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Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 206 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
doveano ambe le parti cessare dalle offese fino al prossimo 8. Michele, Mainardo restituire intatti i redditi ed i proventi usurpati al vescovo, e questi liberar lui dalia scomunica, e Trento dall'interdet to : Erardo di Tingistagnq barone dell’alto Trenti no da Arrigo stipendiato qual capitano della città restasse nell’officio suo, e così pure i vescovili ca pitani continuassero a tener nell’Anauni.a giurisdi zione r Io stipendio del capitano delta città si pa gasse metà dal vescovo, metà dal conte

Appena morto Egenone, elesse il capitolo in vescovo Arrigo de’ frati teutonici proto» otarie del l'imperatore Rodolfo I. Il quale cacciato in prigio ne da Mainardo l'ottavo giorno dopo il suo ingres so nella città, e fuggitone non appai* come, dopo aver scomunicato Mainardo, e lanciato l’interdetto sulla città, dieci mesi e dodici giorni andò rammin- gando, finché nel maggio del 1275 ottenne da Rudulfo I in Augusta un decreto di accomodamen to fra lui ed il conte. A norma del quale decreto

: i castelli di Edemburgq, Levico, Volsana, Tonale si depo sitassero fino al detto termine in mano de' caval li eri teutonici, i quali li restituissero al 8. Michele al vescovo, se ultimata la pace, in caso contrario al conte, coll’avvertenza che ove pel termine stabili-, to non si fosser potuti conchiuder gli accordi, il conte restasse pare scomunicato, e Trento si rite nesse per interdetto. Tornato in forza di questo decreto alla sua diocesi e nella città, recessi Arrigo convocato il # popolo gl suono

della gran campana del palazo a

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Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 219 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
alla diocesi e al principato., assolvessero, pure il conte dalle scomuniche., previa anche per lato suo, guarentigia del non turbare, seguita la restitu zione, la pace. Difatto Volfango d’Augusta, e Corrado di Viìtipa quali legati e giudici papali commisero nel gcnnajo del 1295 al decano della cattedrale di Trento ed al preposito dì s. Michele <li citare, il vescovo ed il conte a comparire nel duomo di Trento il giorno decimoquinto dalla data dell’insinuazione della citazione. Comparve il conte

ed umilmente supplicare pel proscioglimento dalle censure che quegli avevan lasciate su lui. Ed il pontefice volendo indulgergli uif altra volta, com mette va (‘1291’) la decisione delle cose ad una nuova delegazione composta degli abati di S. Bu fino, e di 8. Maria di F clonica diocesani manto vani. Ma valendosi Mainardo anche verso costo ro del consueto temporeggiare, la morte del pon tefice ( 1292) e la lunga vacanza di ventisette mesi cui dopo quella soggiacque la sede roma na , vennero

in acconcio a liberarlo da quel giu dizio. Salito, al papato-il Loglio del 1294 Celestino V, andarono a gara Filippo, e Mainardo nel portare al dì lui tribunale le loro proteste. Perlocchè si spedì a Trento una terza delegazione, e furono i vescovi d’Augusta e di Frisinga coll’abate di Vil lini! : ordinava loro il papa che, avuta da Filippo malleveria che da lui non si violerebbe il territorio di Mainardo, seguita che fosse per parte di costui la promessa restituzione delle terre e de’ beni spet tanti

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Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 216 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
quelle cautele che potessero render vani gli sdegni del vescovo. Alle quali parole arrendendosi il compro clero, ri sposero il capitolo, i prelati dì s. Lorenzo, d’Augio, e di s. Michele: interporrebbero contro ogni preve duto gravame, che cosi nominavano in presenza del conte ogni legittima reazione d’Arrigo, Pappella zione alla santa sede, od alla metropolitana d’A- quileja. Presentatosi dopo di ciò l’atto ad Arrigo, tanto fu il concetto sdegno pel tradimento-de’ più intimi suoi, che, date

var le cose e le apparenze ad un tempo. E perciò nel vegnente 1288 convocato il capitolo ed i più dei preti suoi partigiani, propose Mai nardo di resti tuire alla Mensa i castelli ed i diritti usurpati, pur ché sicuro fosse dell’accettazione del vescovo: ag giungeva, che siccome Arrigo non si sarebbe fidato di lui, e ad ogni sospetto di tardanza nel mantener le condizioni avrebbe nuovamente coll’interdetto posto sossopra il ducato, cosi commetteva loro la cura di prendere in antecipa.zione

