (Dolomites): Mobility, Seasonality and thè Exploitation of Mountain Environment during thè Mesolithic”. In: Actes del 5ème Congrès Mésolithique, Grenoble, 1995. Bagolini B. / Broglio A. / Lunz R. ( 1982): “I siti mesolitici delle Dolomiti”. In: Ladinia, VI, pp. 5-40. Bagolini B. / Broglio A. / Lunz R. (1984): “Le Mésolithique des Dolomites”. In: Preistoria Alpina, 19 (1983

e degli scavi al Pian de Frea”. In: Bullettin d'Etudes Préhistoriques, XV, pp. 19-53. Broglio A. / Improta S. (1995): “Nuovi dati di cronologia assoluta del Paleolitico superiore e del Mesolitico del Veneto, del Trentino e del Friuli”. In: Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Tomo CLIII (1994-1995), Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, pp. 1-45. Broglio A. /Kozlowski S. (1984): “Tipologia ed evoluzione delle industrie mesolitiche di Romagnano III”. In: Preistoria Alpina

, 19 (1983), pp. 93-148. Broglio A. / Lunz R. (1984): “Osservazioni preliminari sull’utilizzazione del cristallo di rocca nelle industrie mesolitiche del bacino dell’Adige”. In: Preistoria Alpina, 19 (1983), pp. 201-208. Dalmeri G. /Pedrotti A. (1993): “Distribuzione topografica dei siti del Paleolitico Superiore finale e Mesolitico in Trentino Alto-Adige e nelle Dolomiti Venete (Italia). In: Preistoria Alpina, 28-2 (1992), pp. 247-267. Oeggl K. / Wahlmüller N. ( 1993): “Vegetation and climate history

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 26 von 276

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IV si pone all’angolo SE, dove la presenza di un aggetto e di un ampio diedro nella roccia concorrono a formare un riparo la cui linea di pioggia perimetra un’area di circa 20 m 2 (figg. 2 e 3). Lo scavo al Frea IV L ' assetto pedo strati grafico La stratigrafia esplorata nel Frea IV ha uno spessore complessivo di circa 1,50 metri e il suo esame fornisce dati a carattere sia paleoambientale sia paietnologico. La porzione d’interesse archeologico si ubica all’interno della linea di pioggia del

riparo, sottolineata da alcuni blocchi distaccatisi dal masso stesso, e possiede uno spessore di circa 50 cm (fig. 4); ad essa si aggiungono un paio di strutture nella parte bassa della stratificazione. La sezione risultante dallo scavo, illustrata nella figura 5, permette di osservare l’intero spessore della stratificazione e di valutarne l’articolazione interna. All’interno del riparo la superficie è denudata e impostata su del pietrisco rimaneggiato; spostandosi verso l’esterno si osserva

la comparsa ed il graduale ispessimento del suolo attuale, derivante dall’alterazione fisica, chimica e biologica del terreno sottostante mediante quei fenomeni detti nel complesso pedogenesi. Il minor sviluppo della vegetazione e la meno intensa esposizione alle azioni di degradazione chimico-fisica spiegano la sua scarsa importanza al di sotto dell’aggetto del riparo. Il profilo di suolo si articola in un orizzonte A limo-argilloso, organico, con numerose pietre calcaree (unità 2), evoluto prin

cipalmente a spese del sedimento antropico che ne rappresenta l’orizzonte C. Al di sotto di questo si individuano gli strati di interesse archeologico. Nella sequenza archeologica si riconoscono varie unità la cui geometria e caratteri forniscono un’indicazione sulle fasi di frequentazione del sito. Gli strati mesolitici mostrano, nel loro insieme, l’aspetto tipico dei depositi archeologici e cioè: abbondanza di sostanza organica che conferisce un colore di tono scuro; presenza di numerosi reperti

e materiali apportati dall’uomo quali ossa, talora bruciate, frustoli di carbone, cenere, grumi di ocra, conchiglie, ecc.; presenza di strutture di origine antropica. Tutta la successione è stata soggetta a fenomeni che hanno causato consistenti ma ben riconoscibili modificazioni nel suo assetto interno (fig. 6). I vari strati sono stati interessati da deformazioni dovute all’azione del gelo e degli apparati radicali della vegetazione, all’opera degli animali fossoriali, ai fenomeni di dissoluzione

