Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
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Author:
Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Place:
Merano
Publisher:
Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description:
XVII, 266 S. : Ill.
Language:
Deutsch; Italienisch
Notations:
Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading:
p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Location mark:
II 341.266
Intern ID:
611990
ricorse mai a soggetti tratti dall’antichità clas- sica, aderi con Ernani e poi con Rigoletto al modello drammaturgico romantico di Hugo, un modello - le cui premesse estetiche Hugo aveva esposto nel Préface al dramma Cromwell (1827) - che pareva prestarsi assai meglio ad una realizzazione nel teatro in musica che in quello di prosa: allo scrittore non è infatti offerta la possibilità di presentare Tintera costellazione degli affetti contemporaneamente, il che è per contro possibile, in un ensemble
, al compositore. Quest’asserzione, di per sé affatto ovvia ma ció non di meno significativa, si fa risalire, secondo una fonte aneddotica la cui documentazione è precaria, allo stesso Victor Hugo, il quale si sarebbe espresso in questi termini, in tono inconfondibilmente ironico, a proposito del Quartetto Un di, se ben rammentomi (Rigoletto). Vero è che Le Roi s ’amuse non offriva a Verdi alcun appiglio per la realizzazione del celeberrimo Quartetto, dal momento che il drammaturgo francese, in questo preciso
momento dell’azione, aveva collocato due dialoghi separati che si susseguono senza soluzione di continuità. Per Wagner e per Pintera Intellighenzia francese degli anni Trenta, rappresentata idealmente dal genio teatrale di Victor Hugo, ma anche per Giuseppe Verdi, il modello drammatur- gico moderno, improntato al teatro shakespeariano, era indiscutibil- mente superiore all’antica tragedia attica: Verdi rimproverava a 141