deve subire la visita doganale, il treno fa sempre una j lunga fermata. La città non è molto discosto, e siede sulla sponda sinistra dell’Isonzo, il ! quale, visto dall’alto del ponte.ferroviario, taglia la vallata in larghi serpeggiamenti, dando colle ! ombrose sue sponde un grande risalto al paesaggio. Gorizia, che si vanta del suo appellativo ! di Nizza austriaca, e ne trae profitto, è una piccola città, che in carrozza si percorre .— ahfleno j per le vie principali — in breve tempo. Consta
di due partirla Gorizia pecchia, che si appoggia ! al lieve pendìo d’un-colle, alto poco, meno di duecento metri, sul quale è dominata dal vecchio ’ castello de’suoi conti: la Gorizia nuova, invece, si stende per-la piana, verso Tlsonzo. Il castello di Gorizia, dal quale si gode il miglior panorama della città, data dal sècolo XII. ' È una costruzione forte, pesante ancor cinta da una triplice muraglia è mostra dei solidi bastioni. Certamente fu fabbricato sopra costruzioni più antiche e fors’anche
e dell’Impero. Qh! era proprio una delizia,, per le. popolazioni, quel sistema feudale! Dal: castello si domina d’un sol colpo d’occhio l’intera città. La parte vecchia, addos satesi al colle, ha viuzze.strette, irregolari, non eccessivamente pulite: le cui case'sono in parte di tipo veneto e parte di struttura arieggiarite il tipo .tirolese. Nella Gorizia nuova, che s’allarga sul. piarlo, di fronte al castello, abbondano le costruzioni moderne, senza stile,' senza carattere speciale. Ve ne sono alcune
assai graziose: nè vi manca qualche palazzo abba stanza bello. Le vie di questa parte di Gorizia sono larghe, diritte, regolari: e vi spira una calma solenne, un silenzio quasi monastico. Oltre la città, il cui panorama è spezzato e reso S vario da un-bel giardino a boschetti e a verdeggianti aiuole, tenuto con cura, estrema, sorge a poca distanza la collina di Castagnavizza, ove nella pace profonda d’un convento di fran cescani, che spunta fra il verde vivace dei castagni, dai quali il colle