le spalle alla chiesa ed al » principato, atfretlavasi a portare al pontefice P an nunzio delle interminabili sue sciagure. Oppresso ma non vinto dal cumulo delle memorie trapassò in Koma la primavera del 1289. È qui da riassumersi in brevi cenni ciò che, trasferito Egemone a Trento, accadde nella chiesa e nel principato di Brissina. Ad Egemone subentro adunque in quel magistero l’armo" 1247 Btmnone dei conti di Montéchiesa, consanguineo di Mainar- do I. Nel 1255 gettò, egli vicino ad Efova le fon

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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 141 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
in luogo d’Alberto, ni congresso recavasi di "Ve nezia cd alla solennità del giuro, onde Federigo stipulava i sei anni di tregua colle lombarde re pubbliche, Dopo il qual atto reduce l’imperatore in Germania, forte cuocendogli la memoria degli ostacoli a lui da’ Guelfi trentini opposti nelle sue calate e la morte d’Alberto suo favorito, statuiva spegnere coll’autorità del cesareo nome della liber tà trentina ogni traccia. Decretava quindi nel feb braio del 1182 *; clic a sollievo ed a lustro

del vescovado trentino avesse per sempre a cessare }} in Trento la podestà consolare, ed a sosfituirvisi „l’episcopale governo, sotto al quale dovesse la -, città al pari di tutte Pulire del regio teutonico a star paziente, e devota: non potesse piu alcun „ cittadino senza il permesso del vescovo ed il „ consenso del suo avvocato, erìgere in città o fno- ri torre od altro moni ni dito di sorta: gli cretti si demolissero: non Aspettasse più al municipio il re- „ gelare e fissare i pesi e le misure

eie! vino, del „ pane, e dell’altre grascia, lo impor colte, ponta- •> tici, noli di navighi, o batter moneta , ma nas- „ sassero tutti questi diritti nel vescovo, e ne’ suc- „ cessoci : cosi pure non potesse più il Comune for- zar persona nobile o non nobile ad abitare ia „ città, nè ricettar fuorusciti (1 ) ^ - Del quale decreto non furono gli effetti pro porzionati allo intendimento, giacché non essendosi (0 Giova udii. Dell’antica Zecca trentina Trento. 1B12. pag. 68 -71.

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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 103 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
3(19 Del resto che già entro il periodo del secolo XI la costituzione libera del comune trentino siasi forte ostata all’esercizio di quel dominio che sulla città intesero di conferire ai vescovi gli impera tori, s’ha per quanto sembra all’autore, da due argomenti. Il primo è che in tutti i documenti ri mastici del secolo XI, benché i vescovi dagli im peratori vi vengano nominati governatori del comi tato trentino, essi però mai non osano di nominarsi da se per tali in quelli dati da loro

, e solo nel liti Gebardo vescovo spalleggiato da tutta la forza tedesca ardisce cominciare a chiamarsi tale, ma non però in causa spettante alla città, bensi in una carta di regola data al comune di Ibernine, luogo del Trentino comitato più ri moto, e sul quale, come in seguito si vedrà, pare che i vescovi prin cipi trentini abbiano veramente esercitata una spe cie d’assoluta sovranità. Il secondo, e più forte, è, che tutte le concessioni date dagli imperatori dal 1037 al 1181 ai trentini vescovi

pajono, ec cettuati i due diplomi di Corrado, d’un Arrigo, e quello di Federigo del 1161. più dirette ad accre scere l’opulenza deile loro mense con continue lar gizioni di beni, che non a confermare la gitirisdizion loro sulla città con politici decreti od ordinazioni. Primo a ciò tentare fu ih Barbaresca: avanti di lui ueppur l’osanni gli Arrighi, le cui largheze verso i trentini vescovi pajono però aver a questo mirato, a portar cioè la loro potenza ed i loro mezi tan- t’alto, da poterli poi

