certa impo-. nenza, che a chi le osservi in distanza, fa credere che l’antico.maniero sia ancora oggi solido, diritto ed abitato. A questa ultima stazione del Trentino — di questa terra sì italianamente italiana ancora soggetta all’austriaco — nella breve sosta del treno, non potei trattenermi dal cacciare quanto più potei la testa fuori dallo sportello del wagon, voltarmi indietro, lanciando un’occhiata a tutte quelle cime che, verso nord, confondendosi colle nubi e col ceruleo del cielo, mi davano
nobili città, quelle ridenti borgate: quei panorami sconfinati che mi si erano aperti davanti agli occhi — e rivedere tutto ciò, s’intende, sgombro da quegli odiosi pali giallo e neri, colle targhe dall’aquila absbur- ghese, dei quali tutto il territorio è cosparso, segnacoli abborriti della dominazione straniera. E mentre il treno correva veloce su queU’estremo lembo di terra italiana non redenta, ricac ciato nel fondo del vagóne, col cuore pieno di amarezza mi domandavo se quel giorno invocato