dalla loro brama di conquista, si lanciarono ripetu tamente da Bolzano verso il sud, fino alla Val Suga ne; ma ne vennero respinti dai Longobardi, che già si erano fermamente stabiliti nel ducato di Trento. I Longobardi del Trentino, anzi, contesero a lungo e ostinatamente ai Baiuvari le stesse terre di Bolzano e del Mera il es e. lasciando loro incontrastate solamen te le valli al di là del Brennero, insieme con la valle di Pusteria che i Baiuvari avevano occupata nel 611- 612, dopo che
nemici, distrut tori o sfruttatori dei beni delle città e delle campagne dei discendenti di Roma. Più fortunati erano quei Reto-romanici che, riti ratisi nelle impervie vallate dolomitiche, alle sorgenti Cortaccia) la cui antica esistenza venne confermala da un'in- feudnzione del 1307, nella quale si parlava di esso coinè .situato presso l'antico castelliere Purr/pi chi {la citazione era presa dal 'Registrimi feudale,, manoscritto, pa^. 580, dell'epoca di Bernardo Clesio, principe vescovo di Trento
e di Bressanone); ■—■ ricordava anche il castelliere di Salorno (del quale è cenno negli 'Urbarii,, del 1288 del Conte Mainardo IT di Tirolo \Meinltards // Urbare der Grafschaft Tirol, 1288], pubblicati da 0. ZINGERLE in 'Fontes rerum aust rincarimi', vol. XLV, Vienna, 1891, pag. 144); — e molti altri castellieri citava inol tre: quelli di Terinenu, di Nalles, di -Cjalrtaro (lutti ricordati nel 'Registrum feudale., manoscrillo, proprietà del Conio Al berti di Trento); e infine il castelliere di Sinigo, presso