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Philosophie, Psychologie
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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 155 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
9) Su questa convergenza cíelle due piü grandi operazioni critiehe speculatíve rela- tive a Hegel, cfr. soprattutto U. SPIRITO, Gentile e Marx, in Lafilosofia del co- munismo, Firenze, 1948, pp. 97 - 132 e A. NEGRI, Attualismo e marxismo, in «Giom, crit. della fil. Ít.», 1957, pp. 101 - 154. 10) HEGEL, Filosofia del diritto, Introduzione. Va intanto notato che lo scioglimen- to del nesso del concetto e della sua realizzazione porta anche allo smarrimento dell’acquisto piu importante, in vista

di una dialettica giuridica attiva, del criti- cismo kantiano. Ed è smarrimento neokantiano, messo in evidenza da uno che, si vedrà è uno dei migliori esponenti della riflessione giuridica athalistica, A. Vol- picelli, il quale, sulla base di una precisa indicazione gentiliana (cfr., ad es., La riforma della dialettica hegeliana, Firenze, 1954, p. 5. «Intesa con Kant la sen- tenza del concetto come proposizione della categoria, si cancella ogni originalità (oggettività) dei concetti in sé consistenti

, e il vero concetto diventa lo stesso atto del concepire»), puó osservare: «Se il merito fondamentale del formalismo giu- ridico neo-kantiano è di avere riaffermato, contro il naturalismo positivistico, invalso nelle dottrine giuridiche dopo il 1860, l’idealità e l’universalità del diritto, il suo difetto maggiore è di essersi arrestato ad un concetto astratto e antistorico della categoria del diritto, come anticipazione ideale e schema ad aeterno dell’e- sperienza giuridica, ed una determinazione

analitica ed empirica di questa cate- goria. Col primo errore, il fonnalismo neo-criticistico perdeva la grande conqui- sta kantiana della natura spirituale (o formale) delle categorie, ripiombando nel platonismo e nel conseguente dualismo di fenomeno e idea» (La teoria del diritto, in U. SPIRITO, A. VOLPICELLI, L. VOLPICELLI, B. CROCE, Roma 1929, p. 91). L’eliminazione del dualismo tra fenomeno ed idea è compito anche della fi- losofia giuridica contemporanea che peró correntemente si riporta a Hegel

, dello stesso Hegel cercando di sanare le contraddizioni di fondo od ovviando alla sua carenza dialettica. 11) HEGEL, Enciclopedia, 486. 12) A. RUGE, Die Hegelsche Rechtsphilosophie und Politik unserer Zeit, in «Deut- scher Jahrbiicher» dal n. 189 del 10 agosto 1842, p. 755 al n. 192 del 13 agosto 1842, p. 768; ed il mio commento in Introduzione a La Sinistra hegeliana nella Grande Antologia Fiíosofica della Marzorati di Milano. 13) Cfr. soprattutto P. PIOVANI, Hegel nella filosofia del diritto

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Philosophie, Psychologie
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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 143 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
sto: i filosofi del diritto italiani, anche quelli che piú hanno hegelizzato, non hanno ascoltato la Stimmung accennata e, per ció, hanno trascurato la razionalità del mondo storico del diritto, questo stesso non esaminando nella sua eoncretezza piü evidente. È come dire che la filosofia del diritto ha preso il sopravvento sulla storia del diritto, scindendo ció che, nella le- zione hegeliana, si presenta come un nesso indissolubÜe e, cioé, appunto, come un nesso dialettico. In verità, se non

si vuole giudicare sempre aprioristicamente una filo- sofia del diritto di ispirazione hegeliana, bisogna leggere attentamente nel radicale atteggiamento antiscissionistico che emerge dalla lezione hege- liana. Certo, da ultimo, Hegel salda in energica unità filosofia del diritto e storia del diritto, come in energica unità ha saldato filosofia e storia del- la filosofia, estetica e storia dell’arte (7): il che puó comportare la presa di coscienza della circostanza che Hegel è un filosofo che studia

ia storia del problema, di ogni problema, che tratta da filosofo; e, contemporanea- mente, comporta la convalidazione di un’accusa ormai programmatica- mente rivolta ai filosofi neohegeliani di casa nostra: secondo la quale essi deducono troppo e studiano poco. Ma, quale che sia la risposta che puó darsi a siffatta accusa (8) non bisogna eludere il problema del senso delle saldature hegeliane a tutti i livelli. Nel caso specifico, la saldatura dialet- tica, che tende ad investire di intima razionalità

il positivo mondo storico del diritto, va esaminata non solo nella sua portata polemica, ma anche nelle sue conseguenze pratiche, che sono, poi, quelle contro le quali si ri- volgono, con istanze analoghe, antimistificanti, il marxiano rovescia- mento e l’attualistica riforma della dialettica hegeliana (9). II problema, allora, era quello, direi, di ascoltare criticamente la Stim- mung dialettica, la volontà di Vereinigung, sul terreno della riflessione giuridica, della lezione hegeliana. Un problema

, si badi, questo, che la- scia indifferenti la coscienza giuridica del positivismo naturalistico (at- tento allo studio del positivo mondo storico del diritto, lasciato vergine di universalità) e la coscienza giuridica del neokantismo (pronto ad aggrap- pare l’universalità giuridica al chiodo fisso del valore antistorico); ma che mette radici nella coscienza neohegeliana piu tenacemente attesa a pro- blematizzare, con riferimento alla realtà concreta delle istituzioni giuri- diche e politiche del

