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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 606 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
unidimensionale del tempo neH’antichità”, proposta da Antonio Ponsetto. Nelle loro analisi temporali, rilevava il relatore, Husserl e Heidegger distinguono, dal tempo vissuto in modo originario o autenti- co, una forma derivata o inautentica del tempo. In Husserl, si tratta del tempo oggettivo, a differenza del tempo della coscienza temporale inte- riore, mentre in Essere e tempo di Heidegger si parla del tempo volgare, a differenza del tempo estatico del Dasein autentico. II tempo oggettivo

e il tempo volgare sono accomunati dal fatto di essere misurabili. II tempo misurabile ha il carattere del numero, e proprio tale carattere è il segno della sua non-originarietà. Per questo motivo, la definizione aristotelica del tempo, in cui quest’ultimo viene determinato come nu- mero, è citato da Heidegger come esempio paradigmatico del concetto volgare di tempo. Tuttavia, affermava Ponsetto, tale svalutazione del carattere numerico del tempo resta alla superficie della comprensione del tempo

in Aristotele; infatti, dietro alla equiparazione aristotelica di tempo e numero sta, nascostamente, un pensiero dell’analisi del tempo sviluppata nel Timeo platonico, che Heidegger non ha notato. Inoltre, Pesclusione del numero dal fenomeno originario del tempo è fenomenologi camente insufficiente rispetto alla struttura del tempo stes- so. Husserl e Heidegger non hanno visto che, nella definizione aristotelica del tempo, il numero è inteso come identità mossa o in mo- vimento. Ciò è potuto accadere perché

essi non hanno svolto in modo fenomenologicamente radicale Panalisi fenomenologica della defini- zione del tempo in Aristotele. Quest’ultimo pensa il tempo come rap- porto fra due poli. Se si intende in questo senso il carattere numerico del tempo, si deve dire, contro Heidegger e Husserl, che tale carattere non è una determinazione secondaria del tempo, ma, al contrario, ne costituisce il nucleo essenziale. Dunque, Heidegger e Husserl non han- no visto come nella definizione del tempo, fornita

da Aristotele, sia contenuta la concezione del tempo della fenomenologia. In altre parole: la comprensione fenomenologica del tempo si pone in una continuità rispetto a quella dell’antichità. Con il contributo di Roberto Cipriani, “La concezione sociologica 580

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 248 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
metà del XIX Sexolo, in: Atti dell’Accademia degli agiati. Contributi della classe di Scienze umane di lettere ed arti, CCXLIII (serie VII, vol. III A), Accademia degli agiati, Rovereto-Calliano 1993, pp. 181-200: 183-4. 14 Per ulteriori informazioni sul musicista roveretano a cui, peraltro, Bridi dedicó una biografía nel 1826, cfr. Pasqui Domenico, art. in: Carlini, A./Lunelli, C. (cur.), Dizionario dei musicisti trentini, Comune di Trento-Biblioteca comunale di Trento, Trento 1992, pp. 235

genio musicale fra Neoclassicismo e Romanticismo, in: Tiella, M./Vettori, R. (cur.), Strumenti per Mozart, Accademia roveretana di Musica antica-Istituto per la ricerca organologica e il restauro (Milano), Longo Editore, Rovereto 1991, pp. 29-45. Per quanto riguarda l’impianto del giardino bridiano e relativo significato ‘esoterico’, cfr. Bisesti, L./Muzi, E., Un’architettura iniziatica, II giardino Bridi a Rovereto dall''abbandono al recupero. Relazione storica, Tesi di laurea, Facoltà

., Biographie W. A. Mozart’s. Nach Originalbriefen, Sammlungen alles iiber ihn Geschirebenen. Mit vielen neuen Beylagen, Steindriicken, Musikblattern und einem Fac-simile von Georg Nikolaus von Nissen [...] nach dessen Tode herausgegeben von Constanze, Wittwe von Nissen, früher Wittwe Mozart, Breitkopf & Hartel, Leipzig 1828. Si noti che Bridi fu anche tra i sottoscrittori del volume appena citato (ivi, vol. I, p. XXXVII). 19 Cfr. Nissen-Mozart, C., Tage Buch meines Brief Wechsels in Betref der Mozartischen

autori di musica, le di cui immagini adornano il tempietto dedicato a quest’arte, che si trova nel mio luogo di campagna, e dove ho esposti alcuni miei pensamenti sopra il presente deterioramento della scuola del canto [...]», cfr. Bridi, G.A., 212

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 148 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
, rimasto incompiuto, De vulgari eloquentia. Scritto nei primi anni del Trecento, esso pose il problema d’una lingua comune a tutta la lirica italiana (non semplicemente toscana o siciliana e simili). Una lingua sovraregionale, quindi; anche se i confini della sua Italia certamente non coincidevano in tutto con quelli attuali. Ne era esclusa Torino, con Trento e Alessandria. II trattato dantesco fu reso noto peró solo nel primo Cinquecento da Giangiorgio Trissino, che lo tradusse, e lo utilizzó

di nozione comune nel XIX secolo. La lingua, scrisse ad esempio, in Italia, Luigi Settembrini, è la «prima manifestazione del sentimento nazionale» (Ricordanze della mia viia, I, 7). 1 In tal senso, la ricorrente «questione della lingua» che ha caratterizzato a lungo la storia d’Italia è significativa. E vero che la lingua in questione fu, per molti secoli, solo quella letteraria, non parlata; ma si trattava pur sempre di lingua italiana. E d’obbligo iniziare da Dante e dal suo trattato latino

- abusivamente - nella sua proposta del volgare cortigiano. Un altro momento fondamentale è rappresentato dalle Prose della volgar lingua (1525) del veneziano Pietro Bembo. Rompendo con quelle che erano state le soluzioni linguistiche di koiné dei poeti quattrocenteschi, e inserendosi nelle discussioni del suo tempo, tra le quali rientrava anche la proposta di Trissino, Bembo indicó per la comune lingua letteraria poetica il modello del Petrarca del Canzoniere e dei Triumphi e, in via secondaria, di Dante

; e, per la prosa, il modello del Boccaccio del Decameron. Bembo fece testo, e la lingua letteraria italiana fu condizionata per tre secoli dal suo scritto e dall’esempio fomito dalle sue Rime (1530), che in realtà proponevano una lingua arcaica e in parte morta (come bene avvertirono i letterati fiorentini del tempo, inizialmente ostili). Nel Settecento - secolo per piú versi anche in Italia rivoluzionario e scardinatore - cornincia una crisi feconda e radicale, che via via mette molte cose