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 38 von 276

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Considerazioni conclusive Malgrado i dati ora esposti abbiano una valenza del tutto preliminare e siano passibili di modifiche, è comunque possibile considerare alcuni degli aspetti del modo di vita dei cacciatori mesolitici e delle loro relazioni con l’ambiente. Da un punto di vista strettamente cronologico i dati a disposizione mostrano come la sequenza del Frea IV copra un intervallo di tempo prolungato, verosimilmente di circa due millenni, corrispondente dal punto di vista culturale

all’intervallo che va dalle fase antica del Sauveterriano fino alla comparsa di elementi castelnoviani. In quest’arco di tempo il Frea IV viene insediato ripetutamente e i siti Frea I e Frea III vengono anch’essi occupati dai cacciatori mesolitici, sebbene in modo episodico. Dopo l’ultima occupazione mesolitica, corrispondente alla data radiometrica disponibile per il Frea II, il Pian de Frea viene abbandonato per alcuni millenni e poi rifrequentato sporadicamente in epoca protostorica. La rioccupazione

di quest’area si verifica in età storica, quando le zone montane iniziano a rivestire nuovamente un ruolo d’importanza nel sistema economico e sociale. Meritevole d’interesse è il fatto che la comparsa dei cacciatori mesolitici al Frea IV si collochi in un momento assai antico del Sauveterriano, durante una fase di relativa instabilità dell’ambiente circostante. I cacciatori che si installarono al Pian de Frea si muovevano in (o avevano scambi con gruppi provenienti da) una regione assai ampia, che

va dall’area trentina alle Alpi Aurine, come indicato dalla provenienza delle materie prime litiche. La presenza di strutture antropiche in tutti i quattro siti attesta la volontà di organizzare lo spazio abitativo, probabilmente per una permanenza significa tiva all’interno del sito stesso. Inoltre, i dati preliminari raccolti da P.F. Cassoli e A. Tagliacozzo sui resti faunistici del Frea IV indicano una prevalenza di stambecco e lepre alpina, specie animali tipiche degli ambienti di prateria alpina

, e di cervo, caratteristico invece di contesti forestali; gli autori hanno inoltre sottolineato che l’età di abbattimento degli animali ricade tra i mesi di luglio e novembre. Questi dati concorrono a dare un’immagine del Pian de Frea come di un insediamento posto in posizione in certo qual modo strategica. Gli animali cacciati provengono da ambienti diversificati, i siti sono attrezzati con strutture abitative, la frequentazione è ripetuta lungo un arco di tempo importante. I quattro siti rappresentano

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 185 von 276

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Zarko Muljacic UNA MENZIONE DEL ROMANZO GRIGIONE DELL’847 Settantotto anni dopo la raccolta di documenti curata da A. Werminghoff (1906) è uscita la sua seconda parte (cf. Hartmann, 1984) che riporta le decisioni dei concili che ebbero luogo dopo il Trattato di Verdun (843) che aveva posto fine all'unità dell'Impero Carolingio. Nella Francia orientalis uno dei concili più importanti fu celebrato nell'ottobre dell'847 a Francoforte, sotto la guida dell'arcivescovo Rabano Mauro (ca. 780 / 856

