Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
la delimitazione rispetto alla provincia veneta di Belluno, un confine che scende da li fino alla sella del Monte Croce di Comelico e prosegue poi quasi rettilineo fin verso la ere il «crocefisso dell'Eu- ropa» eretto sull'Elmo, nel 1958, da giovani esploratori di vari pae- si europei. sta del monte Popera (Arzalenkopf). Quindi asseconda - in direzione sud, in mezzo ad alte cime e a forcelle scoscese - la linea del- 10 spartiacque fra il bacino dell'Adriatico e quello del Mar Nero, sfiorando la Cima
aspetti, la vita quoti- diana degli abitanti. Una particolaritä di Se sto consiste tuttavia nel fatto che con il Comelico, nonostante la strada che da se- coli collega i due territori, non c'e stato al- cuno scambio culturale o sociale. Fino a po- chi anni fa, fra i sestesi, non c'era nemmeno molta stima per il tipo di civiltä, i modi di vita e le usanze dei vicini del Come lico. Sono stati invece annodati legami mol to piü fitti con i vicini «dall'altra parte del monte», quelli che stanno nel Tirolo
orien tale. Nel 1919, dopo l'esito - infelice per l'Austria - della prima guerra mondiale, il Sudtirolo fu occupato dalle truppe italiane. Fu fissato come linea di confine Io spartiac que fra i bacini dell'Adriatico e del Mar Ne ro, ovvero dell'Adige e della Drava. Posti di frontiera furono eretti, fin dalla fine del 1918, nella piana di Dobbiaco e sul passo di Monte Croce, considerato che la Drava, con il rio di Sesto suo affluente, scorre verso l'Austria. Senonche poi, probabilmente per
considerazioni di natura strategica, l'ltalia riusci a ottenere, con gli accordi di pace di Saint Germain, Io spostamento della linea di confine nella zona fra Sillian e Prato alla Drava. Avvenne cosi che soltanto nel 1920 furono annessi all'ltalia anche i comuni di Sesto, San Candido, Monte San Candido, Versciaco e Prato alla Drava. Non e stato mai chiarito se, ed eventualmente in quäle misura, le amministrazioni comunali influi- rono su questo spostamento della frontiera.