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 158 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
’20 da Giovanni Vidari (1921) e riveduta da Augusto Guerra nel 1969. Un’altra traduzione an- ch’essa nota è quella di Pietro Chiodi del 1970 20 . È nel 1983 che un allievo di Augusto Guerra, Paolo Manganaro, pubblica presso l’editore Guida di Napoli “L’antropologia di Kant” 21 . Successivamente vorrei ricordare la ri- cerca che ho condotto presso l’istituto storico italo-germanico di Trento e pubblicata nel 1987 22 , e la ricerca di un allievo di Giuseppe Riconda, Gían Michele Tortolone: Esperienza

prie del sapere antropologico - pragmatico (come la coincidenza di co- noscenza dell’ uomo e conoscenza del mondo), con la filosofia critica e con le prospettive fenomenologiche. Nella prima direzione va ricondotta la discussione tra Dilthey e Adickes sull’origine del nuovo sapere intravisto da Kant 15 . Alla secon- da si puó far risalire l’interpretazione di Kant data da Paul Natorp e la discussione tra Cassirer e Heidegger che per motivi divergenti concor- dano con la tesi dell estraneità

dell’Antropologia pragmatica nei con- fronti del pensiero critico 16 . Gli sviluppi delle due direzioni di ricerca indicate si ripresentano complessamente intrecciate nella seconda metà del Novecento. Vorrei ricordare da un lato gli studi di Norbert Hinske 17 , che sottolineando l’importanza della psychologia empirica, si muovono nel senso di una ricostruzione unitaria del pensiero kantiano e deH’integrazione tra an- tropologia pragmatica e pensiero critico; dairaltro la tesi “geografica” ripresa, invece

, da Friedrich Kaulbach, sulla base dello scritto di Kant Che cosa significa orientarsi nel pensiero” scritto discusso e criticato da Heidegger in “Essere e Tempo” in chiave antitrascendentale 18 . Nel suo saggio Kaulbach legge il mondo dell’ antropologia secondo la con- tinuità tra la nozione pragmatica di conoscenza del mondo e il concetto husserliano di mondo della vita. 19 . 2) In Italia fino a tutti gli anni ’70 è mancato uno studio sull’Antropo- logia pragmatica, tradotta come è noto negli anni

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 508 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
rale lo stesso ambito del trascendentale. Potremmo affermare che nello schematismo trascendentale, tipico prodotto delPattività delVEinbildungskraft, le categorie kantiane, da forme logiche pure ed atemporali, si “storicizzerebbero ,, ; nel conereto esereizio conoscitivo esse assumerebbero un determinato aspetto temporale. Nel noto volu- me Kant und das Problem der Metaphysik, Heidegger interpreta questo decisivo processo gnoseologico come una “finitizzazione stessa del- l’io”, una

“temporalizzazione ,, della soggettività trascendentale ad ope- ra delVEinbiidungskraft e dello schematismo 27 ; Heidegger definisce, quindi, le strutture del trascendentale in un senso ontologico e giunge a parlare del criticismo come di una “metafisica della finitudine umana”, aecentuando proprio Pazione determinante dello schematismo e del- l’immaginazione produttiva nel costituire la radieale temporalità del Dasein. Anche Fichte, in continuità eon i testi kantiani, sottolinea la stretta connessione tra

Einbildungskraft e temporalità dell’io: una delle diffe- renze essenziah rispetto a Kant, si potrebbe tuttavia individuare nella considerazione fichtiana della genesi stessa del tempo ad opera del- l’immaginazione produttiva. È quest’ultimo punto che segnerebbe un vero e proprio distacco di Fichte nei confronti della prospettiva kantiana sul significato del tempo esposta nell’estetica trascendentale e nella già ricordata dottrina dello schematismo. II tempo, in Fichte, diverrebbe una creazione stessa dell’io

, una produzione inconscia dell’originario oscillare (schweben) dell’immaginazione tra i termini opposti delFio e del non-io. Nella Grundlage tale processo di formazione della coscien- za del tempo viene in tal modo descritto: “Questo librarsi dell’immagi- nazione fra termini che non si possono unificare, questo suo coníiitto (Widerstreit) con se stessa, è ciò che, eome si mostrerà in futuro, esten- de ad momento del tempo lo stato dell’io in essa (zu einem Zeit-Momente ausdehnt) ,m . Ci sono parse

incisive le parole con le quali Fichte rileva che “per lameraragione pura è tutto contemporaneo; soltanto per Fim- maginazione v’é un tempo (nur fiir die Einbildungskraft gibt es eine Zeit)” 29 , Se il prodursi della realtà avviene nel librarsi e nell’originario “protendersi verso” (hinschauen) dell ’ immaginazione produttiva, la stes- sa coscienza del tempo troverebbe la sua genesi nello Schweben del- 482

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Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 179 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
esperienza di non pochi anni ci dice che questo è un pronostico fallito; che lo studio gramrnaticale del latino nella scuola media unica è un inutile tormento e perció un insensato perditempo. M’inchino alla evidenza: e recito il mio atto di contrizione» 5 . Ma non era finita, perché un anno dopo Marchesi tornava di nuovo alla primitiva idea del latino per tutti, ammonendo: «stiano attenti gli amici della scuola, stiano attenti gli uomini del governo. La partita che si gioca oggi è pericolosa

assai, e la posta è molto grande. Se a undici anni puó sembrare troppo presto per cominciare a studiare il latino, a quattordici anni certamente è troppo tardi» 6 . L’esaltazione del ruolo del latino procede di pari passo con quella della scuola classica e della cultura umanistica. Anche in questo caso, però, ció non avviene senza ripensamenti: cosi, se all’inizio del 1945 egli aveva sentenziato che «la cultura umanistiea giova a tutti: Íl giomo in cui decadesse, sarebbe notte nel mondo» 7 , nel

1949 egli porrà le scuole classiche fra i ‘fattori distruttivi’ che «hanno preparato la tragedia del ceto medio italiano, il quale nelle sue case prolifiche e impoverite ha lo studente universitario o il diplomato o il laureato, e non il tecnico, il meccanieo, l’artigiano e l’operaio qualificato» 8 ; ció nonostante la frase del 1945 ritoma nell’identica formulazione dieci anni dopo 9 . Nell’articolo fortemente critico del 1949, invece, Marchesi aveva proposto di ridimensionare la seuola classica

e di ridurre e concentrare lo studio del latino, «perché non bisogna esagerare il magico potere del latino sulle capacità espressive dell’uomo colto. 11 latino, quello che si dovrebbe imparare nella scuola, non è piú una lingua viva. II latino vivo è quello che parliamo noi oggi»; e aveva saggiamente concluso che «il latino si studia non per parlarlo, ma per imparare a scrivere bene l’italiano» 10 . Si eapisce che, quando parla di studio del latino, Marchesi pensa al tormento della grammatica e della

sintassi, funzionali al ben tradurre dall’italiano al latino. Col passare degli anni, peró, anche in questo campo egli matura convinzioni diverse: sicché nello stesso articolo del 1955 in cui ripropone l’antica frase a elogio della cultura umanistica, egli si chiede se sia opportuno risuscitare «la pratica della lingua latina» e la sua risposta è sostanzialmente affermativa: perché è vero che la lingua latina è lingua morta, ma per risuscitarla basta rivolgersi agli umanisti, primi fra tutti Francesco

