Regesto cronologico dei documenti, delle carte, delle scritture del principato vescovile di Trento esistenti nell'I. R. archivio di corte e di stato in Vienna
tune bibliografe quei documenti, che fossero eventualmente editi; bensì, compiuto questo primo lavoro, . il quale non doveva servirmi che di criterio, por subito mano alla trascrizione d'un quanto maggior nu mero dei documenti, che mi fossero risultati inediti, e pm'tare per tal. modo il mio contributo a quel Codice diplomatico tridentino, che s'invoca sempre, e sempre è di là da venire, Senonchè i brevi mesi, ond' avrei potuto disporre, essendo poco più che suffìcenti all' esame ed alla
compilazione del sommario delle molte.scritture, compresi subito di non poter calcolar affatto sul secondo lavoro, quando non dovessi forse recarmi a fortuna, di riuscire al meno in così breve tempo ad approntare il primo. Nè m'ingannai. La lettura, non sempre facile, delle pergamene, rubava tempo, nè meno lenta, meno paziente sarebbe stata l'opera dei riscontri,. M'im portava d' altro lato di non cadere in grossolani errori di trascri zione, i quali, nonché non illustrare la genealogia, la storia, la topo
nomastica, fogliassero ogni utile alla mia fatica; e meglio che pre cipitare il lavoro per malintesa, sollecitudine di pubblicare, non senza pericolo di sprecare tempo e brighe nella trascrizione di documenti creduti inediti e che troppo tardi mi fossi avveduto che non lo erano, mi parve utile e conveniente curare anzitutto ed esclusivamente il Regesto, parte essenziale del mio lavoro e non fattibile che sul luogo, senza preoccuparmi neppur dei riscontri, che potevano farsi anche altrove, e fin da altri
se n' avesse voglia. Giunsi così al termine della mia breve dimora, certo deluso nel mio primo proposito, non però senza il compenso d'aver almeno assicurato del mio lavoro quello che più importava: la compilazione del, Regesto^ la base, su cui altri o forse io stesso, avrei potuto con mio agio costruire poi. }Ih)) a nera !' opera, dei riscontri ; ed a questa calcolavo di at tendere in Rovereto, dove, nella Civica Biblioteca, presieduta allora dal compianto Prof Don Giovanni Bertanza, verso gli studiosi
sempre largo, sempre premuroso, sempre cortese, pur felice d' age volarli nelle loro ricerche, .(e lo potè rimpiangere chi ebbe a speri mentare il nuovo regime e il bel garbo del suo successore) mill a mi poteva mancare di quanto occorresse da consultarsi. Circostanze im prevedute, esigenze d' altri studi, che mi distrassero altrove, impe dirono per allora d' attendere a quelle ricerche ; onde il lavoro rimale .sospeso disgraziatamente a. lungo, e come non bastasse, anche più che non V imponessero