), cf. Hartmann, 1984, pp. 150-177. Si dica di passaggio che questo principe della Chiesa fu uno dei più illustri continuatori delle riforme ideate e promosse da Carlomagno e da Alcuino dal 785 in poi. Il linguista francese M. Banniard (1991) ha messo in rilievo gli aspetti linguistici della sua attività che si manifesta, tra l'altro, anche nel canone De dogmate ecclesiastico, promulgato negli Atti del Concilio magontino, con cui si voleva andare incontro ai bisogni dei fedeli germanofoni e romanzofoni non

possint intelligere quae dicuntur' (Hartmann, 1984, p. 164). II curatore non ha esitato ad esprimere il suo stupore per il fatto che questo brano è quasi al 100% identico al testo del celeberrimo 17° canone del Concilio di Tours (A.D. 813), più concretamente per la non avvenuta cancellazione del passo in cui si raccomanda l’uso della lingua romanza, superfluo, secondo lui, nell'archidiocesi di Magonza. 0 M. Banniard, a cui dobbiamo una delle analisi più acute del 17° canone di Tours (1992, pp. 410-422

erschien, der Wortlaut verändert wurde'. 2) Lascio in disparte i passi in cui pole mizza sui valori semantici del verbo transferre, dell'avverbio facilius e sim., soprattutto con R. Wright (1982) e altri. Vd. ora la risposta di R. Wright (1993a).

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 186 von 276

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traduce in tedesco moderno i nomi loro e delle loro sedi. 3) In una nota Hartmann constata: 'Es fehlten die Bischöfe von Straßburg und von Chur' senza addurne le ragioni. Forse il passaggio troppo recente della diocesi di Coira dalla provincia ecclesiastica di Milano a quella di Magonza, come conseguenza del Trattato di Verdun (843), su cui v. Neuenschwander, 1970, 182, non era ancora 'smaltito' dalla burocrazia locale; nel caso di Strasburgo si trattava di una diocesi il cui territorio quasi intero

si era venuto a trovare fuori delle frontiere della Francia orientalis. Ma non è escluso che i due vescovi non poterono mettersi in viaggio per ragioni di salute o per altri motivi prosaici. L'assenza di Essone, vescovo di Coira, è meno importante di un altro fatto: il tenore del 2° canone, votato ad unanimità, dimostra, secondo la mia opinione, che i tredici prelati presenti a Magonza conoscevano bene la situazione etnica a Curia Rhaeticorum. Chi conosce le carte geografiche delle diocesi

di Costanza (cf. Jacquin, 1956) e di Augusta (ted. Augsburg; cf. Schröder, 1931) potrebbe obiettare che in certe loro aree periferiche potevano trovarsi pure dei nuclei romanzofoni, per es. a SE di Bregenz. Non lo nego, ma deve essersi trattato di poche persone. Se vi fossero vissuti gruppi di una certa importanza, ciò sarebbe apparso nelle decisioni del Concilio di Magonza dell'813, dove però non se ne parla, cf. Banniard, 1992, p. 420, nota 196. Non dobbiamo stupirci infine che la vasta area francofona

a quella di Magonza. Sfortuna tamente il DHGE non è ancora arrivato alla lettera “O”. Se ciò fosse vero, vorrebbe dire che il principio della Chiesa (secondo cui i concili “dettava no legge” soltanto per le diocesi dell’arcivescovato che li aveva orga nizzati) si andava evolvendo a favore del principio statale. Tuttavia W. Hartmann ammette che a Magonza: “... mit Ausnahme der Kirchenprovinz Salzburg war der gesamte Episkopat des Reiches Ludwigs des Deutschen vertreten” (Hartmann, 1984, p. 150). Per

1’archidiocesi con due capitoli Amburgo-Brema non gli constano molte cose riportate da Aubert (1990) secon do cui: “Brènte... devint à partir de 847 le siège des diocèses unis de Brème et Hambourg” e non è del tutto certo che Amburgo si sia “liberata” da Magonza prima del 892/893.