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 260 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
già il titolo principale dell’opera (“I limiti del senso”) immette in un livello speculativamente elevato, non inferiore a quello in cui si colloca l’interrogativo kantiano sulla possibilità dei giudizi sintetici a priori.il programma kantiano di fondare una metafisica su basi di concettua- lizzazione trascendentale non è incompatibile con quello analitico ed anzi in certa misura gli corrisponde e ne costituisce un precedente. Strawson sembra apprezzare della Critica kantiana in primo luogo

l’im- pegno di tener distinto il conoscere empirico dall’analisi delle condi- zioni trascendentali di ogni conoscenza, già a partire dalFestetica, vale a dire dall’intuizione che consente la collocazione degli oggetti del- l’esperienza nello spazio e nel tempo. Egli dichiara di poter condividere una conclusione estremamente generale del kantismo: “ogni corso di esperienza di cui possiamo formulare una coerente concezione deve essere - potenzialmente - l’esperienza di un soggetto autocosciente

e in quanto tale deve presentare una connessione intema e concettuale. Questa connessione costituisce (almeno in parte) la condizione in base alla quale questa esperienza puó essere un’esperienza di un mondo oggettivo, che determina il corso dell’esperienza stessa.” (Ivi, p. 104) Strawson sembra insoddisfatto di ciò che è per Kant l’a-priori, e nello svolgere la sua critica della critica kantiana evidenzia la connessione fra i risultati del- Eanalitica trascendentale e lo svelamento delle illusioni del

conoscere, al di là di ogni possibile esperienza, Dio, l’anima e il cosmo. (Ivi, p. 143) “Kant attacca la concezione secondo cui ognuno di noi, in base al solo fatto delEesperienza cosciente, sa di esistere come ció che Cartesio chia- mava una sostanza pensante, cioé come un soggetto di pensieri ed espe- rienze che ha una natura immateriale, permanente, non composta e in- dividuale e che è in grado di esistere in modo del tutto indipendente dal corpo o dalla materia.” (Ivi, p. 149). Si vede come

Strawson chiami in giudizio Kant di fronte al tribunale della filosofia analitica e come rive- li, al tempo stesso, i legami íra Eelaborazione kantiana e il programma analitico (non neo-positivistico) di chiarificazione concettuale disim- pegnata da ogni rilevazione o constatazione empirica. Con tutti i suoi difetti, le sue imperfezioni, le sue contraddizioni, le sue ambiguità e oscurità, il programma kantiano costituisce un paradigma di filosofia analitica avanti lettera e anticipa per cosi dire

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 473 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
Milano 1989, pp. 205-227, p. 205) e studia in profondità tutte le potenzialità della facoltà delPimmaginazione produttiva: essa è organo del\'«innovazione semantica, caratteristica dell’uso metaforico del linguaggio» {ivi, tr. it., p. 209), opera nella costruzione dello schema narrativo del racconto e «applicata all’azione [...] ha una funzione proiettiva che appartiene al dinamismo stesso dell’agire» (ivi, tr. it., p. 215). Ricoeur considera Pimmaginazione una “cerniera tra il teoretico

linguaggio hegeliano) delPalterità e per il sentimento soggettivo dell’empatia (PEinfühlung di eui parlano i fenomenologi tedeschi) nei confronti dell’altro; a tal proposito egli parla dell’“appercezione analogica” dell’altro come processo Ínteriore di “trasferimento in immaginazione”: «dire che Paltro pensa come me, che prova come me pena e piacere, significa poter immaginare ció che io penserei e proverei se fossi al suo posto. Questo trasferimento in immaginazione del mio “qui” al suo “là” è la radice

di ció che io chiamo empatia» (ivi, tr. it, p. 218). 20 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 113. Ivi, p. 111. 22 A partire dallo scritto del 1975 La métaphore vive Ricoeur si inizia a confrontare con le teorie degli “atti di discorso” nelle quali viene particolarmente messa in risalto quella che egli defínisce come «capacità creatrice del linguaggio (puissance créatrice du langage)» (Ricoeur, P., La métaphore vive, Seuil, Paris 1975; tr. it. e cura di Grampa

Acts, Cambridge Univ. Press, London 1969; tr, it. di Cardona, G.R., Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, Boringhieri, Torino 1976. 23 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 111. 24 Ricoeur, P., Le Juste 1, Éd. Esprit, Paris 1995; tr. it. di Iannotta, D., 11 Giusto, Vol. I, Effatà, Cantalupa-Torino 2005, p. 42. 25 Ivi, p, 112. Sulla nozione di homme capable come filo conduttore delle ricerche antropologiche ricoeuriane cfr. gli studi contenuti nel volume

: M, Foessel, O. Mongin (a cura di), Paul Ricoeur. De l’homme coupable à l’homme capable, ADPF, Paris 2005. 26 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 122. 27 A proposito della correlazione tra capacità d’imputazione d’un azione ad una persona ed attribuzione della responsabilità Ricoeur ricorda quanto afferma il Dictionnaire de Trévoux del 1771: «imputare un’azione a qualcuno significa attribuirgliela quale suo vero e proprio autore, metterla per cosi dire sul suo conto

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 113 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
Id., Lo stormire del vento tra le piante, Testi e percorsi leopardiani, Marsilio, Venezia 2003, pp. 199-235. 22 Verter. Opera originale tedesca del celebre signor Goethe trasportata in italiano dal D[ottor].M[ichelangelo].S[alom]., Venezia, presso Giuseppe Rosa,1796, rispettivamente a p. 125 e a p. 165. Son miei i corsivi riguardanti l’affinità di parole chiave tra il testo leopardiano e quello goethiano in traduzione. 23 Alla luce degli inequivocabili riscontri testuali che sorreggono

l’analisi di questi versi, non puó non lasciare molto perplessi l’affermazione secondo cui «questo è forse l’unico luogo della poesia leopardiana in cui la tempesta viene rappresentata in positivo» (Felici, L., L’Olimpo abbandonato. Leopardi tra “favole antiche” e disperati affetti”, Marsilio, Venezia 2005, p.57). 24 Blasueci, L., Suil'ossianismo leopardiano, cit,, p. 213. Dubbi non possono non insorgere anche per quanto lo studioso afferma poche righe piú avanti: «Ma il motivo del piacere nella

