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Bücher
Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Seite 63 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
il comatulo c, fatta iuta fossa, vi rinchiuso le reliquie elei Santi. Erano questi Giovanni il Battista e Giovanni 1’ Apostolo, i Santi Stefano e Biagio, Giorgio e Lorenzo. Nascosto aveva quel sacro deposito il cJriaro Germano , afiinc di sottrarlo al furore del re degli Ungheri, senza clic per cinquecento e forse più anni si sapesse in qual parte le ossa fossero state locato, finché per le preci e lo lacrime del virtuoso Pontefice Uklarico vennero felicemente scoperte. Ma rionde venivano

questo reliquie? Un qualche lume da rebbe a questa dimanda la già citata testimonianza di S. Giovanni Damasceno V, se a quel documento potessimo prestar fede. Egli ci dice, che, essendo mandato dall’ Imperatore Teodosio all’ Isola di Creta per combattervi un falso Profeta spacciatosi per Mosè, nella notte in cui fermossì presso la piccola cappella di S. Giovanni, il patrizio Conete, figlio della sorella di S. Martino, e Filippo cicli’Isola fanese nella Dalmazia c Simone discepolo di S. Girolamo Stri

- doncnsc, con Fucrionc vescovo lugduucnse e Vincenzo prete della Gallia e molti altri fuggiaschi, fatta una fossa sotto 1’ altare vi seppellirono le ossa di quei Beati, che portavano seco ins'eme coi loro tesori , c clic poi vengono specificati col ripetere 1’ iscrizione rammentata. A questi fuggiaschi sarebbero dunque dovute le pre dette reliquie, nascoste da loro sotto F altare. Vennero esse sotter rato di nuovo dal chiaro Germano e rinvenute dal piissimo abate Giovanni, per lo preci del Patriarca

Uklarico. Ma alcune brevi ri flessioni bastano a farci vedere quanta confusione regni in tutto queste notizie. Il Damasceno viveva nel secolo Vili e l’Imperatore Teodosio, di cui si parla, sarebbe quindi il terzo di quo! nomo, elee sedette sul.trono di Costantinopoli nel 710. Vero è che ammettono alcuni essere vissuto il Damasceno al tempo del primo Teodosio, (370-395). Allora starebbe la notizia intorno al discepolo di S. Girolamo ve nuto a S. Giovanni; ma tutto ciò non s’accorda colla vita del

Damasceno, che gli storici ricordano quale consigliere del califfo di Damasco, e die quindi non poteva essere vissuto prima che Maometto predicasse la sua dottrina e che i suoi successori sta bilissero a Damasco la loro sede. Tutto quello pertanto clic do vrebbe raccogliersi da questo documento si è, ebe fino dal secolo ottavo cioè dal tempo di S. Giovanni di Damascò, sarebbesi parlato 1 Vedi pag. 48. 11 Damasceno stesso scrisse sul culto delle immagini e delle reliquie nel suo trattato De Fide

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Seite 68 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
mono il Vangelo di S. Marco. Abbiamo già parlato del documento attribuito a S. Giovanni Damasceno V, dal quale risulterebbe che fra i profughi venuti al Timavo per seppellirvi lo ossa di parecchi Beati insieme con altri tesori , è nominato un Simone discepolo di S. Girolamo Stridonense. Inventato di sana pianta, per quanto ine satto, non posso credere quel documento; io. vi vedo piuttosto una confusione di fatti, che forse attengono a tempi separati fra loro; ond’ è che un discepolo

preziosi, in mezzo alle notizie più contraddicono, le quali provano la somma venerazione in che si tenevano quei sacri tesori, comparisco co stantemente anche 1’ Evangclario. Kè questi trasporti si restrinsero allo sole occasioni mentovate dianzi parlando dello reliquie, ma si ripeterono più volto e a S. Giovanni c in Grado o in Dividale u in altri luoghi duranti le incursioni barbariche c le guerre intestine. La venuta di questo discepolo dello Stridonense a S. Gio vanni servirebbe anche a corroboraro

una terza opinione .sostenuta da alcuni, i quali credono che in origino Y Evaiigelario si trovasse nel famoso chiostro di S. Giovanni é che nascosto collo reliquie al tempo dell’incursione degli Avari, fosse poi dal Patriarca Uldarico ' portato a Beligna, donde al tempo dei Patriarchi Torriani pervenno al capitolo d’ Aquileia. Ma per vedere quanto le notizie pugnino le une coll’ altre, basta osservare che i dominatori del ducato del Friuli, cominciando . dai Longobardi sotto Àlboiuo, ossia dal 508

, fino a Carlo Magno *, ' vi apposero il loro nome, facendo bensì menzione che una volta il codice esisteva nella badia del Timavo, ma con ciò stesso dimostrando impossibile che'potesse in quella stagione essere nascosto sotto le macerie della chiesa di S, Giovanni. Trattato ex. professo, o almeno esaurito, non fu mai questo * Tedi pag. 56. „ ' • '* ’ ■ '' '■

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/137259/137259_295_object_5189011.png
Seite 295 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
per luì maggiore attraenza. À questa pertanto egli continuò ad attendere valorosamente con suo fratello Cristoforo, e in questa egli periva nel 1516, avendo raggiunto il grado di colonnello. Quell’anno riusciva funesto anche alla casa Torriana stretta da poi in alleanza di parentela con quella degli Holcr. Lodovico della Torre, fratello dì Chiara, sposata in sèguito a Giovanni Hofer, mortalmente ferito, cadde noli' ultima scaramuccia presso Udine contro un distacca mento veneto capitanato

e il palazzo tornano fu saccheggiato o dato alle fiamme. A Sigismondo Hofer V Imperatore sostituì nel capitanato di Duino suo fratello Giovanni , concorso con lui a ricuperare il ca stello a Massimiliano, lìgli ebbe-ordino di munire tosto la rócca con tutto studio e .sollecitudine, affine di metterla in istato di re sistere ad ogni nuova aggressione. Quindi noi 1511 l’Imperatore gli prometteva di lasciarlo al suo posto ancora por tre anni dopo che fosse terminata la guerra coi Veneziani; anzi passati anche

quelli acconsentì che Giovanni vi restasse finché venisse pienamente soddisfatto di tutte le spese sostenute per le nuove fortificazioni e . loro mantenimento \ Nel 1514 lo invitava altresì a concorrerò alla fabbrica del castello di Trieste 1 , c di qui cominciarono i debiti 1 Ardi. (Il Duino, 1500, 8 luglio, (Dividale. Ln riversale ilei 20 dicembre successivo trovasi nell’ardi, di Vienna. a Àrdi. Imp. 1511, 26 marzo, Ensìsteìin (ong.) Il Kandier, Indica zioni ecc. pag. 55) pone invece per capitano

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