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 19. 1995 : Versuch einer Deütsch-Ladinischen Sprachlehre

Seite 334 von 348

Autor: Bacher, Nikolaus ; Craffonara, Lois [Hrsg.] / Nikolaus Bacher (Micurà de Rü). Hrsg. und mit Anmerk. vers. von Lois Craffonara

Umfang: 341 S. : Ill., Kt.. - [Nachdr. der Ausg. 1833]

Sprache: Deutsch; Ladinisch

Anmerkungen: Arbeitsbericht 9 zum Ald I / Roland Bauer ..., 1997 Weber, Peter J.: Projekt zu den weniger verbreiteten Sprachen in der EU : (EUROMOSAIC) / Peter J. Weber ; Peter H. Nelde, 1997

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Signatur: II Z 1.092/19(1995)

Intern-ID: 355175

(1993c): Ein Sprach- Atlas beim Wort genommen: ALD I, der “Sprechende”, in: Win kelmann, Otto (Hg.): Stand und Perspektiven der romanischen Sprachgeographie. Wilhelmsfeld, (= pro lingua 15), 283-306. (1994) : Il ladino letto e ascoltato, in: Italiano & oltre IXI2, 76-79. (1995) : Dialettologia computazionale ed atlanti linguistici: la dimensione sonora, in: Romanello Maria Teresa / Tempesta Immacolata (Hgg.): Dialetti e lingue nazionali. Atti del XXVII Congresso internazionale della SLI [Lecce

1993]. Roma, (= Pubblicazioni della SU 35), 155-167. und Hans Goebl (1991): Presentazione di ALD I - Atlante linguistico del ladino dolomitico e dialetti limitrofi, parte prima, in: Per Padre Frumenzio Ghetta, O.F.M.. Scritti di storia e cultura ladina, trentina, tirolese e nota bio-bibliografica in occasione del settantesimo compleanno. A cura della Biblioteca Comunale di Trento e dell'Istitut Cultural Ladin. Trient/Trento, 73-99. Böhmer. Helga (1993): Beobachtungen zu romanischen

Interferenzerscheinungen in der süd- bairischen Sprachinsel von Sauris / Zahre, in: Bauer Roland, Harald Fröhlich und Dieter Kattenbusch (Hgg.), Varietas delectat. Vermischte Beiträge zur Lust an romani scher Dialektologie, ergänzt um Anmerkungen aus verwandten Disziplinen, Wilhelms feld. 39-45. Goebl. Hans (1978): Ein Sprach- und Sachatlas des Zentralrätoromanischen (ALD), in: Ladinia II, 19-33. (1990): Vorstellung des “Sprachatlasses des Zentralrätoromanischen und annexer Gebiete / Atlante linguistico del ladino centrale

(Hg.): Geolingüfstica. Trabajos europeos. Madrid (Consejo Superior de Investigaciones Cientfficas), 155-168. (1994b): Unterwegs zum ALD I. Ein Werkstattbericht, in: Annalas da la Societad Re- torumantscha 107, 87-98. (1995): Un nouvel atlas linguistique des Alpes centrales: 1‘Atlas linguistique du Ladin des Dolomites (ALD), in: Estudis de linguistica i filologia oferts a Antoni M. Badia i Margarit. Volum 1. Barcelona, 295-312. und Roland Bauer (1992): L’atlante linguistico del ladino centrale e dialetti limitrofi

): L'ALD: Atlante linguistico ed etnografico del ladino dolomitico, in: Bollettino dell'Atlante linguistico italiano. III serie, 11-16 (1987-92), Torino (Istituto delTALI), 113-121.

