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REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo 275 versato. Ad ogni modo è più conveniente farlo nella direzione da S. Caterina a Peio. 11 versante del Forno è alquanto più difficile di quello del vicino e preferito Colle degli Orsi. STORIA ALPINISTICA: Senza notizie. BIBLIOGRAFIA-. Zeit. 1907 p. 244. ICONOGRAFIA: Vers. Sella , dal M. del Forno; id. Corti. — Silvestri. Vers. S-E: Sella , dalla Presanella. a) Dall'Albergo del Forno per il versante N-O - ore 4 i[2 circa. Come per il Colle

regione meno inclinata volgente quasi a mo' di conca verso la larga e già da tempo nettamente visibile apertura del colle, si volge a questo. Il tratto è discreta mente ripido e tagliato di solito da una enorme crepaccia che con poca neve conviene girare già prima sulla sinistra (N.); costeggian dola al disopra, da ultimo per una ripida china unita, si è in breve al valico, nevosa sella da cui s'apre all' improvviso una bellissima veduta sulla Valle di Peio, sulle Dolomiti di Brenta e sulla magica

la Carta I. G. al 50.000, mentre le altre danno Cornaccio solamente), lungo dosso pianeggiante sul prolungamento della cresta S-E dell' anticima meridionale della Rocca S. Caterina, colle quote 2365 e 2343; per un buon sentiero si giunge all'imbocco dell'erta Val Cadini. - Dap prima lungo la sponda destra (salendo) su cui è sita la Casera di

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, e specialmente nelle ore calde, alle frequenti cadute di blocchi di ghiaccio dai seracchi che sovrastano minacciosi, sì che questa via vien di preferenza seguita in discesa essendo essa così spedita da ridurre il pericolo a pochi minuti. L'altra via consiste nel seguire, dal piede della caduta inferiore del ghiacciaio, la via al Colle degli Orsi fino nel grande bacino mediano (vedi 169 b), ove si volge a S-O in modo da raggiungere il dosso del S. Matteo al P. 3297 su chine nevose nelle ore calde in cattive

molto indicata dalle guide e pubblicazioni alpine, non è troppo da consigliare la traversata al Giumella con discesa al Colle degli Orsi e al Forno poiché, dopo il S. Matteo, il Giumella par cima troppo secondaria e la discesa dal colle non è più facile o breve di quella dal S. Matteo. e) Dal Monte Giumella per la cresta S-E - 314 d'ora circa. Vedi 170 e). f) Da Peio per la cresta S-E o per quella S-O - ore 7 i[2 circa. Itinerario non difficile, ma lungo e poco comodo, causa il cattivo pernottamento

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REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo 283 S-E è detta in Val di Peio « i Mughi », mentre sulle Carte al tratto diraqiantesi in quella direzione è applicato il nome di Corn del Morto, colle quote 3251, 3118 e 301 1 c. G. ; essa finisce nel Monte Mandriole (m. 2930) sul cui pendio meridionale s'estende l'Alpe dei Mughi (sulle Carte Alpe di Mughi) (m. 2498) una delle più ele vate della valle ; in questa il Mandriole è conosciuto sotto il nome di Cima Tovi. La Carta di Payer indica

il pendio. Variante: Si può, salendo da Peio ai Colle degli Orsi, raggiungere direttamente la cresta senza toccare il valico : Poco prima del colle si piega decisamente ad Ovest e per la china sempre più ripida del ghiacciaio, badando attentamente alle numero sissime crepacce che la solcano, si perviene senza vere difficoltà alla cresta ove si raggiunge la via predetta. Di poca utilità. б) Da Peio per la cresta S-E + ore 7 a 8. La via più interessante - tra le facili - al Giumella perchè va riata, senza

