, Federico Luigi della Torre. E ciò che suc cesso più tardi anche del passo dell’ Isonzo presso Sagrado, che i Torriani avevano acquistato dagli Stvasoldo con una permuta. . Quanto alla dogana stabile di S. Giovanni, la reggenza del- 1’ Arciduca, dopo d’ averla data in pegno agli Hofer ed ai Torriani, la riprese da loro in affitto; e tanto era il vantaggio die no traeva, che, quando cedette la signoria di Duino ai conti della Torre, la volle eccepita dalla vendita. Ogni anno nel giorno del gran mercato
di S. Giovanni il capitano di Duino pubblicava un bando, clic prescriveva l’ordine da tencrvisi, indicava le tariffe della dogana del principe, e sta biliva le pene pei violatori del regolamento. Non potevano seguirò contratti senza la mediazione di corti scasali, oli’ erano in pari tempo incaricati a mantener l’ordine, giovandosi all’uopo delle guardie. Tutti erano sotto il comando del daziavo , presso il quale dovevano essere inscritti gli animali posti in vendita. In occasione di guerra veniva vietata
poteva farsi fuori del porto di S. Giovanni, il capitano di Duino godeva il diritto di preferenza. Riservata era pure la pesca gione del tonno; ed ambidue questi diritti, contrastati più volte dai Triestini alla signoria di Duino passarono colla vendita ai Torriani. ■ , Il rilevante commercio del porto di S. Giovanni, oggetto continuo di litigi con Trieste e di ordini e contrordini del governo, * Arci, di Duino, processi del 1729 e del 1759.