Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Thurwieser 105 del Rin Maré, verso la quale ritorna poco dopo. Si prosegue sul fianco destro della valle, in parte occupata da morene, approfittando qua e là delle rare zolle erbose (edelweiss !), e in monotona ascesa, allietata solo dalla meravigliosa seraccata della Vedretta del Zebru e dalla veduta all' indietro sulla ghiacciata catena del Confinale, si giunge sotto all' angolo S-O della Vedretta del Zebrù, là ove una ripidissima stretta vallecola
fa pervenire in breve alla vedretta ; oppure - meglio - prima ancora si volge a sinistra (N-O) e per ripidi pendii e vallette di detriti e neve si raggiunge la vedretta - badare, nei Primi metri, a qualche possibile crepaccia. In discesa, da qualunque punto della vedretta, scendere a sinistra (S-E) fino ad incontrare il sentiero nella Valle del Rin Maré. 31.) Punto m. 3115 (m. 3118 c. P.). Al termine meridionale della cresta S. della Trafoier Eiswand. Domina la Valle Zebrù specialmente al punto in cui
si volge in essa verso E. prima delle Baite del Zebrù, e si presenta pure dominante salendo nella valle del Rin Maré alla Capanna Milano o scendendo dalla Cima della Manzina verso N., da dove si mostra con parete verticale. Non merita di venir considerato come vetta a sè; ma in altre regioni avrebbe già avuto un nome ed una storia. ICONOGRAFIA: Sella, dal Passo Zebrù. — Rebuschini, dal Confinale. — CA valeri. La cresta N. corrente al Passo dei Camosci è certamente difficilissima per gli acutissimi
prima metà del secolo passato. (Errato quindi il nome di Thurmwieser della carta I. G. M.). Svelta piramide di rocce, a forma di aguzza lancia, con un tagliente di ghiaccio terso di tal ripidezza che passò come sinonimo nella let teratura alpina. E tra le più belle montagne delle Alpi Orientali e costituisce, vista dall'E., col Tresero la più elegante vetta del gruppo. Ascensione di frequente compiuta per la fama di più dif ficile cima della regione, richiede realmente una buona pratica ed abilità
onde superare il famoso spigolo di ghiaccio; la ripida fac ciata rocciosa italiana invece - pressoché sconosciuta - è molto più facile, qualora si tenga la via seguita finora solo dalle guide di S. Caterina. TOPOGRAFIA: Forma l'estremità e il punto culminante orientale della lunga imponente bastionata di rocce franose chiazzate di neve, di cui l'altro termine è la Trafoier Eiswand, e che toglie alle due vette, sul versante italiano, parte del loro aspetto caratteristico e seducente. Dalla cima