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REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo 267 Enorme massa, in gran parte di ghiaccio, ergentesi a S-O del Col Vioz e formante, se visto dal Forno, un tutto unito colle Punte di Peio e la Rocca S. Caterina, mentre invece da Peio par isolato colla sua forma conica, svelta ed elegante. Il Rifugio Man tova sulla facilissima cresta S-E lo ha reso frequentato e favorisce pure la traversata al S. Matteo o al Tresero che va prendendo sempre più voga. TOPOGRAFIA: La vetta del Taviela

discesa a S-O, poi esattamente a S. verso la Punta di Pejo (v. 163). PANORAMA : Uno dei più belli delle vette che circondano il bacino del Forno. Splendida la veduta giù sulla Valle di Peio colle sue due diramazioni ; poi tutta la catena dell'Ortler-Cevedale e uno sconfinato anfiteatro di monti, tra cui attirano sovratutto l'attenzione le bizzarre guglie e torri del Brenta contrastanti, colle loro sfumature bruno-rossastre, coli'abbagliante biancore delle nevi eterne. Da nessun'altra vetta del gruppo

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stessi in discesa. (L'anticima meridionale venne salita la prima volta da Julius Payer con Johann Pinggera e Antonio Chiesa - 12 settembre 1867 - per la cresta S-O, scendendo per quella N. ed il versante E.) BIBLIOGRAFIA: Erschl. p. 166. — Zeit. 1907 p. 243. ICONOGRAFIA: Vers. S-E: Boll. Alp. 1908 p. 33. — Sella (dalla Presanella). — Vers. O Sella, dal M. del Forno. a) Dalla Punta di Peio per la cresta N. - i[2 ora. Vedi sopra e). b) Dal Colle Cadini per la cresta S-0 e S. ♦ - 3(4 d'ora - poco più

di un'ora dalla Punta Cadini. Dal Colle (v. 165) in comoda salita per la cresta di neve di media inclinazione a volte affilata si raggiunge in breve - 20 mi nuti - 1' anticima meridionale nevosa della Rocca (m. 3513) (sulle carte comunemente indicata come la vetta) che, ad onta - della sua minore altezza, occupa nell' assieme del gruppo un rango più importante che non la culminante. ( Dal Ghiacciaio del Forno si può, seguendo la via al Colle Cadini fino all' ultima traversata sotto di esso, salire

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e originantesi al marcato sperone roccioso che dal colle scende in direzione S-O verso valle. (Dal fondo di questa non si distingue bene il passo ed è facile essere tratti in inganno dalla notevole depressione della cresta a sinistra di esso, nella direzione della Suldenspitze). Con poca neve una traccia di sentiero è visibile di là fino al colle (segnata esattamente sulla carta italiana); essa fa superare agevolmente la morena, poi un breve tratto di ghiacciaio unito, per cui presto si è allo sperone

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254 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo La via più facile e breve alla montagna, di gran lunga la mi gliore dal Rifugio del Cevedale; assieme alla e), la sola attualmente adoperata. Dalla larga insellatura del Colle della Mare si volge a mezzodì per 1' ampia china nevosa unita dello spartiacque ; dal vastissimo dosso deU'anticima quotata m. 3588 si prosegue un tratto in piano, poi in lenta salita uniforme per un'altra china di neve adducente ad una crestina pure di neve

di media inclinazione che porta alla maestosa candida calotta terminale - su questa, a non molta di stanza dal sommo, un paio di crepacce non molto grandi, spesso invisibili. Con neve molle la salita dal colle diventa faticosa e monotona. Varianti : I) Da sconsigliare perchè molto lunga dalla Val di Venezia, dovendosi partire o da Peio o scendere un tratto dal Rifugio del Cevedale è la seguente variante: Raggiunta, per l'itinerario 151 6), il bacino ricoperto di detriti morenici della Vedretta Rossa

