tridentina, tutta garofani rossi. Sui gradini, non v'ha che la magnifica corona del municipio di Trento: è in bronzo e porta in mezzo lo scudo dell’aquila trentina. Sotto a questa, si nota la corona di Trieste, pure in bron zo e colla scritta: Qui—auspice l’Alligkie- ri — Trieste rinnova — il patto fraterno. Suonano lo bande, ma d’un tratto ces sano. Ad un segnale di tromba, cado la candida tela; e il monumento, spic cante sullo Alpi, appare in tutta la sua bellezza superba, e strappa un grido d’am
all' altissimo Poeta — veniva oggi affidato alla custodia del municipio di Trento —11 ottobre 1896. E dinanzi: A Dante, Al Padre, il Tren tino, col plauso e l’ajuto, ■della Nazione. E qui vogliamo dire una cosa che nes suno iia detta e eh'è giustizia segnalare: L'Austria ha permesso il monumento al sommo Italiano in Trento, come ha per messo testé quello a Nicolò Tommaseo in Sebcnico: al Tommaseo che, nel 48, a Venezia, con Daniele Manin, fu a capo d’un popolo insorto contro l’Austria stessa
. A nessuno sfugge questa larghezza di concetto, degna dei tempi nuovi. CESARE ZOCCHI autore del monumento a Dante in Trento è diventato l’idolo dei Trentini, che lo hanno acclamato con entusiasmo concor de pel suo mirabile capolavoro. È nato a Firenze il 7 giugno 1851. Il padre suo era un marmista di lapidi sepolcrali, ohe vagheggiava pel figlio una via più ele vata, più allegra, più lucrosa: quella dell’ingegnere. Ma il giovinetto al cal colo preferiva il disegno artistico: dise gnava e modellava