tempesta, e piú in generale del piacere nei pericoli, é, come sappiamo, tipicamente ossianico, e questa volta documentabile con precisi riscontri testuali [...]». In realtà, sin dal primo riscontro del testo ossianico riportato (La morte di Cucullino, vv. 255-256) si nota che il cuore dell’eroe cresce, e s ’allegra non per i pericoli di un uragano o temporale, bensi nel fragor dell’acciar. Del resto, i testi leopardiani interessati, compreso il passo di Zib. del 18 novembre 1821, che Blasucci cita

subito dopo e che io qui cito piú avanti, non giustificano la confusione tra piaceri della tempesta e piaceri dei pericoli in generale. A p. 809, poi, lo studioso, fa un’ulteriore passo e, tenendo peró fuori l’insueto gaudio di Saffo, ribattezza questo motivo del piacere dei pericoli come piacere del rischio in se stesso: una defínizione semplicemente fuorviante nel caso dei luoghi leopardiani presi in esame. L'insueto gaudio di Saffo è invece fugacemente liquidato come «ultima risorsa del disperato

[...]» in Lonari, G., L’oro di Omero. L’ “Iliade”, Sqffo: antichissimi di Leopardi, Marsilio, Venezia 2005, pp. 82-83: l’esclusione subita da Saffo sia dall’esperienza dell’amore sia dalla dotazione del bello che è Ín natura, spingendola alla disperazione, spiegherebbe perché la poetessa venga a esser attratta da un gaudio insueto. 25 Camerino, G.A., L ’invenzione poetica in Leopardi. Percorsi e forme, Napoli, Liguori (“Critica e letteratura”), 1998; cfr. almeno le pp. 110-115. 26 Zib. 2118. 27 Leopardi

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Philosophie, Psychologie
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2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 472 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
Turoldö, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, II Poligrafo, Padova 2000, in particolare p. 149 ss. 10 Ricoeur, P., Sè come un altro, op, cit., p. 101. 11 Ricoeur cita questi autori come coloro con i quali «ha tentato piü sistematicamente di mettere a confronto Termeneutica di origine fenomenologica» (ivi, p. 413). 12 Ricoeur, P., Philosophie de la volontê. 1 Le volontarie et l’involontaire, Aubier, Paris 1950; tr. it, di Bonato, M., Filosofia della volontà 1. II volontario

e l’involontario, Marietti, Genova 1990, p. 13. 13 Cfr. Husserl, E., Idées directrices pour une phénoménologie, tr, fr, di Ricoeur, P., Gallimard, Paris 1950. 14 Ricoeur, P., La mèmoire, l’histoire, l’oubli, Seuil, Paris 2000; tr. it. e Prefazione di Iannotta, D., La memoria, la storia, l’oblio, Raffaello Cortina, Milano 2003, p. 494. 15 Ivi, p. 494. 16 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit,, p. 145. Le tematiche della memoria e della promessa sono trattate soprattutto negli ultimi

scritti del filosofo in relazione al “riconscimento del sè” e a quella che egli definisce «fenomenologia dell’uomo capace (phénoménologie de l’homme capable)» (ivi, p. 107): «con la memoria e con la promessa la problematiea del riconoscimento di sè raggiunge simultaneamente due sommità. L’una si rivolge verso il passato, l’altra verso il futuro. Ma vanno pensate insieme nel presente vivente del rieonoscimento di sè, grazie ad alcuni tratti che esse possiedono in comune. In primo luogo si inscrivono

in maniera originale nel ciclo delle capacità dell’uomo capace» (ivi, p. 127). A proposito del “poter promettere” viene anche sottolineato come questo sia un atto linguistico performativo che presuppone e si fonda sulle altre capacità del soggetto: «il poter promettere presuppone il poter dire, il poter agire sul mondo, il poter raccontare e dare forma all’idea dell’unità narrativa di una vita, infíne il poter imputare a sè stessi l’origine dei propri atti. Ma la fenomenologia della promessa si concentra

in riferimento all’accezione aristotelica dell’essere come “potenza”. 19 Ricoeur, P., Promenade au fil d’un chemin, in Turoldo, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, op, cit., pp. 15-16. Condividiamo l’interpretazione di Jean Greisch secondo la quale Ricoeur in tutti i suoi scritti avrebbe tentato di portare alla luce le implicazioni contenute nella teoria dell’immaginazione produttiva (produktive Einbildungskraft) di Kant. La concezione del soggetto come homme capable, messa chiaramente

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Philosophie, Psychologie
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2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 322 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
critico, in: Hintze, O., Storia, Sociologia, Istituzioni, a cura di G. Di Costanzo, Napoli 1990, pp. 163-221. 7 Cfr. Troeltsch, E., Deutscher Geist und Westeuropa. Gesammelte kulturphilosophische Aufsatze und Reden, hrsg. von Hans Baron, Tübingen 1925; inoltre Garin, E., la voce “Storicismo”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1984, VII, pp. 213-231; Schiera, P., Otto Hintze, Napoli 1974. Lo “straordinario saggio sullo storicismo” di Hintze è “probabilmente il piü importante tra i tiumerosi

“speranze fallaci” per muovere le forze morali e spingerle all’azione (p, 164). Gli accenti di Hintze ricordano quelli di Weber a conclusioni del saggio II lavoro politico come professione. Cfr. Weber, M., II lavoro intellettuale come professione. Due saggi, nota introduttiva di D, Cantimori, Torino 1960. 9 Cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 163. Anche Marianne Weber sottolinea il valore epocale del Tramonto: “l’opera di Oswald Spengler ... stava attirando l’interesse del

mondo intero”. Cfr. Weber, M., Max Weber. Una biografia, cit. p. 767. Su Spengler “guru” opposto a Weber scienziato cfr. l’introduzione di Roth, G., ivi, p. 41 e sgg. 10 “Visione del mondo (Weltanschauung) e struttura categoriale (Kategorialstruktur) sono certamente unite alla radice, ma una differenziazione tra le due mi sembra che sia comunque auspicabile e anche realizzabile” (cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 166). 11 Cfr. Chabod, F., Uno storico tedesco

contemporaneo, cit. p. 260. II punto in questione ha in effetti un interesse morale e politico che si rischiara e si potenzia in rapporto alle “esaltazioni spengleriane”; cfr. Tessitore, F., Troeltsch politico. La risoluzione del problema valore-utilità contiene quella del rapporto tra morale e politica intese come rapporto tra morale individuale e morale applicata allo stato. Nella loro divaricazione nasce la questione storica del disciplinamento. Laddove è affermata la loro armonia la questione non

si pone. (“Noi affermiamo che v’è piena e perfetta analogia tra l’una e l’altra sfera di azione: la ricerca dell’utile per l’individuo ha il suo analogo nell’affermazione della potenza dello stato”. Cfr. Lamanna, E.P., L 'amoralismo politico (1916), in: II beneper il bene, con Íntr. di P. Piovani, Firenze 1967, p. 56. 12 Cfr Piovani, P., la voce “Etica”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1977 p. 826. 13 Su questo problema-rapporto interverranno i piü grandi pensatori tedeschi del primo Novecento