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 177 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Giorgio Faggin I VERBI “ANALITICI” IN FRIULANO Alla pubblicazione del mio Vocabolario della lingua friulana 1 ] ci fu chi mi chiese a bruciapelo: “E perché ora non scrivi una grammatica friulana?”. Meditai a lungo su questa domanda, finché non mi decisi a intraprendere la raccolta di materiali e appunti finalizzati in tal senso. Dopo dodici anni dal Vocabolario la Grammatica friulana è finalmente apparsa presso l’editore Ribis. 1 Dal sesto Capitolo, dedicato al Verbo, stralciamo per i lettori

di “Ladinia” il sedicesimo paragrafo in cui viene esaminato il rilevante fenomeno dei Verbi “analitici”. * I VERBI “ANALITICI” Vengono così chiamati quei verbi che esprimono un determinato concetto combinandosi con un avverbio o una locuzione avverbiale. Se dico “ho raccolto cinquanta francobolli del Belgio” uso un verbo sintetico (raccogliere); ma se dico “ho messo insieme cinquanta francobolli del Belgio”, esprimo lo stesso pensiero servendomi di un verbo analitico (mettere insieme). In italiano

i “verbi analitici” non sono molto numerosi, e vengono usati soprattutto nella lingua parlata, regionale o dialettale. Ne diamo qualche altro esempio: “far fuori” (ammazzare; distruggere; consumare), “mandar giù” (ingoia re; sopportare), “metter sotto” (investire; travolgere), “tirar su” (alzare; sollevare da terra; allevare), “dar via” (cedere; regalare). Nei linguaggi ladini dei Grigioni e delle Dolomiti i verbi analitici sono per contro numerosissimi, anche a causa del costante influsso della lingua

tedesca. Nel ladino friulano la presenza di tale tipo di verbo è assai più forte che in italiano, e non si può escludere neppure qui un’interferenza da parte dei dialetti germanici. Così 1) Udine, Del Bianco Editore, 1985; cfr. la recensione di Lois Craffonara in Ladi nia X, 1986, pp. 213-215. 2) Strada dell’Artigiano 17/1, 1-33030 Campoformido (Udine). L’opera è sud divisa in undici Capitoli e un’Appendi ce. I Capitoli trattano rispettivamente: I suoni e la scrittura;L’ articolo; Il sostan tivo

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 34 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Fig. 9. Armature microlitiche dal Frea IV: questi oggetti venivano immanicati su supporti lignei o di altro materiale ed utilizzati prevalentemente come armi da getto; da sinistra a destra, nella fda superiore: due punte troncatura e due punte a due dorsi a base larga; nella fila inferiore: due punte a due dorsi convergenti e doppia punta, cosiddette punte di Sauveterre, e due punte a due dorsi del tipo molto allungato (fotografia: R. Brandoli). La scarsità degli strumenti impedisce

di apprezzarne la variazione all’inter no della serie del Frea IV; unico aspetto rimarchevole è la marcata laminarità che presentano gli strumenti delle unità 3A e 3B I, tra i quali si nota la presenza di grattatoi su lama, tutti del tipo tettiforme, e di lame ritoccate. Di grande interesse è l’analisi delle armature, sia per la loro abbondanza relativa, sia perché costituiscono dei precisi indicatori delle modificazioni cul turali durante il Mesolitico. Tra le armature si impongono grandemente i tipi geo

metrici (triangoli, segmenti e trapezi) e le punte. Tra le punte abbondano le punte a due dorsi: inferiormente posseggono indice di allungamento assai elevato e vi sono rappresentati il tipo detto di Sauveterre, a doppia punta, e il tipo estremamente allungato già segnalato in altri siti del bacino dell’Adige; nelle unità recenziori vi è un sostanziale equilibrio tra le forme lunghe e le corte. Sono presenti altri tipi di punte, quali le punte a dorso e le punte-troncatura (fig. 9). La classe dei

triangoli è la meglio rappresentata ed è soggetta ad alcune variazioni all’interno della successione stratigrafica. Nella porzione basale (3BIV e 3BUI) dominano le forme isosceli, che tendono a diminuire verso l’alto e ad essere sostituite dalle scalene, soprattutto per effetto del massiccio incremento

