Cles, ove mìsero paura ai rivoltosi, e gli eccitarono alla quiete, dopo però la consegna delle chiavi del castellò ai Deputati. In seguito a ciò il Buseti con lettera 26 maggio scriveva al Tono — i soli uomini della Pieve di Male essersi diportati bene — ; e tre giorni dopo lo stesso Arciduca (Conte del Tirol o) lodava assai la fedeltà e il buon volere dei Maletani. Anche in altre terre del Principato la rustica ribellione si era latta conoscere: nella Yalle dell'Adige sopra e sotto Trento
, nella Valsugana, nella Rendena e nelle Giudicane ; dappertutto si osservava un moto insolito di persone che andavano e venivano, e in secrete combriccole si intendevano per combinare una som mossa generale. Fu anche in questi giorni tastata la città di Trento, per spiare quanto su essa potesse contarsi ; ma non si ebbe mai altra risposta che questa : la città voler stare coli' Impero, colla Provincia e col Vescovo in tutte le cose lecite e oneste. —• Ed è ben certo, che l'esempio della città
e le esortazioni de' suoi consoli valsero assai per frenare 1 J ardor degli animi, specialmente presso i contadini delle Giudicane. Non dì meno anche in Trento pullulavano i germi della sedizione, in maniera che il Vescovo Bernardo, a sicurezza della sua persona, per tempo erasi rifuggito a Riva, raccomandando la città alle cure dei Consoli e dei tre Capitani da lui nominati. I consoli, replicando sincere proteste di divozione con frequenti e calde lettere, lo invitavano a ritornare al suo castello, assicu