in seguito contrapporre alla potenza ed ai mezi del municipio trentino, per

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Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 299 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
S37 v non si possa per debito civile personalmente gra- -, vare, od incarcerare-,. Gli ultimi capi discorrono dei morenti ab intestato delle successioni, dei te stamenti , delle tasse de' oberici, de’ fondi e delle proprietà de’ laici, de' rendiconto, e della dispensa delle rendite comunali, dell'immunità de' foresi che vogliono domiciliarsi in Trento, de’ pesi e delle funzioni da subirsi indiscriminate dai cittadini, del l'immunità di chi avrà 12 figli, de’ villani rifug gitisi nella città

in tempo di guerra, del capitano pe’ contrabbandi, de’ mercati, e del favore da con cedersi a’ mercatanti nella città, delle obbligazioni contratte nel gioco e in luoghi di dissipamento da contarsi per nulle, de’ notaj. e delle scritture da eseguirsi da loro. Finisce Io statuto de’ civili con una lunga appendice sulla qualità, e sull’officio de’ notai, che formavano nella città un corpo (l’almo gremìo notariléy privilegiato, cui giudizio di go verno piccino, e eom’oi* si dirla con parola di re cente

conio stazionario } ) i principi attestavano particolar deferenza. Prova ne sia fra l’altre la decisione della gara insorta fra i consoli e prov veditori della città ed il corpo notarile nel 1503, circa il diritto di elezione degli individui che do vessero nella processione del Corpus Domini por tare i bastoni del baldacchino del Sacramento. Odalrico 1Y aggiudicò in pregiudicio del corpo municipale questo rilevante diritto al notarile con sesso. II libro o statuto de’ criminali., il quale benché nel

9
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Kategorie:
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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 286 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
2.° La Yalsugana al principia« 1 del secolo di visa fra il principe di Trento, e la repubblica vene ta: nel i4t t fugacemente devoluta a Sigismondo re d’Ungheria, nel 1412 occupata da Federigo d’Austria, e dal 1414 in poi stabilmente nel domi nio degli Arciduchi d’Austria conti di Tirolo. Nella guerra del 1487 i Veneziani invasero bensì questa valle, pigliarono Ivano, e Tesino, bruciaron Telve, ma nella pace seguita ne fu confermato a’ duchi il possesso. 8.° Tergine eoi distretto sempre dal

secolo XIV fino al 1531 soggetto agli arciduchi conti di Tirolo. 4. ” Le valli del Noce obbedienti promiscua mente ai ministri sì dei vescovi che dei conti già da! secolo XIV. In sul finire del XV Sigismondo d’Austria conte di Tirolo le ribellava ai primi, in ducendo i sollevati nella guerra contro ai vescovili ministri a porsi sotto la sua protezione : con queste arti le riteneva fino allo spirare del secolo, ove nella sua vecchieza accennava volerle restituire: ma la piena e reale restituzione

seguì solo ne' pri mi anni del secolo XVI. 5. ® Bolgiano col contado, tenuto fino alla metà del secolo XV in comunione dai conti e dai vesco vi: ceduto poi per annua pensione ai primi per in tero. come nella storia s‘ accennò, e finalmente nel 1531 scambiato con Tergine. E? La Val Lagarina, nella quale prepotenti i Castel barelli, vassalli in origine dei trentini prin cipi , ma di tratto in tratto sdegnosi di soggezione.

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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 208 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
423 istanza loro in Ulma nel dicembre del 1276 una pace. Con questo nuovo atto si prescrìveva alle parti Tosservanza della tregua di Ponte Alto: ri nunciasse il vescovo ad ogni querela contro Mai- nardo, questi ad ogni pretesa sul castello del Mal- consiglio per se ed eredi, P acquistato in guerra restituissero entrambi; rinunciasse innoltre Mainar- do ad ogni pretesa sul. diritto d’infeudazione d’ al cuni castelli ch’egli avea usurpato alla chiesa tren tina. restituisse Bauzano col suo

distretto, conser vandovi per altro le avite giurisdizioni: il vescovo investisse all’incontro Ma in ardo di certi fendi nel superiore Trentino rimasti vacui per la morte dei vassalli che li godevano. Finalmente il caste! di Bauzano occupato dal conte stesse sequestrato per due anni, ed a spese delle parti guardato da un capitano cesareo, che vi avesse a tener ragione, e ad essere nell’esercizio della sua giurisdizione so stenuto da ambe le parti: spirati i due anni verreb be del castello disposto

