Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
3T4 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo tutta la parete O-S-O del Corno. Fino a dove esso s'interna tra le rocce la sua in clinazione è media; poi si fa più forte ed è, se nevoso, percorso nel mezzo da un solco formato dalle pietre. Con neve buona e nelle ore fresche conviene risalirlo per intero, senza vere difficoltà, mentre, con neve durissima o con pericolo di pietre è meglio attenersi alle ripide colate di detriti sulla sinistra (salendo), faticosissime e mo notone
: nell'alto bisogna entrare nel canale. Giunti per questo là ove esso si allarga a ventaglio, si ha la scelta tra due vie : I) Si continua per il ramo sinistro (salendo) che diventa man mano più stretto e ripido, sì che, tranne con condizioni eccezionalmente favorevoli di neve, occorre tagliar gradini di continuo ; in tal caso ci si può valere specialmente delle roccie del margine sinistro (salendo). Con un ultimo tratto difficile tanto più che spesso il ghiaccio è qui allo scoperto e cementato da rottami
, si arriva sulla marcata spalla superiore della cresta N-O che si segue come in e), fino alla vetta. II) Si prosegue per il ramo di destra, cosparso di isolotti rocciosi, dei quali si può approfittare di solito senza difficoltà, onde pervenire nell'estremo canale destro (S.), strettissimo. Su per esso, di solito con un forte lavoro di piccozza e badando alle cadute di pietre che, data la ristrettezza del luogo riuscirebbero pericolosissime, da ultimo con un non facile tratto su cattive rocce
, si raggiunge la cresta S. e per essa come in «), la vetta. Variante : Tra i due itinerari sopra descritti venne aperto anche il seguente, più difficile di quelli : Presso al Lago Bianco, circa a 20 minuti dal Rifugio di Gavia, si piega ad E. e, superate alcune terrazze di detriti, si raggiunge una larga conca ripiena di neve formata dalle propaggini delle creste S. e N-O. del Corno. Tenendosi sempre a sinistra si sale per un avvallamento di neve dal quale si esce sulla destra per una morena fino al piede
di una grande gola di ghiaccio (canalone) scendente dal massiccio ter minale del Corno. Si lascia presto questo canale là ove diviene più erto e quindi più pericoloso per le cadute di sassi, e si sale a sinistra su roccie rotte e in parte esposte fino a circa 100 metri al disotto della cresta O. Poi, con traversata esposta su alcune cengie, si ritorna nel canale che si attraversa (pericolo di pietre 1) in modo da gua dagnare un sistema di canaletti scendenti dalla cresta S. ; in essi si sale (con