pensiero fisso al dì seguente, che per esso sarebbe stato doloroso eri alla vicina Venezia portatore dì feli cità, di feste, o di grazie, rendevasi quieto e melan conico alle sue abitazioni. Ma invidiavi tu forse, o Trieste, .la fortuna dei tuoi fratelli, che quasi avviliti dalla loro sorte, cho fu cagìpne della tua grandezza, attendevano ansiosi e in egual tempo giulivi d'accòglierò fra le loro mura an tiche, artistiche e preziose il magnanimo e cavalleresco Francesco Giuseppe I. in un alla di Lui
consorte de gnissima, l'augusta Loro Imperatrice? Guai a quel po polo, guai a colui, che vive egoista! Noi siam 1 un per l'altro; i popoli si devono sorreggere scambievol mente, e allora il loro bene materiale, come la civi lizzazione s'aumenteranno a meraviglia. Che sc tu, o ridente Trieste, siedi in alto seggio, non disprezzare chi t'ò inferiore. Ma non credere, eh'io'ti stimi boriosa, crudele, ed oltraggiale. Lo so, che Venezia è da te amata, e clie non le invidi!, anzi le auguri miglior fortuna