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 159 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
speculativa della ragione propria deH’hegelianismo, la pena di morte al contrario, quale seconda offesa identica alla prima, consacra l’identità o egualianza speci- fica, la quale non solo è implicitamente in contraddizione con tutto lo spirito dell’hegelianismo, ma è persino esplicitamente oppugnata da Hegel» (pp. 209 - 210). II D’Ercole polemizza anche con l’hegeliano ortodosso A. Vera (La pena di morte, 1863), del quale, forse, qui, potrebbero maggiormente interessare le ri- flessioni sul

rapporto tra Stato e Chiesa (Mélanges philosophiques, Paris-Napoli, 1862, pp. 185 segg.; su cui cfr. G. GENTILE, Le origini della filosofia contem- poranea in Italia cit., III, pp. 293 - 296). In quanto al D’Ercole, bisogna ricordare che egli cerca di fondare una nuova dottrina penalistica nel piu conseguente os- sequio allo spirito della filosofia hegeliana: cfr., di lui, anche V essere evolutivo finale, come testamento di una nuova concezione ed orientazione del pensierofi- losofico, uscente

dall'hegelianismo, in «Atti» del III Congresso Fil. della Società it., Modena, 1910, pp. 87 - 101. 38) A. C. DE MEIS - F. FIORENTINO, I prohlemi dello Stato moderno cit., p. II. 39) G. BOVIO, Filosofia del diritto, Torino - Roma, 1892 2, p. 459, Cfr. M. F. SCIACCA, II pensiero italiano del Risorgimento, Milano, 1963 2, p. 411. 40) L. MIRAGLIA, Filosofia del diritto, Napoli, 1903 3, p. 134. 41)1. PETRONE, II diritto nel mondo dello spirito, Milano, 1910, p. 26. 42) P. PIOVANI, L’ enciclopedia giuridica

di Filomusi Guelfi, in Lafilosofia del di- ritto come scienza filosofica cit., pp. 333 segg., soprattutto pp. 350 - 351, dove si ridimensiona l’hegelismo di Filomusi-Guelfi. 43) FILOMUSIGUELFI, Lafilosofia del diritto in Italia dallafine del secolo XVIII allafine del secolo XIX, in «Rassegna Nazionale», 1911, ora in Lezioni e saggi di filosofia del diritto, a cura di G. DEL VECCHIO, Milano, 1949, pp. 146 - 147. In questo saggio Filomusi Guelfi si dichiara «idealista impenitente» e dichiara che

la «tradizione italiana è idealistica, ed essa si appunta a G. B. VÍco, che sarà sempre la guida e il faro luminoso del pensiero italiano». 44) FILOMUSI GUELFI, Enciclopedia giuridica, 1907 5, p. 457. 45) Ibidem, p. 491. 46) R. Orecchia (La filosofia del diritto nelle Università italiane cit., p. XXIII) parla di un «idealismo trascendentale» o «idealismo sociale» del Solari, che si di- staccherebbe contemporaneamente, e nettamente, dal neokantismo di G. Del Vecchio e dal neohegelismo di Croce e di Gentile

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 154 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
«Giornale critico della fil. it.», 1964, II, pp. 161 - 169, dove si condanna l’«iso- lamento», che sí verifica attraverso la filosofia del diritto o la scienza giuridica di tipo accademico, «di problemi positivamente giuridici» e si auspica, soprattutto in forza della lezione gentiliana e spiritiana sulla fondamentale unità dello spirito, la presenza piena della filosofia nella filosofia del diritto, il cui titolare che si ri- spetti non coltiva un orto specialistico, bensi è un filosofo

integrale. 3) K. MARX, Critica della filosofia hegeliana del diritto pubhlico, in Opere filoso- fiche giovanili, trad. it. di G. DELLA VOLPE, Roma, 1950, p. 90: «Non è da bia- simare Hegel perché egli descrive Eessere dello Stato modemo tale qual é, ma perché spaccia ciò che è come la essenza dello Stato. Che il razionale è reale, ció è precisamente in contraddizione con la realtà irrazionale che dovunque è il con- trario di quel che esprime e esprime il contrario di quel che è». La quale è una

obiezione che investe il succo piü conservatore di quella che, si vedrà subito do- po, è la lezione di Hegel, che i filosofi del diritto dell’Università (volendo mutua- re da Schopenhauer) in particolare son chiamati a eomprendere. 4) Cfr. E. WEIL, Hegel e lo Stato, in Filosofia e politica, trad, it. di L. MORRA, Fi- renze, 1965, p. 210: «Si, Hegel ha «giustificato» lo Stato moderno, lo Stato rap- presentato dalla Prussia del suo tempo; si, è la Prussia che ha prodotto la coscienza di questa tappa del

divenire dello spirito, della realizzazione della li- bertà. Si, la Prussia è giustificata in quanto Stato del pensiero...» 5) L’espressione è di P. PIOVANI (Vattuale momento della filosofia del diritto in Italia, in Momenti dellafilosofia giuridico-politica italiana, Milano, 1951, p. 34), il quale ironizza finemente su quanti ironizzano la filosofia del diritto come una filosofia in sessantaquattresimo. La mira del filosofo del diritto è sempre quella di non passare per un filosofo

in sessantaquattresimo; ma è una mira non rag- giunta, si deve dire, semplicemente cambiando cattedra. In realtà, la mira è effet- tivamente raggiunta solo quando il filosofo del diritto, o il filosofo di quaisiasi al- tra specificazione, sa diventare, proprio come teorizza il Piovani in Lafilosofia del diritto come scienza filosofica cit., filosofo integrale. Se le cose stanno cosi, resta una rivendicazione solo estema il sostenere, ad esempio, che «eppure, tra i primi in Italia ad opporre idealismo e positivismo

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 145 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
nato momento) del positivo mondo storieo del diritto - e questo susciterà subito le obiezioni, prima che di Marx, di Ruge (12) ma che resta pur sempre una lezione di dialettica sotto la specie di filosofia del diritto, Si tratta di una lezione recepita criticamente, eome si avvertiva, nella filosofia del diritto italiana piú refrattaria, in un momento storico preciso in cui essa non puó non porsi in decisi termini di filosofia politica cui non restano estranei gli umori dei problemi concreti

del nostro Paese in pieno processo di unificazione nazionale, a subire l’involuzione scolasticistica. E non è detto che a recepirla cosi siano unicamente quelli che, in una sto- ria della filosofia del diritto italiana fornita di tutti i crismi accademici, possono qualificarsi come hegeliani. Basti pensare al caso, estremamente eloquente e che è fatto oggetto di studi particolari (13), di A. Rosmini, at- tentissimo a scagliare, contro ogni forma di giusnaturalismo astratto, la freccia perforante

della dialettica hegeliana, come quella che, bene scoc- cata, liquida l’isolamento del concetto del diritto in un sovrano limbo an- tistorico: «Tutte le storie delle umane generazioni sono documenti di ció che le umane generazioni opinarono: la storia, in una parola, come osser- va Hegel, è la realizzazione del diritto, della concezione del diritto» (14): dove, il riferimento alla definizione hegeliana del diritto, fatta interveni- re, è evidentissimo. È che il Rosmini, antilluministicamente aperto