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(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 267 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

il comportamento, le scelte, il mondo interiore, e poiché tali situazioni si danno spesso per scontate, non vengono prese in conside razione in un sistema organico di idee. Questo itinerario di F. Vittur attraverso la nostra condizione umana rappresentata dalle tappe fondamentali della nostra crescita e del nostro sviluppo psico-fisico, condensa sicuramente un’ampia gamma di osservazioni espletate nel mondo della scuola, nella famiglia, nella società del nostro tempo, con riguardo anche alle vecchie tradizioni

familiari ed educative proprie dell’ambiente in cui l’Autore è cresciuto. Infatti la famiglia-tipo ben consolidata nelle sue componenti, armonica nelle sue relazioni interne, aperta al dialogo e bene assestata nei suoi valori civili e religiosi, è in primo luogo quella ladina e più in generale quella delle nostre società montanare di un tempo. Il libro parte infatti da una diagnosi della famiglia, vera cellula del tessuto sociale, in cui l’essere umano vede la luce e si apre a vitali esperienze

scolastica e nella sua lingua materna, che si piega anche alle sottigliezze di un discorso impegnativo di carattere psico-pedagogico e a un’analisi di tematiche inconsuete per una parlata popolaresca, per quanto ormai frequentemente impiega ta nello scritto. Le raccomandazioni che il libro impartisce sono semplici e alla portata di chiunque purché ci sia la consapevolezza del compito educativo che spetta in primo luogo ai genitori e agli insegnanti. E la ricetta per conseguire gli obiettivi educativi

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Kategorie:

Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 21 von 276

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Diego E. Angelucci NUOVI DATI SULLA PREISTORIA DELLE DOLOMITI. LA CAMPAGNA DI SCAVO 1994 NEI SITI MESOLITICI DEL PLAN DE FREA (SELVA VAL GARDENA) Le ricerche in corso da oltre venti anni hanno evidenziato come le Dolomiti rappresentino una regione chiave per analizzare la frequentazione umana delle aree montane durante la preistoria; ciò in particolare per il Mesolitico, periodo che corrisponde, in base ai dati attualmente noti, alla prima importante penetrazione umana nei territori d’alta

di erosione o omogeneizzazione del sedimento archeologico che hanno cancellato l’evidenza delle successive occupazioni antropiche. In quest’ambito è risultata di grande interesse la continuazione delle ricerche negli accampamenti mesolitici del Pian de Frea, in alta Val Gardena, dove le favorevoli condizioni del sito hanno permesso la conservazione di buona parte delle testimonianze archeologiche. In questa sede si vogliono riassumere alcuni dati preliminari desunti dalle recenti indagini al Pian de Frea

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Kategorie:

Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 222 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

9: Bauer, Roland, Hans Goebl, Edgar Haimerl, Ulrike Hofmann und Heidi Pamminger (1995): Arbeitsbericht 9 zum ALD I, in: Ladinia XIX, 307-330. 4.3 Weitere Literatur zum A fc-/ Bauer, Roland (1991): ALD I - CD ICD - ALD I, 98 Tonproben zum ALD 1/98 campioni fonici per I’ALD I. Salzburg, Compact Disk mit zweisprachigem Booklet (dt./ital.), 44 Seiten. — ( 1992): L’informatizzazione dell’atlante linguistico sonoro ALD I (Atlante linguistico del ladino centrale e dialetti limitrofi

I, der „Sprechende“, in: Winkelmann, Otto (Hg.): Stand und Perspektiven der romanischen Sprachgeographie. Wilhelmsfeld, (= pro lingua 15), 283-306. — (1994): Il ladino letto e ascoltato, in: Italiano & oltre IX/2, 76-79. — (1995): Dialettologia computazionale ed atlanti linguistici: la dimensione sonora, in: Romanello Maria Teresa / Tempesta Immacolata (Hgg.): Dialetti e lingue nazionali. Atti del XXVII Congresso internazionale della SLI [Lecce 1993]. Roma, (= Pubblicazioni della SLI 35), 155- 167. — (1996a

de base de données de 1’Atlas linguistique du ladin central, in: Moracchini, Georges (Hg.): Bases de données linguistiques: conceptions, réalisations, exploi- tations. Actes du Colloque International [Corte 1995]. Corte (Université de Corse), 195-211. — (1997): Zur Rolle des Computers beim dolomitenladinischen Sprachatlas (ALD I), im Druck in: Ladinia XXI. — und Hans Goebl (1991): Presentazione di ALD I - Atlante linguistico del ladino dolomitico e dialetti limitrofi, parte prima, in: Per Padre

