Trento ed il Trentino cotesto Aliprando, inspiratore di versi tanto pietosi e gentili da meritare d’essere tramandati fra i secoli, di generazione in generazione. Alla morte del principe vescovo Carlo Emanuele — quello stesso coinvolto nella pietosa leggenda di Claudia Particella e di Castel Toblino — ultimo di casa Madruzzo, la proprietà del castello rimasto feudo della Mensa vescovile di Trento passo per trattative alla lorenese Carlotta di Lenoncourt: indi da questa alla famiglia del
Carretto da Finale — che ne vendette, dodici anni or sono, gli avanzi ad un signore di Trento, il dott. Francesco Larcher. Quale fosse questo antico castello, per tante ragioni rammentato nella storia del Trentino, ancora due o tre secoli or sono, vai la pena di trascriverlo da ciò che ne riferisce il crona chista Mariani, in un brano curioso del suo: Trento con-il sacro Conalio. « Castel Madrutio — scrive il Mariani — è posto sul sentiero del monte che domina « vai di Cavedine. È di fabbrica in isola
. «Sotto il castello verso ostro sta il.-villaggio Madrutio, che dipende; et a ponente « sta in declivio un gran parco piantato d’alberi, che per essere cinto di mura, serve non « men di serraglio per la caccia. Nel resto il castello ha il suo recinto con balouardi; è pro- « visto di pozzo e cisterna, d’acqua et ha un molino da mano. Si come nell’arsenale stanno « varie armature di guerra et alcuni pezzi di cannone, non essendovi più quel grande detto « la Madrutia, al peso di 7500 libre, il tutto
s’è devoluto questo castello, per linea « femminile ne’marchesi di Lenoncourt che lo ritenevano dallà Mensa Episcopale di Trento, « Patrona del dominio diretto. Cosi un castello stato per. tanti anni da fama e il fasto de’Ma- « drutiani Principi, e dove soggiornarono i figli dell’imperatore Ferdinando primo, in tempo che '« il baron Giovanni Gaudentio Madrutio fu loro aio, al presente non tiene altro di Madrutio « che il nome. Tanto , è vero, che Omnia oria occidunt, et aucta senescunt, dice
Sallustio. » E con questo di casa Madruzzo e del suo castello, per ora, basta. Nei dintorni di Vezzano si mostrano due dì quei pozzi glaciali, simili, à. quelli che già vedemmo sulla strada di Nago e di Loppio, detti «marmitte dei giganti». Uno di essi e il più notevole, detto dalla gente del paese buco di Maria la morta, fu scoperto dal chiaro geologo