al sen- so della storia, di questo cioé avvertito in una situazione di pensiero in cui pesa la forza deila tradizione del costume, puó fare spontaneamente pro- pria la collera contro Tastrazione giuridica che è di Hegel, del quale pur rifiuta, per sollecitazioni cattoliche, l’immanentismo, ed al quale, ancora, dà una mano a giustificare, su tutt’altre basi si capisce, il principio, ahimé illuministico e borghese, di proprietà privata (15) che, come si vedrà in prosieguo, costituisce una rovinosa

spina contraddittoria nell’universo giuridico e politico di Hegel. Ed il caso di Rosmini ci mette già sulla strada che bisogna seguire nella nostra ricerca. 11 Rosmini, si è detto, ha il senso della tradizione e della storia: ce l’ha, e non puó non averlo, perché è un pensatore cattolico. Lo stesso senso della tradizione e della storia hanno gli hegeliani d’Italia; ed è questo, soprattutto, a fare della loro filosofia del diritto, per spiriti he- geliani che abbia, anche una filosofia politiea del

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 156 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
hegeliani, parte II, nuova ed. riveduta da V. A, BELLEZZA, Firenze, 1957, p. 84: «B. Spaventa non fu come Vera, Ceretti, Tari, un animale apolitico; ma partecipó con l’animo ai moti spirituali del Risorgimento italiano, e dal 1870 al ‘76 fu deputato al Parlamento; né gli studi e le cure delTinsegnamento attutiro- no mai in lui né scemarono l’interesse per la cosa pubblica. A differenza degli he- geliani di cui abbiamo discorso nei precedenti capitoli, senti vivamente i maggiori problemi nazionali

contemporanei e fu uomo di parte; ancorché alieno dallo sehierarsi in prima fila tra i combattenti, fu alienissimo dalTideale del filosofo che, messosi al di sopra della vita, della soeietà, della storia, la contempla apati- camente dal cielo delle idee, dove muore ogni senso del concreto e del particola- re». Ma v.; ora, G. VACCA, La filosofia politica di B. Spaventa, Bari, 1968. 17) In sintesi il Perticone: «Perció i teorici del diritto e dello Stato, che tendevano a prender coscienza di questi programmi

di azione politica e relativa disciplina giuridica - erano fermati imperiosamente al limite del formalismo, che era in ve- rità il limite della scienza naturalistica del diritto» (II diritto e lo Stato nelpensiero italiano contemporaneo, cit., p. 40). II Perticone osserva anche che che «la dottri- na generale del diritto e dello Stato che la pubblicistica tedesca offriva alla nostra letteratura come modello di rigore costruttivo... contribuiva a respingere fuori del piano tecnico e a negare

giustificazione e fondamento alle esigenze non solo for- mali, cui deve rispondere la disciplina giuridica della vita di relazione». 18) HEGEL; Filosofia del diritto, Introduzione, 31, ann.. 19) P. PIOVANI, Lafilosofia del diritto come scienzafilosofica, cit,, p. 258. 20) Lo mette in evidenza ben presto G. Gentile, che, nel 1899, scrive a proposito di Spaventa: «Togliete, dice lo Spaventa, Tintelletto pratico; fate come fa Kant, il quale dal semplice intelletto (teoretico) si eleva alla ragione', e voi

arriverete al concetto dellTncondizionale, ma non all’oggetto (alla oggettività) come l’Incon- dizionale. Questo concetto dallo Spaventa lucidamente esposto, é, per nostro avviso, la chiave d’oro della gnoseologia dopo Kant; ed è merito grandissimo del Nostro Taverlo rilevato e maturato nella Fenomenologia hegeliana. Esso fu pure una delle vedute piü profonde di uno degli epigoni tedeschi piü celebrati del filo- sofo di Stoccarda, ignoto certamente, per questo rispetto, allo Spaventa, dico di Carlo Marx

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¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 164 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
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Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
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gnoseologia» (Lafilosofia del diritto come scienza filosofica cit., pp. 282 - 283). E per questo che altra volta (cfr. n. 2) ho detto al Piovani: De re nostra agitur. Ma, per farla nostra, bisogna saper complicare il sapere specialistico, in un itinerario di ricerca che, di recente, ho cercato di esemplificare (cfr. il mio L’ attività storio- grafica infilosofia e la categoria marxiana della totalità, nel «Giom. crit,. della fil. it.»). 79) Cfr. l’esemplificazione, suggeritami da U. Spirito

, relativa al diritto penale, nel mio Spirito del tempo e costume speculativo, Firenze, 1962, pp. 173 segg.. 80) Per una bibliografia essenziale sull’argomento, oltre all’Orecchia, al Pericone ed al Piovani cit.: S. ALLOGGIO, Le nuove teorie del diritto, Milano, 1925; F. BATTAGLIA, Filosofia del diritto ed economia, in Cinquant' anni di vita intel- lettuale italiana, a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, Napoli, 1950, vol. II; N. BOBBIO, La filosofia del diritto in Italia nella seconda metà del secolo XIX

, in «Boll. dell’Ist. di Fil. del diritto della R. Università di Roma», 1942, n. 3, pp. 73 - 94 e n. 4, pp. 109 - 119 e Lafilosofia del diritto in Italia, in «Jus», 1957, fasc, VI, pp. 183 - 198; W. CESARINISFORZA, Lineamenti storici della filosofia del diritto, Pisa, s. a.; G. DEL VECCEIIO, Storia della filosofia del diritto, Milano, 1965 3; E. OPPOCHER, Considerazioni sugli ultimi sviluppi della filosofia del diritto italiana, in «Riv. intem. di fil. del diritto», 1951, fasc

. I, pp. 40 - 57; E. PA- RESCE, La filosofia del diritto in Italia nel secolo XIX, in «Rivista intern. di fil. del diritto», 1951, fasc. I, pp. 31 - 39; A. POGGI, II concetto di dirítto e dello Sta- to nella filosofia giuridica contemporanea, Padova, 1933. 148