a norma del consiglio e dei voleri dell’imperatore. Mainardo avuta l’intimazione del laudo cesareo, sia se ne infingesse, sìa adducesse in pretesto che Arrigo stesso non istava alle prescrizioni, passato improvvisamente l’Adige colla sua gente, muoven do a grande cammino sopra Bauzano, ne distrusse ed incendiò barbaramente i luoghi circonvicini, ma fu respinto dai terrazani che pel vescovo tenner saldo. Arrivata ad Ulma la notizia di questa nuo va violazione del trattato, emanò Rodolfo nel di cembre

del 1276 altra sentenza, che s’addomandò

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 191 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
Non ebbero le fazioni ugual sorte: Alberto caricati con grave lor danno i Guelfi nelle strette di Fonale, calato al piano, fu da una seconda bat taglia fugato e rotto per difetto de’ soldati che si lasciaron sorprendere mentre sparsamente spoglia va]» gli uccisi. Restò il conte sul campo. Jfaco e Turbole furono date alle fiamme, tentata l’espu- gnazion di Penede, che saria seguita, ove i Guelfi tementi d’una subita incursion d’Eccelino non fos sero per la via del lago tornati sul tener

bresciano. Rjprando intanto scontratosi con Jacopo di Lizana riusciva a prodigarlo con pienissima rotta. Il vinto posto al bando dell'impero, e spoglio de’ beni: il vincitore, di questi in mercede rivestito da.Sode- gerio (1243). In mezo alle quali vicende pare che di tratto in tratto Alderigo fidando del ristabilimento delle sue cose tornasse al ducato, e perfino nella città: giacche in Trento e in Rancano trovansi dati d'an no in anno suoi decreti dal 1235 al 1244. Che però vani fossero gli sforai del

vescovo per ricu perare il dominio, apparirà dalla seguente clausola ad uno istnimento del 1244, in forza del quale Alderigo investi di eastel Yigolo gli uomini di quella terra. «Per la custodia e guardia del detto « castello gli investiti ed eredi loro percepiranno « annualmente sui beni dell' episcopato lire vero- « nesi di piccioli 120, coll'osservazione che mes- „ §er lo vescovo ed i suoi successori non saranno « tenuti però a pagar nulla per la custodia e gtiar- « dia del detto castello, per

13
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 121 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
si sa aver potuto operare i Trentini e Adalberto conte che tenersi vicendevolmente in rispetto, essi forti nella città, ei nel castello. Sullo spirar del (}ual tempo uno stesso avvenimento eh' ambe le parti sotto diversi riguardi feriva, per brevi istanti le conciliò. Nel dicembre del 1105 la dieta germanica di Magonza riunitasi per comporre le differenze fra i due Arrighi e fra i scismatici e Roma, avea con fermato re Arrigo il figlio, e decretata una lega zione di vescovi e baroni

al pontefice, onde invi tarlo in Germania. Erano i vescovi Brunone di Treveri, Arrigo di Maddeburgo, Ottone di Bam- berga, Geberardo di Costanza, Everardo d’A isto ri is, e seco conduceano un Gebanio eletto dal re Arrigo V vescovo dei Trentini onde al pontefice lo facessero consecrare. Le quali deliberazioni della dieta e del re egualmente cuocevano ad Alberto conte ed ai liberali, al primo perché fatte in pre- giudicio d’Arrigo il vecchio, ai secondi perchè contro il recente proposito di non voler più

gover no di vescovi: ragioni per cui convennero di re spingere unitamente si i legati che il vescovo. 8'avvicinavano costoro a Trento, ed Adalberto con una mano di soldati tedeschi e di militi del comune traea loro incontro, ed ostilmente presili'in mezo intimava loro, s’arrendessero prigioni a lui vas salli del'vero e solo signore Arrigo IV. Rimaser cattivi tre giorni finché la nuova del fatto arrivò a Guelfo V, il quale calando di Baviera con grossa battaglia, rotte le milizie del comune

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Kategorie:
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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 273 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
rolo ed ì vescovi, si statuiva doversi questa termi nare per via di cornimi arbitri eletti in cgnal nu mero dulie parti, e non s’accordando questi, col benefìcio del soprarbitro, da nominarsi dalla parte rea. 7. 'Dichiaravasi-, non intendersi con questa convenzione derogato ad altre convenzioni e pro^ messe per P addietro fatte dai predecessori di Gior gio a quelli di Sigismondo. Questa convenzione del 1454 conchiusa ed approvata d’ambe le parti si ritenne per una sostituzione alle vecchie fino

a’ tempi dell’arciduca Ferdinando, che nel secolo XVI quelle rimise in campo; c difatto il settimo articolo sembrava alluder alla validità delle stesse. Cinque anni dopo quella convenzione, il vescovo Giorgio consegnava a Sigismondo anche la Verru ca trentina con facoltà di presidiarla, per difesa della città (1459). Nel 1460 si stipulava un ad ditamento alle condizioni del 1454, ed era che, sede vacante , tutti i ministri vescovili del prin cipato Trentino dovessero per loro assoluto e so lo signore

riconoscere il conte di Tirolo arciduca d’Austria, a lui giurar fedeltà, a lui tener aperta la città, i castelli, e le terre, nè potessero al nuo vo vescovo giurar obbbedienza qualora prima non avesse ratificata la detta convenzione del 1454. E questo additamento s’intendeva valido pei figli dell’arciduca Sigismondo, si legittimi, che natura li: mancando la prole maschile, intendeva»«! estin- te le-transazioni. Nel 1463 Giorgio venne pure ad un accordo con Sigismondo intorno a Volgiano, in vigor del

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Kategorie:
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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 51 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
s51 vore del clero trentino il più antico, clic ci sia ri masto, è quello di Ludovico II dato in Francoforte nell’ 845, il quale colle stesse parole venne poi in appresso alla Chiesa Sabionese ripetuto da pa recchi re nel decorso del decimo secolo, e del- l’undecimo. „ Sappiano tutti i fedeli nostri presenti e fu- » turi, qualmente il venerabile Lantefrido vescovo 7 , della Chiesa Sabionese, la quale fu eretta in „ onore di S. Cassiano martire, ricorrendo alla no- » sira clemenza pregò

la Serenità Nostra a voler „ ricevere sotto la nostra difesa e tutela d'immunità -, lui, e la predetta sede con tutto ciò che presen ti temente le spetta e pertiene, contro le tergiver si suzioni delle male persone. La quale domanda a Noi per amore del divin volto, e per rimedio del- „ l’anima nostra, abbiamo pienamente esaudita, e „ la volontà nostra confermiamo col presente pre ti ceffo. Vogliamo perciò e comandiamo che il pre ti fato vescovo e la chiesa cui egli per volere di -, Dio presiede., con

tutte le cose c le persone clic -, al dì d’oggi giustamente e legalmente le spetta— -, no, e pertengono, stieno onninamente sotto la „nostra tutela. E Nissan giudice pubblico, od altra -, persona rivestita di poter giudiciario ardisca mai „in alcun tempo di metter piede nelle Chiese, ne’ „luoghi, nei poderi, od in altri possedimenti della „prefata sede, (sia eh’essa di presente giusta- „mente e ragionevolmente ne goda, entro i confini „del nostro impero, sia che in seguito la divina „ bontà voglia

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Kategorie:
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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 158 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
369 che in processo sempre apparirà più evidente: ma questa dimostrazione é da differirsi, dopo che si sarà esaminata la costituzione del municipio. Si premetterà perciò l’analisi di quei documenti che del secolo in quistione ci son pervenuti, i quali ci mostreranno come i vescovi sulle diverse frazioni del ducato esercitasser dominio, e qual sorta di dominio vi esercitassero. Era la principesca ordinaria giurisdizione de’ vescovi di questa sorta: delle cause fra i vassalli e i soggetti arbitri

essi in seconda ed ultima istanza, di quelle fra vassallo e vassallo i vescovi in prima, in seconda ed ultima il consesso germanico, o i le gati imperiali: delle differenze fra essi vescovi e i loro avvocati arbitra o la dieta germanica, o gli imperiali legati. E si ricava dai documenti della seconda metà del secolo XII, che nella trattazione delle cause che o erano lor devolute, od essi vo-* levano a se avocare, solevano i vescovi impreteri bilmente udire il parere di un certo numero di vas salli

. di corniti, di militi, di gastaldioni, e di sa pienti, cioè di persone pratiche della giurisprudenza romana, cui per lo più ex aequo et borio lasciava no comporre le cose, eh’essi aveano cura d’aver sempre presso di se, e dai quali nelle brevi loro peregrinazioni ne’ luoghi del ducato facevansi cor teggiare. Questo consiglio e codazo principesco chiamavasi la curia trentina. Ma qual sorte di giurisdizione abbiano i ve scovi esercitato sulle diverse parti del principato, risulterà dalla considerazione dei

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Kategorie:
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Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 163 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
„ Consta dal diploma di Federigo I del 1182 , „ phe i vescovi di Trento non solo non avevano „avanti il detto anno il diritto di coniar moneta, „ ma benanche che tale diritto esercitavasi da’ „ pubblici rappresentanti della città. — Non si giun- „ se però a far eseguire nell’essenziale la mente „ dell'imperatore espressa in quello, ma ebbe un „qualche effetto in quanto alla zecca. Era già „ massima in que’ tempi generale, e radicata in » pratiche antichissime, che il diritto dì batter

mo li nefa non risiedesse presso il principe, e signore „ di qualche terra, nè presso la sovranità d’un po~ „ polo libero, ma semplicemente presso l’imperato- „ re> e perciò chiunque avesse coniata moneta, ciò „ 8' intendeva fatto per concessione del capo del- l’impero, nè si mancava di additarlo sulla moneta „ medesima. In fòrza di questa massima riuscì più „ facile al vescovo d’impossessarsi di questo dirit- ;; to, che di qualunque altro esercizio di superiorità :> territoriale nella città di Trento

. — ( !};?. Pare che Salomone ben presto colla città si convenisse circa il poter del coniare, mentre attesta» scrittori che in documenti del tempo suo (di due anni dopo la sua morte) si trova già menzione della zecca trentina. „ È poi tanto più probabile che ai tempi „ sì di Salomone che di Alberto IH siasi in Trento e col titolo del vescovo coniata moneta, quanto che i detti vescovi già possedevan miniere, dac- che Salomone ottenne nel 1184 dall’imperatore (j) Dell’antica Zecca trentina pag. a 5 - 27.

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
Z47 ni. che Alberto non contento dell’opere di difesa con cui avea cercato di tutelarsi, spingeva ora in campo i vassalli di Val del Brenta , i Fortini vero nesi chiamava a’ stipendi, la somma delle cose affidava a Federigo d’Arco, ed a Bertoldo di Ti ralo spediva per celeri ajuti. Pe’ quali provvedi menti i Ghibellini che la maggior parte tenevano del superiore Trentino poterono impedire l’arrivo de’ guelfi rinforzi, ai quali parendo ornai espediente d’aspettar la parte avversaria

ne’ tu ti ssi mi luoghi del basso Adige, bisognò lasciar compiere agli im periali l’impresa di Bauzano, e l’assoggettamento degli alpigiani. Non paghi dell’esito 'di quella fa zione, e non vedendo movimento per parte de’ Guelfi, traevano i Ghibellini verso la vai Lagarina: cruna gii imperiali di Trento, i valligiani sudditi della chiesa, i mercenari veronesi, una inano di sgherri del conte Bertoldo, e d’altri Germani co mandati da Federigo «l’Arco: col grosso marciava 10 stesso Alberto. Tenevano i Guelfi

la destra del l’Adige dal confine veronese fino a Mario , ed era 11 loro campo formato di fuorusciti trentini, de 5 mi liti dei comuni, de’ soccorsi di quel di Verona, du ci i Castrabarci. I quali intesa la marcia degli avversari, levate le stanze, e passato l’Adige a Banano ne, movendo in battaglia fin a Roboreto, trovativi i Ghibellini, v’appiccarono atroce certa me, ch’ebbe a finire con i strage di questi, e colla morte del principe Alberto. Dicono che scortisi nella mischia il vescovo ed Azo

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