o ~~ 373 - ' ' • ‘ » li ritirarsi della popolazione da S. Giovanni, fatto insalubre dalle paludi, per concentrarsi nel borgo di Duino, aveva resa da gran tempo necessaria un’ ampliazione della chiesa, di che il me rito spetta ad uno dei più zelanti pastori che abbia avuto quella parecchia, il già rammentato monsignor Stefano Doli ale, di sempre cara e venerata memoria '. ■ Il desiderio del conte Raimondo 'VI, di riposare nella chiesa di sua fondazione, sembra sia stato eseguito, poiché essendo
morto a Vienna il 17 agosto 1623, ci è noto da un’ iscrizione che colà vennero sepolti solfano i suoi intestini \ Perenne vive a Duino la rimembranza di questo preclaro cavaliere, come autore della nobile prosapia, che da quasi trccent 1 anni vi tiene la signoria; e l’epi gramma del P. Giovanni Bartolotti, checché si possa dire del suo merito letterario, espose con verità le lodi di Raimondo VI: Inclyta Tunigenas quotquot venerata vetustas Extulit egregios Marte togaque viros; Horum quisque suis
fulsit splendoribus; horum Sparsim cuique sua est gloria, fama decus. A st tibi cunctarum est iunctim, liaimumlo, Tuorum Gloria, fama, decus; singula solus habes. 2 . Giovanni Filippo I, Raimondo il Vecchio lasciò dietro di sé la seconda moglie, o J contessa Chiara, cui denn assegnata per sede vedovile Sagrado, con una ricca rendita atta a coprire il suo erodito di oltre conto mila fiorini. Egli divise i suoi boni fra i quattro figliuoli eh 1 ebbe da Lodovica *, assegnando però al primogenito
conte d’Attems; Regina Lombarda in Ferdinando d’Attems, poi nel barone Giovanni di Kimburg; Chiara Emilia morta nell’infanzia. • * Ardi, di Duìno, testamento del 4 maggio 1617. Pel patto del 20 set tembre 1623 conchiuso fra i fratelli prima d’aprire il testamento, Francesco il primogenito ebbe una parte uguale a quella degli altri tre.