Frumenzio Ghetta, O.F.M.. Scritti di storia e cultura ladina, trentina, tirolese e nota biobibliografica in occasione del settantesimo compleanno. A cura della Biblioteca Comunale di Trento e dellTstitut Cultural Ladin. Trient/Trento, 73-99. Böhmer. Helga ( 1993): Beobachtungen zu romanischen Interferenzerscheinungen in der südbairischen Sprachinsel von Sauris / Zahre, in: Bauer Roland, Harald Fröhlich und Dieter Kattenbusch (Hgg.): Varietas delectat. Vermischte Beiträge zur Lust an romanischer

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Kategorie:

Recht, Politik

Jahr:

(1997)

Südtiroler Behördenführer ; 1997

Seite 179 von 240

Ort: Bozen

Verlag: Autonom. Prov. Bozen, Presseamt

Umfang: 255 S.. - 7., überarb. Aufl. ; Stand: April 1997

Sprache: Deutsch

Schlagwort: g.Südtirol ; s.Behörde ; f.Verzeichnis

Signatur: D II Z 2.192/1997 ; II Z 2.192/1997

Intern-ID: 361270

STAATSRÄTE Dr. Roland Ernst Bernabé: Anschrift: 00Ì 86 Roma, Consiglio di Sfato, Palazzo Spada, Piazza Capo di Ferro 13, Tel. (06) 68271 odef 6833001. Dr. Klaus Dubis: Anschrift: 00186 Roma, Consiglio di Stato, Palazzo Spada, Piazza Capo di Ferro 13, Tel. (06) 68271, oder 00186 Roma, via del Gesù 57, Tel. (06) 697911, Telefax: (06) 6791404. ZWÖLFER- und SECHSERKOMMISSION Präsident: Dr. Giancarlo Bolognini, Sekretär; Dr. Renato Fedele, 00186 Roma, Presidenza del Consigno dei Ministri

, Dipartimento Affari regio' noli, via del Tritone, Tel, (06) 67796294, Telefax: (06) 67796324. 137er KOMMISSION Präsident: Unterstaatssekretär im Ministerratspräsidium, Sekretär: Dr- Renato Fedele, 00186 Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Affari regionali, via del Tritone, Tel. (06) 67796294, Te efax: (06) 67796324.

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Kategorie:

Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 24 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Fig. 1. Vista panoramica del Plan de Frea; sulla sinistra dell' immagine si vede il masso di frana attorno al quale si trovano i siti mesolitici (fotografia: A. Broglio). Fig. 2. Il masso del Pian de Frea durante i lavori del 1994, ripreso da S. Il Frea IV si ubica presso l'angolo a destra del masso; a sinistra si intravvede l'aggetto del Frea I (fotografia: A. Broglio).

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Recht, Politik

Jahr:

(1997)