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Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 344 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
scorso Novecento, intende trascrivere la sintesi a priori nella struttura del diritto. L’essenza del diritto, secondo Kelsen, la cui posizione è fondamentale in proposito, consisterebbe nello sviluppo dei rapporti giuridici in relazione alla presenza di una imputabilità. Ció in cui consiste l’imputazione è la materia del diritto, ma la sua identità è nella fonna, ossia nel fatto che a qualcuno viene imputata qualche cosa. I valori riconosciuti o negati non sono rilevanti alla defmizione del

diritto, essenziale è la procedura dell’imputazione e i suoi con- seguenti adempimenti. Come nel giudizio trascendentale determinante dell’attività conoscitiva kantiana la materia del conoscere, a livello giuridico i fatti imputati sono contenuti occasionali, solo la struttura ci dà la “fonna pura” della riflessione giuridica 2 . È chiaro che in questa prospettiva i contenuti sono irrilevanti. La dottrina pura del diritto è compiutamente formale. I valori da un lato e la fragilità umana dall’altro

, sono elementi necessari come condizioni della possibilità del giudizio, ma la struttura razionale analitica del giudizio stesso precede il vissuto, la prassi, la causalità, elementi che costituiscono la materia del diritto ma non riguardano la sua forma. La dottrina pura del diritto non attinge quindi la concretezza dell’esperire fenomenico e storico e forse questa dottrina che vorrebbe garantire la piú rigorosa neutralità fínisce per essere essa stessa una presa di posizione ideologica. Ma Kant

, oltre che essere l’autore della Critica della ragion pura, lo è pure della Critica della facoltà di giudizio. In questa terza Critica elabora un’altra forma di giudizio: il giudizio rifiettente, giudizio tipico della valutazione estetica e del riconoscimento della finalità. E qui la “purezza” ci abbandona. La materia del giudizio riflettente non è piü una massa amorfa di dati che nell’incontro con le forme trascendentali diverrà mondo fenomenico; nel giudizio riflettente il fenomeno è già costituito

dei valori e assumere la forma del giudizio trascendentale riflettente, che trova le sue argomentazioni in itinerari speculativi finalistici e non meccanicistici. 308

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Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 161 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
estremo rifugio, che il mondo extrastorico delle stelle, e in definitiva la sospirata morte. E notevole che gli ultimi scrittori qui menzionati siano tutti meridionali. Com’é noto, il Meridione d’Italia fu teatro d’una vera e crudelissima guerra civile dopo il compimento delfunità politica; furono gli anni del cosiddetto brigantaggio, o, come piü correttamente diceva Croce, del brigantaggio politico, che vide residui delfesercito borbonico, contadini in rivolta contro i galantuomini, romantici

legittimisti intemazionali e persino ex garibaldini combattere assieme ai veri briganti locali. Va peró precisato che raffigurazioni cosi critiche non implicavano in quei narratori alcuna nostalgia del vecchio assetto politico. Si rammenti, ad esempio, e per restare a autori del Novecento, fepisodio della visita del protagonista del Gattopardo al re Ferdinando II, e alla sua percezione dell’impotenza del sovrano a govemare il regno. Anche nQlYAlfiere di Alianello lo Stato borbonico è presentato senza

un vero rimpianto, e come destinato a cadere per implosione, alla quale farrivo dei garibaldini e dei piemontesi fomisce appena f occasione - il rimpianto è semmai che nel Regno delle due Sicilie si fosse creata una situazione come quella. A questo filone allude il verbo disfatto del titolo di questo scritto - titolo a me suggerito dal collega Angelo D’Örsi. E va inteso cum grano salis. In realtà quei narratori vollero piuttosto fomire una diversa prospettiva, alternativa alla unilaterale retorica

ufficiale. Per autori come quelli sopra citati si puó ricordare, per qualche affmità, anche un filone presente nella letteratura statunitense del Novecento. Si tratta di scrittori che hanno guardato con occhi nuovi al Sud di quel paese e alla Guerra di Secessione, rifiutando funilaterale opinione filonordista. Se f opera piü celebre di quelf àmbito è Via col vento di Margaret Mitchell (1936), a ben altro livello si pongono il romanzo The Fathers (tradotto in italiano per la Feltrinelli col titolo

1 nostri padri), del 1938, del poeta e critico Allen Tate e la sua Ode to the Confederate Dead, del 1927 - ma la stesura defínitiva è del 1937. Fu il britannico Frank Kermode a mettere a confronto per primo il Gattopardo e The Fathers. Un richiamo alla guerra civile in atto negli Stati Uniti è nel finale d’un altro romanzo di Alianello: L ’eredità della priora, dedicato al brigantaggio politico postunitario. In esso, alcuni personaggi, già combattenti fra i «briganti», decidono di imbarcarsi

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Philosophie, Psychologie
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2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 101 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
GIUSEPPE A. CAMERINO DA VORRENDA DELIZIA AL PIACERE DEIPERICOLIDEL TEMPORALE. LEOPARDI, L’ELEGIA E IL WERTHER Verso la fine del 1817, inteso a rifondare in senso moderno il genere dell’idillio, e soprattutto ad ampliarne gli orizzonti rispetto al modello antico, sia per quanto conceme il paesaggio lunare e nottumo e i fenomeni naturali, anche tempestosi, sia per quanto conceme i palpiti interiori e i cosiddetti errori e sogni del cuore, Leopardi si trova di fronte a componenti del lavoro

poetico che si aprono a un genere lirico diverso, quello dell’elegia. Non è infatti casuale che, legate al cosiddetto Diario del primo amore del dicembre 1817, il poeta componga - rispettivamente nello stesso mese e nel gennaio 1818, secondo la datazione di Porena 1 - Elegia I ed Eiegia II per Gertrude Cassi-Lazzari, di cui è segretamente invaghito. E neppure è casuale che nel giugno 1818 egli abbozzi quattro Argomenti di elegia e, un anno dopo, ancora un Argomento di elegia e tre Argomenti di idillí