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compreso tra il costolone N-O della Punta di Peio e quello che dalla Punta di S. Matteo scende nevoso a N-E fino a sdoppiarsi circa alla quota 3297 e terminare nelle sconvolte onde della vedretta: la breve diramazione N. finisce, rocciosa, alla quota 2969. Continuando a S. per il dosso unito del ghiacciaio, ad estate inoltrata completamente allo scoperto, si è presto alle prime grandi crepacce sbarranti la via. Fino al Colle degli Orsi si possono distinguere tre cadute di cre pacci e seracchi : una

inferiore poco ripida, separata per mezzo di un breve tratto poco inclinato da una seconda di quasi eguali di mensioni, dopo cui è un gran bacino di neve a mo' di conca situato a S. della linea che si può tirare dalla quota 3297 predetta a quella 2972 di fianco al costolone N-O della Punta di Peio (c. Ital. ). Poi le chine si fan ripide a formare un terzo scoscendimento di ghiaccio sopra al quale è il pendio di neve immediatamente sottostante al colle. La via migliore cambia qui enormemente da annata

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la salita è faticosa ma elementare. Essa può però essere pericolosa per le frequenti cadute di sassi staccantesi dalle costole rocciose che fiancheggiano l'ultimo pendio, sì che talvolta, onde evitare questo rischio, si piega a destra fra le frane e si attacca una costola rocciosa che porta alquanto più in alto del colle, a N-E di esso. Con salita divertente, punto faticosa, si arriva sopra al tratto peri coloso e per neve si termina la salita ; oppure si segue più avanti ancora la costola

e, attraversando per neve ad O., si raggiunge il passo. (In discesa, per evitare il pericolo di cadute di pietre, te nersi a destra ! (S.) Venendo dal Rifugio Mantova, scesi sulla Vedretta Saline, la si attraversa in direzione N-O lasciando a sinistra la Taviela e passando sotto ad una specie di grotta nel ghiacciaio che permette di vederne la stratificazione, in breve si giunge nella conca sotto al colle. 162.) 'Punta Taviela x (m. 3621). Detto pure Monte o Pizzo Taviela. È il Monte Saline di Payer, nome

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vetta, di ghiaccio sul lato del Forno; dirama a S-E una massiccia cresta di roccia dividente la Vedretta degli Orsi da quella Cadini indi le rispettive valli con un'informe dosso portante le elevazioni quotate della Cima Castello - m. 2986 - e Cima Fratta secca - m. 2728. - Non difficile e molto interessante, vien visitata nel giro per cresta del Forno e talvolta dalle comitive transitanti per il Colle degli Orsi. La costruzione fin progetto) di una capanna sulla cresta S-E farà di certo affluire

Colle degli Orsi per la cresta 0. (O-N-O) - 50 minuti a 1 ora - 1 ora 1 [4 dal Giumella. Percorsa, scavalcando una protuberanza, la larghissima sella del valico (vedi 169), l'ardita ed affilata cresta nevosa sale gradata mente verso la vetta precipitando ertissima a sinistra sul ghiacciaio del Forno, verso cui è quasi sempre orlata, nel tratto mediano, da una cornice richiedente molta attenzione. Poi la cresta si fa

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cresta- al Giumella ed al Colle degli Orsi. 2.) Un' altra variante, interessante ma anche più difficile (assieme alla parete O. la più difficile via finora aperta alla montagna), è quella che si svolge direttamente su per la parete S-E. : Come per l'itinerario f) si perviene sul bacino superiore della Vedretta di Val Piana ove si volge a N-O per le sue chine poco ripide e non molto rotte, guada gnando in breve la base della erta parete di neve o ghiaccio, da cui spuntano nell'alto poche rocce isolate

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nel profondo contrasta il verde della Valle di Peio colle rovine di Ossana al suo sbocco. STORIA ALPINISTICA : Sebbene nel protocollo della triangolazione militare austriaca del 1854 sia detto che la guida Cristoforo Groos (Groaz) eresse un palo sulla vetta nel 1854, e sebbene pare sia stato salito dagli ingegneri del Catasto nel 1863 per la cresta S-E, a quanto riferì la guida Domenico Veneri di Cogolo, la prima salita certa è di Julius Payer con Johann Pinggera e Antonio Chiesa, 4 set tembre