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Seite 173 von 244
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Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
A Torino Bertrando Spaventa (di Bomba, Chieti; 1817 - 1883) (12) pubblicava nel 1850 i suoi primi Studi sulla Filosofia di Hegel, in cui in- cominciava a far conoscere i frutti delle pazienti meditazioni sulla genesi e sul sistema del maggiore filosofo germanico, a cui si era avvincinato dalTontologismo rosminiano e giobertiano; e dopo averne preso le difese verso le critiche del Rosmini e del Tommaseo, (1855), nella prolusione a un corso di filosofia del diritto, tenuto nell’Università

di Modena nel 1859, lo adottava come suo maestro. In un prirno tempo, tuttavia, egli si dedicó ad avvalorare soprattutto il significato statico e risolutivo della dottrina hegeliana in confronto della filosofia italiana del Rinascimento, di Telesio e Bruno e Campanella e Vico, e della critica della conoscenza fondata da Kant e sviluppata da Rosmini (1855 - 1860). Nella prolusione al corso di Storia della filosofia presso TUniversità di Bologna (1860) e in un’apposita opera esegetica {La Filosofia

di Gioberti Napoli, 1863) so- stenne ancora che Tontologia di Gioberti, con la sua dialettica dell’intuito e della riflessione, e della mimesi e della metessi, e dei cicli creativi, e della rivelazione e della ragione, avesse maturato anche presso di noi il succo del pensiero kantiano e raggiunto tale maturità speculativa da po- tersi paragonare con la logica di Hegel. Questo perché Tuna e Taltra ave- vano superato e inverato il monismo di Spinoza, vertice metafisico del Rinascimento, nella vita dello

spirito, ed elevato il pensiero puro a un’adeguata contemplazione del massimo problema dell’Essere, come principio assoluto nella identità di creazione e realtà. Nella Prolusione e Introduzione alle lezioni di Filosofia neU’Univer- sità di Napoli (1861) lo Spaventa passó a svolgere la sua celebre e tanto discussa ricostruzione storica dei momenti caratteristici del pensiero mo- demo; il cui contenuto non è semplicemente la rivalutazione de «la filo- sofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia

europea», tema posto in evidenza del Gentile e dalla storiografia contemporanea, ma la compene- trazione dialettica di tutta la nuova filosofia col pensiero di Hegel, in mo- do da mostrare, da una parte, la fecondità di questo nell’intendere a fondo la storia della filosofia e, dall’altra, che una necessaria, apodittica, ripe- tuta sequenza di problemi e soluzioni porta a toccare in Hegel il culmine della metafisica. II pensiero italiano del Rinascimento aveva generato e proseguito la ricerca

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Philosophie, Psychologie
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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 153 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
da superare una validità etema e imprescindibile» (74). E, cosi, per He- gel, «la proprietà privata non è riconosciuta soltanto nella sua astrattezza, bensi anche nella sua realtà concreta» (75). L’eticità è sopraffatta; e il microbio individualistico e borghese invade ed infetta una filosofia del diritto che, promuovendo la concezione delio Stato come organismo eti- co, non puó, nello spirito, non avere la conseguenza piú logica di questa concezione: il superamento, non puramente verbalistico

, dell’individua- lismo economico e della proprietà privata. Rivive, nella denuncia spiriti- ana, cui si accompagna una riflessione giuridica ed economica rivoluzio- naria non solo nel tempo in cui si svolge (76), l’ansia sociale degli Spa- venta, bevuta a larghi sorsi dalle pagine piu vive della filosofia del diritto di Hegel. Sono, si capisce, le pagine per le quali anche Hegel non é, per Marx, un «cane morto» (77): pagine che vanno molto al di là dell’affer- mazione della razionalità di un reale umano

e sociale in cui l’ottusità ma- terialistica dell’individuo non solo non è vinta, ma anche naturalizzata, cioé venerata come etema ed immutabile. Ma in esse puó leggere solo un filosofo del diritto che ha il senso della totalità della filosofia del diritto; il senso che puo raccogliersi dallo stesso Hegel (78) e per il quale il filo- sofo del diritto non diventa un povero e compassato specialista cui resti estranea la complessità dei rapporti di un campo come quello giuridico (79). In quel campo non c’è

solo Linfluenza di Hegel, da ritagliarsi con le forbici dell’intelletto protocollare: c’é tutto il dramma politico e sociale del nostro Paese, un dramma che non si è chiuso né con il Risorgimento né con la Resistenza e che non puó chiudersi, finché non sarà bandita la «bestia trionfante» del piü guicciardinesco «particulare». Ma non è cosa su cui possono trattenersi i «filosofini del diritto»; allora, lascino stare la filosofia del diritto di Hegel (80). NOTE 1) Cfr. R. ORECCHIA, Lafilosofia del

diritto nelle Università italiane. 1900 -1965. Saggio di bibliografia, Milano, 1967, p. XL, dove si ricorda che la Società italiana di Filosofia del diritto ha bandito nel 1932 un concorso per un Sommario della filosofia del diritto in Italia dall’antichità all’epoca presente e, nel 1954, il con- corso per un lavoro su Lafilosofia giuridica italiana dall’Ardigà al Gentile. 2) Come bene si intende, e deve intendersi, ho eereato di dimostrare discutendo P. PIOVANI, La filosofia del diritto come scienza

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Philosophie, Psychologie
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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 76 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
NOTA (1) Gentile aveva Tambizione di dare compiutezza, meglio, concretezza, alla pie- nezza «formale» raggiunta da Hegel, mantenendo vivi entro questa concretezza il problema del metodo e del contenuto. Chiaro che se la concretezza è garantita sol- tanto dalla rigorosità del principio trascendentale, quel che Gentile deve fare è pre- cisamente ricondurre all’unità di questo principio, radicalizzato, i tre momenti del metodo, del contenuto, della forma. È quanto, appunto, ritroviamo in un passo

estre- mamente sintetico e significativo del Sistema di Logica (Firenze, 1964 4 , vol II, p. 264). «...qualunque metodo i filosofi abbiano creduto di adottare, sempre il loro con- cetto di filosofia è stato, anziché il principio, il risultato dei rispettivi sistemi. Le de- finizioni preliminari non sono state mai effettivamente intelligibili se non in conse- guenza del complesso della trattazione seguente. Infatti il concetto della filosofia coincide con la filosofia stessa: la quale si distingue

dal proprio concetto, come Tau- toconcetto dal concetto». Queste affermazioni meritano di essere analizzate. Gentile afferma: «qualunque metodo» abbiano creduto i filosofi di seguire, il concetto di filosofia non è il principio ma il risultato dei rispettivi sistemi: sembra cosi che Íl metodo non incida sul concetto di filosofia e su quello svolgimento del filosofare che deve portare a quel concetto, se il qualsiasi metodo non impedisce che il concetto risulti dal filosofare. Senza considerare che