Südtiroler Behördenführer ; 1997

Seite 231 von 240

Ort: Bozen

Verlag: Autonom. Prov. Bozen, Presseamt

Umfang: 255 S.. - 7., überarb. Aufl. ; Stand: April 1997

Sprache: Deutsch

Schlagwort: g.Südtirol ; s.Behörde ; f.Verzeichnis

Signatur: D II Z 2.192/1997 ; II Z 2.192/1997

Intern-ID: 361270

Ort 39010 St. Martin in Passeier (S. Martino i. Passiria) 39057 St. Michael/Eppan (S, Michele/Appiano) 39040 St. Michael bei Kastelruth (S. Michele di Castel rotto) 39016 St. Moritz/Ulten (S. Maurizio/Ultimo) 39040 St. Morite bei Villanders (S. Maurizio/ Villandro) 39052 St. Nikolaus/Kaltern (S. Nicolò Caldaro ) 39050 St. Nikolaus i. Eggen (S. Nicolò Val d'Ega) 39010 St. Nikolaus/Ulten (S. Nicolò/Ultimo) 39040 St. Oswald (S. Osvaldo) 39010 St. Pankraz (S. Pancrazio) 39050 St. Pauls/Eppan

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Kategorie:

Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 22 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Il settore orientale del versante meridionale delle Alpi presenta una densità di ritrovamenti che non ha confronti in tutto il continente europeo, annoverando diverse centinaia di siti mesolitici 1 . I dati a disposizione consentono di ipotizzare che il sistema insediativo mesolitico fosse organizzato nell’ambito dei grandi sistemi idrografici alpini; ciascun bacino costituiva verosimilmente un’area pertinente ad un gruppo esteso di cacciatori-raccoglitori nomadi che si muovevano in prevalenza

10.000 BC, vide infatti un marcato riscaldamento che portò ad una repentina risalita del limite altitudinale dei boschi, che alla fine del Preboreale (intorno al 7800 BC) si attestava a quote anche superiori rispetto alle attuali 5 ’. Alla risalita della vegetazione si accompagnò la migrazione in quota delle faune selvatiche che costituivano le prede abituali dei cacciatori preistorici; i gruppi umani, prevalentemente insediati fino a quel momento nelle vallate e lungo il margine padano, iniziarono

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Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 76 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

de E. Bénézit. Tome 10. Paris. Blechinger, Edmund (1951): Jakob Zanusi (1679 -1742), Hofmaler zu Salzburg. Diss. Innsbruck. Blechinger, Edmund (1957): „Der Salzburger Hofmaler Jacob Zanusi (1679 - 1742)“, in: Mitteilun gen der Gesellschaft für Salzburger Landeskunde 97, 113 - 156. Botteri, Marina (1992): „Iconografìa e committenza“, in: La Chiesa di Santa Maria Assunta ad Arco. Museo Civico. Comune di Riva del Garda. Trento, 89 - 98 Botteri, Marina et ahi (1992): „Schede dipinti“, in: La Chiesa di Santa

Maria Assunta ad Arco. Museo Civico. Comune di Riva del Garda. Trento, 109 - 131. Buchowiecki, Walther (1939): „Die bildende Kunst in Salzburg und Oberdonau von etwa 1690 bis um 1780“, in: Ginhart, Karl (Hg.): Die bildende Kunst in Österreich. Barock und Rokoko (von etwa 1690 bis 1780). Wien. Craffonara, Lois (1994): „Micurä de Rü / Nikolaus Bacher (1789 - 1847). Leben und Werk“, in: Ladinia 18, 5 - 133. Dell’Antonio, Cirillo (1951): Artisti ladini (1580 -1939). Trento. Denifle, Peter/Dipauli

, Andreas Alois von (1801): Denifle, Peter : Nachrichten von den berühmtem tirolischen bildenden Künstlern. 1. Teil; Dipauli, Andreas Alois von: Nachrichten von den Tiroler Künstlern. 2. Teil. [Ms, Ferdinandeum]. Dorsch-Craffonara, Helga (1974): „Ladinisches Liedgut im Gadertal“, in: Der Schiern 48, 301 - 322. Egg, Erich (1972): Kunst in Tirol. Malerei und Kunsthandwerk. Innsbruck-Wien-München. Elenco dei Parroci di Livinallongo del Col di Lana dal 1237 al 1940 / a. XIX. [Ms, ca. 1940, Verfasser

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Kategorie:

Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft

Jahr:

(1997)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 20. 1996

Seite 32 von 276

Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift