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Realtà sudtirolese
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Seite 9 von 12
Datum: 10.03.1961
Umfang: 12
eventuale riforma della pubblica amministrazione italiana in generale. Per attentare all’autonomia allora, co me oggi, è servito il motto: „Divide et impera,,. E’ pure assai interessante rile vare come, in occasione della costituzio ne della provincia di Trento prima e del la provincia di Bolzano poi, abbiano fat to capolino i criteri informativi di ripar tizione in auge agli albori del Regno d’Ita lia: superficialità, improvvisazione, ar bitrio e prepotere. Ignorato l’imponente problema etnico, vennero

soppressi i due distretti ammini strativi montani (Bressanone e Brunico), cosa questa che dimostra la candida igno ranza dei nuovi amministratori circa i principali problemi inerenti la politica economica montana; mutilata fu la pro vincia di Trento dell’Ampezzano (comu ni di Cortina d’Ampezzo, di Livinallongo e di Colle S. Lucia), senza il preventivo consenso delle popolazioni interessate. Analogo procedimento venne usato quando si separarono dalla provincia di Trento i comuni di Pedemonte, Casotto

e Valvestino. A tutto provvidero i nuovi amministratori! Ignorata, come sempre, la volontà delle popolazioni! Si rammenta agli aderenti al PPTT che il giorno 19 marzo 1961 (S. Giu seppe) alle ore 9.30 del mattino presso il cinema S. Marco in Trento, via S. Bernardino 34, si terrà la tradizio nale riunione annuale del partito. Istruzioni dettagliate saranno for nite dai capì gruppo; si prega quindi di rivolgersi a loro per ulteriori in formazioni. E allorché si procedette — in virtù del R.D.L. 2-1-1927

, n. 1 — alla riparti zione del territorio della provincia di Trento, costituendo nella parte setten trionale di essa la provincia di Bolzano, a nessuno venne in mente di dare con temporaneamente l’avvio verso una ac cettabile soluzione dello spinoso proble ma etnico, che già stava manifestandosi in tutta la sua gravità, ma si colse questa VII. puntata = 111111 ili ni inni il mi mi Ci sia permesso in questa puntata di rimanere fuori dei margini consentiti dal titolo, per completare in un certo qual modo

di Bolzano, passò ben presto nel dimenticatoio. Il sen. Tolomei poco dopo si convinse e riuscì a convincere anche il governo ita liano che praticamente i sudtirolesi altro non erano che dei latini, in origine, tra- occasione per aggregare definitivamente alla provincia di Trento (forse a titolo di riparazione per le mutilazioni subite), i 15 comuni dell’Unterland bolzanese, le cui caratteristiche etniche e linguistiche erano più che evidenti. Il risultato più rilevante, scaturito da questa per noi

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Realtà sudtirolese
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Seite 4 von 12
Datum: 25.02.1961
Umfang: 12
in so lo sette comuni si è arrivati a maggioran ze italiane come conseguenza della for zata politica immigratoria attuata dal fa scismo. Se la diplomazia italiana, scegliendo Klagenfurt come sede delle trattative, ha Si parlava prima della guerra del 1915- 1918 del binomio Trento-Trieste. E nel segno dell’irredentismo romantico, ormai sbiadito, per quegli italiani regnicoli un po’ deboli in geografia, ma facilmente commovibili per la “truce,, sorte dei loro fratelli irredenti, costretti a vivere nel

cosiddetto carcere dei popoli quale sa rebbe stato l’Austria degli Absburgo, Trento e Trieste non era solo un bino mio, anzi, le due città le legava un pon te, divise come esse sarebbero state sola mente da un fiume. Così almeno ritene va larga parte dell’opinione pubblica ita liana, ignara della reale situazione. Del resto che l’ignoranza fosse enorme nel l’anteguerra 1915-18, nonostante la mar tellante propaganda irredentista svolta nell’allora Regno d’Italia, Io ammette un testimone sicuro

. Recentemente Giovan ni Ansaldo ha scritto tra l’altro su “Il Mattino,, (Napoli) in proposito quanto segue: “. . . le richieste dell’irredentismo si appuntavano e si riassumevano tutte nel binomio :“Trento e Trieste,,. Pareva che queste città fossero senza territorio; co me sospese nel vuoto. La maggior parte di coloro che gridavano in coro questi due nomi sotto i Consolati austriaci, e scazzottavano i “questurini„ stesi a cor done, sarebbero stati imbarazzati se aves sero dovuto segnare, su una carta

, il trac ciato preciso del territorio che Trento e Trieste avrebbero pure dovuto — nel l’ipotesi auspicata e desiderata — tra scinare con sè„. Ma lungo l’andare del tempo il cosid detto carcere dei popoli quale si ritene va fosse stata l’Austria si è tramutato, nel ricordo di coloro che lo conoscevano de visu, in un esempio classico di una inec cepibile amministrazione statale non plus ultra. Non saremo noi a scongiurare il ritor no di una situazione ormai tramontata. Non lo saremo noi sudtirolesi

, perché ab biamo il necessario comprendonio per le giuste aspettative di un popolo mirante a congiungersi, a far parte e a diventare membro dello stato nazionale. Noi sudti rolesi abbiamo al riguardo la nostra ama rissima esperienza . . . Accetteremo quindi senza rimostranze una solidarietà, ove essa perdurasse, tra le città redente di Trento e Trieste. Ma Trieste e Bolzano? ritenuto di poter identificare la situazio^ ne degli sloveni in Carinzia con quella dei sudtirolesi, sperando in questo modo

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Realtà sudtirolese
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Seite 8 von 12
Datum: 10.11.1960
Umfang: 12
te nella de trentina la responsabile di quanto era successo. Tutto ciò ha provo cato il grido unanime del “Los von Trient!,, (“via da Trento!,,) da parte del popolo sudtirolese. Il “via da Trento,, non significa affatto, come ha spiegato il dott. Magnago, ostilità od altro verso il popolo trentino, ma significa la separa zione da una amministrazione comune con Fattuale classe dirigente trentina che nel corso degli ultimi dodici anni ha di mostrato di non avere una impostazione autonomistica

ma di essere legata troppo al centralismo romano. La svp ha chie sto quindi con un disegno di legge pre sentato al Parlamento la istituzione di una regione del Sudtirolo staccata e di visa da quella di Trento. Confutando poi una asserzione conte nuta in un libello propagandistico della de, nel quale si affermava che col “Los von Trient!,, i sudtirolesi volevano to gliere Fautonomia ai trentini, il dott. Ma gnago ha letto una parte del disegno di legge presentato dai parlamentari sud- REALTÀ SUDTIROLESE

in un giustificatissimo pessimismo appunto perché -- per usare le parole dell’on. Piccoli — “nulla è cambiato da allora,,. Trento). Il dott. Magnago ci ha risposto testualmente: “Proprio a Lavis la popolazione mi ha accolto con entusiasmo. E’ vero che i ca rabinieri hanno dovuto intervenire men tre si svolgeva il comizio; il loro inter vento fu reso però necessario per pro teggere un tale che protestava contro quanto andavo esponendo; per proteg gerlo dalla energica reazione del nume roso pubblico presente. Alla

prossima occasione il corrispon dente del giornale farebbe bene informar si presso i carabinieri sul come le cose si sono svolte,,. Non abbiamo da parte nostra nulla da aggiungere, trovandoci di fronte all’en nesimo tentativo del giornale sopraccitato di cambiare le carte in tavola, perché la verità scotta . . . ER SALVARE le apparenze fu bensì concesso anche alle due province di Bolzano e di Trento un potere legislativo autonomo, ma molto limi tato, e fu stabilito nell’articolo 14 dello Statuto che

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Realtà sudtirolese
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Seite 11 von 12
Datum: 10.02.1961
Umfang: 12
, le amenità delle gazzette tirolesi (in sen so ironico); si trovano articoli con visto si titoli, come: E’ tempo di finirla — De- con giurisdizione per tutto il territorio annesso (Borghetto-Brennero), denomi nato “Venezia Tridentina,, , con sede in Trento. (Regio Decreto 22 luglio 1920, N. 1233). 2) Una Giunta provinciale straordina ria, con poteri autonomi per tutto il ter ritorio della Venezia Tridentina (territo rio annesso), nella sfera di competenza demandata dalla legge 26 febbraio 1861 B.L.T

. N. 20 e dalle altre leggi alla Dieta provinciale e alla Giunta provinciale di Innsbruck. Poteva considerarsi un orga no a carattere deliberativo ed esecutivo, con facoltà di demandare l’esecuzione delle proprie deliberazioni, lo studio di affari di propria competenza e il disbri go di atti di ordinaria amministrazione ad una Giunta provinciale esecutiva (quanta confusione di denominazioni e quante denominazioni per nulla!), con sede a Trento. La Giunta provinciale straordinaria era composta di un presidente

, di sei membri effettivi e di sei membri sosti tuti. (R. D. 19 novembre 1921, N. 1746, art. 1 e 6). 3) Una Giunta provinciale esecutiva, con sede in Trento, eletta dal seno della Giunta provinciale straordinaria e pre sieduta dal Presidente della Giunta pro vinciale straordinaria. (continua) lirio teutonico — il pangermanesimo dei pubblici uffici, ossia come i tedeschi in tendono il rispetto delle altre nazionali tà — Pangermanesimo acuto — Germa- nesimo e toponomastica tedesca — e via dicendo. Anche

. Non si tralasciava di inneggiare all’ita lianità del Trentino ad ogni possibile oc casione, ad ogni ricorrenza. Ad esempio quando nel 1896 si inaugurò il monu mento a Dante in Trento, venne pubbli cata una poesia di Giosuè Carducci, che a chiare note dice che “il Trentino aspet ta la sua liberazione,,. Di contro invece, quando nel settembre 1909 vi fu ad Inns bruck la commemorazione del centena rio della morte di Andreas Hofer, i vari gruppi che intervennero da Trento, Ri va, Rovereto

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Realtà sudtirolese
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Seite 12 von 16
Datum: 25.03.1961
Umfang: 16
terruzione nel 1.851, anno in cui vennero soppressi i circoli, per riprendere subito dopo il suo svolgimento e concludersi verso il 1870. I distretti della parte italiana del Ti- rolo (provincia di Trento comprendente il distretto di Ampezzo, aggregato d’im perio alla provincia di Belluno), erano 10: Ampezzo, Borgo, Cavalese, Cl^s^ Mezzolombardo, Primiero, Riva, Rove reto, Tione e Trento. Tutte le variazioni di dettaglio avve nute posteriormente alla data ora ac cennata — furono molte

generale, ai concetti della vicinanza, dell’economia e del rispetto delle circoscrizioni ammi nistrative esistenti. L asse geografica del decentramento distrettuale era costituita dalla valle dell’Adige e comprendeva i capoluoghi distrettuali di Rovereto, Trento, Mezzo lombardo e Bolzano, con complessivamen te 287.777 abitanti. Sono distretti di fon do valle e cioè di pianura, con un alto grado di omogeneità demografica ed eco nomica, ad eccezione delle propaggini montane, ad esse aggregate in omaggio

altro che invitare i nostri cortesi lettori a rileggersi i nostri articoli in ar gomento e cioè: Realtà Sudtirolese,, n. 5 del 10 novem bre 1960, pagina 11 “Si paventa per sino per Trento,,. Realtà Sudtirolese,, n, 8 del 25 dicembre 1960, pagina 12 “L’eco degli ultras nostrani,,. Realtà Sudtirolese,, n. 1 del 10 gennaio c.a., pagina 9 “Vilipendio del popolo sudtirolese,,. La nostra coscienza è limpida e tran quilla! Troppo onore L’Associazione Nazionale Alpini (ANA) e “Realtà Sudtirolese „

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Realtà sudtirolese
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Seite 12 von 12
Datum: 10.06.1961
Umfang: 12
Adige ha avuto lo statu to di autonomia per inserire le minoran ze tedesche nello Stato democratico. E’ purtroppo una palpitante realtà che il fine non è stato raggiunto. Riteniamo che non sia preminente dei sudtirolesi la colpa per questa situazione. Quale la via di uscita? TRENTO del cosiddetto piano Kessler, piano Kess ler propagandato oltre un anno fa dal partito di maggioranza trentino, piano che tra l’altro propugnava la sollecita e fedele attuazione anche dell’art. 14 del lo statuto. Questo

la diplomazia italiana menava vanto delle garanzie che sareb bero insite in una definitiva regolamenta zione in sede regionale, cioè a Trento. A poche settimane di distanza però la mag gioranza trentina ha smentito questo canto della sirena con una opposizione talmente preconcetta da non adattarsi nemmeno ad un semplice gioco tattico di convenienza. A Klagenfurt la diplomazia italiana operava in chiave regionale illudendosi, forse, che i sudtirolesi — e per essi i responsabili austriaci — avessero abboc

cato all’amo. Trento ha gettato a poche settimane di distanza imprudentemente ed avventatamente la maschera. Possiamo concludere: l’esito di Kla- genfurt era negativo nel vero senso della parola. Il congresso straordinario del par tito del popolo sudtirolese (Svp) convo cato in vista del convegno italo-austriaco di Zurigo lo confermerà. REALTÀ SUDTIROLESE esce il 10 e 25 del mese Direttore e responsabile: HANS DIETL Autorizzazione del Tribunale di Bolzano ST. No. 5/60 in data 24 agosto 1960

Spedizione in abbonamento postale (Gruppo II) autorizzato dalla Direzione P. T. di Bolzano N. 35962/3 in data 1 settembre ‘I960 ABBONAMENTI Conto corrente postale N. 14/6895 annuale L. 1 200 sostenitori L. 3 000 Amministrazione e Redazione: Bolzano, Via A. Diaz 35, Tel. 31 1 19 Redazione trentina: Trento, Via A. Diaz 8/11 p. - Tel. 32132 Stampa: Tipografia Ferrari-Auer, Bolzano SABATO, 10 GIUGNO 1961 - No. 11

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Seite 9 von 12
Datum: 25.12.1960
Umfang: 12
imprenditore oggi necessariamente deve tener conto al fine di far fronte alla sempre più spietata concorrenza che si impone in ormai tutti i settori del mercato. Programma tardivo Noi non vogliamo disconoscere agli amministratori locali un loro sforzo com piuto recentemente nel fronteggiare que sto importante problema dell’istruzione professionale. E’ stato impostato infatti ultimamente da parte della provincia di Trento un programma, il quale dovrebbe venire incontro alle urgenti esigenze del la nostra

al l’inizio di questa quarta legislatura. zioni, alla libertà di stampa, alla pubbli cazione di giornali e riviste, all’apertura di circoli di lettura e di biblioteche. As soluta era la libertà per rappresentazioni teatrali e per l’erezione di monumenti ai “Grandi della Patria,, (tipo monumento a Dante in Trento). Per quanto riguarda la scuola, l'orga nizzazione era lasciata interamente alla amministrazione comunale; l’ordinamen to interno (lingua d’insegnamento), di pendeva dalle maggioranze dei

consiglie ri comunali nei singoli Comuni. Nei vari uffici pubblici del Trentino la lingua usata ufficialmente era quella italiana. Nei Tribunali stessi, a Trento, a Rovereto, e nei vari Giudizi distrettuali dipendenti, (attuali Preture), la lingua ufficiale era quella italiana. Fra i magi strati, cancellieri e servi giudiziari (oggi uscieri), non se ne trovava uno di tede schi (tolto il presidente del Tribunale di Trento, che a sua volta doveva conoscere alla perfezione anche la lingua italiana

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Seite 7 von 12
Datum: 10.11.1960
Umfang: 12
propa gandistica della de, la quale in un opu scolo intitolato “ Non ingannare la pove ra gente,, non ha esitato a definirci “ pro curatori della Siidtiroler Volkspartei in provincia di Trento,, e di non aver mai curato gli interessi degli autonomisti tren tini,,. Ed ancora in altro foglietto ci si qua lifica “ quali traditori della nostra gente,, pagati dalla Volkspartei e responsabili di vendere i trentini agli interessi dei sud tirolesi di Bolzano,,. Non possiamo fare a meno di rilevare

di responsa bilità, • risponde perfettamente alla esi genza dello statuto dell’autonomia, il quale prevedeva l’accordo e l’intesa fra gli abitanti delle province di Trento e Bolzano di lingua italiana e di lingua te desca. L’aver improntato la nostra attività po litica a tale esigenza e l’indirizzo del mo vimento che abbiamo anche l’onore di rappresentare nel Consiglio regionale, ciò non significa affatto che né la mia perso na né il partito trentino tirolese possano essere qualificati come una “longa

concessione dell’au tonomia alla regione Trentino — Alto Adige. Nel pomeriggio di domenica 23 ottobre il presidente della Siidtiroler Volkspartei, dott. Silvius Magnago, su invito del con sigliere regionale dott. Pruner (partito del popolo trentino tirolese), ha tenuto un comizio elettorale in provincia di Trento e precisamente a Mori, e un altro, in serata, a Lavis. Il dott. Magnago, qua le rappresentante di quasi un terzo del la popolazione abitante nella regione, ha voluto far sentire all’elettorato

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Realtà sudtirolese
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Seite 7 von 12
Datum: 10.01.1961
Umfang: 12
Consiglio agrario forestale e pro vinciale di Trento. Crediamo di essere nel vero afferman do che secondo le intenzioni dei promo tori di quel progetto si doveva ricostituire l’antico Consiglio provinciale d’Agricol tura — creato dalla cessata amministra zione austriaca ancora nel lontano 1881, sciolto poi dal regime fascista nel 1926 — per ricuperare così il cospicuo patri monio del vecchio Consiglio provinciale dell’Economia e delle Corporazioni e nel 1944 affidato alla Camera di Commercio, Industria

e Agricoltura di Trento. Sono riusciti nell’intento? E in quale misura? Non è questo il luogo e non abbiamo la intenzione, di scendere a troppi detta gli, — anche per evitare sapore di po lemica. Però ci sembra opportuno mette re in evidenza alcune caratteristiche che differenziano sostanzialmente il Consi glio attuale da quello vecchio austriaco. E’ anzitutto la diversa struttura giu ridica ed organizzativa. Il vecchio Con siglio non poteva essere considerato — come è il caso dell’attuale Consiglio — quale

parte tutte le persone indicate sotto i numeri da 1) a 5) e quattro presidenti di consorzio, e precisamente 2 per i capitanati distret tuali di Trento, Cavalese, Primiero e Borgo, 1 per Riva e Rovereto e 1 per CI es e Tione. I promotori dell’odierno Consiglio si trovarono di fronte ad una situazione ben diversa da quella vecchia; il fasci smo aveva soppresso i consorzi agrari di strettuali e pertanto furono costretti a creare delle circoscrizioni elettorali; la Legge nella tabella A) ne elenca

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Realtà sudtirolese
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Seite 8 von 12
Datum: 25.01.1961
Umfang: 12
, e di ciò ne da testimonianza l’episodio che riportiamo, avvenuto un paio d’anni prima dello scoppio della guerra mon diale 1914-18. A Trento, in Piazza Venezia, allora denominata Piazza d'Armi, in una gara di calcio si erano trovati di fronte i sol dati di un reparto di artiglieria e la squadra degli studenti del ginnasio (Se zione B) tedesco. Campi sportivi a quel tempo non ne esistevano. Il rettangolo di gioco era stato deli mitato con delle bandierine giallo e ne re (i colori imperiali) e rosso

chiedendo al gruppo di stu denti le ragioni di questo atto, al che uno dei presenti, forse lo stesso autore ma teriale dell’atto, candidamente e in for ma risentita replicò che l’esposizione di quelle bandierine coi colori dell’Austria e del Tirolo costituivano una vera e pro pria “grave provocazione,,. (Il protago nista di questa affermazione, che vive at tualmente a Trento, rag. P., senz’altro se ne ricorderà e potrebbe anche giu stamente vantarsi). Quale fu la reazione della torva poli zia? Nessuna

. E dire che il responsabile o i responsabili sarebbero stati subito identificati. Di converso, il bello si fu, che agli stu denti del ginnasio tedesco venne proibi to di usare tali bandierine quando in tendevano giocare sulle pubbliche piazze in Trento, allora austriaca. Se un analogo episodio si svolgesse og gi a Bolzano e un semplice nastro trico lore venisse dato alle fiamme, l’autore passerebbe subito un brutto quarto d’ora, a parte l’arresto immediato, l’instaura zione di un procedimento penale

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