il metodo, il concetto di filo- sofia che ne risulta, la concezione della realtà che per esso si costruisce; anzi, sem- bra che la concezione della realtà che si va dispiegando come il determinato filoso- fare di ciascun sistema, sia proprio ció da cui risulta, indipendentemente da ogni me- todo, il concetto di filosofia per sé considerato. Ma Gentile aggiunge: «le definizioni preliminari non sono state mai effettiva- mente intelligibili se non in conseguenza del complesso della trattazione seguente

al proposito asserito perché deve essere già posseduto nelíe definizioni preliminari, o non si ren- derebbe intelligibile posteriormente. E anche questa è una asserzione di portata metodica, poiché stabilisce, o tenta di stabilire, la funzione della ricerca del concetto di filosofia, in rapporto all’oggetto della ricerca (il concetto stesso). Senonché Gentile continua: «Infatti il concetto del- la filosofia coincide con la filosofia stessa», e aggiunge: la filosofia «si distingue dal proprio concetto, come

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 195 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
altra considerazione. Si potrà considerare un sistema idealistico dal suo lato logico o ontologico, psicologico o teologico. Vuol dire che si potrà esaminare la sua coerenza logica, la sua dottrina ontologica, psicologica, teologica, ecc. Ma se tutte queste considerazioni non vengono in ultima istanza completate, integrate ed interpretate dal punto di vista gnoseolo- gico, cioé dal punto di vista del pensiero autonomo, il quale tutto deter- mina e tutto pone nell’attualità tanto essenziale

quanto esistenziale, allora l’interpretazione e per conseguenza la valutazione non coglierà il vero senso intimo, voluto ed inteso dallo stesso autore, di ogni qualsiasi ele- mento dottrinale particolare». Entra cosi la concezione e la valutazione non solo del pensiero, ma an- che dell’essere, e quindi sono in giuoco tutti i valori umani della vita, del- la cultura, della coscienza: il concetto della verità e dell’errore, del bene e del male, dell’uomo medesimo, dello Stato di Dio, della religione

. Si puó facilmente pensare che l’ancorare del pensiero filosofico di Va- risco ad un realismo sia dovuto ad una predisposizione originaria, al ri- chiamo della sua prima formazione mentale, alla prima posizione filoso- fica, che aderiva ad una concezione positivistica e naturalistica del mon- do, com’é appunto affermata nelle sue opere prima della sua chiamata al- la cattedra di Filosofia Teoretica dell’Università di Roma, pubblicate dal 1895 al 1905 (quali: La necessità logica, Scienza e opinione

, Forza ed energia, Dottrina efatti)', in realtà le opere del secondo periodo, che van- no da La conoscenza del 1905, o almeno da I massimi problemi (1910) e poi, attraverso Conosci te stesso (1912), Linee di Filosofia critica (1925), Sommario di Filosofia (1928), sino all’opera postuma di DalVuomo a Dio (1939), dimostrano una trasformazione radicale del suo pensiero, an- zi, seeondo alcuni, una vera e profonda conversione all’idealismo. Comunque è certo che egli esplicitamente ritiene, come principio

indi- scutibile, «che la filosofia non è costruibile che sulla base della critica idealistica» (Sommario di Filosofia, pag. 9). La tendenza ad una riconquista del realismo, qualunque essa sia, la ten- denza alla trascendenza, comunque venga intesa, è possibile soltanto «ac- cettando come punto di partenza la critica idealistica» (Ivi). Varisco e- splicitamente afferma «che la stessa critica idealistica, meglio interpreta- ta in qualche punto, implichi una certa limitazione dell’idealismo e una

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 42 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
critica letteraria. Ma indirettamente o direttamente Hegel si trova sempre, in Italia, aH’origine di qualche moto di rinnovamento civile: un discepolo dello Spaventa, Antonio Labriola, dopo un periodo di giovanile herbartismo, s’impegnava profondamente nello studio delle dottrine di Marx e di En- gels, che riusciva in breve tempo a far conoscere e apprezzare nella loro verace essenza ed origine dialettica, dando cosi un colpo decisivo all’au- torità accademica del positivismo nel campo delle scienze

storiche: e per suo merito, sia pure in una forma ancora non purificata dal mitologismo del primato dell’economia e del supposto carattere definitivo dell’inter- pretazione materialistica della storia, la concezione hegeliana del reale come incontro e scontro di forze che originano il positivo del divenire so- lo a patto di negare la loro stessa negazione, poteva riprendere efficacia in un ambiente culturale che, oppresso dallo scientifismo positivistico, sembrava del tutto insofferente, sotto specie

di avversione alla metafisica, del rigore logico come premessa indispensabile di una moderna storio- grafia e di una concezione progressiva della vita associata. E infatti la par- te piú viva, che lo avrebbe indissolubilmente legato all’avvenire, del so- cialismo italiano degli anni Novanta si dovette all’elaborazione critica del marxismo quale solo un esperto di filosofia hegeliana come il Labrio- la era in grado di compiere, riuscendo a influenzare, quasi per forza di co- se, colui che avrebbe

di li a qualche decennio promosso un totale rinno- vamento degli studi storici, filosofici e letterari italiani, ossia il suo gio- vanissimo discepolo Benedetto Croce. Né a caso nel Croce confluiva ben presto, accanto al mediato hegelismo del Labriola, quello non meno me- diato e depurato dell’altro suo ideale maestro Francesco de Sanctis, dal quale aveva ben presto appreso la feconda lezione dell’autonomia dell’ar- te, mentre dal primo aveva imparato a diffidare del panlogismo e delle astratte costruzioni

speculative, come di li a pochi lustri si vide nel suo saggio del 1906 Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Giorgio Hegel, col quale uno dei maggiori studiosi tedeschi contemporanei, lo 26