, denotando implicitamente una vera e propria rivisitazione dei due generi. E ancora: non è casuale che 11 sogno - come s’é già visto - venga nella prima stampa, quella dell’agostol825 nel Caffe di Petronio 1 , indicato come Elegia, e solo nelle stampe successive del ’26 lo stesso testo viene indicato come Idillio IV; un’oscillazione estremamente rivelatrice dell’impegno del poeta al riguardo. II Diario del primo amore (si mantenga il titolo tràdito, che non è dell’autore) viene definito dallo stesso

Leopardi «ciarle [...] fatte con me stesso per isfogo del cuor mio e perché mi servissero a conoscere me medesimo e le passioni [...]». Lo isfogo del cuore e le passioni echeggiano chiaramente le passioni e la voglia del povero core di Werther nella traduzione di Michelangelo Salom, presente nella biblioteca di famiglia: «[...]dall’affanno ai trasporti di gioia, e dalla dolce mestizia alle piu ardenti e piü pericolose passioni»; «[...] il mio povero core è come un fanciullo infermo, ed io lo lascio

fare a sua voglia » 3 . Un versante, dunque, diverso dai fenomeni naturali e paesaggistici. II poeta contrappone ai «sentimenti del suo cuore, che in sostanza erano inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza [...]» (malinconia, in particolare richiama scopertamente la dolce mestizia del Werther italiano), l’insorgere dell’«amor tenero e 65

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Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 197 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
9 II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 387). i0 L’istruzione superiore, in «Rinascíta» delPagosto-settembre 1949 (= Í7C369). 1 ' II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 389). 12 Discorso Ínaugurale dell’anno accademico 1943-44 (= UC 125). 13 Ai giovani, in «Fratelli d’Italia» del maggio 1944. 14 A. La Penna, Concetto Marchesi. La critica letteraria come scoperta dell’uomo, Firenze, La Nuova Italia 1980, 84. 15 Fascismo

e Università, Ín «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322). 16 Occidentali in via Veneto, su\V Unità del 4 luglio 1950 (= UC 178). 17 Tasse universitarie, sull’Unità del 19 agosto 1950 (= CC 381-3). 18 Fascismo e Università, in «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322-3). 19 Crisi di scuola e di cultura, Ín «Rinascita» del luglio 1948 (= UC 351-2); cfr. L. Canfora, II 'Marchesi’ di La Penna, in «Riv.Fil.Istr.CL» 109, 1981,235, 20 Motivi di politica scolastica, in «Rinascita» del novembre 1945 (= UC 331

). 21 Lapersona umana nel comunismo, conferenza tenuta il 16 aprile 1945 (= UC 43-^14). 22 Cito da G. Campagna, Concetto Marchesi. Con un ’appendice di pagine politiche e di varia umanità presentate da Ezio Franceschini, Sapri, Edizioni del «Centro Librario» 1963,35. 23 A. La Penna, op.cit., 85. 24 Nel n. 2 de «II Politecnico», del 6 ottobre 1945. 25 II saggio Filologia e filologismo. Prolusione al corso di Letteratura latina, nella R. Università di Padova, tenuta il 19 novembre 1923, fu edito in «La Parola

. Rassegna mensile di conferenze e prolusioni» 17, 1924, 103-9, preceduto dalla nota seguente: «Concetto Marchesi è laureato in legge e lettere, professa da non pochi anni filologia classica nelle Università italiane, ora in quella di Padova. La sua traduzione delle Corone di Prudenzio, gli scritti intorno a Giovenale e Marziale, i piu recenti volumi su Seneca e Tacito ne fanno uno dei migliori conoscitori del pensiero latino tanto classico che cristiano, che abbia Pltalia contemporanea. II Marchesi non

mi sembra la posizione assunta nei confronti di Marchesi da G.F. Gianotti, Per una storia della letteratura latina. Parte V, in «Aufidus» 22, 1994, 87-89. 30 SM1241. 31 SM1237. 32 SM1237. 33 5M1241. 34 G. Compagna, op.cit., 22. 35 Del Tieste di Seneca il Marchesi pubblieó nel 1908 dapprima un saggio critico con una traduzione in versi (a Catania, per i tipi di Battiato), poi un testo critico con traduzione e commento (a Roma, presso Albrighi e Segati), 161

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2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 323 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
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Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
). Nelle scienze della religione essa si mostra con le posizioni teologico-politiche assunte nei decenni successivi da Barth e Bonhoeffer. Cfr Conci, A. / Zucal, S. (cur.), Dietrich Bonhoeffer: dalla debolezza di Dio alla responsabilità dell’uomo, atti del Convegno tenuto a Trento dal 5 al 7 aprile 1995, Brescia 1997. 17 “Ein bedeutsames Kulturdokument aus der Zeit einer geistigen Krisis der deutschen Wissenschaflt”. Cfr, “Historische Zeitschrift”, n. 120, 1919, p. 281. 18 In: Anni decisivi, Milano

Beginn des 17. Jahrhunderts, nella versione ridotta pubblicata in Rotella, E. / Schiera, P., Lo stato moderno, Bologna 1976-77. 15 Cfr. Ruffilli, R., Introduzione, in: Ruffilli, R. (cur.), Crisi dello stato e storiografia contemporanea, Bologna 1979, p. 11. Nella prospettiva di una storia non solo di ideali ma di questi connessi con strutture materiali emergono nella critica di Troeltsch a Spengler alcuni nodi essenziali dell’indagine sia sul problema dell’origine stoica del “disciplinamento

sociale”, sia sul problema dell’origine e validità della relazione tra ideale etico e condotta di vita. Cfr. Koehler, E., Bildungsbiirgertum und nationale Politik, Eine Studie zum politischen Denken Otto Hintzes, Bad Homburg 1970; e gli scritti raccolti in Prodi, P., Disciplina dell'anima, disciplina del corpo e disciplina della società tra medioevo ed età moderna, Bologna 1994. 16 Bisognerebbe discutere la relazione tra la duplicità della “connessione di senso” etica e pragmatica e la duplicità

di Spengler e che viene ripreso piú volte, con accenti simili, nella filosofia continentale del primo Novecento. II “relativismo” è rivendicato dalle fdosofie che fiancheggiano i regimi totalitari (cfr. la posizione di Adriano Tilgher fatta propria da Mussolini in Gentile, E., Le origini dell’ideologia fascista, Roma-Bari 1975, pp. 229 e sgg). II suo oltrepassamento ha una forte connotazione teorico-politica (cfr. Sasso, G., Tramonto di un mito. L’ideadi “progresso”fra Ottocento e Novecento, Bologna 1984

