cominciavano già, in, Francia ed altrove, ad agitarsi contro di lui ■ personalmente. . • La guerra del 1809, che doveva essere per l’Austria sfortunatissima, si iniziò con un - successo austriaco nell’Istria e .nel Veneto,, ove all’arciduca Giovanni, riesci di respingere Beauharnais fino alla linea dell’Adige. Ai successi d’Italia non erano paralleli per l’armi au-■ ■ striache ed alleate, altri successi sul Danubio: perocché vincitori i Francesi ad Augusta e Ratisbona, e minaccianti già il cuore
dell’Impero, l’arciduca ' Giovanni dovette piu che in fretta abbandonare l’Italia, ripassare le Alpi Giulie, per unirsi, ma inutilmente agli alleati, che si facevano ancora battere da Napoleone ad Aspern ed a Wagram e gli lasciavano aperte le porte di Vienna. Colla ritirata dell’arciduca Giovanni, i Francesi condotti da Macdonald ripresero • tutto il Veneto, giunsero a Gorizia il 16 maggio, e come al solito, due giorni dopo erano * a Trieste. E stavolta si mostrarono colla nostra città ben più severi che
non fossero stati nelle due occupazioni precedenti — poiché, oltre le solite contribuzioni di guerra in denaro, la requisizione delle armi, la confisca delle merci inglesi e di altre , nazioni nemiche alla Francia, imposero a Trieste alcune durissime condizioni. « Due cose— scrive il Cavalli (1) — avevano dato sui nervi ai vincitori. La prima i.due battaglioni di volontari che la città aveva mandati al campo e che servivano nell’esercito dell’arciduca Giovanni, a propòsito dei quali Napoleone