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¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 70 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
muove; pertanto non c’é argomentazione che vi conduca, né alcuno po- trebbe ricevere la persuasione sufficiente a condurvelo, ma deve affidarsi unicamente alla «buona volontà», come Gentile esplicitamente scrive. In questo che sembra proporsi come un nuovo concetto del «pensare sistematico» o del «sistema», cade, secondo Gentile, l’aut-aut tra forma e contenuto e si risolve quella dicotomia fondamentale del pensiero tede- sco che Hegei pure tanto aveva fatto per superare: cade cioé quella

co- scienza della separazione che puó contraddire il razionale, in quanto si to- glie qui al pensiero ogni possibile situazione che gli possa originariamen- te fare ostacolo; si realizza veramente quella logica del concreto che è metafisica per la quale pensando il logo si pensa il mondo. L’essenza di questa logica non è piu Idea, in sé, ma enérgeia senza limiti né condizioni, parola umana infinita al punto che per essa «la morte non esiste» in quan- to, non ha, ma È tutto ciò che deve dire, e per

la quale nulla è ignoto o mitico. È la parola che toglie la «definibilità attuale» della filosofia: in- fatti Gentile scrive che la filosofia si puó definire solo in astratto, in con- creto «bisogna farla» affinché da questo farla - ove «non è la filosofia a dar norma al pensiero del filosofo, ma il pensiero stesso del filosofo si co- stituisce norma sui» - emerga, insormontabile e indiscutibile, la prima- lità del punto di vista traseendentale o della soggettività universale (1). A tale primalità del

punto di vista trascendentale inteso come inizio e risultato della filosofia, Gentile dà nome di «formalismo assoluto», quale logica costruita sul terreno di una filosofia «il cui oggetto non è l’opposto dello spirito filosofante, si è questo spirito stesso». In tal modo Gentile pensa di avere perfezionato l’operazione con la quale Hegel toglieva il concetto di separazione e di differenza: operazio- ne non logica soltanto, ma metafisica, che affaticé Gentile fin dallo scritto su Marx del 1899, dove

accentua la polemica contro la separazione e la differenza, nell’intento di togliere l’«astratto»: e che gli pone il problema deIl’«oggetto». Nella riedizione del 1937 delio stesso scritto Gentile an- nota che «allora» non «sapeva ancora che fare» dell’oggetto tolto. Ció significa che nel ‘37, ma già da alcuni decenni ormai, sa invece che «il concreto non si darebbe senza consapevolezza della non totale erroneità dell’astratto» perché questo astratto, precisa nel Sistema di Logica, «con- tiene

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 207 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
23 - 38). II Guzzo ripubblicò queste due lettere nella edizione da lui curata delle Lettere filosofiche del Galluppi (ed. Vailecchi, Firenze 1923), ere- dendole inedite; richiamó invece l’attenzione degli studiosi sulla pubbli- cazione già avvenuta delle due lettere E. Di Carlo (Due lettere ignorate di P. Galluppi su Fichte, Schelling e Hegel, in Rivista di filosofia neo- scolastica, 1932). Ma già nel periodico napoletano Omnibus pittoresco il Galluppi aveva scritto alcuni pensieri su Hegel

tedesco postkantiano; il ti- tolo del lavoro era Considerazioni filosofiche sull’idealismo trascendentale e sul razionalismo assoluto; tradotta in francese, l’opera fu presentata all’Accademia e fu letta in una sua seduta col plauso dei membri; il Temps del 30 settembre e del 28 ottobre 1839 stese un reso- conto, a firma del Senty, delle lodi tributate dall’Accademia al lavoro del Galluppi; in Italia gli articoli del Temps vennero ripubblicati lo stesso an- no nella Rivista napolitana; in Francia

le Considerazioni furono pubbli- cate nel tomo I dei Mémoires de /’Académie des sciences morales, Sect. Savants étrangers, 1841, pp. 31 - 154; in Italia furono pubblicate in ita- liano dall’ed. Tramater, Napoli 1841. Frattanto nel 1844 a Parigi, presso l’editore Lagrange, uscirono tradot- te in francese, ad opera del Cousin e con traduzione fatta dal Peisse, le 14 Lettere filosofiche del Galluppi; e già nel 1839 il re di Francia, ancora ad opera del Cousin e su proposta del ministro Guizot, insigniva

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¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 146 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
losofi del diritto, anche storici del diritto. II senso della tradizione e della storia si appura, piuttosto, nella maniera in cui essi assumono, con coscienza storica, il problema del diritto: con la coscienza dello spirito del tempo, il quale è spirito risorgimentale che non puó portare assoluta- mente airavallo, immettendovi a qualunque costo razionalità, di un mo- mento particolare del positivo mondo storico del diritto. Un esempio si- gnificativo è dato da quegli che tranquillamente puó

(17), quando ogni espressione del mondo positivo del diritto e della politica finisce con l’esibirsi come Vernunft der Sache (18). Non c’é in Spaventa una «dialettica del concreto giuridico» ed i suoi problemi sono piú di derivazione kant-fichtiana che hegeliana (19). Ma questo è dovuto al fatto che Spaventa, anche accettando che lo Stato deve essere quello che deserive Hegel, questo stesso Stato non vede come già determinato storicamente, ma come una costruzione in atto. L’atteggiamento spaventiano

é, in altri termini, marxiano (20); e non c’é da meravigliarsene, se è lui ad avviare al rovesciamento o alla riforma della dialettica hegeliana, di cui si è toccato; ed a questo avvia già sul ter- reno specifico della filosofia del diritto, mai astrattamente assunta, se é, contemporaneamente, filosofia politica e concezione dello Stato, in un momento in cui, in Italia, lo Stato è ancora da farsi. Di questo Stato Spa- venta ha un sentimento intimamente hegeliano ed antiborghese, per l’ap- punto

un concetto eticisitico: «Ethos, mores, costumi non è il fare mio, di un altro, di questo o di quello, ma il fare e l’operare universale; quello che tutti fanno, il fatto universale: quello che ha valore non solo per me, ma per tutti»(21). E di Hegel si accetta il principio fondamentale delLidenti- ficazione del diritto e della moralità: «L’ ethos non è il semplice diritto né la semplice moralità» (22); ma si tratta, poi, di una identificazione non già scontata, ma in movimento, in atto, avvertita per

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Seite 151 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
losofia del diritto hegeliana, il carattere che R. Morandi sottolinea anche con l’occhio rivolto al Mazzini (57), un Mazzini visto anche con l’occhio «liberale», ma rivoluzionariamente tale, di un Gobetti (58). La «statola- tria» hegeliana, avverte il Morandi (59), è antindividualismo spinto, ne- cessario quando si vuol fare dello Stato una sostanza etica autentica. E, per farla tale, bisogna combattere l’individualismo ed il giusnaturalismo, che sopravvivono nelle forme del liberalismo e del

liberismo, proprio co- me vuole il Gentile che riforma la dialettica hegeliana ed assume la filo- sofia del diritto hegeliana nella sua volontà speculativa piu genuina e me- no contraddittoria: «II presupposto individualistico è la base del giusna- turalismo e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero li- berale modemo prima di Hegel. II diritto naturale è infatti il diritto dell’individuo di fronte allo Stato» (60). Ora, «la concezione individua- listica è materialistica