1933, Spengler celebrava in Benito Mussolini il vero interprete del “modello prussiano”. 19 II tema rimanda allo studio sul “concetto di sviluppo storico” affrontato da Troeltsch: Cfr. Troeltsch, E., Lo storicismo e i suoi problemi, cit. capitolo III vol. II. Sul tema interviene Hintze. Hintze mantiene “ferma l’istanza storicistica di una soggettività decisiva dello stato in una storia intesa come sviluppo (...) non già in termini unicamente di ‘opera d’arte’ (...) di ‘malattia mortale

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 171 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
38) Friediânder KGS XXV p. 472. 39) Collins KGS XXV p. 8, Parow ivi p. 243. 40) Friedlânder KGS XXV pp. 470-472. 41) Cfr D. von Wille, Lessico filosofico della Friihaufklàrung. Roma Edizioni dell’ateneo 1991 ie voci Pedanterie, scholastisch, Weltweiser. 42) Collins KGS XXV p.9. 43) Friedlande KGS XXV r p. 469. 44) Mrongovius KGS XXV p. 1210. Per il “senso stretto di pradenza” bisognerebbe forse ripensare le posizioni del secondo passaggio della “Fondazione della metafi- sica dei costumi

si riferisce allo scritto di Ernst Platner, Anthropologie fiir Aertze und Weltweise (1772) Hildesheim; NewYork, Georg Olms 1998; A. Kosenina Ernst Platners Anthropologie und Philosophie. Der ‘philosophische Arzt’ und seine Wirkung aufJohann Karl Wezel und Jean Paul. Würzburg Königshausen & Neumann, 1989. 47) Friedlânder KGS XXV p. 470-471. Sulla geografia come storia naturale cfr F. Farinelli, I segni del mondo Scandicci La Nuova Italia 1992. 48) Pillau KGS XXV p.734. 49) Per la connessione con la morale

e la religione si potrebbe interpretare la mondializzazione pragmatica come processo storico del mondo dell’uomo animal rationabile, a cui ineriscono i conflitti multiculturali della morale e del- la religione-disciplinamento. Ad essi Kant accenna ripetutamente nelle trascri- zioni. Cfr sul tema della mondializzazione e la ripresa di Kant, J.Habermas: L’inclusione delFaltro Milano Feltrinelli-2000, F. Viola, Etica e metaetica dei diritti umani, Torino, Giappichelli, 2000, P. Singer, One World. L’etica della

globalizzazione, Torino, Einaudi 2003. 50) II mondo è inteso come un teatro (Schauplatz) su cui noi collochiamo le nostre esperienze. Cfr KGS IX p. 158. 51) AP par.40, guerra p.83, 42, 43 e 59. 52) Per la posizione di Marcucci cfr. S. Marcucci Alcune osservazioni sul rapporto etica —antropologia in Kant, in N. Pirillo. (a cura di), Ifilosofi e la città, Trento: Università di Trento. Dipartimento di scienze filologiche e storiche, 2002 pp. 257-272. 145

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Kategorie:
Literaturwissenschaft , Philosophie, Psychologie
Jahr:
2002
Hermann Hesse (1877 - 1962) nel 40° anniversario della morte : XXIV Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Hermann Hesse (1877 - 1962) zur 40. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 24 )
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Seite 72 von 292
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Hesse, Hermann ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (24 : 2002 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XIX, 263 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Hesse, Hermann ; f.Kongress ; g.Meran <2002><br>s.Multimedia ; s.Kommunikation ; s.Solidarismus ; s.Gewalt ; f.Kongress ; g.Meran <2002><br>s.Anthropozentrismus ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Signatur: II 341.267
Intern-ID: 611989
Quanto questa abiura abbia pesato successivamente su Hesse non è tema di questo studio, rimane tuttavia da mettere in evidenza, in consonan- za con il capitolo del libro di Hermann Miiller intitolato “Im Jahre des Hahnensehreis” 29 , come il tema deH’infedeltà, del tradimento, simbolica- mente rappresentato in piú occasioni dall’immagine diffusa dell’orto Getsemani, e del conseguente abbandono del cammino indicatogli da un supposto maestro debba aver occupato Hesse per lunghi anni, cosi come

la figura del “Verfiihrer”, del seduttore sia un topos costante della sua opera e ricopra un ruolo determinante in tre opere almeno: nel Demian, in Narzifi und Goldmund e in Klein und Wagner 30 . Pur dovendosi limitare a registrare i dati piu eloquenti riguardo all’in- teresse di Hesse per il Monte Verità e per la Lebensreform, questo contri- buto, limitato a due opere minori di quegli anni, non ha potuto fare a meno di affrontare a margine l’inevitabile intreccio con la biografia dello scritto

- re e, pur non analizzandola, ha dovuto tenere in debito conto l’effettiva por- tata del rapporto instauratosi con Gusto Gràser. Molti punti rimangono ancora oscuri di quel sodalizio, e compito fondamentale per comprendere il nesso fra Hesse e la contro-cultura 31 è di chiarire se Hesse, il ‘guru’ di molte generazioni, dagli hippies agli underground, sia stato egli stesso soggetto all’influenza di un altro guru, di un ‘profeta’ o di un “Verflihrer”, in una fase del suo percorso. Altri ‘guru’ avevano già

o avrebbero in seguito incrociato il cammino di questo grande del secolo appena trascorso: Freud, Adler, Jung ed altri ancora. Sull’intreccio del suo pensiero con l’elemento pulsante di quel secolo non si fínirà mai di scrivere e anche questo argomento è materia aperta di discussione. NOTE 1) Fu Eliade, appartenuto al circolo degli Eraniani, a compiere quella defínitiva con- giunzione fra Ascona e l’India che era nei presupposti delle innumerevoli esperienze di vita altemativa messe in atto in questi

luoghi a partire già da prima della soglia di secolo. La storia del circolo di Eranos è rappresentativa dell’ambivalenza ideologica dei gmppi che scelsero Ascona come luogo d’incontro a partire dall’alba del secolo fíno 48

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 101 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
di realtà e concetto non puó mai essere superato. Inoltre, per quel che concerne il mondo dei valori, già Kant aveva insegnato che il problema della verità, interpretato come problema della realtà, non potrà mai es- sere risolto. Ma oggi un nuovo vangelo annuncia sulla terra 1 unità del mondo dell’essere e del mondo del valore, e che la filosofia non è una riflessione concettuale sulla vita ma una comprensione intuitiva e im- mediata della vita stessa (...). La filosofia della vita - in ció

consiste la sua deboiezza filosofica e nel contempo ia sua forza d’urto sul piano della visione del mondo - non ha infatti piú bisogno delle tradizionali leggi del pensiero logico-concettuale, anzi addirittura le disprezza. Ció che è veramente vivente si colloca su di un piano diverso da quello della logica, giacché è qualcosa di immediatamente presente e comprensibi- le. (...) Siamo dunque in un mondo che si pone di fronte al pensiero concettuale, ad esempio dei neokantiani, in maniera del tutto

estranea e autonoma, proprio come nel medioevo la mistica si poneva di fronte alla scolastica. Ma, come avveniva allora, anche oggi la scolastica do- mina nel migliore dei casi la cattedra, mentre la mistica domina la vita e i cuori. Un’epoca in cui questa filosofia della vita, con la sua perequazione della sfera dell essere e della sfera del valore, domina non solo i poeti e i veggenti, ma anche l’ampio strato degli uomini colti e in particolare il mondo gravido di futuro del movimento giovanile

