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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1834
Storia della Valtellina e delle già contee di Bormio e Chiavenna ; 1
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Seite 284 von 374
Autor: Romegialli, Giuseppe / Giuseppe Romegialli
Ort: Sondrio
Verlag: Della Cagnoletta
Umfang: XXVII, 342 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Veltlin ; z.Geschichte
Signatur: II 101.215/1
Intern-ID: 118978
255 stabilita concordia, e nello stesso giorno, per rogito di Giorgio di Retegno , fecero altrettanto , e i nomi di tutti si scrissero in nn libro all’ uopo formato e detto il libro della Santa Unione. Questi atti iiinoìtrali al duca unitamente ai capitoli della Santa Unione, stesi da alcuni scelti dottori di collegio e da altri dei più riputati cittadini appositamente eletti dai presidenti alF of ficio delle provvisioni di consenso degli officiali del duca, gli piacquero, e, con suo decreto

, ne espresse 1’ approvazione, portando però qualche correzione ad alcuno de’ capitoli della pace , i quali in sostanza contengono : L La promessa di essere fedeli al principe, e di guardarsi da qualunque congiura o sollevazione contro di lui o contro la patria, e da ogni par tito o setta» II. Che nei tempi sospetti e massime di tumulto o guerra, nessuno possa tenere nella casa di propria abitazione o in altre case, tanto in citta* quanto fuori, persone non descritte nel libro della Santa Unione, se non con

la Santa Unione. V. Che i non descritti nella medesima non potranno conseguire verun officio od amministrazione della comunità di Como. À questi capitoli aggiunti furono i seguenti : I, Che il podestà e i giudici della sua curia, il capitano e il referendario presenti e futuri debbano giurare di conservare e difendere lo stato del duca regnante e dei successori, e di osservare ì decreti ducali e i statuti della città di Como, tanto fatti , quanto da farsi in avvenire. IL Che ninno possa far appendere

o dipingere in veruna chiesa o por tar ne’ funerali, scudi, arme ed altre insegne di famiglia, e solo sia lecito di far scolpire le proprie insegne in marmo sui sepol cri, monumenti e cappelle proprie. HI. Che debba festeggiarsi il giorno di S. Lucia, anniversario di questa pace, anche con solenne processione del clero e del popolo ogni anno. IV. Che nessuno il quale non sia compreso nell’ Unione possa tenere al bergo od osteria sì dentro la città che fuori nei sobborghi e confini di essa, essendo per

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1834
Storia della Valtellina e delle già contee di Bormio e Chiavenna ; 2
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Seite 189 von 347
Autor: Romegialli, Giuseppe / Giuseppe Romegialli
Ort: Sondrio
Verlag: Della Cagnoletta
Umfang: 344 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Veltlin ; z.Geschichte
Signatur: II 101.215/2
Intern-ID: 118980
* 8 ? viaggio distante, cd occorse a riguardanti stessi vedere a solfo misto ed a fuoco ascendere verso il cielo un nembo dì fumo. Tanta fa poi la veemenza, tanto F impeto col quale quella parte di monte scoscese, che il campanile della chiesa di S. Maria ove solevano i protestanti adunarsi alla predica, dalla sinistra, per-aria venne alla destra sponda del Mera trasportato, e, ciò che ha del prodigio, la campana trovossi. non ostante iutiera, mentre di quelle delle due chiese de* cattolici

sacre a 8. Cassiano e a S. Giovanni si rinvennero soltanto i frantumi. Una lapide di marmo, ornamento una volta della porta della casa di Gerolamo Un maga e nella quale senile vedevansi le insegne gentilizie di quella famiglia, dalla riva destra del Mera, ove sorgevano le case stesse, fu alla sinistra sponda trasportata ed ivi trovossi. Nè c maraviglia se il monte precipitato avendo col massimo impeto e la sottoposta valle essendo angusta, andarono le materie ad urtare l’opposta montagna, d’onde

respinte ravvolgendosi per aria, sull’ altra sponda del fiume ricaddero. Ostruito l’alveo del Mera, per ben due ore ne rimase il corso impedito, argomento a chiavennati di grave ambascia, e a un tratto dì tema quell'am masso di acque non irrompesse sul borgo. Trovarono sfogo senza far danno. Quasi nessuno di quei mìseri potè sottrarsi all 1 eccidio. Il bet toli ere Francesco Forni col muratore Limone Bamada ne furono esenti, perchè nell' istante del disastro erano usciti e andati verso certo monticello

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