, la presun- tuosa immedesimazione, scartata dallo stesso Gentile (64), dello Stato etico con lo Stato fascista: con una sensibilità per il problema del moder- no Stato italiano che è propria del piú avanzato pensiero politico del no- stro Risorgimento. È ció che sostiene anche uno dei migliori filosofi del diritto della scuola attualistica (65), G. Maggiore, ii quale fa scattare la hegeliana «idea» del diritto in un’attività che non puó perdere, proprio come un concetto che non puó diventare

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¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 163 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
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Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
66) G. GENTILE, La riforma della dialettica hegeliana, cit. p. 11: «II divenire nella sua dialetticità, in quella inquietezza (Unruhe), di cui parla Hegel, non muta, né puó mutare». 67) G. MAGGIORE, Filosofia del diritto, Palermo, 1921, p. 57. 68) Cfr., del Maggiore, soprattutto, La religione di Fichte, in «Riv. di fil,», 1915, VII, 5 e Gioherti e Fichte, Palermo, 1918. Intanto, tra i filosofi del diritto italiani di questo periodo, che hanno studiato Fichte, ricordo anche il Ravà e l’Oppocher

. 69) Accenno soprattutto a F. Battaglia, autore de La crisi del diritto naturale (Vene- zia, 1929), di Diritto e filosofia della pratica (Firenze, 1932), degli Scritti di teoria dello Stato (Milano, 1939), del Corso difilosofia del diritto (Roma, 1940) 70) W. CESARINI SFORZA, II diritto soggettivo, in «Riv. it. per le scienze giuridi- che», N. S., vol. I, 1947, p. 191. 71) A. E. CAMMARATA, Contributi ad una critica gnoseologica della giurispru- denza, Roma, 1925, p. 99. 72) F. COSTA, Saggio filosofico

su la natura del diritto, Milano, 1919, p. 27. 73) U. SPIRITO, Storia del diritto penale italiano da C. Beccaria ai nostri giorni, Torino, 1932, p. 18. 74) U. SPIRITO, La proprietà privata nella concezione di Hegel, relazione tenuta al III Congresso intem. hegeliano, Roma, 1933, ora in II comunismo cit., pp. 107 - 119. Per la citazione, pp. 110 - 111. 75) Ibidem, p. 111. 76) Cfr. il mio Dal corporativismo comunista all’ umanesimo scientifico cit. 77) Crf. MARX, Poscritto alla II ed. de II Capitale (1873

), in K. MARX, II Capitale, I, I, trad. di D. CANTIMORI, Roma, 1956 4, p. 28. 78) Condivido pienamente le considerazioni del Piovani: «Dato ció, la filosofia del diritto - particolarmente interessata ad individuare i suoi autori - deve trarre dalla lezione di Hegel alimento alla propria indipendente meditazione presente e futu- ra: ma puó trarlo a condizione che consenta con Hegel nel ritenere che la ricerca filosofico-giuridica è ricerca di verità solo quando non si affidi a tecniche formule dottrinarie

, non coltivi astratti ideali, non si chiuda in una miope autonomia, che le impedisca di vedere ció che la piú modema filosofia, nonostante effimere ap- parenze, vede ormai con sempre maggiore consapevolezza: Tunità radicale della meditazione filosofica e, nell’ambito di questa, l’unione necessaria del diritto e della morale nell’indagine etica e il non meno necessario apporto dell’etica alla 147

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Kategorie:
Philosophie, Psychologie
Jahr:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 39 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
LEO GABRIEL Riassunto in lingua italiana IL PENSIERO DIALETTICO: CUSANO ED HEGEL II tema «dialettica» presenta diverse variazioni logico-ontologiche, come è pro- vato da tutto il corso della storia della filosofia. Rifacendoci alle origini ritroviamo infatti dapprima le figure della dialettica eleatica fondata da Pannenide e della dia- lettica del Logos di Eraclito e poi il tentativo di sintesi delle due nei grandi sistemi logici di Platone e di Aristotele. Successivamente poi, nel momento

in cui 1’ Assoluto fu individuato non piú nel Cosmo greco ma nella Trascendenza cristiana, ebbe ori- gine l’aporia dialettica della conoscenza di Dio. Già nel tramonto dell’età antica il problema della trascendenza aveva posto le basi, con l’Uno di Plotino e dei neopla- tonici, per una dialettica che avrebbe poi avuto grande influenza sul pensiero medie- vale e moderno. L’Assoluto «trascendente nell’al di là» non puó essere racchiuso nelle categorie del pensiero e dell’esperienza relativi a ciò che

negazione vengono rese visibili nel moto del pensiero in ascesa verso la trascendenza. Per Cu- sano il punto di partenza di questo movimento si trova nell’esperienza sensibile, nel- la quale peró il pensiero logico-razionale, inteso come forma, già comprende le par- ticolarità empiriche, pur lasciandole obiettivamente distinte; e ció avviene alla verità dell’Essere assoluto. Proprio quest’autoconoscenza dell’Assoluto, come originario ed assoluto concet- to di se stesso («Dio prima della creazione del

mondo»), è il punto di partenza del movimento dialettico in Hegel, che rappresenta l’automovimento del concetto asso- luto. Hegel arriva al movimento del pensiero partendo dalla spontaneità a priori del coneetto, concepisce cioé l’esperienza come realizzazione concreta del concetto pu- ro. II concetto stesso peró si trascende nel processo dialettico della sua realizzazione - come in Cusano - mediante la negazione del suo limite formale, mediante una ne- gazione che - a differenza di quella di Cusano

- deve essere una negazione della ne- gazione per superare la logicità statica del concetto e realizzare il suo sviluppo di- namico. Questo sviluppo, attraverso la tesi e l’antitesi, conduce si ad una sintesi, ma 23

