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Bücher
Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Seite 327 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
/ e la Repubblica veneta. E di vero, morto l’ultimo conto eli Gorizia, sotto cui fu capitano eli Belgrado e provveditore della contea di Gorizia, di Raifemberga, S. Daniele, Yipacco, Comen e S. Giacomo Giovanni Febo dedicò con devozione la vita propria e quella dei tìgli a difesa della causa imperiale. Nel 1501) fu eletto commissario per le vettovaglio dell’ esercito condotto dal duca di Brunswick, nel qual ufficio sembra aver avute non poche difficoltà, avendo il generalissimo ingiunto

ai Goriziani di essere obbedienti e pronti al suddetto della Torre et che in ciò in alcun modo non debbano di mostrarsi renitenti,.., ci dimostrandosi essi disobbedienti, il Duca sarebbe obbligato di castigarli sopra la vita e la robba h Giorgio, il mentovato ambasciatore di Massimiliano c cugino di Febo 'VI, potè uscire sano e salvo di quella guerra; non così Lodovico figlio di Febo, pen’to, coni’ ebbimo occasione di narrare 3 , nel 1510 in uno scontro presso Udine. Questa iattura fu per Giovanni Febo

tanto più grave, por essere Lodovico a quel tempo 1’ unico suo tìglio, giovane di bellissimo aspetto e d’animo ardito o generoso. Nò ciò bastando, l’ira del nemico si volse anche sullo terre di Febo, e come in Gorizia fu devastata la casa Ternana, a Vipul- zano fu proso dal provveditore Marco DoHin còlalo allo fiamme il castello. Fin che gli oggetti preziosi rubatigli, Giovanni Febo ebbe a lamentai'); il vandalismo commesso noi suo archivio, di cui sterile documento rimane il processo sulle antiche

memorie della domi nazione Tornami in Milano, rimaste disperse. Il Lanipugnano od il Ferrucci, che pur dall’archivio dumoso attinsero in gran parte le loro notizie, a questo non hanno posto attenzione *. Lodevole è la, diligenza colla quale il conte Raimondo VI della Torre, nipote di Giovanni il Giovane, seppe supplire a queste lacune coi preziosi apografi per sua cura da ogni parte raccolti. Superfluo è notare che sotto i duo Giovanni seniore e Junior continuarono a rinnovarsi le investiture dei

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