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Bernina e del Disgrazia, tutta insomma la cer chia alpina fino al Monterosa ; ai piedi il maestoso bacino del Forno colle vettexhe gli fanno corona. Troppo addossate 1'un l'altra sono invece le vette del massiccio centrale dell'Ortler stesso. STORIA ALPINISTICA: /.* ascens. della punta N-E : Edmund von Mojsisovics con Sebastian Janiger - 13 agosto 1864, dal Passo del Cevedale per la cresta S-O. —./.• ascens. della vetta culminante: Julius Payer con Johann Pinggera e Josef Rein- stadler - 7 settembre

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Giumella, si arriva comodamente alla base dell' ultima barriera di roccia e neve che si supera a sinistra (salendo 1 per un breve pendio nevoso senza alcuna difficoltà onde pervenire alla larghis sima sella nevosa del Colle degli Orsi - ore 1 1I4 circa dal prin cipio del ghiacciaio. Variante : Si può girare la lingua della Vedretta degli Orsi sul lato sinistro (sa lendo), valendosi della cresta S-E del Monte Giumella (vedi 170 b) Variante II): variante però senza alcun scopo. b) Dall'Albergo del Forno

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della vedretta omonima, lo si attraversa in direzione E. tenendosi a rispettosa distanza dal termine settentrionale della costiera delle Pale Rosole scaricante blocchi di ghiaccio ; risalito il largo vallone tra esse e la cresta O. del Rosole, passando facilmente in mezzo a due nodi di crepacce, si attacca 1' ultimo breve pendio adducente al colle. Con neve buona si sale per esso (non difficile malgrado la forte inclinazione); altrimenti conviene valersi delle rocce sulla sinistra (N.), rotte

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282 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. yiatteo supera nel suo bel mezzo per un tratto ripido : lunghissime cre- pacce d' ogni sorta, alcune enormi, richiedono lunghi giri e molta attenzione ed abilità in chi guida, specialmente nelle ore calde. Pervenuti così nell'uno o nell'altro modo nella grande conca mediana, solcata da poche ma grandi crepacce che richiedono con tinua attenzione, si sale comodamente verso il mezzo della cresta corrente dal Colle degli Orsi alla Punta Cadini

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e II), attraversarlo, essendo le crepacce molto numerose, nella parte alta con prudenza, e calare per il Colle Vioz al Rifugio. Variante : Venendo dal Ghiacciaio del Forno è inutile spingersi sino al passo; rag giunto comodamente il costolone che dall'anticima corre a S-O (v. 161 o), lo si risale, nel primo tratto dal Punto 3276 alle ultime rocce con divertente percorso su roccia e neve, poi come sopra in 6); oppure pervenuti sul pianoro precedente il valico, si sale per un

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possa veramente dirsi un passaggio e come tale venga adope rata ; dopo la costruzione della Capanna Vioz è andata perdendo in confronto all'altro colle. Interessantissimo, offre bellezze supe riori ; sebbene non difficile, richiede pratica alpinistica in tutti e abilità in chi dirige ; bellissima la discesa per il ghiacciaio del Forno : un po' lungo e noioso il percorso inverso. Splendida veduta sul bacino del Forno, sul mansueto Monte Giumella coprente la Punta S. Matteo e sul versante

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la parete 0. Senza notizie precise. Apparentemente non facile, date le rocce ripidissime. 165. Colle Cadini (m. 3406). Tra la Punta Cadini e l'anticima meridionale della Rocca S. Caterina. Seguendo la massima che ogni depressione tra due vette costi tuisce un passo, sarebbe da considerare quale un valico tra Val- furva e Val di Peio, ma come tale non venne forse ancora attra-

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, solo negli ultimi 4 metri verticali. Pochi metri ancora su una cresta rocciosa affilata e si tocca la vetta. Varianti : I) Onde girare questo passo, che da lungi pare molto peggiore di quanto sia realmente e per evitare le cornici, si scese già, dall'anticima meridionale, fino nelle rocce della parete S-E della montagna e arrampicandosi con difficoltà sull' er tissima parete, si raggiunse direttamente la vetta, allora coperta da una calotta di neve - ore 1,10 dal Colle, quindi non consigliabile

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