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Philosophie, Psychologie
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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 170 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
ni d’ordine sociale e di organizzazione politiea statalista come conclusive di un movimento che proveniva da partiti liberali radicali, sulle orme del- 10 stesso Cavour, - essa non aveva invece, in maggioranza, disposizioni razionalizzanti, se non nel campo economico e finanziario. Piü consisten- te appare invece Topera del Vera nel dominio della filosofia della storia. Pur sostenendo che soltanto Hegel era riuscito a darle forma della scienza e che tutta la storia si deve ridurre, come ogni

altro aspetto dello spirito a sistema di idee e di epoche, egli cercó di accordare questo presunto siste- ma con quelli di Montesquieu e di Herder, e meglio ancora, con quelli di Bossuet e di G. B. Vico. Concesse quindi alla realtà storica di avere la sua categoria propria nel progresso quale attuazione, per momenti altemi e dialettici, delPIdea come spirito animatore deh’azione e dei fatti; e di concretare tale attuazione in diversi modi e tempi presso i vari popoli. La teoria del progresso

lo portava a condannare come inattuabili le utopie comunitarie del 1848 e le reazioni clericali contrarie alla libertà di co- scienza; e ad aprire le porte dell’avvenire, sotto la luce etema delPIdea, a una prosecuzione progressiva del corso della storia (6). Sebbene nel senso politico e critico possa sembrare paradossale il fare 11 nome di Francesco de Sanctis (di Mora Irpinia, 1817- 1883) dopo quel- lo del Vera, pure il senso filosofico non puó a meno di farci notare che, a un livello di ingegno ben

differente e con intenzioni del tutto opposte, an- che il grande storico della letteratura nazionale coneepi Farte e la storia come forme di operazione e di svolgimento dell’Idea, identificata con la realtà pura e creativa della vita spirituale; e quindi rimase intimamente coerente con la interpretazione dell’Estetica hegeliana che aveva data nella sua gioventú, accogliendo da quella i principi metodici di una nuova retorica e di una nuova critica (7). L’Idea per il De Sanctis è lo spirito nei suoi

valori essenziali, che si incama nell’artista e diventa nella sua co- scienza la forma che elabora la materia con poteri demiurgici, e pertanto comunicativi ed espressivi dell’Idea stessa nella sua umanità e storicità, quella che si incama nei popoli e nelle nazioni ed elabora la loro forma- zione intellettuale e morale e le loro affermazioni di coscienza sociale e politica. Anche il De Sanctis, come il Vera, è preoccupato del circolo chiuso della perfezione artistica e filosofiea, che non vieti

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 222 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
e disimpegno moraie. Una concezione come questa comporta il rifiuto della riduzione del tra- scendentale al suo esclusivo significato logico: «L’interiorità che io difendo - osserva il Carlini in II mito del realismo - non è quella ideaiisti- ca, se per idealismo s’intende quella concezione che riduce la vita spiri- tuale a un problema di pensiero nel senso conoscitivo» (5). L’idealismo gnoseologico ripropone il problema dei rapporti tra essere e pensiero, fa rinascere la metafisica ontologica sotto

rifiuta sia la limpida logieità di una autocoscienza che è autoctisi assoluta, sia l’immediatezza della vita in se stessa, che è datività opaca. L’autocoscienza non è pura conoscenza e neppure solo mediazio- ne conoscitiva, è «vita e concezione logica, vita del pensiero e pensiero della vita» (7). I richiami di Carlini a Kant ed al Croce possono illuminare ulterior- mente il senso della sua concordia discorsa col Gentile. Le analisi del tra- scendentale condotte dall’idealismo osserva Carlini

finiscono per isolare in esso la mera funzione conoscitiva: «il trascendentale, volto al proble- ma dell’esperienza, dimentica se stesso, cioè il suo unieo problema» dan- do luogo ad una metafisica immanentistica, il che è «un tradimento dello spirito del kantismo» (8); «Tidealismo assoluto, risolve troppo facilmen- te le perplessità del trascendentale kantiano in una sicura affermazione d’immanentismo universale» (9). L’atto, che è attività trascendentale, non si spiega da sè. Può anche spiegare

le condizioni formali del darsi del mondo, ossia della nostra esperienza del mondo (del nostro mondo dei fe- 206

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[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Seite 72 von 244
Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Ort: Meran
Verlag: [k.A.]
Umfang: XII, 225 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Schlagwort: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Signatur: II Z 759/10(1970)
Intern-ID: 62122
in Gentile, si puó almeno obiettare, con l’Alderisio, che la riforma genti- liana poggia «su di una inesatta interpretazione di ció che Hegel ha ri- tenuto dei due concetti o categorie delhessere e del nulla, prima del di- venire e nel divenire», quando invece la loro differenza va cercata nel di- venire dove la differenza è dialettica e perció unitaria e non analitica co- me è sulle soglie della Logica (F. Alderisio, Esame della riforma attualistica in rapporto a Spaventa e a Hegel, Todi 1941

). O si puó obiet- tare, con piú acuto senso della questione, con il Pittaluga, che Tessere pu- ro è immediato «come essere ancora del tutto in sé irriflesso. Ma come contenuto del Sapere puro implica «un’intema mediazione dialettica» (A. Pittaluga, La riforma della dialettica hegeliana, «Logos», 1941, f. III) perché «b implicato in un movimento quando noi lo cogliamo come im- mediato e quindi noi non facciamo che proseguire il ritmo che gli è stato impresso»: dimodoché la relazione tra essere e nulla non

è data con un giudizio di tipo logico-formale, ma esprime un concetto speculativo; per- ché esprime la vita stessa del pensiero pensante, mantenendo peró viva, contro Funilateralismo gentiliano, Tesigenza di un processo di mediazio- ne quale principio attivo della dialetticità del Pensiero e del Reale. Queste discussioni, e le altre che si collocano Ín questa direzione, ca- dono peró sempre sui modi nei quali il concetto di dialettica deve darsi per darsi trascendentalmente, e non su quello che

far cadere l’intera questione sul prin- cipio; ma proprio per avere identificato il principio con la soggettività universale, e dunque avendo già legittimato discussioni del tipo accenna- to, ha fatto si che il suo «risultato» non fosse ció che ora possa cadere in discussione, ma il necessario risultato che si raggiunge con un corretto sviluppo della scoperta kantiana del trascendentale stesso. Un risultato perció che ha l’ambizione di riproporsi quale principio (formalismo as- soluto) perché

attraverso questa riproposizione del risultato come princi- pio, il principio non sia piú il «positivo come speculativo» verso il quale 56

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