Il Basilisco di Mezocorona. (Leggenda popolare.) Là sovra il monte di Mezzaeorona, Dove la roccia pili scoscesa pende, Una caverna sta, clic, come suona Voce, dal Basilisco il nome prendo : Ecco la storia, qual la conta l’ava, Successa ai tempi che Berta filava. Sulla montagna v’ è una buca oscura, D’ un Basilisco un di fiera dimora, Che empia tutta la valle di paura, E fa tremare a nominarlo ancora: àia come, Dio mercè, n’ ebbe vittoria Un nostro conte, vi dirò la storia. È il Basilisco
, al quale non s’agguaglia Alcuno in palleggiar lancia in battaglia. E un dì, indossati la corazza c i guanti, E l’elmo od i cosciali e le gambiere, Tutti .quanti di ferro luccicanti Salì sul monte il gioviti cavaliere, Salì sul monte verso tramontana Dove del mostro sta la cupa tana. E posar fe’ pian pian di latte un secchio Presso la bocca; clic sono i serpenti Del latto ingordi; c quindi un torso specchio Rizzar li appresso, ma dei più lucenti : E sopra il foro, colla lancia in resta, Si mise
, che la pancia Mostrava netta ; tutto il resto è ossa ; Gli infilò un colpo colla lancia, Mostrando tutta sua tremenda possa, Lo trapassò cosi da parte a parte, Da far vedere sua destrezza ed arte. Si contorse, fischiò, fuor dalle nari Soffiò fumo e favillo, e fischi orribili: Dalla bocca versò veneni amari, E alfin cessare i torcimenti e i sibili: Quando per bene s’ ebbe il 'conte accorto, Sollevò sulla lancia il corpo morto; E sollevato, a guisa di bandiera, Dal monte in mezzo al popolo calava