, è un’epoca non solo estranea a Kant, ma ostile a Kant” 10 . Questa lunga citazione puó, a mio parere, introdurci nel modo mi- gliore al tema in esame, specie se si considera che Becker (sulla scia dell’importante saggio troeltschiano del 1921 sulla “rivoluzione nella scienza”) 11 individua una delle manifestazioni piú rilevanti della Lehensphilosophie antikantiana nel cenacolo di letterati e di studiosi che, fin dall’uitimo decennio dell’ottocento, elesse Stefan George a suo dispotico spirito rettore

. Ció in quanto nell’ambito del George-Kreis matura via via il progetto (secondo Becker del tutto impercorribile) 12 di una “nuova scienza” strettamente affine a forme di sapienza artistica o religiosa, che abbia dietro di sé - o, nel migliore dei casi, sotto di sé - l’astratto concettualismo e l’esasperato specialismo della scienza razio- nale moderna, divenuta, grazie a Kant, del tutto consapevole dei propri metodi e dei propri presupposti. Richiamandosi contro Kant a Goethe, i 75

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Seite 301 von 648
Autor: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXIII, 619 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Schlagwort: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Signatur: II 341.268
Intern-ID: 611988
centro del ragionamento vichiano si pone il concetto di “fiiosofia civi- le”, si pone, cioé, l’esigenza di fondare un metodo di studio ed interpre- tazione della realtà non solo fisico-naturale ma anche morale. II nesso tra filosofia pratica e filosofia civile costruito da Vico vuol significare che la dottrina morale non ha ad oggetto soltanto le passioni, la virtú e la condotta di vita degli uomini, ma anche la politica e lo Stato. II nesso tra filosofia e filologia è, com’é noto, tra

i percorsi fonda- tivi del pensiero vichiano, quello che ha maggiormente focalizzato — forse anche troppo in relazione agli altri principi ispiratori - l’attenzio- ne degli interpreti. Per capire tale nesso, bisogna partire dal generale principio che sta a base della teoria vichiana della conoscenza: la convertibilità veruni/fcictutn 8 . II ritrovamento dei fatti della storia e, in generale deiragire umano, il loro significato, non restano legati soltan- to ad una pur necessaria dimensione filoiogica

. Essi hanno bisogno di potersi riferire alle strutture concettuali del pensiero, cioé al lavoro del- la filosofia. La verità del fatto non è separabile dal farsi storico del vero. La storia ideale eterna non resta immobile nel cielo della metafi- sica, ma si svolge, come afferma Vico, lungo le determinazioni tempo- rali delle nazioni umane. I principi stessi deH’incivilimento delle socie- tà (religione, famiglia, diritto) hanno certamente un carattere universa- le, ma essi si traducono nella

storicità dei costumi umani e delle istitu- zioni civili. Per questo, uno dei motivi fondamentali dell’ermeneutica filosofica di Vico sta nel concetto di senso comune 9 il quale, piú di ogni giudizio di carattere astratto e matematizzante, aiuta a capire l’indi- spensabile relazione tra filosofia e filologia. II tema del senso comune è presente già nelle prime opere di Vico (specialmente nelle Omzioni inaugurali) e testimonia anch’esso, anco- ra una volta, della centxalità che assumono, nella

riflessione del filoso- fo napoletano, ie questioni della filosofia pratica, considerata nel dop- pio aspetto della definizione del vero - cioè di ció che appartiene alla scienza del giusto - e del ritrovamento del certo - cioè di ció che appar- tiene alla storia, al diritto e all’equità naturale. Per Vico la socievolezza della natura umana si fonda sul diritto naturale delle genti e questo di- ritto, pur avendo come ogni altro aspetto della realtà una origine divina, si radica nella consuetudine

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Seite 463 von 540
Autor: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Ort: Merano
Verlag: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Umfang: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern-ID: 615266
heideggeriana di un radicale oblio dell’essere (Seinsvergessenheit) della metafisica occidentale e si qualifíca come una ricerca di carattere ermeneutico: si tratta di un’enneneutica úeWhomme capable, di una ricerca intomo a quel nucleo interiore della produttività del soggetto che, come abbiamo constatato sulla scorta anche di quanto afferma lo stesso filosofo, costituisce il “filo sottile” che regge fintera indagine ricoeuriana. Possiamo dire quindi che Heidegger ha avuto per Ricoeur

la funzione essenziale di far “riorientare ,, la sua ricerca filosofíca verso la problematica ontologica. L’intento delfindagine ermeneutica ricoeuriana si è dimostrato tuttavia radicalmente opposto a quello di Heidegger: il télos, la finalità almeno intenzionale, dell’ampio intinerario di ricerca ricoeuriano non è stato affatto un dissolvimento della soggettività umana nella panica partecipazione all’essere, bensi la fondazione di un’ontologia del soggetto. La problematica da cui sono sorti gli

approfonditi studi del filosofo francese sulla simbolica del male, sulla psicoanalisi, sul linguaggio, sulla semantica dell’azione, sul racconto e sui signifícati del “fare storia” hanno avuto sempre come scopo ultimo la chiarificazione del valore dell’identità umana: sono state ricerche incentrate sempre, in uitima analisi, sulla problematica antropologica, sull’identità dell’io che parla, narra e agisce nella storia. 5. Ermeneutica dell’identità personale e valore ontologico dell ’attestazione in Soi

-même comme un autre Ci soffermiano ora a prendere in esame alcuni passaggi decisivi del voiume del 1990 Soi-même comme un autre, opera che puó considerarsi quasi come una summa del pensiero di Ricoeur e che costituisce il tentativo di rispondere all’interrogativo u chi sono io?”. È in essa che l’autore espone chiaramente il suo progetto di una “rinnovata filosofía del cogito”, spiega il valore teoretico della nozione di attestazione e pone in luce la sottesa intenzionalità ontologica della sua

ermeneutica del sé, dell’identità personale. Nella Prefazione delfopera l’autore prende nettamente le distanze da due opposte tendenze filosofiche della modemità che hanno particolarmente aecentuato il tema della soggetto: una è quella dell’ambizione fondativa del cogito realizzata da Cartesio e portata 427

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